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Autore: Lady Atena    16/12/2013    3 recensioni
L'arte di essere apprezzato. Ovvero; come Tony Stark, con i suoi difetti e le sue manie, divenne il fulcro dei Vendicatori.
Ancora una volta sull'eliveivolo, Steve Rogers controlla il lavoro di Tony Stark e Bruce Banner. Quando Tony esce dalla stanza, soldato e ricercato militare rimandono soli. Con in comune solo un genio sempre pronto a cogliere i complimenti.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Trucchetti scadenti di un genio di latta.'
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Bruce fece scorrere il dito sullo schermo olografico, osservò le barre arancioni con sfumature rossastre alzarsi e abbassarsi ritmicamente seguendo una serie di ondine verdi sulla sinistra dello schermo. Strinse le labbra, si tolse gli occhiali e li strofinò con la maglia.
“I valori sembrano regolari. Cos'ha che non va?” chiese.
Tony batté il pugno contro una scatola metallica larga due volte il suo palmo, il coperchio metallico cadde sulla scrivania coprendo un foglio e lui si chinò in avanti osservando una serie di cavi intrecciati brillare di un bagliore azzurrino.
“Il problema è che l'energia fuoriesce dai cavi. Non è contenibile, ancora” rispose.
Steve strinse le labbra, socchiuse gli occhi piegando il capo in avanti; alcune ciocche biondo cenere strofinarono contro la fronte tesa.
“Potrebbe causare problemi?”.
Bruce scosse il capo, aprì una schermata in alto a destra e osservò l'immagine olografica dell'interno della scatola. Una serie di zone brillavano di rosso ad intermittenza, guardò il grafico con i calcoli e sospirò infilandosi gli occhiali.
“Non sono radiazioni, non dovrebbero causare mutazioni di alcun tipo”.
Steve fece un passo avanti, li guardo e strinse i pugni.
“Faccio isolare comunque l'ambiente. Chiederò delle mascherine per tutti e tre” disse.
Tony sventolò la mano in aria, portò l'altra mano sulla scrivania tastando una serie di fogli; toccò delle viti sentendole pungere le dita callose e afferrò un cacciavite con la doppia punta.
“Niente panico, Captain Paranoico. Non è nulla di nocivo”.
Avvicinò il cacciavite ai cavi, l'energia avvolse la punta metallica fino a sfiorare il centro di plastica ed emise una serie di fulmini lunghi un mignolo ad intermittenza; Tony sollevò il cacciavite avvicinandolo ad un secondo schermo olografico alla sua sinistra.
“Rifà i calcoli da capo, Doc. Sembrano aderire a qualsiasi superficie metallica ma non hanno capacità di propagazione”.
Steve fece due passi indietro, strinse le labbra assottigliando gli occhi azzurri.
“Non allontanarti con oggetti potenzialmente nocivi, Stark” disse.
Bruce abbassò tutte le barre, guardò la schermata olografica alla sua destra facendo scorrere lo sguardo su una serie di numeri. Toccò tre punti della rappresentazione dei fili, osservò i numeri cambiare diventando più alti e scosse il capo sospirando.
“Possiamo provare con un isolante?” chiese.
Tony scosse il capo, toccò con la punta luminescente del cacciavite lo schermo olografico ed esso brillò di rosso. La luce saltò, Bruce saltò all'indietro e Steve sobbalzò. Tony mosse in alto il cacciavite; la parte illuminata d'azzurro si spense e si riaccese un paio di volte a intermittenza. Tony l'avvicinò al pannello di comando, il cacciavite si spense e si riaccese; l'uomo premette due pulsanti e il cacciavite si spense di nuovo riaccendendosi dopo tre respiri di Tony; che premette una serie di tasti riattivando la luce. Steve gli si avvicinò, socchiuse gli occhi e ringhiò stringendo i denti.
“L'hai trovato divertente?!” domandò.
Tony sogghignò, roteò il cacciavite su se stesso e i fulmini sull'estremità si spensero.
“Ho scoperto che venendo a contatto con altre fonti di energie, la nostra amichetta diventa timida e si spegne al primo soffio di vento”.
Steve strinse i pugni, si sporse in avanzi alzando il capo con la schiena ritta.
“Poteva essere pericoloso” disse.
Si sentì Bruce ansimare, Steve si voltò sgranando gli occhi e fece un passo indietro. Bruce ansimò un paio di volte, si piegò in avanti tenendosi la mano sulla fronte e ansimò più velocemente. Steve guardò l'uscita alle proprie spalle, osservò il vetro dietro il tavolo e si morse il labbro voltandosi verso il proprio scudo accanto al muro. Tony avanzò, poggiò una mano sulla spalla di Bruce e gli diede due pacche.
“Ehi, non dirmi che Mrs. Hyde ha paura del buio” disse.
Bruce deglutì, alzò lo sguardo e batté le palpebre. Accennò un sorriso scuotendo il capo; i capelli castano chiaro strofinarono contro i lobi delle orecchie dalle sfumature verdastre. Bruce sospirò profondamente, si rizzò e si sistemò gli occhiali sul naso.
“Mi scusi. Sto bene”.
Steve raggiunse lo scudo, gli si fermò affianco e strinse le labbra.
“È sicuro, dottore? Forse dovrebbe fare una pausa”.
Bruce batté le palpebre, si tolse gli occhiali e si passò le dita sulle palpebre chiuse premendole. Scosse il capo, abbassò la mano rinfilando gli occhiali e sorrise.
“Sto bene, mi scusi”.
Tony sorrise, gli diede una pacca e fece due passi indietro.
“Ottimo!” esclamò.
Girò attorno allo schermo olografico, poggiò il cacciavite sulla scrivania e ticchettò sulla scatola di metallo.
“Mi è venuto in mente cosa ci serve. Vado e torno, tu vedi se riesci ad estrarre uno dei fili da qui” disse.
Si voltò e passò accanto a Steve, si sporse di lato e sogghignò socchiudendo le iridi castane scure.
“Si rilassi, Capitano. Qualcuno potrebbe pensare che l'eroe americano ha paura dei suoi stessi alleati” sussurrò.
Gli diede una pacca sul gomito, si allontanò superando la porta aperta e se la chiuse alle spalle. Steve sfregò i denti tra loro, scosse il capo e sospirò.
“Mi scusi, dottore, non volevo agitarla” disse.
Bruce scrollò le spalle, accennò un sorriso e andò dietro la scrivania. Prese il cacciavite, si chinò e guardò la serie di fili ricoperti di energia azzurrina.
“Non importa. Ho visto persone reagire molto peggio di così”.
Steve incrociò le braccia, fece due passi avanti e guardò dalla finestrella della porta.
“Non Stark”.
Bruce si rizzò, guardò Steve e mosse il capo a destra e sinistra. Si spostò di lato, afferrò delle pinzette da sopra una serie di fili e le avvicinò al contenitore metallico.
“Lui non è esattamente come tutti”.
Steve spostò il peso da un piede all'altro, si mordicchiò il labbro stringendo le braccia sotto i pettorali sentendo la tuta aderire ai muscoli tesi.
“È troppo incosciente. Senza offesa per lei, naturalmente”.
Bruce annuì, afferrò un frammento di metallo dalla base della scatola e lo alzò osservandolo in controluce. Strinse le labbra, avanzò fino al lato destro della scrivania e poggiò il frammento di metallo sul vetrino sotto il microscopio.
“Oh, nessuna offesa. Conosco la mia condizione”.
Steve sciolse le braccia, le tese e fece un passo avanti dilatando le iridi azzurre.
“Tra commilitoni sono necessari dei punti in comune”.
Strinse gli occhi e le labbra, abbassò il capo incassando il collo tra le spalle larghe.
“La fiducia dovrebbe essere tra questi”.
Bruce avvicinò l'occhio al microscopio, osservò le leghe sottili che componevano il frammento di metallo e rizzò la testa.
“Lei è un soldato e io un ricercato militare, Steve” disse.
Scosse il capo, strinse le labbra accennando un sorriso sottile e socchiuse gli occhi contornati da occhiaie violacee spesse due dita.
“L'unica cosa che abbiamo in comune è oltre quella porta” continuò.
Steve strinse le labbra, chinò il capo in avanti tendendo le braccia con i pugni tesi. La porta della stanza si aprì con un tonfo, Steve si voltò e guardò Tony entrare strofinando le mani su una pezzetta bianca. Tony sogghignò, tirò la pezzetta facendola finire sul tavolo e tolse dalla tasca dei pantaloni una fialetta ripiena di frammenti verde acqua.
“Mi sono perso qualcosa?” chiese.
Steve si morse il labbro, fece due passi di lato e si poggiò al muro con la schiena incrociando le braccia sotto il petto muscoloso.
“I progressi del dottor Banner senza le tue interferenze, Stark” rispose.
Bruce sorrise, si sistemò gli occhiali sul naso alzando il capo e addolcì lo sguardo piegando la testa di lato; rizzò la schiena facendo un passo indietro accostandosi al vetro alle sue spalle.
“Grazie, signor Stark” disse.
Tony li guardò, sporse la bocca; inarcò un sopracciglio aggrottando la fronte, arricciò il naso facendo strofinare le labbra contro la rada barba. Alzò le spalle, oscillò la fialetta tenendola tra pollice e indice e fece l'occhiolino.
“Mi piace essere apprezzato” rispose.

  
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