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Autore: Zefiria BlackIce    16/12/2013    1 recensioni
-Prima Fan Fiction che pubblico in assoluto...-INCOMPIUTA-
Angeline e Perla si sono trasferite a Ikebukuro per degli scopi ben precisi. Ma qualcuno le sta cercando, qualcuno che può essere molto pericoloso, qualcuno da cui non possono scappare, perché marchiate... Verranno aiutate da Shizuo, Izaya e dagli altri, o dovranno sbrigarsela da sole? E se nascesse anche qualcosa di più? Tra serietà e (spero) comicità, tra cose ovvie e non, la vita di Ikebukuro potrebbe stare per cambiare.
-Ok, che dire... non sono per niente sicura di questa FF. Mi ritengo alquanto mediocre a scrivere, e la lettura potrebbe essere pesante. Alcuni personaggi saranno sicuramente OOC.
Genere: Generale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izaya Orihara, Nuovo personaggio, Shizuo Heiwajima
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Capitolo 1

"Ikebukuro, che bella città" È questa la prima cosa che pensò Perla appena scesa alla stazione dell'affollata città. "Chissà Dennis come se la passa" Sorrise osservando tutte quelle persone che andavano per i fatti loro e si sistemò i capelli biondo slavato in modo che non le coprissero gli occhi grigio-argento. "Mi aveva detto che mi sarei trovata bene qui, e forse non aveva torto!" Si incamminò spensierata, prendendo strette vie a caso "Vedo che il detto non sbaglia mai! Più la strada è piccola, più grossi sono i guai in cui ti stai cacciando!" Fissò con falso timore i tre giovani che le si erano parati davanti.
«Devi andare in qualche posto?»  Chiese con falsa gentilezza e sguardo lascivo quello di mezzo, vestito in un modo assurdo, come del resto gli altri due. Tutti e tre avevano addosso qualcosa di giallo.
«Si» Gli rispose lei, sorridendo innocente «Visto che sono nuova di questa città, non è che mi potreste accompagnare?» I ragazzi ghignarono.
«Certo signorina, dove deve and..?» La domanda venne interrotta dalla suoneria del telefono della ragazza.
«Oh, scusatemi.» Disse rispondendo. «Oh, Dennis, ciao! Si, si, sono arrivata e... no, non ho ben capito dove si trova il tuo ristorante. No, no, non serve che mandi Simon!» A quel nome i tre trasalirono. «Sai, ho incontrato questi tre ragazzi che sembrano molto felici di accompagnarmi al Russia Sushi!» I diretti interessati tremarono, confermando i loro sospetti. «Si, si starò attenta, e loro non sembrano voler farmi del male, vero ragazzi?» Chiese loro lanciando un'occhiata raggelante. I giovani annuirono terrorizzati. «Bene, ciao Dennis!» Attaccò e guardò sorridendo i tre ragazzi «Andiamo?»
«S-Si!» Risposero in coro e si avviarono in fretta.
Tutta la camminata fu fatta in silenzio, finché non si ritrovarono davanti al ristorante.
«Grazie di tutto!» Salutò Perla, mentre i tre scappavano terrorizzati. «Mah, strange people i giapponesi»
«Mangia Sushi! Sushi russo buono! Economico!» Una voce profonda le arrivò alle orecchie. Le venne da ridere mentre si portava alle spalle dell'uomo a cui apparteneva la voce.
"In giapponese la sua voce suona so funny!"

(N.d.A. le frasi in corsivo sono dette in russo )
«Ehi, Semyon, la tua voce in giapponese suona diversa!» Esclamò felice, facendolo girare.
«Perla, quanto tempo! Come stai?» Le rispose felice Simon, sorridendole.
«Me la cavo»
Simon diventò più serio.
«Come sei entrata in Giappone? Legalmente, spero»
L'altra rise.
«Certo! E ho trovato anche il modo di non attirare l'attenzione delle forze dell'ordine, casomai succedesse qualcosa.» Rivelò con un sorriso soddisfatto.
«Cosa?»
«Beh, visto che sono ancora minorenne, mi sono fatta adottare»
«E sei riuscita a far combaciare tutto?»
«Sì, credo che sia tutto a posto» Si guardò intorno «Questo è il ristorante di cui mi parlavate te e Dennis?»
«Sì, vieni! Entra a mangiare qualcosa e a salutare Dennis!» L'accompagnò dentro. Perla si sentì subito a suo agio, nonostante piuttosto trasandato, il locale era accogliente. Si guardò intorno: a fianco dell'entrata c'erano dei bassi tavoli alla giapponese divisi da leggeri muri che lasciavano libero un corridoio centrale che portava al bancone dietro al quale lavorava Dennis. Stava per correre verso di lui quando si accorse che stava parlando con un ragazzo dai corti capelli neri e un giaccone col cappuccio e maniche orlate di pelliccia bianca, che stava seduto su uno sgabello.
«Semyon, chi è quello?» Chiese la ragazza sottovoce.
«Izaya Orihara, un gran bastardo, sadico. Fa l'informatore, più che altro. Stai attenta, è molto pericoloso. Ah, parla il russo, quindi non potremo parlare liberamente finché c'è lui.»
«Mhmh» Commentò lei «È forte a combattere?» Chiese ancora osservandolo attentamente.
«È agile, più che altro, e sa usare bene i coltelli.»
«Quanto potere ha qui?»
«Più o meno quello che hai tu, solo in piccolo. A quanto so, il suo raggio d'azione è solo Ikebukuro, sicuramente avrete anche gli stessi contatti.»
«Allora chiederò a loro» Ridacchiò «Lo voglio conoscere»
«Sei sicura?»
«Non in veste ufficiale ovviamente, non voglio che sappia subito che io sono... un personaggio importante, per così dire.» 
Si avviò sicura verso il bancone, sorridendo felice a Dennis, che la accolse calorosamente.
«Perla-chan! Quanto tempo! Sono anni che non ci vediamo! Quanti? Tre, quattro?» Aggirò il bancone per abbracciarla felice.
«Anch'io sono felice di vederti!» Gli rispose lei, con un dolce sorriso.
«Dennis-san, chi è questa giovane ragazza? Tua figlia?» Chiese una voce dietro di loro.
«No, Orihara-san, è una mia vecchia conoscente, in passato ha aiutato molto sia me che Simon.» Rispose piuttosto freddamente l'uomo, girandosi verso il ragazzo seduto. Perla lo osservò: pelle chiara, occhi neri con riflessi rossastri, e sorriso arrogante, che aggiunto al resto della faccia, gli dava l'aspetto di un serpente, perfido, sadico.
"Sembra davvero un gran bastardo" Pensò.
«E come, di grazia? Data l'età, non mi sembra che possa aver fatto molto, in passato.» La sfidò con lo sguardo, rendendo ancora più maligno il suo sorriso.
«Quanti anni crede che io abbia, signor Orihara, giusto?» Chiese con dolcezza e innocenza, per nulla irritata. Ormai era abituata a persone che non credevano che una ragazza della sua età, avesse in mano un potere così grande.
«Quindici, sedici? Chiamami Orihara-san » L'altro assottigliò lo sguardo. «Non sei giapponese, vero?»
«No, e comunque ne ho 17.» Sorrise ancora.
« Allora, Perla-chan, essendo appena arrivata non hai ancora avuto l'occasione di assaggiare il sushi, vero? Lascia che ti prepari qualcosa.» Le disse Dennis mentre tornava dietro il bancone.
«Grazie» Disse lei arrossendo un poco e sedendosi su uno sgabello vicino a Izaya. Simon le poggiò una mano sulla spalla, mentre tornava fuori per attirare possibili clienti. Perla sapeva esattamente il significato di quel gesto: se hai problemi, non esitare a chiamarmi.
«Come ha detto di chiamarsi, signorina?» Le chiese il ragazzo appena si sedette.
«Non l'ho detto.» Fece una pausa. «Perla Moon, comunque, piacere.» Rispose
«Orihara Izaya. Ho notato che ha uno strano accento, di dove è?»
«Sono inglese, ma ho viaggiato molto, nonostante la giovane età.» Rispose, osservando Dennis al lavoro.
«E cosa la porta qui nella bella Ikebukuro?» Chiese Izaya.
«Incontri importanti di lavoro, più che altro. E anche per rivedere vecchi amici.» Sorrise nostalgica, sentendo lo sguardo di lui fissarla interessato.
«E che tipo di lavoro farebbe?»
«Non credo che questi siano affari suoi, Orihara-san» Sorrise beffardamente. «O forse sì, chi lo sa?»
«Ecco a te Perla-chan» Si intromesse  in quel momento lo chef, porgendole il piatto. «Sarai affamata, dopo il viaggio in aereo e in treno.»
«In effetti sì.» Ammise arrossendo ancora.
«Sei sicura di non essere sua figlia? Non ho mai visto Dennis-san trattare con tanta premura qualcuno» Osservò Izaya divertito.
Perla avvicinò sensualmente il suo viso a quello dell'altro, guardandolo negli occhi.
«Non credo tu ci senta molto bene, Pellicchan.» Gli sorrise amabilmente, davanti alla sua espressione sorpresa. «Come ti avevo già detto, non sono sua figlia.» Si allontanò da lui. «Non siamo molto diversi sai?» Il suo sorriso assunse una leggera piega di perfidia, che solo un osservatore attento poteva cogliere.
«Che cosa intendi dire?» Il tono del ragazzo si era fatto più serio, nonostante l'espressione beffarda.
«Molto più di quello che pensi, my dear Pellicchan.»
Izaya stava per ribattere quando un forte rumore e un urlo improvviso fece girare tutti.
«I-ZA-YA-KUN!!!»


Angolo dell'autrice
Ciao! Come già detto nell'introduzione, questa è la prima fan fiction che pubblico, ma non la prima che scrivo. L'altra è rimasta in un angolo a piangere perché abbandonata (poverina D:). Spero che la lettura sia scorrevole (ma anche no) e che non vi annoi. Aggiornerò tutte le domeniche salvo imprevisti. Come qualcuno si accorgerà, l'ho dovuta reinserire, ma non ho cambiato granché.
Un altro paio di cose:
sicuramente non riuscirò ad ottenere la solita ironia di Izaya, quindi non aspettatevi un granché;
spero (ma non credo) di non impicciare tanto la trama, visto le idee che mi stanno saltando fuori in questo periodo, sarà il Natale xD;
se ho fatto errori o confusione con i suffissi giapponesi, vi prego di avvertire;
se mai voleste darmi qualche consiglio, sono a vostra disposizione, dopo un grazie sentito, naturalmente :3;
il soprannome Pellicchan = pelliccia+chan (non avevo idee migliori al momento).
Se volete mettetela tra le preferite o le seguite, o recensite, accetto volentieri recensioni negative, a patto che illustrino dove ho sbagliato (vi scongiuro ditemelo)
Ultimissima cosa: non cercate di tradurre il vero nome di Simon, anche se so che ora lo farete, lo dico per il vostro bene!


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Ryohgo Narita e Suzuhito Yasuda  questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 
  
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