Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Lilian Potter    16/05/2008    30 recensioni
-Come ti sei ridotta, Bella?-
Il suono della sua voce – che non udivo da molto- era morbido e melodioso, e questo mi riportò al passato.
Ero stupita dalla sua presenza in un tale luogo, ma non era solo questo a sorprendermi.
Mi aveva chiamato Bella. Quanti anni erano che nessuno mi chiamava più così?
Le lacrime pungevano agli angoli dei miei occhi, ma io le impedì di scorrere liberamente sul mio volto.
Avrebbe rovinato il trucco, e non avrei mai potuto permetterlo.
L’apparenza era tutto per me. L’apparenza era tutto per una prostituta.
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Importante;

 Questo è un mio stravolgimento di New Moon, diciamo. Segue la trama del suddetto libro,

fino al punto in cui Edward lascia Bella. Da lì Bella non ha potuto più sopportare la sua banale vita,

ed è scappata a Chicago dove ha intrapreso una carriera come prostituta.

Lì conosce Charly, Tisy e Luc. Non sarà più conosciuta come Bella, ma come Roxy.

Non è più goffa ed insicura, ma una ragazza –ormai donna- determinata e sicura.

Da agnello, si è trasformata in leonessa. Sono passati quattro anni da quando ha iniziato la sua nuova vita, eppure Bella ha ancora un’aria da diciottenne, nascosta sotto i chili di trucco.

 

,,   Fiore impuro   ,,

 

<< Nessuno può fuggire dallo scorrere del tempo ed evitare che con la sua malvagità lo colpisca.

Anche il Fiore, quello più puro e casto, verrà tramutato in altro. Qualcosa di terribile e surreale. >>

 

 

Il cielo era sfiorato dai grattacieli enormi di Chicago, tanto alti da stordire una qualunque persona non abituata ad un simile paesaggio. E, nonostante l’assenza di stelle, il cielo notturno brillava.

Illuminato dalle mille e più luci della città, apparentemente allegre. Un’illusione;

Chicago non era più come ai tempi. Ora, il semplice nome, implicava un’altrettanto facile descrizione;

droga, criminalità e prostituzione. Negli angoli bui regnava una ferocità violenta e spaventosa.

Ero seduta sul muretto di fronte al palazzo, con le gambe accavallate in bella mostra.

Indossavo un top rosso, ardente e striminzito, di una taglia più piccolo della mia che metteva in bella mostra il seno. Le gambe erano fasciate da ghette a rete, per dare un’apparenza provocante.

Il resto del mio abbigliamento era composto da una minigonna nera ed un paio di stivali, anch’essi scuri e con un tacco vertiginoso. Il viso era truccato pesantemente;

 un fard rosa sulle guance solitamente pallide, le labbra tinte da un rossetto scarlatto, gli occhi contornati da un calcato strato di matita nera e le ciglia appesantite da tonnellate di mascara.

Goccioline d’acqua ricadevano sulla mia schiena praticamente scoperta, provenienti dai capelli bagnati e leggermente scompigliati. Masticavo impaziente una gomma da masticare,odiavo attendere i miei clienti.

Quella sera, avrei dovuto esibirmi nelle enormi gabbie, strusciandomi in modo sexy contro il palo centrale ed istigando i clienti a chiedermi una notte di fuoco, ad affittare i miei servigi.

Eppure, la serata era andata in fumo.

Christopher mi aveva noleggiato per un’intera serata –nuovamente-, pagando profumatamente.

Due fari brillarono, illuminando la strada cementata. La sportiva del mio cliente parcheggiò rumorosamente, mentre i vetri si abbassavano. Con passo felino mi avvicinai, piegandomi in avanti ed appoggiando il gomito al vetro ormai completamente abbassato.

Il suo sguardo volò immediatamente ai miei seni, poi distratto da un graffio che gli avevo provocato al braccio con le unghie ben curate. Rise eccitato. Forse, era proprio quello che gli piaceva di me.

Io giocavo con i miei clienti, divertendomi a vederli desiderarmi esasperatamente, fino alla follia, prima di poter saggiare il mio essere, ciò che io gli offrivo in una semplice notte di sesso.

Perché quando mi concedevo, io davo tutto. I miei sentimenti repressi si liberavano,

coinvolgendo selvaggiamente anche gli uomini con cui stavo avendo la relazione.

Mi feci indietro, donando un sorriso falso a Christopher, che scese dalla macchina.

Quando mi raggiunse, afferrai la sua mano, conficcando le unghie delicatamente nella sua carne.

Entrando nel palazzo –di cui l’ingresso era desolato- mi incamminai verso una precisa sala, camminando al suo fianco e sbattendo ‘’accidentalmente’’ il mio fianco al suo,

con leggerezza e sensualità. Spalancai un’enorme portone, ed il caos si presentò alla nostra vista.

La musica ad alto volume era scatenata ed entusiasmante. Sul palco erano situate tre enormi gabbie,

dentro alle quali vi era una prostituta ciascuna. Le riconobbi subito; Charly, Tisy e Luc.

Naturalmente non erano quelli i veri nomi, si chiamavano Charlotte, Tiffany e Luana.

Ma non erano nomi da prostitute, quelli.  Troppo banali. Quindi, ognuna di noi era stata ribattezzata con un soprannome. Il mio, era Roxy. Isabella sapeva troppo di brava ragazza, casta e pura.

Ed io non lo ero, perlomeno non più.

Trascinai il ragazzo viziato verso le scale che ci avrebbero condotto verso le docce;

oggi, non avrei usato le solite camere da letto. Forse più tardi. Per ora, avrei giocato un po’ con lui.

Ragazzi, uomini e vecchi… Nelle mie mani erano tutti giocattoli che potevo rigirare a mio piacere.

Sbattei Christopher al muro ed attaccai le sue labbra in maniera talmente violenta che lo eccitò ulteriormente.

 

***

 

 

Rapidamente mi rivestii, erano le cinque di mattina ed io avevo concluso il mio turno.

Lasciai il ragazzo a dormire beatamente, mentre io andai nella mia stanza. Quella di cui avevamo usufruito infine era la stanza dei clienti; ovvero potevano restarci quanto più gli pareva dopo la nottata, era compresa nel prezzo. Quando spalancai la porta per entrare, trovai Luc e Tisy a chiacchierare allegramente, sedute sui rispettivi letti. Charly invece dormiva beatamente.

Loro tre erano le mie compagne d’avventura, per così dire. Condividevo la stanza con loro da quando ero arrivata, innocente ed inesperta. Mi venne da ridere, a questo pensiero.

M’inserì nella loro conversazione, che però non era molto interessante. Luc voleva acconciarsi i boccoli dorati in una cosa alta disordinata, quella sera. Tisy invece aveva intenzione di raccogliere i capelli neri in due trecce spettinate, che le dessero un’aria da ‘’bambina monella’’. Quando chiesero a me,

optai per dei boccoli ben acconciati. Per Charly era inutile chiedere; gli avrebbe lasciati lisci ed incasinati, come suo solito.

Con svogliatezza andai nel nostro –enorme- bagno, a concedermi una doccia rilassante.

Restai sotto al getto caldo dell’acqua per un’ora buona. Decisi di andare a dormire, raggiungendo Charly nel mondo dei sogni, sperando fossero sereni.

 

 

 

 

Il verde mi circondava, dandomi la sensazione di Claustrofobia.

La pioggia mi  bagnò completamente, inzuppandomi gli abiti fastidiosamente.

Sentii di odiare profondamente quel verde e la pioggia; erano una combinazione orribile, oltretutto.

Ma non fu questo a farmi demoralizzare al punto di accasciarmi a terra, no, fu la voce di Charlie.

La voce di mio padre.

< Bambina, chi ti ha ridotto così?> chiese sconsolato. Mi guardai, non capendo bene cosa intendesse.

Ma poi, tutto mi fu chiaro. Indossavo uno striminzito abito rosa, le solite ghette e degli stivali bianchi.

Il viso truccato come il solito; in modo eccessivo. Non risposti a mio padre, ero rimasta senza parole.

Quando spalancò le braccia, pronto ad accogliermi tra di esse, gli corsi incontro. Eppure, più mi avvicinavo e più lui si allontanava. Inerme cadde a terra, mentre una risata malvagia risuonava nella mia testa. Quella voce era familiare… Ma chi era?

 

 

 

 

 

-Roxy! Svegliati!-. Charly mi osservava preoccupata.

-Cos’è successo?- domandai, tirandomi a sedere. Avevo la fronte imperlata dal sudore.

-Parlavi nel sonno…- mi rispose lei, semplicemente. Eppure questo riportò a galla ricordi di qualche anno fa, esageratamente vecchi. Ed anche il sogno, che avevo momentaneamente dimenticato.

Sbiancai improvvisamente, mentre i fantasmi del passato ritornavano a specchiarsi nel presente.

 

***

Io e le ragazze camminavamo per le strade affollate, vestite quasi normalmente.

Se ci fossimo combinate come al solito, probabilmente, alcune persone non avrebbero avuto altri occhi che per noi. Oppure, ci avrebbero negato l’accesso ai negozi. Così le nostre gambe erano fasciate da casti Jeans ed il nostro seno nascosto da una maglietta comune. Il volto era curato, come al solito,

ma niente in confronto alle nostre ‘’ serate speciali ’’.

-Santo cielo, guarda un po’ quello lì come ti guarda, Roxy! Io con uno così mi rifiuterei di

svolgere il mio, ecco cosa.- mi disse Tisy, scoppiando in una risata. Osservai il ragazzo che m’indicava lei, segnalandolo maleducatamente con il dito. Era piuttosto basso, magro e brufoloso.

Certo, era un orrore, ma non mi sembrava giusto prenderlo in giro per questo.

Il sogno mi aveva leggermente traumatizzato, e ricordai com’ero prima di diventare ciò che ero ora.

Una ragazzina goffa ed imbranata, piuttosto brutta e timida.

‘’ Sto proprio ricordando il passato ’’, mi ritrovai a pensare.

Descrivermi così, di recente, era proprio impossibile. Pareva la barzelletta dell’anno.

 

***

Me ne stavo seduta sul muretto in cui, solitamente, attendevo l’arrivo dei miei clienti.

Eppure, oggi non ce n’erano. Mi sarei dovuta però esibire a Mezzanotte come attrazione principale.

Guardavo la strada con occhi persi, che però divennero increduli poco dopo. La stradina veniva illuminata dalla luce potente dei fari di una macchina. Ma non una qualsiasi; quella era una Volvo argentata. Alquanto familiare, per di più. Il proprietario del veicolo spense il motore, quando si accostò al cipiglio del marciapiede. Con una lentezza infinita scese, ed io lo vidi.

I capelli ramati erano spettinati, acconciati appositamente così con il gel.

Alcuni ricadevano sulla pelle liscia della sua fronte pallida.

 Gli occhi dorati mandavano luccichii favolosi, che potevano incantare e persuadere anche la più cocciuta creatura di questo universo. Il mio cuore perse un battito.

Edward era ormai davanti a me, vestito riccamente ed in nero che risaltava perfettamente con il suo pallori inaudito. La mia mente non poté registrare altri dettagli del suo aspetto fisico;

faticavo addirittura a pensare, in quel momento. S’avvicinò lentamente e con un movimento rapido mi riportò un boccolo –mi ero acconciata nel pomeriggio la pettinatura- ribelle dietro alla fronte.

I suoi occhi mi osservarono, desolati. Indossavo un vestito rosa che lasciava molto poco spazio all’immaginazione, inoltre molto stretto rispetto alla mia taglia.

-Come ti sei ridotta, Bella?-

Il suono della sua voce – che non udivo da molto- era morbido e melodioso,

e questo mi riportò al passato. Ero stupita dalla sua presenza in un tale luogo,

ma non era solo questo a sorprendermi. Mi aveva chiamato Bella. Quanti anni erano che nessuno mi chiamava più così? Le lacrime pungevano agli angoli dei miei occhi, ma io le impedì di scorrere liberamente sul mio volto. Avrebbe rovinato il trucco, e non avrei mai potuto permetterlo.

L’apparenza era tutto per me. L’apparenza era tutto per una prostituta.

-Roxy!- Mi voltai al richiamo ed intravidi Luc. Sospirai. Era il mio turno per salire sul cubo, e per la prima volta –esclusi gli inizi- me ne vergognai.

Edward sarebbe stato lì a guardarmi, probabilmente deluso.

Non ero più la dolce e tenera ragazza che fui.

Lui alzò quasi impercettibilmente le spalle ed entrò nel locale, diretto chissà dove.

Un pensiero doloroso mi attraversò la mente.

‘’Edward se la fa con le puttane! Eppure non con me…’’

Il cuore mi si strinse in una morsa di gelosia e sul mio viso si tinsero rabbia e tristezza.

Non capì cosa fosse, erano anni che il mio cuore non percepiva più quel sentimento chiamato amore.

 

Sì, lo so che ho già un’altra fanfic in corso. Eppure, non ho resistito al pubblicare questa nuova storia.

Come vedete, mi sono sforzata di fare i capitoli molto più lunghi. La trama si delineerà con i capitoli successivi. Con questo vi saluto! ^_^

 

Lo vedete quel dolce link? Sì, vi sta salutando allegramente e chiedendo di cliccarlo.

Dice ‘’Vuoi lasciare una recensione?’’ Accontentatelo, dai. Guardatelo lì, come vi sorride!

 

 

  
Leggi le 30 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Lilian Potter