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Autore: lapervincachescoppietta    18/12/2013    1 recensioni
Dal prologo.
Era l’unica ormai,dove la tecnologia predomina, era l’unica che credeva ancora nel valore dei libri; era l’unica che andava nei negozi d’epoca per comprare dei pezzi di carta che per lei erano come un tesoro.
vi ho un pò incuriosito? Allora leggete!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene, perdonate la vostra Pervinca, vi ho fatto aspettare molto e mi dispiace, comunque il capitolo è arrivato ... quindi, buona lettura

-Pervi_
-Adoro leggere. –
-Allora è di famiglia, tuo fratello passa ore in biblioteca, vieni, dovresti avere la taglia di mia sorella. – La condusse verso una casa di colore giallo.  La porta era verde, tutto in quel paesino sotterraneo era colorato, da tanto non vedeva così tanto colore, di sopra c’era solo il bianco. Luke aprì la porta e l’interno era bellissimo; un camino in pietra scoppiettava su una parete mentre nell’altra si trovava un divano d’epoca, le pareti erano di un verde tenue. La condusse su per le scale in legno, nel corridoio superiore c’erano quattro porte, ognuna era di un colore diverso, una blu, una rossa, una gialla e un’altra arancione, ed è proprio in quella che entrarono. Le pareti erano del colore della porta, ma era un arancione più tenue reso luminoso dal legno chiaro dei mobili. Luke si avvicinò all’armadio e ne tirò fuori un vestito. Dakota odiava i vestiti, preferiva i pantaloni e magliette o canottiere.
-Io non lo metto quello. Tua sorella non ha dei pantaloni? – Lui la guardò storto.
-O questo oppure uno dei miei pantaloni, quindi decidi, mia sorella indossa solo vestiti, non so neanche il perché. –
-Allora ok, mi metto i tuoi pantaloni! –
-Era ironico, io non ti presterei mai i miei pantaloni.  Tieni, non ti dovrebbe stare così male, ti lascio sola. –
-No aspetta! – Ma il ragazzo se n’era già andato.  Guardò il vestito che Luke aveva lasciato sul letto, era bianco, con una striscia gialla in vita, vide che accanto c’erano delle scarpe, ballerine, possibile che questa ragazza non avesse dei vestiti normali! Lo indossò e in effetti non le stava così male, il giallo della fascia esaltava le pagliuzze dorate nei suoi occhi. Si diresse fuori dalla stanza e non trovando il ragazzo ad aspettarla scese le scale. Lo ritrovò seduto sul divano con gli occhi in un mondo tutto suo. Sentì il cigolio delle scale così si girò verso di lei.
-Avevo ragione, ti sta bene. – La squadrò da capo a piedi, prima di riportare gli occhi nei suoi. – Sarà meglio raggiungere tuo fratello. – Si alzò dal divano, aveva l’aria di essere molto comodo. La condusse fuori dalla casa e risalirono una stradina che la portò davanti ad un edificio più grande degli altri; entrarono silenziosamente dalla grande porta. All’interno c’erano altissimi scaffali pieni di libri e al centro un tavolo circolare di legno al quale erano seduti suo fratello e due uomini, uno molto simile a Luke. James appena la vide scoppiò in una risata fragorosa.
-Tu hai fatto mettere a mia sorella un vestito? – Disse fra le risate. I due uomini lo fulminarono con lo sguardo, cosa che non fermò le risate del ragazzo.
-Cos’è che ti fa tanto ridere James? – Chiese l’uomo accanto a quello che assomigliava a Luke.
-Mia sorella non ha mai messo un vestito, quando mia madre ci provava la mordeva, non scherzo, adesso tuo figlio le ha fatto mettere un vestito! – Disse a denti stretti.
-Lasciamo perdere,Dakota, siediti. – La ragazza era rimasta in quel lasso di tempo a fulminare il fratello con lo sguardo, un venticinquenne che si metteva a ridere così.
-Lei come sa il mio nome? –
-Tuo fratello parla spesso di te, è come se ti conoscessi già. –
-Interessante, e lei chi è? –
-Mi chiamo Mathew Michaelson, sono il padre di Luke, ma ti prego dammi del tu; invece quest’uomo al mio fianco è un mio caro amico, Bryan Reid. A lui non azzardarti a dargli del tu! –Le fece scappare un risolino, ma poi vide il viso serio dell’altro uomo e la risata ebbe vita breve.
-Sentite, mio fratello mi ha portata qui, ma non so il motivo, che cos’è questo posto? –
-Ogni cosa a suo tempo, intanto immagino vorrai riposarti, forse qui non sembra, ma sono quasi le quattro di notte, tuo fratello mi ha detto che ti hanno svegliato, necessiti di altre ore di sonno. – Così liquidò il discorso, il fratello si alzò dal tavolo e le cinse le spalle con braccio conducendola fuori dall’enorme biblioteca. La condusse dalla parte in cui prima aveva seguito Luke a casa sua; superarono tutte le case fino ad arrivare ad una grande porta che prima lei non aveva notato. La attraversarono e si ritrovarono in un altro paesino uguale a quello che avevano appena superato.
-Quanti paesini ci sono come questi? – Chiese lei incredula.
-La mia casa è nel secondo, ma ogni paese è lungo circa per due kilometri, ma ci sono almeno quindici kilometri di paesi più altri cinque in costruzione, il materiale lo recuperiamo da delle vecchie fabbriche e per muoverci da uno all’altro ci sono le macchine o le biciclette, raramente delle moto. C’è una scuola e una biblioteca come vedi; la biblioteca è nel primo paese invece la scuola è nel settimo paese. Questo posto esiste da tanti anni, hanno avuto tempo di costruirlo. Vieni, siamo arrivati. – Erano davanti ad una casa azzurra, con la porta blu scuro. Aprì la porta e dentro era simile alla casa di Luke, ma le pareti erano azzurro chiaro, quasi bianco, il divano era anch’esso azzurro e nel camino il fuoco scoppiettava. Erano belle quelle casette.  James la guardò trattenendo una risata. – Scusa, ma per un po’ dovrai indossare i vestiti della sorella di Luke, lo so che non ti piacciono le gonne, ma non abbiamo altro. –
-Ma lei non si arrabbierà? Uso i suoi vestiti e non la conosco. –
-E’ scomparsa, era una sottospecie di messaggera, portava i messaggi dei fuggiaschi alle famiglie; avvertiva che erano qui. Io ti ho spedito una lettera per dirti di raggiungermi, lei doveva portartela, ma non è tornata e Luke mi odia per questo, anche se non è colpa mia. E’ successo anni fa, ma non hanno il coraggio di buttare i suoi vestiti. Vivono felici, ma il dolore rimane.  – 

Spero vi sia piaciuto, un bacio enorme


Pervi_

 
  
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