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Autore: Flame Ettard    16/12/2013    1 recensioni
[Contesto: Fire Emblem Path of Radiance/ Radiant Dawn]
[Ike X Soren]
"Ike emise un risolino a bocca chiusa che aveva però ben poco di divertito.
-Sei triste, Soren?-
-Non dovrei?-
-Mi dispiace. Non volevo…-
-E’ colpa mia.- disse Soren, lentamente, inginocchiandosi accanto a lui.
-Io sono un marchiato. E tu sei un beorc. E’ colpa mia.- Soren scosse la testa, facendo oscillare quei capelli d’una sfumatura scurissima di verde. –Dovevo aspettarmi che non sarebbe potuto durare per sempre. Anche se la tua forza mi ha sempre fatto pensare che non saresti mai caduto.-"
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ike, Soren
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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End of Our Journey


"Let's run away together you and me 
Forever we'd be free 
Free to spend our whole lives running 
From people who would be 
The death of you and me 
'Cos I can feel the storm clouds 
Sucking up my soul"

[Noel Gallgher - The Death of You and Me]



Soren non riuscì a muovere un dito, né a spicciare parola mentre Ike gli riferì quelle parole.
Rimase là, immobile, col vassoio su cui era poggiata una tazza di the caldo tra le mani, e guardò Ike, non gli tolse lo sguardo di dosso mentre lo diceva, né dopo averlo detto.
Sapeva che il tempo trascorreva molto più lentamente solo per lui e per gli altri marchiati o per i laguz.
Sapeva che non sarebbe potuto durare per sempre, che un giorno le gambe avrebbero ceduto, anche mentre il sole della giovinezza tramontava, lui lo sapeva, lo sapeva, meglio di Ike, meglio di chiunque altro.
Ma allora perché gli batteva forte il cuore?
Perché un nodo si strinse nella sua gola, come un cappio pronto a strangolarlo?
Non avrebbe mai dovuto legarsi a qualcuno come lui. Lui lo sapeva.
Nonostante questo, aveva ignorato la cosa, cosciente di quanto fosse stupido e immaturo.
E ora ne doveva pagare le conseguenze.
-Soren,-aveva proferito quello, con un sorriso che non gli apparteneva, seppure fosse un sorriso triste, steso sul letto le cui lenzuola venivano minuziosamente lavate e stirate da Soren, ogni giorno.
-Io sto morendo.-


Gli aveva fatto da bastone da passaggio fin lì, o almeno così avrebbe dovuto essere, anche se la forza fisica di Soren era ben poca.
Si erano diretti così, uno con la mano avvolta attorno alle spalle dell’altro, verso quello che momentaneamente era il loro giardino.
Ike e Soren avevano viaggiato tanto. Moltissimo.
Non avevano mai avuto una casa fissa.
Erano stati sempre in viaggio, verso luoghi molto lontani da Tellius, luoghi dove nessuno li conosceva.
Nuovi luoghi dove il loro legame aveva cominciato a diventare sempre più saldo.
Nuovi luoghi dove si erano consolati, abbracciati, tenuti la mano.
Poi avevano deciso di mettere a parole il loro legame. E si erano baciati. E avevano fatto l’amore.
E avevano cambiato casa, una, due, tre, quattro,cinque, tante volte.
Sceglievano sempre case abbandonate nella più remota periferia del paese.
Ad Ike, che sul volto aveva sempre un espressione stufa, aveva cominciato ad affiorare un sorriso.
E anche Soren aveva cominciato ad aprirsi un po’, a mostrare le sue emozioni.
Avevano anche giocato a fare gli sposini, e Soren ovviamente aveva dovuto imparare a cucinare, stirare, lavare. Aveva letto un manuale per fare ciascuna di queste cose,  e alla fine doveva ammettere che non gli dispiacevano affatto.
Non avevano passato solo bei momenti. Avevano pianto anche tanti dolori. Ma li avevano superati tutti, insieme.
E ora tutto stava per finire.
Aiutò Ike a stendersi nel prato.
Erano andati un po’ più lontano da casa loro del previsto.
Ike posò entrambe le proprie mani sul ventre, emettendo un profondo sospiro.
Sembrava già pronto per la sua uscita di scena.
Soren non lo era.
Non lo stupì nemmeno vedere che al cinto portava appesa la Ragnell.
-Che ci vuoi fare, con quella?-
-Ti ricordi di Greil, mio padre?-
-Si.-
-Voglio che tu la metta sulla mia tomba, Soren.-
-Spero allora qualche re laguz non debba venirla a prendere per darla a qualche tuo successore, in futuro.-
Ike emise un risolino a bocca chiusa che aveva però ben poco di divertito.
-Sei triste, Soren?-
-Non dovrei?-
-Mi dispiace. Non volevo…-
-E’ colpa mia.- disse Soren, lentamente, inginocchiandosi accanto a lui.
-Io sono un marchiato. E tu sei un beorc. E’ colpa mia.- Soren scosse la testa, facendo oscillare quei capelli d’una sfumatura scurissima di verde. –Dovevo aspettarmi che non sarebbe potuto durare per sempre. Anche se la tua forza mi ha sempre fatto pensare che non saresti mai caduto.-
-No. Tu ti sentivi solo e hai soltanto voluto seguire chi ti aveva salvato. E’ colpa mia che ti ho lasciato venire con me.-
-…- Soren scosse di nuovo la testa. Sapeva che non era così. Anche Ike lo sapeva, di certo. Sicuramente voleva solo togliergli questo peso dalla coscienza.
Il silenzio li avvolse, un silenzio pesante. Un silenzio imbarazzante.
Ike continuò a guardare il cielo, mentre Soren fissava il prato.
C’era così tanto silenzio che Soren potè udire il battito del cuore di Ike.
Era un battito irregolare e malaticcio, che andava via via affievolendosi.
Sul volto di Ike cadde una goccia, ma il cielo era troppo limpido perché potesse venire da lì, e spostò lo sguardo sul volto di Soren.
Soren scoprì di star piangendo quando le lacrime ormai gli avevano bagnato completamente il viso.
Spalancò gli occhi per la sorpresa, mentre si coprì il volto e tentò velocemente di asciugarsi le lacrime dal volto.
-S…Scusami… Sniff…-
-Soren…-
Ike avrebbe voluto alzarsi, abbracciarlo, sussurragli di non piangere.

Ma il suo corpo si era fatto troppo pesante, e riuscì a malapena a poggiare la testa sulle sue ginocchia.
Soren si permise di sfogarsi ancora un po’, poi pian piano i suoi singhiozzi sparirono, ed anche le sue lacrime, anche se i suoi occhi erano ancora arrossati per il pianto.
Ike non spicciò parola, dell’idea di lasciarlo sfogare. D’ora in poi non avrebbe avuto una spalla su cui piangere, dopotutto.
-Come…- Soren deglutì, cacciando il nodo che gli si era formato in gola. – Come fai a sapere che è arrivato il momento?-
-Guardami.-
Soren incontrò per l’ennesima volta lo sguardo di Ike. Il suo volto ormai era rugoso, e i suoi occhi, così diceva l’eroe blu, non ci vedevano più bene come una volta. Le sue mani erano altrettanto rugose, e i suoi capelli erano diventati bianchi come la neve.
La sua voce era più roca,anche. Soren l’aveva visto invecchiare, eppure era rimasto sempre il suo Ike. Lui fisicamente dimostrava appena un paio d’anni di più di quando avevano sconfitto Ashera. Ma sembrava ancora un ragazzino.
-Soren.- lo chiamò di nuovo, tra un colpo di tosse e l’altro. – E’ tempo per me di andare.-
Soren lo guardò dritto negli occhi. Annuì.
Ike gli dedicò un accenno di sorriso.
-Soren, io… sono stato davvero bene con te.-
Soren prese la mano di Ike tra le sue. Era fredda.
-Anche io. Tanto. Tantissimo.-
-Mi prometti che tornerai a Tellius? Ci sono i nostri amici laguz. Ci sono gli altri marchiati come te. Ti terranno compagnia. Non voglio che tu rimanga da solo.-
-E lascio qui te…?-
-Non lasci qui me. Lasci qui il mio cadavere. E un cadavere è inutile.-
-…Promesso.- sussurrò Soren, stringendo la mano di Ike tra le sue.
Ike gli rivolse un ultimo sorriso,mentre chiudeva lentamente gli occhi, e altrettanto lentamente le sue labbra pronunciavano un “Ti amo”.
Soren no ci potè far nulla, mentre i suoi occhi cominciarono ad inumidirsi, mentre  portò la sua mano alle proprie labbra.
Mentre sentì il battito del cuore di Ike cessare. Mentre le lacrime ricominciarono a scorrere copiose.
Non singhiozzò, non urlò di dolore.
-Anch’io- aveva sussurrato Soren, mentre quelle stesse parole si affievolivano e sparivano nell’aria, trascinate via dal vento, molto, molto lontano.



 
 
------------------------At the end of the nightmare-----------------------------
STO PIANGENDO DI QUALCOSA CHE HO SCRITTO IO
MI FACCIO SCHIFO DA SOLA
Sono comunque felice di essere riuscita a scrivere una Ike/Soren. Ogni tanto ci vuole un po’ di Shonen-ai in questa sezione. (?)
E casualmente la mia prima Ike/Soren deve essere angst wow
Mi chiameranno la regina dell’angst
Mi fa male scrivere angst se poi sto male io stessa
Penso sia inutile aggiungere altro, lascio spazio alle vostre (e alle mie) lacrime.
Alla prossima! (Peggio per voi)
-Saw
P.S.: Avvertitemi se vedete degli errori, ho l’impressione di non aver controllato come si deve x.x
   
 
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