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Autore: fiammah_grace    17/12/2013    1 recensioni
[Silent Hill 4]
“Niente bastò a rimarginare quella ferita. Egli rimase solo ed infelice, come lo era sempre stato. I 21 sacramenti avevano fallito.”
Breve fanfiction con la quale ho voluto affrontare i turbolenti sentimenti di Walter Sullivan, arrivato a completare i 21 sacramenti; tuttavia egli scopre del loro inganno.
Il biondo si sente deluso...incapace di accettare tale menzogna!
Guidato dalla rabbia e dalla frustrazione, è così che arriva a massacrare il corpo di Henry Townshend fino a renderlo irriconoscibile, e ad uccidere anche tutti gli inquilini del palazzo di South Ashfield Heights, come si apprende dal cruento e triste bad ending del gioco.
Volevo descrivere le sue gesta terribili e violente, che spiegano secondo me la spietatezza del suo ultimo omicidio...
Volevo trasmettere questo turbamento e questo senso di devastazione, tramite una oneshot cruda e macabra.
Genere: Dark, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Walter Sullivan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Trema… 
Trema l’anima corrotta, macchiata dal peccato di un guerriero 
spietato e bramoso. Bramoso di vendetta, di giustizia, di sangue… 
Sangue vivo, caldo, intenso, che scorre sulla pelle, fra gli argini della 
carne, strappata a brandelli, che cade, si sfracella…come il fiume 
rosso di un torrente inarrestabile. Esso scava fra le fosse, cercando 
le sue foci, scivolando sull'epidermide rosa che si sbianca fino a 
ghiacciarsi. Orribili lembi di carne, stracciati via come fossero pezzi 
di stoffa. 
Li tirava via. 
Li tranciava, li squarciava, li recideva, 
come un bambino che faceva festa fra quei coriandoli di schizzi di sangue. 
Le sue mani si sporcavano diventando di un rosso intenso e 
nauseante. Tra le sue unghie si incastravano i brandelli di quel 
corpo, schizzato in ogni sua parte dalla sua linfa vitale. Era caldo… 
Caldo come se quel cuore avesse battuto fino a pochi istanti prima. 
I suoi occhi spenti e pallidi… 
Il carnefice nefasto si dilettava a intagliarli e a deturparli. Incise 
il suo viso, cancellò la sua faccia. Tagliò la sua pelle, la strappava 
a mani nude, graffiandola estasiato mentre vedeva 
tutto macchiarsi di rosso. 
Infilava le dita premendole con veemenza nelle sue ferite, estasiato 
di logorare quella carne, torturandola anche dopo la sua atroce e 
dolorosa morte. Era felice di poter prolungare quella tragica fine 
anche sulla sua puzzolente, rigida e umida carcassa. 
Osservò i suoi vestiti, inzuppati in quella pozza di sangue. 
Scrutò i suoi capelli scuri, intrisi di quel liquido organico, azzeccati 
e incrostati di quel vermiglio che si faceva sempre più scuro. 
Prese un coltello e calcò sui numeri che aveva già intagliato sul 
suo collo. 
I numeri che avevano l’importanza più grande per lui. 
Il collo era stato il primo luogo libero e abbastanza ampio 
che aveva individuato su quell’uomo oramai irriconoscibile. 
Non sapeva nemmeno se quando li aveva incisi la prima volta 
egli avesse già perso conoscenza. Forse non ci aveva nemmeno 
fatto caso. Non sapeva nemmeno quando quegli occhi avessero 
perso la loro essenza vitale, divenendo due frammenti di vetro 
vuoti e rigidi. 
Lo sguardo agghiacciante della morte. 
Ricalcò quell’incisione con cruda e amara attenzione, 
stando attento a scriverli per bene, come se 
quella scritta non fosse abbastanza chiara, 
come se tutti dovessero poter leggere 
nitidamente cosa vi era scritto. 
Ricalcò di nuovo, martoriando quella povera pelle arrossata. 
Intagliò ancora, e ancora e ancora, arrivando a scavare 
fino a metà del suo collo, lasciando fuoriuscire così tanto 
sangue da allagare quelle scritte stesse con quel rosso intenso 
e deturpante. Scriveva, scriveva, scriveva… 
Non faceva che ricalcare con il coltello quei numeri…. 
Non riusciva a fermarsi. 
21………. 
21………. 
2121…………. 
21/21…. 
Walter l’aveva fatto. Aveva ucciso la ventunesima vittima. 
Le ventuno eresie erano state compiute. 
Il suo dio presto avrebbe accolto il suo sacrificio, doveva 
quindi leggere bene l’ultimo segno per poter completare 
il rituale. Doveva poter leggere nitidamente quei numeri.
Non doveva sbagliarsi. 
E così calcava e ricalcava fino a tranciare inumanamente 
la sua pelle. La pelle di colui che un tempo era stato il normale 
inquilino di un appartamento in realtà maledetto. 
Walter Sullivan non fece che torturare ancora quella 
carne, pugnalandola con crudeltà, facendo penetrare 
la lama nei suoi tessuti, bucandoli come un sacchetto di plastica. 
Infilzava, infilzava, infilzava. Tirava e strappava. 
Dilaniava e cancellava, assicurandosi di quella morte.
Eppure…eppure non accadeva niente. 
 
Perché? 
 
Tagliava, tagliava, tagliava. 
Incideva, incideva, incideva. 
Fendeva, squarciava, scavava. 
Affondò le unghie di nuovo sulla 
sua faccia e cominciò a martoriarla 
mentre l’ira permeava nelle sue 
vene, ferendo lui stesso più di quel coltello. 
Continuò a scavare, non 
riuscendo a fermarsi, mentre il sangue 
macchiava sempre di più quel macabro 
incubo senza fine. 
 
Non bastava a contenere la sua collera. 
Non bastava e fargli scaricare la sua adrenalina. 
Non bastava a lenire quel suo senso di distruzione. 
 
Qualcosa non andava…. 
…non era come se lo aspettava. 
 
Erano quelli i 21 sacramenti? 
 
Walter Sullivan cercò risposte ovunque. 
Niente bastò a rimarginare quella ferita. 
Arrivò a uccidere tutti in quel condominio. Nessuno rimase in vita. 
Alla ricerca di una completezza e una felicità che non riuscì mai a raggiungere. 
 
Egli rimase solo ed infelice…. 
Come lo era sempre stato… 
 
I 21 sacramenti avevano fallito. 
 
 
 
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Breve fanfiction con la quale ho voluto affrontare i turbolenti sentimenti di Walter Sullivan, arrivato a completare i 21 sacramenti; tuttavia egli scopre del loro inganno.
Il biondo si sente deluso...incapace di accettare tale menzogna!
Guidato dalla rabbia e dalla frustrazione, è così che arriva a massacrare il corpo di Henry Townshend fino a renderlo irriconoscibile, e ad uccidere anche tutti gli inquilini del palazzo di South Ashfield Heights, come si apprende dal cruento e triste bad ending del gioco. 
Volevo descrivere le sue gesta terribili e violente, che spiegano secondo me la spietatezza del suo ultimo omicidio...
Volevo trasmettere questo turbamento e questo senso di devastazione, tramite una oneshot cruda e macabra.

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