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Autore: Lady Atena    16/12/2013    3 recensioni
Tony sveglia Bruce alle tre di notte per mostrargli la sua nuova creazione, alla quale il dottore risponde con palese perplessità più che giustificabile.
“Credevo avessimo superato la fase dello scetticismo dalla caduta degli dèi”.
Da un'idea di Giulia Jo Arrighi, rielaborata alla come capita.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Trucchetti scadenti di un genio di latta.'
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Bruce si sfilò gli occhiali, passò le dita sulle palpebre chiuse sospirando e abbassò la mano. Strofinò le lenti degli occhiali contro la camicia, li rinfilò sollevandoli fino a schiacciarli contro il volto e osservò la serie di modellini alti due volte la sua mano. Si girò, osservò Tony sogghignare a braccia incrociate e strinse le labbra battendo gli occhi.
“Mi ha svegliato alle tre di notte per questo?” domandò.
Tony sciolse le braccia, passò alle spalle di Bruce e afferrò un pupazzetto di Captain America.
“Lo so, alcuni non valevano la pena” disse.
Se lo passò nell'altra mano, indicò lo scudo grande la metà di una mano che il modellino stringeva e ci ticchettò con l'indice.
“Però sono riproduzioni perfette. Inoltre ...”.
Lasciò il pupazzetto sul bordo della scrivania, si sporse e afferrò il modellino di Hulk. Sogghignò alzandolo davanti al volto, arricciò le sopracciglia verso l'alto dilatando le iridi castano scuro e mosse la mano facendo ondeggiare il pupazzo.
“Devi ammettere che è un capolavoro”.
Bruce allungò il braccio con la mano aperta sporgendosi in avanti, Tony indietreggiò di un passo; fece l'occhiolino accentuando il sogghigno e portò il modellino nell'altra mano.
“Ah no, questo è mio”.
Bruce aggrottò la fronte, abbassò il braccio stringendo le labbra; inspirò a fondo sentendo le tempie pulsare ed espirò rilassando le spalle tese.
“Signor Stark, potrebbe spiegarmi perché mi ha chiamato alle tre di notte per mostrarmi delle riproduzioni fedeli degli Avengers?”.
Tony ghignò, s'infilò il pupazzetto di Hulk nella tasca dei pantaloni accanto a due cacciaviti e fece tre passi indietro afferrando la miniatura di Captain America.
“Questo è molto semplice, Doc” disse.
Si spostò di lato passando accanto al tavolo da lavoro, girò attorno ad una Mark e raggiunse il centro vuoto della stanza. Schioccò due volte la lingua, una serie di ologrammi rappresentanti la città di New York apparvero davanti a lui illuminando con la fosforescenza azzurrina la camera. Tony poggiò la miniatura di Captain America a centro di Central Park. Il pupazzetto si mise lo scudo in spalla, guardò a destra e sinistra. Saltò su una panchina, si sfilò lo scudo e lo tirò colpendo il collo di una creatura olografica dalla forma di Chitauro. Lo scudo tornò indietro, il pupazzetto l'afferrò e balzò tirando un calcio al capo di un secondo Chitauro olografico alle sue spalle. Atterrò sul prato, ticchettò con le mani sulla cuffia all'altezza dell'orecchio.
“Nemici localizzati. Richiesta rinforzi, si necessita restrizione del perimetro entro 15 miglia. Il nemico è in superiorità numerica” disse, con la voce di Steve.
Bruce spalancò gli occhi, si sfilò gli occhiali e li pulì contro la maglia. Li rimise, si avvicinò e toccò uno dei palazzi olografici. Il palazzo si aprì, una serie di persone erano all'interno circondate da una decina di Droni che li tenevano sotto tiro. Bruce si spostò verso destra, si abbassò guardando un bar in cui una lucertola con due lingue teneva per il collo una donna con il grembiule da massaia. Bruce scosse il capo, si rizzò e guardò Tony. Tony ghignò, incrociò le braccia al petto alzando il capo con un sopracciglio inarcato e le iridi castano scuro brillanti. Bruce scosse di nuovo la testa, si passò la mano tra i capelli castano chiaro e si leccò le labbra.
“Come sei riuscito a fare questo in meno di trentasei ore?” domandò.
Indicò il reticolato olografico della città con la mano, sgranando gli occhi.
“È una rappresentazione di tutti i luoghi esistenti a New York, popolazione compresa, visti sia dall'interno che dall'esterno!”.
Tony accentuò il sogghigno, afferrò il pupazzetto di Captain America e prese lo scudo incastrato nella corteccia di un albero olografico. Rimise lo scudo al braccio della miniatura, scrollò le spalle.
“La cosa difficile è stata coordinare ologrammi e modelli. Ammetto che inserire un'intelligenza artificiale che riproducesse l'originale non è stato semplicissimo, ma ...”.
Bruce si massaggiò le tempie, scosse il capo e si tirò su gli occhiali.
“Signor Stark, tutto questo supera la semplice genialità. È fantascienza”.
Tony socchiuse un occhio, inarcando il sopracciglio di quello opposto con la fronte aggrottata.
“Credevo avessimo superato la fase dello scetticismo dalla caduta degli dèi”.
Bruce si morse il labbro osservando il modello olografico, strinse gli occhi.
“Ma questo l'ha costruito lei”.
Tony ghignò, gli diede una pacca sulle spalle e gli girò attorno.
“Vedila così, Doc”.
Tornò verso il tavolo, poggiò la miniatura di Captain America e si tolse quella di Hulk dalla tasca. Gli diede un bacio sulla guancia, la lanciò. Bruce l'afferrò al volo, la strinse sentendo le tempie pulsare e le guance arrossarsi. Tony ghignò, fece l'occhiolino.
“Sono almeno duecento anni luce più figo degli dèi”.
Bruce guardò il pupazzetto, si leccò le labbra e inspirò.
“Perché ha queste tecnologie?” chiese.
Tony ridacchiò, afferrò la miniatura di Iron Man e tornò fino a Bruce. Prese il pupazzetto di Hulk dalle sue mani, tenne una miniatura per ogni mano e sogghignò. Li poggiò al terzo piano della Stark Tower, la miniatura di Hulk ruggì e quella di Iron Man spiccò il volo sparando ad una serie di blob che circondavano il pupazzetto verde. Tony si rizzò, fece l'occhiolino piegando il capo di lato.
“Perché io ho un Hulk” disse.

  
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