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Autore: L Change the World    14/12/2013    2 recensioni
[Fanfiction Malec]
Dal testo:
Alec si aprì un varco e cominciò ad agitare le braccia nel tentativo di tornare indietro. Chiamava il nome di Magnus, più forte, sempre più forte, eppure alle sue orecchie non giungeva nessuna voce. Spostava cadaveri, schivava attacchi, sferrava pugni, ma i suoi piedi non cessarono mai di correre.
Genere: Guerra, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alec respirava piano, il petto che si alzava e si abbassava a ritmi regolari, la bocca che si dischiudeva per espirare. Davanti a sé, l’inferno. L’oscurità incombeva su di loro, il fuoco e il fumo che scaturivano dalle crepe sul pavimento, e intanto i demoni avanzavano. Milioni e milioni di creature oscure, fiammeggianti, con lunghi artigli e occhi carichi d’odio, con la pelle nera come pece e code di rettile che schioccavano come fruste.

E poi c’erano loro, Shadowhunters, pronti alla battaglia, pronti a lottare con tutte le loro forze. Ed erano veramente troppo pochi.

Alec cercò la mano di Magnus e, quando la trovò, questa era calda e rassicurante, non gelida come la sua. La strinse con forza mentre si girava a guardarlo, forse per l’ultima volta. Avrebbe sorriso se non fosse stato per la situazione in cui si trovavano: gli occhi di Magnus, ora fissi sui suoi, erano profondi ed impeccabilmente truccati con uno spesso strato di eyeliner rigorosamente nero per l’occasione.

“Pronto?” chiese Magnus, sorridendo.

“Pronto.”

“Ti amo.” Prima che lo stregone potesse aggiungere altro, Alec lo baciò. Appena dischiuse le sue labbra, sentì un intenso profumo di arancia sovrastare l’odore soffocante del fumo, trasportandolo immediatamente nel loro appartamento di Brooklin, con i fiori che ornavano il corridoio, con l’arredamento che cambiava quasi ogni giorno, con Chairman Meow acciambellato sul divano.

Quando le loro labbra si separarono, entrambi sorrisero. Non ci furono addii, né lacrime, solo un unico sorriso.

Alec cominciò a correre, le gambe che andavano da sole, mentre dal suo arco le frecce partivano come razzi, uccidendo e seminando distruzione. Dietro di lui provenivano lampi di luce azzurra, lampi che illuminavano l’atmosfera con la loro luce e la loro potenza. I demoni cadevano attorno a lui, e gli Shadowhunters correvano avanti, ma Alec a malapena se ne accorse, perché la confusione e lo spaesamento lo circondavano, non lasciandogli via di scampo. Zanne, artigli, code, occhi, fiamme, e frecce, erano tutto ciò che vedeva.

Il ragazzo scagliò l’ennesimo dardo quando un urlo atroce lo costrinse a girarsi di scatto. Non vedeva nulla, si abbassò, si rialzò ma ancora nulla. E poi se ne accorse. I lampi blu non c’erano più.

Alec si aprì un varco e cominciò ad agitare le braccia nel tentativo di tornare indietro. Chiamava il nome di Magnus, più forte, sempre più forte, eppure alle sue orecchie non giungeva nessuna voce. Spostava cadaveri, schivava attacchi, sferrava pugni, ma i suoi piedi non cessarono mai di correre.

Quando si fermò, Magnus era riverso a terra. I suoi occhi dorati si muovevano velocissimi, avanti e indietro, nel panico, mentre dalla sua bocca cominciarono ad uscire rivoli di sangue scuro.

“Magnus!” gridò Alec, la voce strozzata mentre si accasciava sul suo ragazzo “Magnus...” Le sue mani tremavano mentre indugiavano sul petto dello stregone che cercava con fatica di inglobare l’ossigeno inesistente. Il ragazzo sentì le sue guance bagnarsi di lacrime e la sua bocca piegarsi in un sorriso.

“Alec...” mormorò Magnus, e le sue dita si aggrapparono deboli ai suoi pantaloni, un’unica ancora di salvezza in mezzo al caos.

“Non è nulla, ok?!” Alec gli accarezzò il viso tiepido mentre un singhiozzo gli uscì dalla bocca contro la sua volontà “Non è nulla...”

“Chi pensi di prendere in giro, eh...?” Magnus sorrise, facendo sì che ancora più sangue uscisse dalla sua bocca.

“Ssssssh...” il ragazzo si asciugò le lacrime che si ostinavano ad uscire, dopodiché gli alzò la testa e la poggiò con delicatezza sulle sue gambe. Prese ad accarezzargli i capelli pieni di lacca e sangue umano e demoniaco, cospargendosi la mano di fitti brillantini dorati “No...”

“Alec...” La voce dello stregone era ridotta ad un sussurro in mezzo alle grida e al cozzare di spade angeliche e di denti velenosi.

“No, no...”

“Io ti... ti...” Gli occhi di Magnus si socchiusero leggermente prima che diventassero freddi e fissi nel vuoto. La sua bocca dischiusa, la pelle divenuta fredda, le dita ancora incastrate nel passanti dei suoi jeans, Alec si chinò su di lui e gli posò le labbra su una guancia, inondando anch’essa delle sue stesse lacrime. Il ragazzo strinse gli occhi, inspirò profondamente e, con tutto il fiato che aveva in corpo, urlò.

                                                                                                   -

Alec si alzò di scatto, afferrando le coperte del letto con una forza tale che quasi le strappò. Suoni simili a rantolii uscivano dalla sua bocca mentre sentiva la sua faccia bagnata di lacrime. Cercò accanto a sé, e non seppe descrivere il sollievo che provò quando le sue dita incontrarono la pelle liscia e calda di Magnus dormiente al suo fianco. A quel contatto lo stregone si svegliò.

“Alec?”

“I-io...”

“Ehi...” Magnus si alzò a sedere, ponendosi di fronte al suo ragazzo e circondando il suo viso con le sue mani “Cosa c'è?”

“T-tu eri... eri...” Alec scosse la testa, i suoi occhi che non vedevano altro se non quelli di Magnus che risaltavano nel buio della stanza. Riusciva a scorgerne i lineamenti, percepiva il suo calore e il suo tatto familiare. Il ragazzo lo abbracciò con foga, respirando la sua essenza e desiderando di rimanere lì, in quella posizione, per sempre.

“Sta’ tranquillo.” Magnus gli carezzò i capelli come spesso faceva mentre il suo corpo era scosso da tremiti e singhiozzi. Quando il suo respiro tornò a farsi regolare, Alec si ritrasse per baciare lo stregone con forse troppo entusiasmo, quasi con foga, un bacio lungo e passionale che Magnus non tardò a ricambiare.

“E così ci vogliono gli incubi per farti svegliare, eh, Alec Lightwood?” disse Magnus con voce divertita, dandogli un colpetto appena sotto il mento e facendo scoppiare il suo ragazzo in una risata isterica “Vieni qui.”

Magnus si sdraiò in mezzo alle miriadi di cuscini sparsi per il materasso, lasciando che Alec poggiasse la testa sul suo petto. Il ragazzo sentiva il battito accelerato del suo cuore che si fece via via più regolare, e, seguendo il movimento lento del suo petto, Alec chiuse nuovamente gli occhi e, con le dita intrecciate a quelle del suo ragazzo, si addormentò...
  
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