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Autore: Kamelye    18/12/2013    1 recensioni
Tutto sembra andare per il meglio: Natsu, Lucy Gray e gli altri sono tornati a casa dopo i sette anni passati sull'isola di Tenrou, e la pace è finalmente arrivata.
Ma è solo la quiete prima della tempesta.
Una nuova minaccia incombe su Fiore: Zeref, il mago Oscuro, ha fatto una promessa, una promessa di morte, e ha tutte le intenzioni di mantenerla.
Un legame, lo stesso che unisce Luce e Oscurità, legherà a doppio filo il loro destino con quello di una ragazza misteriosa senza memoria del suo passato.
Il suo nome è Amelìe, e l'unica cosa che sa è che possiede la Magia della Luce, e che in lei c'è qualcosa che non quadra.
Il destino la porta ad unirsi alla Gilda più scalmanata di Fiore...
Riusciranno i nostri eroi a salvare (di nuovo?!) la situazione?
Leggete e lo scoprirete...
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zeref
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FT PROLOGO Salve a tutti! Questa è la mia prima ffc in questo fandom, spero che non sia un disastro! L'ho scritta subito dopo il ritorno dei nostri eroi dal salto temporale dei 7 anni, per cui gli eventi avvenuti in seguito (di cui sono venuta a conoscenza solo dopo) verranno leggermente alterati ai fini della trama. Le parole d'ordine saranno botte, un pizzico di dark, botte, un pochino di romanticismo, e tante, tante botte!
Per gli/le amanti dell'azione, troverete pane per i vostri denti u_u
Il titolo, per chi non sapesse il francese (come me, ho chiesto ad un'amica di tradurmelo :') ) dovrebbe significare 'Le Luci di Amelìe', e il significato figurato, bhe, lo capirete leggendo la storia ;)
 Per ora questo è il prologo,  fatemi sapere cosa ne pensate ed eventuali correzioni da fare :D

Les Lumieres d'Amelìe

-Chapter First: Prologue


Buio.
Tutto era buio.
E silenzio. C'erano solo buio e silenzio.
Poi arrivò il dolore, lento e lacerante. Così seppe di avere un corpo, dei polmoni che bruciavano ad ogni respiro, la testa che sembrava esplodere, il cuore battere frenetico, gli arti percorsi da spasmi.
Sentì la Magia scorrerle nelle vene, fondersi con ogni parte del suo essere, la mente colma di parole e immagini che per lei non avevano alcun senso.
Urlò.
Una voce femminile imprecò.
"Non ce la farà"
"Si invece, non è come gli altri. Deve farcela." le rispose una voce maschile.
"Abbiamo sbagliato qualcosa...L'impianto è troppo potente, la sta uccidendo."
"Abbiamo seguito ogni passaggio alla lettera. DEVE funzionare. "
Un altro urlo.
L'uomo imprecò, il volto semi-coperto dall'oscurità. L'unica fonte di luce era il cerchio magico nero-violaceo che ruotava sotto il lettino dove era distesa la figura che gemeva. La donna sospirò. Bagnò una pezza e la poggiò sulla fronte bollente della figura. Per un attimo, solo per un attimo, provò pena per quella ragazza. Non avrebbe mai e poi mai voluto essere nei suoi panni. Ma passò subito.
"Se muore anche lei, il Capo ci ammazza sul serio stavolta" Disse mesta al suo compagno, che annuì grave.
Nel buio, si delineò qualcosa  che dapprima non riuscì a riconoscere.
Solo dopo capì che era un volto, seguito poi dal resto del corpo, fino a prendere sembianza femminili: pelle pallida, occhi color tempesta, capelli lunghissimi e color del grano.
Sembrava risplendere di luce propria.
Fu presa dal panico.

Chi sei?! Chiese.
La figura non rispose. Solo un sorriso dolcissimo si allargò sul suo volto. Lentamente, la figura alzò il braccio fino a toccare la guancia della ragazza, che fremette a quel contatto.
Si staccò subito dopo, e tra le mani della figura silenziosa comparve uno specchio rettangolare.
Questa sono io? chiese nuovamente, mentre lo specchio le restituiva un volto identico a quello della figura silenziosa; Le uniche differenze erano i capelli rossi e gli occhi color verde prato.
Quella annuì. Poi , di colpo, la figura silenziosa la abbracciò di slancio.
A quel punto arrivò la Luce.
Il battito ed il respiro si regolarizzarono, il dolore si affievolì, riprese lentamente il controllo di quello che ormai era il suo corpo. Tutto ciò che si era affollato nella sua mente iniziò ad andare al suo posto.
"Ce l'ha fatta! Ce l'abbiamo fatta!" esultarono i due, animati da una gioia folle. Che si sciolse come neve al sole.
La ragazza spalancò gli occhi, illuminati di luce propria e privi di pupilla. I sigilli impressi a fuoco sulla sua pelle si illuminarono prepotentemente. Dei lacci di luce pura comparvero dal nulla. Si avvinghiarono alle cinghie, bruciandole come acido.
Si sedette e si mise in piedi, barcollando. All'improvviso, un gigantesco cerchio magico apparì sotto ai suoi piedi.
I due, sconvolti ed in preda al panico, cercarono di produrre un qualche scudo magico, ma fu tutto inutile.

Quel giorno, ad uscire da una sconosciuta gilda oscura ormai ridotta in macerie rese infuocate dai raggi del tramonto, fu solo una ragazza dai lunghi capelli rossi che sfumavano fino a diventare biondi.
Gli occhi, uno color tempesta e l'altro di un verde chiarissimo, rimasero per un attimo rimasero accecati dalla luce.
Mosse qualche passo barcollando, poi svenne.
***
10 Anni dopo, Città di Magnolia.

Uff, finalmente sono arrivata! Pensò. Osservò la gioiosa cittadina che si stendeva sotto la collina su cui si trovava, circondata da una fitta e verde boscaglia, che le mise allegria.
Con curiosità notò che una grandissima folla di accalcava nella piazza centrale, ed era così rumorosa che riusciva a sentirla fino a lì!
La scena le strappò un sorriso, e finalmente si incamminò veloce per il sentiero mattonato su cui i suoi stivaletti di cuoio marrone ticchettavano.
In pochi minuti era ai bordi della calca, il rumore era assordante. Si ritrovò a fare slalom fra tantissime persone che ridevano, gridavano o piangevano di gioia, andando a destra e a manca senza una destinazione precisa. Senza sapere come, si ritrovò contagiata da tutta quella gioia.
Vorrei solo capire cosa diamine sta succedendo! Pensò, mentre cercava di avvicinarsi alla calca, ma non c'era niente da fare, non vedeva assolutamente nulla.
Sbuffando si allontanò, cercando un posto in cui fosse più facile scorgere la fonte di quel gran chiasso tra le cinque viottole che contornavano la piazza, ma niente: quel bagno di folla pareva infinita!
Nel suo vagare guardando a destra e a sinistra, scorse una figura che, al contrario di tutti gli altri, era ferma in mezzo alla via, a testa bassa.
Sembrava un ragazzino, all'incirca sui tredici anni, dai capelli così neri da avere riflessi bluastri. Teneva la testa china, i pugni serrati.
Subito la ragazza si avvicinò, mettendogli una mano sulla spalla.
-Tutto bene?- chiese, un po' titubante. Il ragazzino alzò la testa, le spalle che gli tremavano nel tentativo di trattenere i singhiozzi .
-Sono tornati... Natsu, Erza, tutti... Sono tornati, sono tornati!- Disse, con la voce rotta dalla commozione.
-Romeo! Vieni sbrigati! Stanno tornando alla Gilda!- Urlò una voce maschile.
-Arrivo papà!-
Il ragazzino corse subito via, senza curarsi di lei.
Era ora! pensò la ragazza Ce ne hanno messo di tempo!
Con un bel sorriso sulle labbra, girò i tacchi e si incamminò.
Devo trovare una locanda...
Passeggiò con calma, osservando la pittoresca cittadina ora che tutti erano in piazza e le vie mattonate erano vuote e silenziose. Poco dopo, l'insegna di un piccolo hotel catturò la sua attenzione.
Entrò, facendo tintinnare un campanello attaccato alla porta,  ma come aveva immaginato, il locale era completamente vuoto. Era un luogo molto grazioso: i muri erano coperti da una vernice color pastello, e varie piante ornavano la stanza. 
Sorrise, per niente turbata dalla mancanza del personale e si sedette su una sedia di legno scuro li vicino. Sospirando, rovistò nella bisaccia di cuoio che aveva sempre a tracolla, estraendo una lunga custodia.
La aprì lentamente, e ne trasse un flauto traverso argentato che portava i segni di un lungo utilizzo. Iniziò ad intonare una melodia dolce e soffusa, come una ninnananna.
Le sembrò di avere appena iniziato a suonare, quando, più o meno un'ora dopo, un uomo anziano e panciuto seguito da quella che probabilmente era sua moglie, la riscosse mettendole una mano sulla spalla.
Ormai era arrivato il tramonto.
-E' davvero molto brava, signorina, davvero molto brava.- disse la donna applaudendo piano.
-Grazie! - rispose la ragazza, riponendo con cura lo strumento.
-Perdoni la maleducazione, siamo i padroni dell'hotel ma siamo accorsi in piazza insieme a tutta la città!
-Non si preoccupi, immaginavo.- Disse la ragazza alzandosi. -La città era  in subbuglio. -
-Già! Deve sapere che sette anni fa, i  più valenti maghi della Gilda di Fairy Tail erano scomparsi nel nulla, dopo essere partiti per non so cosa su un'isola lontana... Tutto ciò che so è che li dove sono andati c'è stata una grande battaglia, e loro non sono più tornati...
-Li credevamo morti...
-Da allora, la gilda è caduta in rovina, ma sono sicuro che ora che sono tornati, faranno faville!
-Oh caro, hai visto come sono cresciuti?! Sembravano così piccoli quando sono partiti, ora invece sono così grandi...
-Già... Ma andiamo cara, non tediamo la fanciulla con questi racconti! Di sicuro viene da un viaggio, sarà stanca!
-Davvero signore, non si preoccupi! E' vero, non vengo da queste parti, ma pensavo di non trattenermi a lungo... giusto una o due notti- disse la ragazza sorridendo.
-Ma certo cara- disse la signora -Vorresti fermarti a cena? Non abbiamo altri clienti, quest'oggi...-
-Molto volentieri!-

La serata passò velocemente, tra le chiacchiere dei due anziani ed uno spezzatino di manzo assurdamente buono. Il giorno dopo, il sole la trovò sveglia. La ragazza indossò velocemente degli shorts di jeans, una canottiera bianca che lasciava scoperta la schiena e i tatuaggi sulle braccia, una giacca di pelle marrone e si infilò gli stivaletti in cuoio. Afferrò la bisaccia e si catapultò fuori.
Era presto, ma le vie della città erano comunque gremite, forse ancora sulla scia dell'euforia del giorno prima. L'aria frizzante la rendeva euforica.
Senza rendersene conto, si ritrovò davanti alla sua destinazione.
Finalmente Pensò, alla fine ce l'ho fatta!
Fissò la gigantesca insegna con la fata lo sguardo pieno di determinazione.
Spinse con forza la solida porta di legno, e fu travolta da una fiammata che la lasciò sbigottita e bruciacchiata.
Il casino assordante che fino ad un momento prima regnava sovrano incontrastato, tacque all'istante.
-NATSU! BRUTTO IDIOTA, VEDI DI DARTI UNA REGOLATA! GUARDA CHE COSA HAI COMBINATO!-
-Ma Lucy! Ora che sono a casa sono tutto un fuocoo!- Urlò il ragazzo euforico, sparando una fiammata che quasi investì la ragazza bionda.
-Raffredda i bollenti spiriti, deficiente!- gli gridò un ragazzo dai capelli neri che... Era in mutande!
Inutile dire chi fosse e la rissa che scoppiò neanche un secondo dopo.
Ma che diavolo... pensò la rossa In che posto sono finita?!
Facendo lo slalom tra martelli di ghiaccio, pugni infuocati e ogni oggetto lanciabile, una ragazza dai capelli lunghi e bianchissimi la afferrò per un braccio e la tirò dentro. Ripercorrendo la strada a ritroso, finalmente arrivarono al bancone.
-Ma fanno sempre così?!- chiese la rossa, a metà tra il divertito e lo scandalizzato.
-Eh già... ma sono la mia famiglia!- rispose l'altra sorridendo. -Molto piacere, io sono Mirajane! - disse tendendo la mano - Tu?- La rossa sorrise.
-Piacere mio! Io mi chiamo Amelìe, ma potete chiamarmi Amy- rispose stringendo la mano con decisione. -E vorrei unirmi a Fairy Tail!-
Mirajane sorrise raggiante. -Ma è meraviglioso! - Disse, battendo le mani. Amelìe sorrise di rimando, emozionata come non mai.
Mira scomparve sotto il bancone per ricomparire subito dopo con un timbro in mano. -Questo è il timbro con il marchio della gilda! dove vuoi farlo?-
Amy con una mossa agile si sedette sul bancone di legno. Si tolse la giacca di pelle e legò velocemente i capelli carminio in uno chingnon.
-Sulla schiena- Disse con un sorriso un po' mesto -Vedi un po' dove trovi posto- concluse sghignazzando, ma senza che il sorriso le arrivasse gli occhi.
Ma che diavolo-?!
Mirajane era esterrefatta. Aprì un paio di volte la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito dopo.
La schiena di Amelìe era coperta di cicatrici.
-Ehm... dietro la spalla va bene? Effettivamente non c'è molto spazio...- disse, un po' preoccupata di essere inopportuna.
Amelìe scoppiò a ridere.
-Ahaha! Si, hai ragione! Dietro la spalla va benissimo, grazie!-
Sollevata, Mirajane premette il timbro sulla spalla destra, e quando lo tolse, il marchio di Fairy Tail color bianco latte era impresso sulla pelle della rossa.
-Perfetto! Ora fai ufficialmente parte della Gilda! Congratulazioni!-
Amelìe sentì le lacrime di commozione pungerle gli occhi.
Ce l'ho fatta davvero...
Una lacrima solitaria le scivolò sulla guancia.
-Ehi, pel di carota! Cos'è quel muso lungo?! Niente lacrime qui a Fairy Tail!- Disse una donna dai capelli marroni che aveva assistito a tutta la scena dallo sgabello accanto, che con un ghigno gliela asciugò.
-RAGAZZII- urlò, così forte che Gray si bloccò con il pugno diretto sul muso di Elfman a mezz'aria, Gajeel si pietrificò mentre cercava di scrollarsi Natsu che gli mordeva la testa di dosso, e gli altri membri della gilda furono costretti a girarsi.
-CHE DIAVOLO VUOI CANA?! NON VEDI CHE SONO OCCUPATI A DARCELE DI SANTA RAGIONE COME I VERI UOMINI?!- urlò Elfman
-Tsè, DEFICIENTE!- urlò di rimando la donna, schiantando un'intera botte di vino in fronte all'uomo. Poi mise le mani a coppa intorno alla bocca e urlò -NUOVA ARRIVATAA!-
All'improvviso, l'intera folla si rese conto della presenza di Amelìe, che si sentì tutti gli occhi puntati addosso.
-Ehm... Piacere! Io sono Amel- -
Neanche il tempo di finire la frase, si ritrovò sommersa da abbracci, pacche  (devastanti) sulle spalle e strette di mano. 
-Tu! Io sono Natsu Dragneel! E ti sfido! - disse un tipo strano dagli stranissimi capelli rosa.
-Natsu, datti una calmata!- disse quella che Amelìe aveva identificato come Lucy Heartphilia -E' appena entrata nella gilda cavolo!-
Ma la ragazza le mise una mano sulla spalla - Accetto volentieri!- disse sorridendo radiosa - Cercherò di non farti troppo male!- concluse, scrocchiandosi le nocche.
-Una nuova rivale! SONO TUTTO UN FUOCOO!- gridò Natsu battagliero, correndo fuori,
Correndo e ridendo insieme, Amelìe lo seguì a ruota, mentre i suoi nuovi compagni stavano già formando un cerchio intorno a lei e Natsu.
Sentì l'adrenalina scorrerle in corpo, il cuore pompare il sangue sempre più veloce. Sorrise, richiamando la magia che le scorreva nelle vene.
Il tifo la assordava, caricandola di energia, vedeva i sorrisi incoraggianti dei suoi nuovi compagni che la incitavano.
I giorni bui non erano mai abbastanza lontani, ma ora, con loro, poteva tentare di ricominciare.

Qualche ora prima, in un luogo sconosciuto, non poi così tanto lontano da li.

Zeref camminava lentamente tra le macerie ancora fumanti.
Un piccolo demone corse da lui, riportandogli in breve il resoconto della battaglia.
-La città è completamente distrutta mio signore, tutti i maghi annientati. Tutti coloro che non adoperano la magia sono stati trasferiti nella sua tenda come ci ha ordinato. Abbiamo subito alcune perdite. La difesa è stata strenua. -
Il ragazzo dagli occhi rossi annuì, abbastanza soddisfatto. Ormai aveva perso il conto delle città che aveva assediato e distrutto.
I maghi spesso tentavano di difendere se stessi e gli altri, ma potevano davvero poco contro la sua orda di demoni.
Io farò terminare quest'epoca. Annienterò l'umanità e poi annienterò me stesso, affinché il ciclo della vita possa ricominciare e l'ordine sia ristabilito.
Costi quel che costi.
Un'onda di energia nera venne liberata all'improvviso dal suo corpo, riducendo un paio di demoni incauti in un mucchietto di ossa e pelle avvizzita.
-Torno nella mia tenda - disse Zeref al demone rossiccio che stava raccogliendo i corpi dei compagni. - E non voglio essere disturbato.-
Senza aspettare una risposta, girò i tacchi e se ne andò, totalmente indifferente.
Attraversò velocemente la cittadina ed entrò in una tenda perfettamente mimetizzata con la boscaglia che la circondava.
La tenda era davvero molto ampia. Al centro del padiglione vi erano circa una quindicina di persone coperti di lievi ferite, con mani e piedi legati.
Appena il mago oscuro entrò, tutti si zittirono, in preda al terrore.
Un cerchio magico apparve sotto i piedi di Zeref, e immediatamente anche sotto i prigionieri, che presi dal panico, iniziarono ad urlare.
Il mago intonò una fitta litania, e l'incantesimo cominciò.
Lentamente, tra grida di terrore e spavento, nacque una nuova schiera di demoni.



Cantuccetto dell'autrice!
Bene, ecco a voi il prologo! spero non sia una schifezza completa :')
Nel prossimo capitolo vedremo la prima scazzottata!
Allora, ditemi un po': come vi pare il personaggio di Amelìe? Ho cercato di non farla troppo dark, dandole comunque un carattere solare e scherzoso. Che ne dite?
Fatemelo sapere con una recensione, mi raccomando!
Al prossimo capitolo,
Kamelye
  
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