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Autore: Kotomy    19/12/2013    2 recensioni
Bankotsu amava troppo Sango per lasciarla andare.
Inuyasha era troppo testardo per ammettere i suoi sentimenti.
Koga era frustrato per i suoi sentimenti divisi tra due ragazze.
Miroku era indeciso se intromettersi o no.
Sesshomaru non sapeva se sarebbe cambiato.
Rin faceva di tutto per non piangere.
Ayame era incerta se dichiararsi o no.
Sango aveva troppa paura di affrontare la partita della sua vita.
Kagome era troppo ingenua per capire i sentimenti dei suoi compagni di squadra.
Ma una cosa li accomunava..
La pallavolo era la loro vita ed era il momento di giocare la loro partita.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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POV SANGO

 

Non avrei mai rinunciato ad una sfida del genere. Naraku non sapeva con chi aveva a che fare; non avrei mai perso e non avrei mai lasciato il mio posto a qualcun altro, anche se era Ayame. Ci tenevo troppo ad essere una titolare, era troppo importante per me sollevare quella coppa.

Lo era sia per questioni personali sia per questioni sportive. Se qualcuno doveva contribuire alla vittoria sarei stata io e nessun altro.

Ci avevo impiegato anni ad arrivare al livello in cui ero adesso, ero partita a giocare a pallavolo solo con l'obiettivo di dimagrire ma poi era diventata un'abitudine e ben presto una necessità.

Avevo attraversato brutti periodi, tra cui l'inizio dei sintomi della mia malattia e la morte dei miei genitori ma la pallavolo era sempre stata vicina a me. Mi aveva aiutato a sfogare la rabbia, la frustrazione, la delusione e tutti quei sentimenti negativi e positivi che la realtà mi infliggeva.

Da quando avevo iniziato a praticare la pallavolo a livello agonistico ero cambiata, sia fisicamente che interiormente. Non ero più la ragazza cicciottella e indifesa, mira preferita dai ragazzi più grandi; ero diventata alta, snella e soprattutto forte.

Tutta la fatica che avevo fatto era servita a qualcosa, mi aveva dato un sacco di soddisfazioni.

 

“Minamoto inizia con qualche palleggio” annunciò Naraku intento a riscaldarsi.

 

Presi la palla, l'accarezzai e le diedi un bacio. Riponevo in quella palla tutto il mio futuro.

Iniziai a palleggiare ma purtroppo più di una volta mi si annebbiò la vista, forse per la stanchezza o forse per quella maledetta debolezza che mi caratterizzava.

Mollai la palla e chiusi gli occhi, dovevo riprendermi, avrei giocato a qualunque costo.

 

“Minamoto è una mia impressione o ti vedo più stanca del solito?” ridacchiò Naraku palleggiando sul pavimento la palla.

“È una sua impressione. Sono più sana di un pesce” dissi riprendendo la palla e continuando i miei palleggi contro il muro.

“Sango fermati...” mi disse una voce a me familiare da dietro le spalle. La mia migliore amica in tutta la sua ingenuità aveva capito che c'era qualcosa che non andava come se n'era accorto anche Bankotsu.

 

Mi fissava, sapeva che non era il momento di fare la testarda e stava cercando di comunicarmelo ma io ero decisa a proseguire il cammino che avevo intrapreso. Lui era sempre comprensivo con me e io avevo accettato che lui mi aiutasse nel mio percorso difficile, mi era sempre stato vicino, non mi aveva mai abbandonata e mi aveva dato quell'amore di cui avevo bisogno. Lo amavo e lo stimavo come individuo, come persona ma soprattutto come fidanzato.

 

“Non me lo posso permettere Kagome, quello che ho barattato con Naraku è il mio futuro e io non posso non combattere”.

“Ma... Sango non vedi in che condizioni sei? Sei stanca. Non so il motivo della tua stanchezza ma non credo sia il momento giusto adesso per combattere” replicò Kagome appoggiandomi una mano sulla spalla.

 

Forse Kagome aveva ragione, forse se avrei lasciato stare non sarebbe successo niente e non avrei compromesso niente anzi avrei solo salvato il guaio che stavo per commettere. Se adesso combattevo, avrei di sicuro perso dato le mie forze fisiche in quel momento. Ma cosa dovevo fare?

Abbandonare o proseguire?

 

Non lasciare mai che la tua debolezza ti metta i piedi in testa. La tua debolezza è qualcosa di impercettibile”.

 

Le parole di mia madre mi rimbombavano nella testa. Aveva ragione.

Non avrei mai rinunciato alla pallavolo anche se la mia debolezza non mi permetteva di dare il meglio di me.

Non avrei mai permesso a quella stupida malattia di avere la meglio su di me anche se mi dava parecchio filo da torcere.

Scostai gentilmente Kagome e mi diressi verso Naraku facendogli un cenno di testa. Ero pronta.

 

“Scegli i tuoi compagni” mi disse convinto Naraku.

“Compagni? Non era una sfida a due?” chiesi perplessa.

“Da quando nella pallavolo si gioca solo in due?” rispose acidamente il mister.

“S-si...”.

 

Chi avrei mai potuto scegliere? Passai sotto ispezione tutti i miei compagni.

Kagome, forte ed era un'ottima alzatrice, lei sarebbe andata bene.

Inuyasha, ottimo schiacciatore ed anche potente, mi avrebbe assicurato i punti sul versante destro.

Miroku aveva qualcosa che non andava, in questi ultimi giorni era diminuito il suo impegno e aveva qualcosa a che vedere con il suo polso fasciato, meglio lasciarlo lì dov'era.

Sesshomaru... perfetto osservatore e regista del campo e delle tattiche, ma avrebbe contribuito alla vittoria? Mi avrebbe aiutata? Preferivo non rischiare.

Koga, attaccante provetto, utile e sempre pronto, lui sarebbe andato bene e nella battuta era imbattibile.

Bankotsu era un libero e se lo volevo in squadra avevo bisogno di un centrale, ma gli unici disponibili erano Sesshomaru e Jakotsu.

Va bene, avrei preso con me la squadra titolare e avrei sostituito solo Miroku.

 

“Prendo i titolari a parte Uzumigi” dissi scrocchiandomi le dita. Dovevo essere sciolta, libera e senza preoccupazioni.

“Perché io no?” domandò curioso Miroku.

“Fai due più due. Fallo bendare” dissi indicando il polso.

 

Miroku per tutta risposta strinse la mano in un pugno e la nascose. Vergognarsi di una botta, ragazzo più immaturo non poteva esistere. Il mio sguardo si spostò sul campo e vidi che Naraku aveva preso in squadra le riserve e stava portando in campo anche Miroku. Che stolto.

Non ce l'avrebbe fatta ad attaccare, il mister aveva già perso in partenza la posizione cinque.

Mi concentrai sulla partita che stava per iniziare. Tutto era nella propria posizione, il vento faceva sbattere le finestre poste nella parte alta della palestra, e il canestro ondeggiava come stava facendo la palla nelle mani di Naraku. La battuta spettava a lui e Rin avrebbe dovuto sostituire Miroku, sperando che tutto andasse bene. La porta della palestra era chiusa in modo che nessuno ci disturbasse ma a quanto pare la voce si era già diffusa, anche se non si sarebbe mai venuto a sapere come e da chi. In poco tempo gli spalti si riempirono di gente che urlava, strepitava e emetteva versi mielosi per farsi notare da noi. Ovviamente le ragazze fischiavano per acclamare i ragazzi della squadra nonché i belli d'istituto e i ragazzi negli spalti facevano lo stesso per attirare l'attenzione delle ragazze della squadra.

Qualcuno si portato addirittura gli striscioni dell'ultima partita affrontata dalla Sengoku.

Adesso però non era il momento di pensare alla gente intorno a me, adesso era il momento di mettersi in gioco e vivere.

Shippo si posizionò vicino alla rete pronto per fare da giudice e appena vide tutti pronti diede il fischio d'inizio.

 

“MIA!” urlò Rin dando inizio a tutto.

 

***

 

 

“Sango un ultimo punto!” urlò Kagome.

Annuì ma proprio in quel momento le forze mi vennero a mancare e stremai per terra fingendo una storta. Fortunatamente Rin riuscì a raggiungere palla e a schiacciare dall'altra parte.

 

“Sango!” urlò Bankotsu venendomi vicino.

“Torna in posizione. Io sto benissimo”.

“Ma...”

“Maledizione! Ti ho detto di tornare in posizione!” urlai spingendolo via.

 

La palla si era fermata e Shippo aveva assegnato il punto alla squadra avversaria. Cazzo. Questa non ci voleva, adesso eravamo in parità e se non fossimo andati in vantaggio, saremmo stati spacciati.

Ispezionai il campo...

Ayame era stanca, un'ottima cosa, potevamo attaccare su di lei ma se lo avremmo fatto sarebbe venuto in difesa Miroku e avrebbe di sicuro contrattaccato al meglio.

Naraku era in schiacciata dall'altra parte del campo quindi anche quella zona era off-limits.

L'unica parte in cui potevamo concederci il punto era quella centrale, ma ce l'avremmo fatta?

 

“MIA!” urlò nuovamente Rin passando palla a Kagome che me l'alzò.

Presi la rincorsa e schiacciai più forte che potei e fortunatamente Ayame si scontrò con Miroku impedendo a quest'ultimo il salvataggio.

Ultimo punto... Tutto dipendeva da quello.

Mi piegai sulle ginocchia ansimante, non avevo mai sprecato così tanta energia e il mio corpo ne stava subendo le conseguenze, mi affaticavo ogni minuto di più e il mio sistema mi diceva di smetterla perché non avrebbe sopportato oltre ma io lo ignorai completamente, conscia del fatto che facendo così stavo andando incontro a seri guai.

Premetti con la mani lo stomaco per attenuare il dolore che si stava formando, subito dopo con il dorso della mano asciugai le perle di sudore che mi scendevano lungo il viso.

Per un momento mi si offuscò di nuovo la vista ma riuscì a capire la scena. Miroku aveva chiesto il time-out e stava venendo incontro a me.

 

“Sango... Sei tutta rossa. Sicura di stare bene?”.

Ero stordita, non capivo niente. Sapevo però che la partita non era ancora finita. Mancava ancora lo sforzo finale che non arrivò mai perché mi accasciai definitivamente per terra, senza sensi.

 

 

POV MIROKU

 

Chiesi il time-out perché avevo notato qualcosa che non andava in Sango. Si stava contorcendo dal dolore e quello che me lo fece notare di più fu la sua smorfia prima di asciugarsi le perle di sudore con il dorso della mano.

Mi avvicinai a lei passando sotto la rete e appena le fui vicino le misi una mano sulla spalla.

 

“Sango... Sei tutta rossa. Sicura di stare bene?” chiesi.

 

Sembrava non capire quello che stava succedendo, il suo sguardo era smarrito e appoggiò una mano sulla mia spalla ansimando difficilmente. Il viso aveva assunto un colorito abbastanza strano, le labbra erano secche e i capelli inondati di sudore.

La vidi mollare la presa sulla mia spalla e accasciarsi per terra priva di sensi.

Rimasi a bocca spalancata. Era successo tutto in pochissimi secondi e la cosa mi aveva lasciato interdetto.

Era stesa per terra e intorno a lei si stavano avvicinando tutti. Presi coraggio e spostai tutti i miei compagni compreso Bankotsu.

Toccai la fronte di Sango con le mie labbra per constatare se avesse o no la febbre ma non c'erano segni di questo sintomo.

 

“Che stai facendo?!” sbottò Bankotsu spintonandomi.

“Cerco di capire cosa si successo alla tua ragazza. Se fossi più maturo mi lasceresti fare” replicai controllando il battito cardiaco del polso.

“Se io fossi più maturo?! Sei tu quello che sta toccando la mia ragazza! Cerca di allontanarti, la porto in infermeria!” ringhiò il moro levando le mie mani da Sango.

“BANKOTSU! MALEDIZIONE! Miroku è più esperto di te in questo campo! Ha seguito un corso di pronto soccorso!” annunciò Inuyasha tirando per il colletto della divisa Bankotsu.

“Ma si può sapere che vi prende?! Uzumigi porta Minamoto in infermeria, a questo qui ci penso io” disse Naraku spingendo Bankotsu.

 

Feci quello che mi aveva detto. Presi Sango tra le braccia e mi incamminai verso l'uscita.

Sentivo gli imprechi di Bakotsu ma non me ne curai, adesso non era lui quello che mi interessava. Una mia compagna di squadra stava male e non avrei permesso al suo ragazzo di impedire che io la curassi anche se potevo fare ben poco.

 

“Miroku! Aspettami!” strillò Kagome avvicinandosi a me.

“Oh Kagome... Sei venuta anche tu a farmi la predica perché ho tra le braccia la ragazza di un mio amico?” chiesi con noncuranza.

“Oh nono, credo che Bankotsu abbia esagerato. Infondo tu volevi solo capire, non è così?” chiesi osservando Kagome.

“Si, proprio così. Credo che quel ragazzo sia troppo impulsivo”.

“Non è l'unico, fidati” disse facendo molto probabilmente riferimento ad Inuyasha.

“È grave secondo te?” chiesi con un tono preoccupato guardando l'amica.

“Non saprei dirti, durante la partita avevo notato qualcosa che non andava, soprattutto verso la fine, quando ha cacciato dal campo Bankotsu. Sembrava che non fosse capace di intendere e di volere, era come stordita. Come quando fai uso di sostanza stupefacenti”.

“Mi stai dicendo che la mia migliore amica di droga?” sbottò accigliata.

“Può darsi ma non credo sia così, ci deve essere qualcos'altro. Minamoto non mi sembra il tipo da fare uso di sostanze del genere”.

“Già ed è così” concluse Kagome.

“Ehi senti... Per caso sai se Ayame è impegnata? Cioè, intendo se è fidanzata?” chiesi arrossendo di brutto.

“Di quel che so no... E non mi sembra il caso di parlare di queste cose data la situazione” borbottò lei indicando l'entrata dell'infermeria.

 

Annuì e spalancai la porta, appena le infermiere videro la persona che avevo tra le braccia mi corsero incontro. Avevano uno sguardo deciso, come se sapessero già di cosa si trattasse ma soprattutto che avessero già curato Minamoto.

 

“È la terza volta in una settimana! Voglio capire quando imparerà che il suo corpo non è adatto per la pallavolo!” borbottò preoccupata un'infermiera

“Vuol dire che le è già successo?” chiese stupefatta Kagome.

“Si, ormai credo che anche lei non ci faccia più caso. È diventata ormai un'abitudine per questa ragazza, ma se continua così non andrà molto lontano!” disse l'infermiera facendoci accomodare nella sala.

“Potete andare se con voi c'è Naginata allora lui può rimanere dato che conosce il caso della vostra amica”.

“Scusi ma continuo a non capire...” sentenziai.

“Tu non devi capire. La signorina Minamoto ha espressamente chiesto di non dire niente a nessuno che non fosse Naginata”.

“Ma perché Bankotsu si e io no?” chiese indispettita Kagome.

“Perché così è stato deciso e adesso fuori!” disse sbattendoci via dalla camera.

 

La cosa era sempre più strana ed io ero intenzionato a scoprire tutto.

 

   
 
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