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Autore: Fee17    14/05/2008    1 recensioni
Ginevra ha sempre temuto il giudizio degli altri, per questo indossa una maschera che non le appartiene. Ma dopo un incontro molto speciale, riuscirà a toglierla. Un incontro che per lei rappresenterà una vera rinascita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I tokio hotel non mi appartengono e non voglio dare rappresentazione veriteria dei loro caratteri ne tanto meno offendere qualcuno, non scrivo a scopo di lucro. E' tutto frutto della mia fantasia. Ok questa è la prima volta che scrivo una fan fiction, non so come mi sia venuto in mente di iniziare, semplicemente ho avuto una sorta di ispirazione ascoltando le canzoni dei Tokio. Ne ho citate 2: la prima è Schrei, la seconda è Scream. Sono nervosa, non sapevo se avrei mai trovato il coraggio di pubblicarla un giorno, ma ormai è fatta e non si può più tornare in dietro. Spero di non annoiarvi troppo.

 

 

 

„Du stehst auf
Und kriegst gesagt wohin du gehen sollst
Wenn du da bist
Hörst du auch noch was du denken sollst
Danke das war mal wieder echt´n geiler Tag
Du sagst nichts
Schrei Und keiner fragt dich
Sag mal willst du das „

Sulle note di questa canzone un altro maledetto lunedì spalancò le sue porte di fronte a me. Odiavo quel gruppo idiota seguito da ragazzine altrettanto idiote, i … si … insomma i Tokio Hotel….

 Forse ero l’unica alla quale in questo periodo non venisse subito in mente il nome di quei 4 ragazzetti tutti piercing e tatuaggi. Ma quella canzone alla fine non mi dispiaceva più di tanto. Quell’istrice dotato di microfono era riuscito a cantare le sensazioni che provavo ogni lunedì mattina.

Come di consueto raccolsi i miei capelli increspati e gonfiati dall’umido invernale in una coda alta, indossai jeans e maglione largo, bevvi contro voglia la solita tazza di caffè, detti qualche morso ad un biscotto e mi incamminai verso la tortura quotidiana.

Varcai il cancello di scuola e mi feci spazio tra quella massa di galline a galletti che interagiva ipocritamente come ogni mattina.

La specie femminile è contraddistinta da ballerine di ogni colore, jeans rigorosamente firmati, se non ostenti la tua ricchezza del resto , come puoi frequentare una scuola privata? Giacchettine striminzite, che non ho mai capito come potessero sopportare dati i 5 gradi perenni della stagione, e messa in piega caratterizzata da frangia sopra gli occhi. In fondo mica gli servivano quegli organi? Cioè: di sicuro non per studiare… E ovviamente l’immancabile sigaretta che ognuna di loro si portava alle labbra con fare da diva come per dire: guardate come sono favolosa! So persino fumare!

Poi arrivano loro: gli appartenenti alla specie maschile… Con fare barcollante si avvicinano alle porte dell’ edificio individui strafottenti con occhiali da sole che non spariscono nemmeno se un nubifragio si abbatte sulla città, jeans che si fermano sotto le natiche coperte da mutande stragriffate e stessa frangia ripresa dalla specie femminile alla quale ormai sono sempre più simili…

“Watch out! Stay awake, they're lurking
Obsess you, they are always working
Promising everything you never asked for
And one day it'll be too late and you'll beg for more “


Quella mattina questa massa omologata emanava un brusio più fastidioso del solito…

Che cosa c’era di importante da raccontarsi? Qualcuno si era fatto la manicure? Qualcuno aveva la macchina nuova da sfoggiare? O semplicemente qualcuno si era spezzato un’unghia?

AHHHHHHHHHHHHHHHH nooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!

Ora ricordo! L’ istrice che ho menzionato prima verrà a frequentare questa scuola per un mese! O mio Dio… Herr Bill Kaulitz, cantante dei Tokio Hotel se ne rimarrà qui per studiare inglese e italiano data la mediocrità dei suoi discorsi in pubblico durante i concerti inspiegabilmente sempre sold out…Ma cercherò di non pensarci fino a quando non mi sarà più possibile. Ma in fondo manca ancora qualche settimana al fatidico giorno, anche se per le galline è come se già lui fosse qui.

Purtroppo il nostro istituto è uno dei più prestigiosi in Italia e la “venue” del concerto è poco distante da qui.

A stento raggiungo la mia classe e per mia sfortuna incrocio gli occhi di Linda che sono gli stessi che fissavano quelli del ragazzo per il quale avevo stupidamente perso la testa tempo fa, nel suo letto davanti a me e poche ore dopo che mi aveva baciata .

Mi saluta falsamente e io faccio un cenno svogliato con il capo… La sua scorta di ochette personale la circonda e tra gridolini e starnazzi continuano a parlare di lui… Di quel cantante mezz’uomo che tra poco le avrebbe fatte impazzire con un solo sguardo.

“Fai vedere questa gonna Linda, wow è spettacolare… alla fine  opterai per questa per far capitolare Bill?” chiede una.

“Ehi no giù le mani, lui è mio guardate che taglio di capelli andrò a farmi a posta per lui” grida un’altra porgendo una rivista sotto gli occhi del gruppetto.

“ E tu Gin che pensi di fare per farti degnare di uno sguardo? Punterai su quel bel maglione… diciamo… ehm… vintage…”

Mi rivolse la parolaLa Strega Linda facendo scoppiare le altre in una risata che per poco non fece tremare le pareti. Del resto come si poteva non ridere di cotanta simpatia!

Con un sorrisetto di compassione non risposi e mi portai all’orecchio le cuffie dell’MP3 sperando di confondere con le note di qualche canzone allegra i discorsi insensati di quelle povere sciocche senza speranza.

Finalmente arrivò l’intervallo ciò vuol dire che metà mattinata era trascorsa e con l’unica persona con la quale riesco ad andare d’accordo, Brigitte, mi incamminai verso il corridoio… Scendemmo per le scale e mentre ero intenta a guardare il mio panino che già stavo divorando con gli occhi e ad ascoltare le ultime avventure della mia unica amica e del fidanzato sentii il vuoto sotto il mio piede…

Non capivo cosa stesse succedendo, ma mentre stavo realizzando di star per fare una delle più grandi figurette che possano esistere mi accinsi a reggermi alla ringhiera, ma le mie mani erano inspiegabilmente occupate… una teneva la mia merenda e l’altra dei quaderni dei quali dovevo fare delle fotocopie. Ok non c’era niente da fare, la tua ora stava arrivando, è vero non sei mai stata integrata qua dentro, ma quella era davvero la fine. Sarai presa di mira… Già immaginavo le parole della strega: “ allora cosa si prova a tuffarsi dalle scale?” oppure: “ attenta a dove metti i piedi stavolta”.

Ormai rassegnata chiusi gli occhi e sperai almeno che il mio panino si salvasse e che il mio ampio maglione riuscisse ad attutire il colpo… la discesa rovinosa verso il suolo era iniziata quando ad un certo punto sentii una voce proveniente da davanti a me gridare “ ehi attenta!” e miracolosamente il mio corpo venne accolto tra le braccia di un angelo… si doveva essere un angelo per essere capitato li in quel momento!

Aprii gli occhi e mi trovai abbracciata ad un individuo esile ma alto, altissimo che non riconobbi ma che riusciva ad emergere dalla massa.. Non faceva parte di loro… Il suo corpo emanava un profumo straordinario, forte ma dolce e raffinato, un misto tra vaniglia e zucchero a velo. Ancora non avevo visto il suo volto, ma stavo continuando ad assaporare quella fragranza che ormai non avrei tolto dal mio naso per tutto il giorno. Finalmente lasciai andare la presa visto che ormai ero stata tratta in salvo da quello  sconosciuto che ormai chiamerò Angelo e posai i miei occhi sul suo volto che sembrava volesse celare alla vista altrui. Portava grandi occhiali da sole che coprivano quasi tutto il suo piccolo viso e un cappellino di lana dal quale sbucavano lunghe ciocche di capelli scuri liscissimi. La sua bocca si aprì in un sorriso smagliante e pronunciò alcune parole:” tutto ok?”

“Si grazie “ risposi io… neanche il tempo di poter dire altro che già, dopo aver emesso un risolino, mi voltò le spalle ed  uscì dall’edificio.

Ma chi era? Perché non lo avevo mai visto? Perché non gli avevo detto altro? Perché avevo ancora il suo profumo addosso? E soprattutto: perché diamine il tuo viso stava prendendo improvvisamente fuoco?

Ancora assorta nei miei pensieri mi sentii osservata; infatti avevo puntati di fronte a me gli occhioni verdi di Brigy che mi scosse e mi chiese come stavo. Io le dissi che andava tutto bene e se conosceva chi era il tizio apparso prima per miracolo. “non ne ho idea, non l’ho visto bene, boh forse un nuovo iscritto!” Rispose lei facendo spallucce. Con l’immagine di lui in mente mi allontanai insieme alla mia compagna verso l’ aula per le ultime tre infinite ore di lezione. Il suono incessante di quella tanto adorata campanella mi allontanò dal pensiero del mio Angelo e mi fece scattare in piedi pronta ad incamminarmi verso casa. Salutai Brigy e mi allontanai.

 In quegli ultimi giorni io e lei scherzammo molto sull’episodio delle scale e fantasticammo sul come sarebbe andata se fossi caduta davvero. Brigitte è la mia migliore amica, con lei posso parlare di tutto, anche lei odia la “massa” che ci circonda a scuola. Andiamo d’accordo su tutto e abbiamo molto in comune. Tranne una cosa: i Tokio Hotel. Anche lei è stata catturata dal vortice che da questa estate non fa che girare per le radio, per le tv, per le strade ed esce fuori dalle bocche di ragazzine sognanti.

Non lo avrebbe mai ammesso ma anche lei come le galline stava segnando sul diario i giorni che mancavano a quello in cui lo pseudo cantante avrebbe varcato la soglia della nostra scuola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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