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Autore: Lu_15_TVD    20/12/2013    1 recensioni
Arriva un momento in cui una persona, ormai è alla stregua, non c'è la fa più e si lascia andare. La sua vita diventa passiva, e tutto solo per un fraintendimento. Finalmente però tutto verrà chiarito, sarà una svolta positiva per la sua vita?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il solito mercoledì e, come sempre, mi stavo alzando per andare a scuola. Quella mattina però c’era qualcosa di diverso, me lo sentivo, non sapevo precisamente cos’era ma ero sicura che ci fosse. Forse era solo il fatto che non avevo dormito bene, ma questo mi capitava spesso nelle ultime notti. Non ne potevo più di quella vita, sempre la stessa tutti i giorni, ma la cosa che più non sopportavo era non avere amici, almeno non ne avevo più da quando successe quella tragedia.
Non ricordavo molto ciò che era accaduto perché nell’ultimo anno avevo cercato di rimuoverlo dalla mia testa perché mi faceva soffrire immensamente. Da quando la mia piccola sorellina era scomparsa, la mia vita era cambiata per sempre e non sarebbe tornata più come prima. All’inizio speravo che tutto si risolvesse, ma il tempo passava e non si avevano sue notizie, ero davvero disperata, i miei amici cercavano di aiutarmi come potevano, di distrarmi, ma era tutto inutile. La parte più difficile era stare a casa, i miei genitori non potevano consolarmi perché stavano peggio di me. Con il passare del tempo mi sono allontanata da tutti, anche dalle persone più care, fino ad isolarmi completamente.
Adesso soprattutto, che i miei genitori erano partiti per rilassarsi un po’ e scaricare la tensione che avevano accumulato, lasciandomi qui, ero sempre più sola. Non che prima mi tenessero così tanta compagnia, ma almeno c’erano e si sforzavano di farmi sentire meglio.
Mentre mi preparavo, pensavo a tutte queste cose e volevo tornare indietro per cancellare l’ultimo anno. Appena fui pronta cominciai a incamminarmi per la scuola. Solo quando arrivai mi ricordai che era l’ultimo giorno. Ci pensai per qualche secondo ma poi mi convinsi del contrario,  non poteva essere quella la cosa che avrebbe cambiato i miei giorni dagli altri. Abbattuta tornai a casa con il pensiero che quella sensazione era frutto della mia immaginazione. Era da tanto che non ripensavo a ciò che era successo circa un anno prima, così supposi che doveva esserci un motivo preciso. Decisi di andare nella stanza di mia sorella per vedere se succedeva qualcosa. Mi avvicinai lentamente alla porta e con calma girai la maniglia, sbirciai dalla fessura che mano a mano si ingrandiva. Non era cambiato niente, tutto era come prima, come se il tempo non fosse passato, l’unica cosa che tradiva questo ragionamento era la polvere sparsa un po’ ovunque. Nessuno era più entrato dalla disgrazia perché faceva male a tutti. Stranamente però, non mi sentivo triste anzi ero sollevata come se qualcosa mi avesse attirato lì dentro per farmi sentire meglio. Mi sedetti sul suo letto e mi guardai intorno, notai una cosa che non avevo mai visto. Sotto la sua scrivania non si vedeva il viola della parete. Mi alzai e mi avvicinai per vedere meglio, ma non si capiva bene, così la spostai di lato. Era incredibile c’era una specie di porticina,  ma ero sicura che non c’era mai stata, anche se prima non passavo molto tempo in quella stanza ed era da tanto che non vi entravo ero certa che in quel punto ci fosse il muro. Mi avvicinai ancora per guardarla meglio e sulla parte più alta vidi una specie di incisione, c’era scritto “for DreamingWorld”, non ne capivo il senso ma mi affascinava. Incuriosita e senza esitare aprii la porticina, c’era un passaggio ma non si vedeva niente perché era troppo buio. Come se fosse la cosa più normale del mondo mi avventurai là dentro. Il passaggio era talmente stretto che mi muovevo a quattro zampe. Dopo circa venti minuti, almeno credo perché non avevo il senso del tempo, il cunicolo cominciò ad abbassarsi, a quel punto mi muovevo strisciando e non sapevo nemmeno perché lo stessi facendo. Fortunatamente non c’erano molte curve ma muoversi mi costava parecchi sforzi. Ad un tratto vidi un puntino luminoso, aumentai la velocità e la luce si avvicinava sempre di più. Ad un tratto il piccolo stretto e lungo passaggio si aprì in una stanza immensa, a giudicare da ciò che si vedeva sembrava una grotta. Sentivo l’acqua scorrere e poi cadere su un laghetto. La luce che avevo visto poco prima non era lì, infatti proveniva da un’altra stanza alla quale vi si accedeva attraverso la cascata. L’attraversai bagnandomi completamente e solo dopo notai che potevo benissimo aggirarla. Appena alzai lo sguardo vidi che non era una stanza mi trovavo all’aperto. Ero ai margini di un fitto bosco che da dove mi trovavo aveva un’aria molto minacciosa. Non c’era nemmeno un sentiero ma lo attraversai comunque, e ne uscii senza nemmeno capire come avessi fatto. A quel punto mi trovai davanti un fiume, e la sponda opposta era molto distante. Fortunatamente c’era un ponte un po’ più in giù, lo attraversai ma non capivo perché il legno con il quale era costruito fosse così scuro, quasi nero. Dall’altra parte c’era un villaggio con  le case tutte in pietra, in giro non vedevo nessuno e questo mi faceva preoccupare, soprattutto perché non sentivo alcun rumore.
Lo attraversai guardandomi intorno per essere sicura che nessuno sarebbe sbucato da un angolo per farmi del male. In realtà era solo una scusa, non avevo paura anzi, volevo che ci fosse qualcuno che mi facesse compagnia. Il villaggio non era molto grande lo attraversai in pochi minuti e, quando ero giunta quasi alla fine cominciai a sentire dei rumori, erano dei tamburi, strani, come quelli che suonano i popoli indigeni dell’africa. Avevano un suono particolare come se si stesse svolgendo uno strano rituale o qualcosa del genere, era un suono che mi prendeva e mi trasportava in un posto lontano, mi rilassava e mi travolgeva come un’ onda. Mi faceva sentire bene, a casa, cosa che non succedeva da tanto tempo, da quando non c’era più mia sorella.
Senza pensare mi avvicinai al suono che mi attirava, non riflettevo camminavo e basta. Al limitare del villaggio intravidi degli alberi strani, che non erano come quelli del bosco che avevo oltrepassato poco prima. Erano diversi dagli alberi normali, avevano un tronco molto grosso e nero, probabilmente il ponte che avevo utilizzato era stato fatto con quegli alberi. Erano molto alti e avevano la chioma di un verde particolare, ognuna di quelle foglie sembrava un gemma del colore dello smeraldo. Il suono proveniva da lì, così non mi feci troppi scrupoli a chiedermi perché quegli alberi fossero così strani e continuai la mia marcia. Sentivo i tamburi sempre più vicini e cominciai a rallentare perché prima volevo vedere da lontano. C’era una radura bellissima quasi circolare come se fosse stata creata proprio per fare quei rituali che stavano facendo gli abitanti del villaggio. Sembravano davvero degli indigeni mentre suonavano e ballavano, avevano vestiti naturali e i piedi nudi. Quelli che suonavano i tamburi erano messi in un lato, mentre gli altri danzavano in un modo che non avevo mai visto prima, attorno alla statua di uno strano animale, sembrava un cavallo, ma sulla testa aveva un corno. Non potevo crederci, non era vero, adesso che ci facevo caso tutto il mio viaggio era stato molto strano.
Sempre senza pensare alle conseguenze uscii dal mio nascondiglio e gli indigeni, così li chiamavo, si fermarono nel vedermi, come se stessero aspettando solo me. Subito cominciarono a correre, ma non per scappare, si situarono in due file e mi indicavano di passare tra queste. Gli ultimi mi indicarono di continuare a camminare, io cercai di seguire la loro direzione, ma non era facile dato che non capivo la loro lingua. Comunque proseguii il mio cammino e, dopo pochi passi intravidi una figura. Accanto a questa c’era un unicorno come quello della statua. La figura, invece,  era una bambina di forse otto anni, l’età che avrebbe dovuto avere mia sorella. Le assomigliava molto come una goccia d’acqua, ma non poteva essere lei e comunque era tutto irreale. La bambina, che accarezzava l’animale, mi fissò per un po’, poi lo lasciò e si avvicinò a me. Io nel frattempo mi ero fermata. Lei, che sembrava molto impaziente cominciò a parlarmi, mi spiegò che era davvero mia sorella e che quel mondo lo aveva creato lei con i suoi sogni, era il suo posto ideale. Non appena aveva scoperto che esisteva davvero aveva deciso di vivervi e, senza pensare alle conseguenze se n’era andata. Poi mi disse che mi aveva sognata e che aveva visto come ci eravamo ridotti per la sua scomparsa, allora ha deciso di farmi venire da lei perché doveva spiegarmi tutto. Mi pregò di continuare la mia vita e di farla tornare come una volta perché non era giusto che io non vivessi più solo per lei, e mi disse che si sentiva in colpa per quello che ci aveva fatto. Quello che disse mi sembrava così irreale, ma credevo ad ogni parola, cercai persino di convincerla a tornare, ma lei mi fece capire che non poteva lasciare il suo mondo. Per non dimenticarmene mi diede un bracciale che per ciondoli aveva quelle foglie-gemme che avevo visto prima. Era bellissimo ed era unico.
Un attimo prima stavo ammirando il bracciale datomi da mia sorella e un attimo dopo mi ritrovavo sul mio letto a guardare il soffitto. Pensai subito che fosse stato tutto un sogno, così mi alzai per verificarlo, erano le cinque del mattino, ma era giovedì. Credetti comunque che non bastasse come prova, ma quando vidi nel mio polso il bracciale capii che era tutto vero. Corsi nella camera di mia sorella e cercai la porta, ma non c’era più, forse si era creata solo per farmi passare perché dovevo incontrare la mia sorellina, e ora non potevo più tornare da lei, ma il suo ricordo e le sue parole mi sarebbero rimaste per sempre nel cuore.










Ciao a tutti!
Spero di avervi incuriosito con la trama, ma soprattutto spero di non avervi deluso con la mia breve storia. Scrivete qualcosa e fatemi sapere, quindi vi chiedo di recensire per capire cosa ne pensate.
Ci vediamo..
Lu_15_TVD


 
  
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