Loki
Into The Darkness

 


Frigga è morta.
Mia madre…no! La donna che mi ha fatto credere di essere mia madre.
E che in realtà era la mia madre adottiva, non la mia vera madre.
Eppure, le ho voluto bene.
Ho voluto bene a Frigga, regina di Asgard. L’ho amata come madre e maestra.
Frigga mi ha insegnato le arti magiche e il combattimento con il coltello.
Lei era potente.
Perché è morta allora?
Un sordo dolore mi sconquassa, lacerandomi dall’interno.
Perché?
Perché?
Perché?
Perché?!
Ma soprattutto…Chi?
Chi l’ha uccisa?
Thor mi guarda dall’altra parte dello schermo. Il suo sguardo è triste, addolorato, confuso, arrabbiato…com’è al solito, più o meno.
Aspetto che se ne vada.
Poi un’onda. Il mio potere viene rilasciato e la mia rabbia esplode.
I mobili vengono sbalzati.
Ma perché sono così infuriato?
Non me ne dovrebbe importare più. Quella donna m’ha tradito. Ha tradito il mio amore!
Credevo di essere…suo figlio. M’ha illuso.
“Oh, Loki, sei sempre stato perspicace con le altre persone, ma non con te stesso.”
Smettila!
Smettila di  risuonare nella mia testa!
Di essere presente e di usare quel tono da “madre” quando non lo sei!
“Ti odio!”  Perché non gliel’ho detto?
Perché il suo sguardo sfiduciato mi ha ferito allora?
Solo un “non sei mia madre” a cui si stava per aggiungere un “ma ti ho considerata sempre come tale.” Che ho bloccato in gola; a cui ho impedito di uscire.
La mia rabbia esplode di nuovo mentre l’oscurità sopraggiunge.
 
 
Thor ritorna.
Quanto tempo è  passato?
Thor, il mio potente fratello.
No, anche lui, non è mio fratello.
“Che vuoi Thor? Sei venuto a prenderti gioco di me? A rinfacciarmi la tua posizione quale principe e futuro re di Asgard?”
“Sciogli l’illusione, Loki.”
Lo faccio; tanto cos’ha da rimproverarmi?
Si erge già sopra di me.
Più miserabile di così…che importa?
Le tracce della mia ira si rivelano. I mobili che prima sembravano riparati ora sono sparsi e distrutti per la cella.
E il mio corpo è solcato da tracce irreversibili.
I mobili distrutti, eh, ma non più di me.
Loki… sussurra la voce di Frigga dentro di me. Il tono triste, deluso, rammaricato.
Quel che rimane del mio cuore, se ne ho uno, duole fino a spegnersi del tutto; mettendo a tacere me stesso e la mia umanità.
Inganno.
Illusione.
Tradimento.
Oscurità.
Mento.
A tutti, anche a me stesso.
Tra il sottile margine dell’illusione e della realtà, del folle e del genio, dell’avaro e dell’egoista.
“Allora…Ti assicuro Vendetta.” dice Thor.
Annuisco.
Lo aiuterò.
Quel bastardo morirà per Frigga.
E poi…anche l’ultima traccia di “Loki”, figlio di Frigga, morirà.
Per sempre.
 
 
“Scusa” mormoro.
Thor mi fissa con occhi lucidi e mormora incontroverse stupidaggini su nostro p…su Odino.
Scusa, Thor, ma ti sto ingannando! Sciocco lo sei sempre stato, eh?
Presto, molto presto, il trono di Asgard sarà mio!
Fermo l’emorragia con il mio potere, con il mio ghiaccio.
Fingo di svenire, di esalare l’ultimo respiro…di morire.
Thor grida, ma poi è costretto ad andarsene.
Scusa, mamma, ma Loki, quello che consideravi un figlio, non c’è più.
È scomparso, è svanito nel nulla, nell’oscurità più profonda.
Perso per sempre nella sua contorsione ed avidità.
“Scusa.”
Anche se non lo penso più.
Anche se per un gigante del ghiaccio come me è impossibile.
Anche se il mio cuore non esiste più.
Loki, il futuro re di Asgard, è nato.

Il tempo è giunto!