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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    18/12/2013    1 recensioni
Ciao! Sono tornata con una nuova FF questa racconta una storia un po' migliore delle altre dato che sono anni che ci penso. Come tutti, anch'io mentre leggevo HP mi sono fatta un'idea o meglio mi sono creata un personaggio che rivivrà con noi la maggior parte delle avventure del "fantastico trio". Dato che, però, non potevo far altro che pensare a scriverlo e a dividerlo con gli altri oggi mi sono decisa a pubblicare. Dico già alcune cose sulla storia e cioè che parte dal secondo anno di Hp e lo segue come un cagnolino fino alla fine. Potete, però, stare certi che non vi annoierò, ancora, riprendendo ciò che ha scritto la Row dato che lo dò per acquisito e fino a un certo punto la storia non cambia.
Non leggete questa storia verrá presto eliminata per essere riscritta da capo
Quindi non leggete
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom O. Riddle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Deborah Durell'
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Premetto che sinceramente ho pensato più volte se cancellare questa storia o meno. Non mi piace, è infantile... ma dato che avevo questo capitolo a marcire da un po' ho deciso di pubblicarlo, almeno così avrò concluso l'intero primo anno... poi si vedrà


Capitolo 18 – Strani comportamenti
 
Finalmente Deborah sarebbe tornata a casa. Era felice di poter finalmente abbracciare la sua mamma, il suo papà e poter chiacchierare con Harry.
Era Domenica mattina e aveva concluso ormai di fare tutti gli esami.
Guardò il professor Snape con un sorriso sulle labbra, per il dispiacere dell’adulto era stato affidato a lui l’incarico di portarla sana e salva a King’s Cross dove avrebbe incontrato la sua famiglia.
- Oh, è stata bellissima questa settimana, professore! Non credevo di poter imparare tanto in una sola settimana. Lo sa che se tutto l’anno fosse così i ragazzi saprebbero il triplo delle cose alla fine dell’anno?- Parlava ininterrottamente Deborah, forse perché era più felice del solito o per attrarre l’attenzione dell’uomo e vederlo agire in una maniera o nell’altra, ma quello fece finta di nulla.
Deborah mise su il broncio, poi si mise ad osservare fuori dal finestrino.
Erano due ora che erano partiti e il professor Snape non aveva ancora detto nulla. Deborah si stava annoiando.
Fu così che le venne un’idea.
- Professore, mi potrebbe spiegare perché quest’anno lei, il Signor Malfoy e tutti i Mangiamorte che ho incontrato ad Azkaban mi hanno sempre chiamato Bellatrix?- Questo lo avrebbe di sicuro fatto parlare, pensò la giovane.
- Non potrebbe stare un po’ zitta?- Chiese l’adulto guardando quella bambina dagli occhi blu mare.
- No, perché mi sto annoiando!- Fu la ovvia risposta prima di aggiungere un: “Non cambi discorso, Professore!”
- Facciamo così: quando non siamo ad Hogwarts mi può chiamare Severus. A meno che non ci sia qualcuno. Non voglio che altre persone si prendano una tale libertà.- Rispose enigmatico Snape.
- Lo sa che ho conosciuto Sirius Black, Prof... Severus?- Chiese, sorridendo vedendo l’insegnante pietrificarsi.
- Immagino di sì, dato che è andata ad Azkaban. Ah, questa è un’altra cosa che non dovrà fuoriuscire da queste mura, d’accordo?- La ragazza aveva annuito, ma aveva continuato.
- E’ davvero strano quell’uomo! L’ho insultato in tutti i modi possibili e lui sembrava non avermi sentito se non quando Silente ha detto il nome di Harry... Bah!- Questa volta si era beccata uno sguardo di ammirazione e divertimento dal suo insegnante preferito.
- Sarei voluto essere nella testa di Black in quel momento solo per vedere come ragiona un assassino come lui!- Aveva ghignato l’uomo pensando che avrebbe voluto vederlo ferito da quelle parole per quello che gli aveva fatto durante gli anni ad Hogwarts.
- Severus... gli e lo ha mai detto nessuno che è bello?- Chiese la ragazzina, addormentandosi.
L’uomo si voltò a guardarla con il suo sguardo impenetrabile.
Alla fine quella ragazzina si era decisa a dirgli cosa pensava di lui. Per fortuna, però, non si svegliò per tutto il resto del viaggio, obbligandolo, d’altra parte, a svegliarlo quando furono arrivati a
destinazione.
- Signorina... siamo arrivati!- La chiamò il più gentilmente possibile, peccato che la giovane si voltò dalla sua parte e gli cadde addosso.
- Signorina Durell, siamo arrivati, si svegli!- La richiamò nuovamente l’uomo scuotendola leggermente e cercando di rialzarsi, ma per tutta risposta lei lo abbracciò, quasi fosse un cuscino, ancora addormentata facendo imprecare l’uomo.
- SIGNORINA DURELL!! SI SVEGLI IMMEDIATAMENTE!- Urlò l’insegnante, riuscendo finalmente a farle aprire le palpebre.
Quando Deborah si accorse che si trovava fra le braccia del suo insegnante preferito e che i suoi occhi erano dritti il quelli dell’altro all’inizio pensò di stare ancora sognando, poi si ricordò che stava tornando a casa. Probabilmente si era addormentata durante il tragitto dato che quella notte non era riuscita a chiudere occhio.
- Signorina?- Chiese l’insegnante interrompendola dai suoi pensieri.
- Oh, ehm, mi scusi...- Fece, ma senza alcuna intenzione di alzarsi, non ancora, almeno. Anzi lo strinse più forte.
- Signorina, mi dovrebbe lasciare... non stringere!- Sbuffò il professore.
La ragazza percepì i muscoli dell’uomo contrarsi prima di decidersi ad alzarsi. Così lo lasciò andare diventando rosso pomodoro.
L’uomo si alzò a sua volta prima di condurla fuori senza più neanche una parola.
L’aiutò a tirare giù le sue valigie, poi tornò sul treno, doveva tornare ad Hogwarts per correggere i test.
- Arrivederci, Professore!- Lo salutò la giovane ancora rossa dalla vergogna, prima di andarsene.
I suoi genitori la attendevano fuori da quel binario e quando la videro l’abbracciarono subito.
Deborah sorrise, i suoi genitori le erano mancati. Però voleva chiarire con Harry e raccontargli tutto quello che aveva visto anche se avrebbe dovuto tacere la sua visitina nel carcere magico.
Seguì i suoi genitori, pensando a quello che aveva fatto quella sera stessa.
 
Erano appena tornati da Azkaban ed un pensiero le aveva illuminato la mente: doveva a tutti i costi andare da Draco quell’estate, magari avrebbe scoperto qualcosa in più sul nome Bellatrix. L’aveva scioccata un po’ che tutte quelle persone sembravano riconoscerla per una ragazza con quel nome.
Voleva sapere cosa stesse succedendo. Draco gli e lo avrebbe sicuramente svelato, così aveva deciso di scrivergli una lettera.
Era giunta in Guferia all’incirca a mezzanotte e si era seduta a terra a pensare a cosa scrivergli.
Dopo mezz’ora aveva deciso, così aveva preso in mano piuma, inchiostro e una pergamena e intingendo la piuma nella boccetta d’inchiostro si era messa a scrivere le seguenti parole:
“Caro Draco,
ho passato una settimana meravigliosa qui ad Hogwarts, non puoi immaginare quante cose abbia imparato. Il Professor Snape è proprio un ottimo insegnante. Mi ha dato lezioni sia dia Pozioni che di Difesa contro le Arti Oscure. E’ stata una bellissima settimana, davvero. Ma mancava qualcosa. Mi mancavi tu.
Oh, è proprio vero che si capisce di tenere a qualcuno solo quando questo ti è lontano. Mi potrai perdonare per non averti scritto prima? Ti volevo chiedere se la tua proposta di venire da te un mesetto è ancora disponibile perché sarei ben felice di accettare. Scusa se la lettera è corta, ma è già l’una e devo andare a dormire se no domani perdo il treno.
Un bacio, Deborah”
Scritto questo la ragazzina aveva spedito la lettera restando a guardare fuori nel parco. Non aveva voglia di dormire. Così non era tornata nel suo dormitorio dove si sentiva sempre più sola. Quello era stato l’unico difetto delle giornate appena trascorse. Era scesa e facendo attenzione a dove metteva i piedi era entrata nella Foresta Proibita. Si sentiva quasi a casa lì. L’unico posto dove non doveva entrare se non si voleva fare male era nella tana dei ragni, ma lei non c’era mai entrata.
Si stese su un o spiazzo erboso e si mise a guardare il cielo. Si sentiva bene.
 
Così, però, si era addormentata sul treno e chissà come si era ritrovata fra le braccia di Severus. Mentre la macchina dei suoi si fermava un sorriso si formò sulle sue labbra, ma anche quello sparì presto iniziando a temere che il suo caro professore si potesse essere irritato troppo.
Poche ore dopo, dopo aver disfatto i bagagli, essersi fatta una doccia rinfrescante dato che faceva immancabilmente caldo ed essersi cambiata andò da Harry.
Bussò alla porta dei Dursley temendo che l’avrebbero trattata male perché era quello che consideravano un mostro.
Fu Dadley ad aprire dopo aver sbuffato un paio di volte.
- Chi sei?- Aveva brontolato, prima di vederla.
Aveva notato solo a quel punto un sorriso allargarsi sul suo tondo volto.
- Deborah! Sei finalmente tornata! Sei bellissima!- Era diventato rosso pomodoro, facendola scoppiare a ridere.
- Sono felice di vederti anch’io! Oh, la mia balenottera preferita!- Lo aveva preso in giro, ma lui aveva fatto finta di niente e l’aveva abbracciata stretto, stretto. Quel gesto aveva quasi ucciso Deborah che si era ritrovata in apnea contro il grosso corpo dell’altro, aveva persino sentito le costole scricchiolare.
- Mamma e papà non ci sono... ma perché non resti lo stesso?- Le aveva chiesto.
- Con molto piacere, Duddy!- Aveva sorriso, facendolo arrossire, prima di continuare:- Ma adesso volevo andare a salutare tuo cugino.-
Lui aveva fatto una smorfia di disgusto. – Uffa, tutte le volte!- Aveva borbottato, prima di indicarmi il parco.
- Ottimo, allora fra poco torno, così mi racconti che cosa hai fatto quest’anno, eh?- Aveva cercato di tirarlo su di morale con successo. Solo dopo aver visto un sorriso su quel grosso volto era corsa alla volta di Harry e del parco.
 
Era giunta nel parco ed ora si dirigeva sicura alla volta delle altalene. Sapeva bene che il suo migliore amico si trovava lì. Sorrise, chissà cosa le avrebbe detto vedendola.
Probabilmente l’avrebbe abbracciata come aveva fatto Dudley o forse l’avrebbe invitata a sedersi al suo fianco. Eccolo, ora era di fronte a lui.
- Ciao!- Lo salutò, ma lui fece finta di non vederla. – Oh, dai! Harry, smettila! Perché ce l’hai con me? Che ho fatto?-
Sollevò lo sguardo puntandolo il quello di Deborah, era arrabbiato e molto anche.
- TU. CHE. HAI. FATTO??- Le urlò addosso.
- Sì, non capisco perchè hai smesso di parlarmi. Tu sei il mio migliore amico... e non ho voluto fare...- Peccato che proprio in quel momento lui si decidesse ad interromperla nuovamente.
- IO. NON. SONO. TUO. AMICO! NON. SONO. AMICO. DEI. TRADITORI! TU. HAI. TRADITO. I. TUOI. AMICI! NON. TI. MERITI... NULLA!!- Tremai, poi lo vidi alzarsi ed andarsene. Chissà dove sarebbe andato a quel punto.
Solo in quel momento, dopo all’incirca dodici anni, una goccia salata fuoriuscì da un suo occhio, impigliandosi per un attimo nelle ciglia per poi cadere scivolando a solcare la guancia destra della giovane che inconsapevolmente allungò la lingua dove accolse quella piccola sferetta d’acqua.
In bocca il sapore si rivelò salato quasi quanto il mare, ma con un retrogusto metallico. Quasi come se avesse rotto un incantesimo.


END FIRST YEAR

Nel caso dovessi decidere di pubblicare anche il secondo anno lo saprete attraverso questo, pubblicherò un ultimo capitolo con scritto il link ed i ringraziamenti.
   
 
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