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Autore: Merry    14/11/2004    3 recensioni
Questa storia all'inizio era un compito d'italian. Dopo molte modifiche eccola qui: la mia prima one-shot! leggete e commentate!!!!! PS: Questa fic parla di una coppia di fantasmi che torna nella sua vecchia casa centenaria............
Genere: Sovrannaturale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Notti a Blackmonde

Era una notte buia e tempestosa, a Blackmonde.

Era molto tardi, e tutte le luci nelle case erano spente, e gli abitanti dormivano ignari.

Perché solo una casa, anzi una villa, nella periferia di quel paesino campagnolo era ancora sveglia.

Una famiglia perbene, diceva la gente.

E infatti i Dumb erano apparentemente quella che si diceva la classica ‘famiglia felice’.

Giunti in paese da poco, anche se non erano eccessivamente ospitali, erano molto educati.

Abitavano una vecchia casa settecentesca, che, dopo essere costruita era stata abitata solo due volte.

La famiglia iniziale, i Rakula, furono invece una famiglia sinistra, che incuteva paura solo al gelido passaggio.

Nessuno si ricordava chi erano personalmente i Rakula, anche se, quando le donne erano a corto di pettegolezzi e i vecchi si ritrovavano senza argomenti di cui discutere, qualcuno narrava di quella gente spettrale che correva voce fossero Vampiri.

Le nonne raccontavano ancora ai loro nipotini di quanti passaggi segreti vi fossero dentro Villa Darkness, perfino della colonia di pipistrelli che alloggiava in soffitta, c’era chi sapeva anche che le fondamenta della casa erano state costruite al di sopra di un cimitero.

-Alexander, hai finito il rapporto su quel carico imminente?- chiese una voce impaziente nello studio illuminato dalla fioca luce del caminetto acceso.

Nessun abitante di Blackmonde poteva mai immaginare che la rispettata e rinomata famiglia Dumb contrabbandasse armi.

Alexander Dumb si raddrizzò sulla poltrona del suo studio, si tolse gli occhiali e si massaggiò le tempie.

-Lo stavo finendo proprio ora, Christine- rispose dopo un lungo sbadiglio –Ci frutterà parecchio.

Christine Dumb si rasserenò.

Aveva sempre temuto di essere scoperta da qualcuno, ed era eccessivamente superstiziosa.

D’improvviso, un fulmine cadde poco lontano da lì.

I due coniugi trasalirono.

Dopo un istante di smarrimento, Christine mormorò.

-Vado a controllare i bambini, caro.

Detto questo scese silenziosamente le scale che conducevano al piano di sotto, alle stanze dei suoi figli.

Alexander, nonostante la stanchezza, tornò a concentrarsi sul rapporto che aveva davanti a sé.

Ma non restò solo a lungo.

Infatti sua moglie tornò pochi minuti dopo.

-Christine, perché hai il fiatone?

Alexander Dumb era molto preoccupato per sua moglie, non l’aveva mai vista in quello stato.

-Alexander…- boccheggiò Christine –Bobby e Susy non sono nei loro letti…

Alexander sgranò gli occhi.

-Come, scusa?- chiese non appena ebbe recuperato il tono calmo e razionale di sempre.

-Caro…- cominciò nuovamente Christine, prima di essere interrotta da una risata spettrale, disumana, d’oltretomba.

Alexander e Christine si guardarono intorno stupiti, constatando quello che già sapevano.

In quello studio illuminato dal camino di Villa Darkness, a Blackmonde, non c’era anima viva.

-Chi siete? Che cosa volete?- chiese Alexander prima di alzarsi a sorreggere la moglie che svenne tra le sue braccia, senza tuttavia smettere di guardarsi intorno atterrito.

Di nuovo una risata spettrale, ma che questa volta suonava femminile.

Davanti a lui, di fronte al camino, comparvero due sagome argentee, che man mano che il fuoco crepitava andavano maggiormente delineandosi.

Ora, un uomo con baffi e basette molto lunghi vestito in stile settecentesco, e una donna con un abito molto lungo e largo del medesimo periodo si stagliavano di fronte ai coniugi Dumb.

-Ai comuni mortali non è permesso parlare con noi.

L’uomo di fronte ad Alexander aveva appena parlato.

-C-che cosa… c-che cosa volete d-da noi?- balbettò lui spostando freneticamente lo sguardo terrorizzato dall’uomo alla donna.

-Noi siamo Rebecca e Daniel Rakula- disse il fantasma della donna sorridendo beffardamente, così da mostrare i candidi e aguzzi canini- I precedenti abitanti di questa casa.

Alexander rabbrividì e nel medesimo istante Christine riprese i sensi sbattendo ripetutamente le palpebre.

-Vogliamo voi- continuò il fantasma di Daniel –Vogliamo andare nell’aldilà. Per questo voi non dovete abitare in questa casa. Siamo spiacenti, ma con la vostra umana presenza non ci consentite l’accesso al regno dei morti.

Il fantasma di Rebecca sogghignò.

-Perciò… andate subito via di qui!

Un altro fulmine cadde poco distante.

Alexander e Christine rimasero pietrificati.

-Non mi avete forse sentita?- domandò melliflua Christine –Via di qui!

In un attimo erano fuori la casa, inzuppati dalla pioggia con dietro i due fantasmi che ululavano dietro di loro.

-E per assicurarci che non torniate più, i vostri figli ci seguiranno per l’eternità!

Uno scroscio di risate maligne fece rabbrividire ulteriormente i due coniugi Dumb.

Il temporale copriva largamente le loro urla di terrore.

I fantasmi si allontanarono sorvolando le cime degli alberi scossi dal vento furioso.

-Finalmente, Rebecca, andremo nell’aldilà.

I due erano giunti in prossimità di un cimitero.

-Ho sentito che c’è un albergo niente male per i Vampiri, Daniel.

Daniel fissò la moglie con rammarico.

-Era proprio necessario fargli tanta paura, cara?

-Non preoccuparti, ritroveranno i marmocchi poco lontano.

Daniel alzò le spalle e prese per mano Rebecca.

-Andiamo, cara? Zio Tomb ci sta aspettando.

Rebecca sorrise malignamente.

-Prima voglio spaventare un’altra famiglia!

Daniel sospirò deluso.

-Ma, Rebecca, avevi promesso che quella era l’ultima…

  
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