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Autore: K_POPforlife    20/12/2013    3 recensioni
Le si mozzò il fiato: proprio dietro Taemin si stavano dispiegando due enormi ali bianche, era una vista bellissima.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ davvero così evidente la differenza tra il Bene e il Male?
Non sempre a questa domanda è stata data una risposta positiva. Durante la storia, ogni evento poteva essere visto sotto aspetti diversi e, se qualcuno poteva pensare che quella era la cosa più giusta da fare, qualcun altro avrebbe potuto contraddire quell’affermazione.
Allora perché tutti credono che è scontato scegliere la parte del bene? Magari non è proprio del tutto la parte giusta.

Lucifero letteralmente significa ‘portatore di luce’; ma se leggiamo la Bibbia, Lucifero fu anche quello che tradì Dio e per questo sprofondò negli inferi. Il suo tradimento provocò anche la caduta di alcuni angeli sulla terra, i cosiddetti “angeli caduti”
Quindi non tutto è bene e non tutto è male.


“ … anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da … “ l’insegnante di religione si interruppe per rivolgersi all’aula «Ragazzi, ci siete?» guardò intensamente ogni alunno negli occhi per capire cosa passasse per le loro teste e poi riprese la lettura.
Tutti erano concentrati ad ascoltare quel che la professoressa era intenta a leggere, tutti tranne due persone: Park ShinHae, una ragazza appena trasferita, e Lee Taemin, migliore amico di Cam, un ragazzo americano molto popolare alla Blue High School, la loro scuola.
Tutti e due erano concentrati a non fare niente, guardavano fuori dalla finestra alla disperata ricerca di qualcosa di interessante da osservare. L’ora di religione per loro era un vero inferno, tanto per restare in tema con l’argomento di oggi: Lucifero e gli angeli caduti. Niente di più noioso per ShinHae.
Lee Taemin sembrava, invece, informato su quell’ argomento: pur non ascoltando rispondeva a tutte le domande, correttamente.
‘E’ molto strano’ pensò ShinHae, ma, subito dopo, tornò alla sua noia.
“Pssh!” qualcuno la stava chiamando.
Si girò verso quella voce e vide Cam, l’amico popolare di Taemin, che la guardava.
Mimò un ‘che c’è?’ con le labbra.
Lui prese un foglietto e iniziò a scriverci sopra. Qualche minuto dopo un aeroplano  volò sopra il suo banco. Lo prese e lo lesse.
Ho visto che guardavi con interesse il mio amico, per caso ti piace?
Hae stropicciò subito quel pezzo di carta e se lo mise in tasca: come poteva piacergli se non gli aveva mai parlato? Ridicolo.
Sghignazzò tra sé e sé e, per la prima volta in quell’ora, diede retta a quel che diceva la professoressa.

Driiin.

Finalmente quella tortura era finita.
Tutti i ragazzi si alzarono intontiti ed uscirono dall’aula. Solo i due ragazzi, che si erano distratti durante la lettura, rimasero al suo interno: Taemin stava dormendo, mentre ShinHae era occupata a sistemare delle fotocopie, un compito affidatole dall’insegnante.
“Come può addormentarsi in questo momento?” si chiese avvicinandosi al ragazzo. Si  accovacciò davanti al suo banco e lo fissò intensamente.
Dopo tanto tempo che erano nella stessa classe poteva notare i lineamenti perfetti di quella persona: aveva la pelle morbida al tatto, nemmeno un imperfezione sul viso, neanche una cicatrice, niente. Le labbra carnose e rosa ed un naso così perfetto che sembrava scolpito.
Come poteva una persona del genere essere umana? Assomigliava molto di più ad … Un angelo.
Inconsciamente Shinhae era attratta da quel che vedeva, in quel momento avrebbe voluto Taemin tutto per se. Si immaginò fra le sue braccia ….
La ragazza si alzò di scatto quando Taemin aprì gli occhi.
“E-ero venuta a svegliarti: l-le lezioni sono f-finite” balbettò lei.
“Mh” annuì lui alzandosi e uscendo dalla stanza.
Bè? Neanche un ‘grazie’ o un ‘perché mi stavi fissando in quel modo?’. Niente?
Shinhae rimase immobile per qualche secondo poi, finalmente, si mosse, mise apposto le pile di fotocopie e andò in mensa per pranzare.

Vista la bella giornata tutti gli studenti della Blue High School sedevano sulla terrazza che dava sull’oceano, uno spettacolo mozza fiato.
Shinhae amava quella scuola proprio per quel motivo: aveva accesso libero al mare, anche durante le ore di lezione. Se, per esempio, mancava un professore, i ragazzi potevano recarsi lì per “studiare”, ovviamente nessuno si dedicava a quell’attività, ma gli insegnanti non ci facevano nemmeno caso.
Si sedette a uno dei tavoli liberi, vicino alla ringhiera, dopo aver preso il suo pasto. Era solita mangiare con i suoi pochi amici, ma tutti, erano assenti: chi per malattia, chi per poter far visita ai genitori. Restava il fatto che lei si ritrovò a mangiare tutta sola.
Iniziò ad addentare qualche pasta, ma venne interrotta da un rumore sinistro, come un lamento soffocato.
Si guardò in giro, ma nessuno sembrava essersene accorto. Poi scrutò in lontananza due figure maschili, chi erano? E che cosa stavano facendo in riva al mare?
Shinhae si limitò a fissarli per qualche minuto e capì che si trattava di due suoi compagni che facevano a botte, come loro solito,poi non ci fece più caso e riprese il suo pranzo spensierata.

Finito di mangiare, portò il vassoio alla cuoca e tornò in camera: aveva ancora un’oretta prima di iniziare le attività pomeridiane.
Si sdraiò sul letto stanca, e chiuse per qualche istante gli occhi.

Sentì qualcuno bussare sul vetro: chi poteva essere? Si alzò lentamente, un po’ intontita.
Andò verso la finestra e l’aprì. Inizialmente non vide nessuno; si sporse un po’ e guardò verso il cornicione, ma ancora niente. Fece per richiudere, ma venne bloccata dalla vista di un ragazzo famigliare: Lee Taemin.
Non fece in tempo a chiedergli il motivo per cui si trovava lì, che le si mozzò il fiato: proprio dietro Taemin si stavano dispiegando due enormi ali bianche, era una vista bellissima. Erano luminose e iridescenti, battevano piano, senza sforzo, e brillavano ai raggi del Sole. ShinHae rimase immobile per qualche interminabile secondo.
Poi decise di parlare: “C-cosa sono?” protese un braccio in avanti per sfiorare quelle che sembravano, anzi no, erano delle ali.
Taemin deglutì rumorosamente e poi sorrise di mala voglia. “Cosa credi che siano?” disse infine.
“A-ali” al pronunciare quelle parole Shinhae sentì il battito cardiaco accelerare.
Ma allora se quelle erano ali, Taemin cos’era? Un angelo?
La ragazza scosse la testa: non poteva esserlo, secondo lei, gli angeli non esistevano.
“Shinhae …” pronunciò quel nome con dolcezza “ … ti devo spiegare un po’ di cose, ma tu non spaventarti,okay?”
Shinhae indietreggiò, ma annui lo stesso. Voleva sapere.
Taemin si accomodò sul cornicione e le sue maestose ali si ritirarono sotto la maglia che non sembrava avere alcun segno, nessuno strappo.
“Io … sono un angelo” sospirò. “Un angelo caduto”

Shinhae sobbalzò. Era tutta sudata e aveva il respiro affannato: era stato solo un sogno. O forse doveva definirlo un incubo? Non sapeva cosa pensare.
Si alzò barcollando e guardò l’orologio: erano già le tre passate e le lezioni del pomeriggio erano ormai perse, decise così di farsi  una bella doccia rilassante per scordare quell’incubo.
Quando entrò nel bagno una follata di freddo la fece rabbrividire: la finestra era spalancata. Eppure ricordava di averla chiusa. Qualcuno era stato lì, ma chi?
La richiuse subito, aprì l’acqua calda e, in poco tempo, il vapore acqueo riempì la stanza non lasciando traccia del freddo di poco prima.
Si tolse con calma i vestiti ed entrò nella doccia; chiuse gli occhi e non pensò più a niente.
Quando uscì, la sua compagna di stanza, Yoo HeMin era rientrata. La salutò con un cenno della mano e si rivestì in fretta.
“Come mai eri assente alle lezioni pomeridiane?” chiese curiosa.
“Mi sono addormentata e non ho fatto in tempo … Scusa, lo so che ti avevo promesso di stare in coppia con te durante biologia”
“Non ti preoccupare, ho avuto modo di conoscere quel Cam di cui si parla tanto, è molto simpatico.” Rise lei.
“Menomale” sospirò sollevata.

*

Il giorno dopo, alle cinque e mezza del mattino, Hae era già in piedi. Uscì di corsa dalla stanza e andò nell’ala ovest del dormitorio, dove alloggiavano i maschi.
Con passo furtivo passò davanti alle varie stanze fino a quella di Taemin e Cam.
Doveva sapere se quel sogno era solo frutto della sua fantasia oppure era reale.
Appoggiò la mano sul pomello della porta; si sentiva così stupida. Non poteva irrompere nella camera di uno sconosciuto solo per averlo sognato. Era ridicolo, eppure qualcosa le diceva che doveva andare in fondo a quella faccenda e, senza pensarci due volte, aprì la porta. Si ritrovò catapultata in un altro mondo. Un profumo di dopobarba le intasò il naso. La stanza era illuminata dalla debole luce che filtrava dalle fessure delle persiane, eppure si vedeva nitidamente.
C’erano due letti poggiati alla parete. Una scrivania al centro e una libreria zeppa di libri scolastici.
Per essere una stanza di due ragazzi era molto ordinata e profumata. Shinhae si meravigliò.
In punta di piedi si avvicinò al letto di Taemin e, come aveva fatto alla fine della lezione di religione, si accovacciò di fianco al letto e lo fissò. Rivide di nuovo quel viso angelico e ne rimase, ancora, affascinata.
Il ragazzo si girò a pancia in giù e Shinhae sobbalzò.
Notò con imbarazzo che Taemin era senza maglia. La schiena scoperta era perfetta, ma all’altezza delle scapole c’era qualcosa: due piccole cicatrici. Proprio nel puntò in cui, nel suo sogno, si erano dispiegate le ali. Allora era veramente un angelo? No, impossibile, avere delle cicatrici sul corpo era normale, pesino lei le aveva: una sul ginocchio e un’altra sul collo.
Si drizzò in piedi e si avviò verso l’uscita.
Prima che potesse varcare la soglia e tornare nel suo letto a dormire, Cam attirò la sua attenzione.
Anche lui aveva la schiena scoperta e, come Taemin, aveva quelle due piccole cicatrici all’altezza delle scapole. Una coincidenza? Non credeva, ma era troppo presto per indagare, l’avrebbe fatto appena le lezioni sarebbero iniziate.

*

“Ragazzi, prestatemi attenzione” l’insegnate di scienze richiamò l’attenzione degli alunni battendo le mani.
Erano sulla spiaggia, quel professore aveva deciso di fare una lezione diversa dalle solite noiose e perditempo.
“Formate delle coppie e, poi, cercate un oggetto che, secondo voi, potrebbe riguardare l’argomento che stiamo studiando, FORZA!” urlò per farsi sentire.
Tutti si accoppiarono. Shinhae, però, rimase sola e, con sua sorpresa, anche Taemin lo era.
Il ragazzo l’affiancò “L-lo facciamo insieme?” chiese timidamente.
“Mh” annuì lei.
Perfetto, non poteva chiedere di meglio: aveva due ore a disposizione per capire se il suo sogno era reale o no.
“Da dove cominciamo?” disse Shinhae.
“Sinceramente non ne ho molta voglia, che ne dici se andiamo laggiù?” indicò un ammasso di rocce alla fine della spiaggia.
Annuì di nuovo.

Arrivati, Taemin saltò su una di esse e porse la mano alla sua compagna di studio per farla salire.
Si sedettero tutti e due e guardarono il mare. Le onde si infrangevano delicatamente sulla riva e il suono era molto rilassante. La ragazza chiuse gli occhi dimenticandosi per un momento su cosa doveva indagare.
“Ti piace?” domandò lui.
“Si, amo il mare, se fosse per me starei ore sulla spiaggia ad ammirarlo” sorrise.
“Anche a me piace molto” ricambiò il sorriso.
Shinhae appoggiò le mani sulla roccia e inarcò la schiena prendendo un bel respiro.
“Adoro il profumo del mare”
Taemin fece lo stesso. Le loro mani si incontrarono, quella di Taemin sfiorò quella di Shinhae e tutti e due si scansarono.
Un’ondata di calore invase il corpo della ragazza e il suo cuore iniziò a martellare, le faceva male il petto talmente batteva forte. Sentì di nuovo quella voglia irrefrenabile di avere quella persona tutta per se, che gli succedeva? Era forse innamorata?
Guardò il ragazzo negli occhi e si sorprese quando vide lo sguardo imbarazzato di lui: aveva le guance rosse e tremava leggermente.
Abbozzò un sorriso per tranquillizzarlo, ma questo non bastò.
Taemin si avvicinò al suo viso. Quando le loro labbra si stavano per sfiorare, però, lui si spostò.
“Non posso, è contro le regole” sussurrò, ma Hae sentì lo stesso.
“Che regole?” domandò.
“Non posso dirtelo, mi dispiace” si alzò, balzò giù dalla roccia e corse verso il resto del gruppo.
Di quali regole parlava? E poi, perché non poteva? Nessuno gli vietava di baciare una ragazza, giusto?
“Ancora tu? Non è possibile!” Cam sbuffò e fece scendere, con un movimento maldestro, la ragazza dalla roccia.
“Io cosa? Non ho fatto niente!” replicò infastidita.
“Si, invece! Stavi per baciare il mio amico!”
“Errato! È lui che stava per baciare me!”
“Non l’avrebbe mai fatto” disse Cam abbassando il tono di voce. “Non può”
“È la stessa cosa che mi ha detto Taemin, ma cosa vuol dire?”
“ Allora è stato veramente lui …” squadrò Shinhae dalla testa ai piedi.
“Bè?!? Che hai da guardare?” chiese irritata.
“Niente, solo che non mi aspettavo … insomma tu non sei un …” si interruppe.
“Non sono un?” insistette lei.
“Niente, lascia stare” concluse e si allontanò.
Shinhae era arrabbiata, anzi furiosa. Se c’era una cosa che detestava era proprio quando qualcuno non finiva le frasi. “Ma che ho di sbagliato?”

*

Quella sera Shinhae non riusciva a chiudere occhio. Continuava a ripetersi in testa la frase di Cam:
tu non sei un …
Un che?
“Che nervi!” si alzò di scatto e aprì la finestra, quella del sogno. Mise un piede sul cornicione e, subito dopo, anche l’altro. Camminò per tutto il tragitto dalla sua stanza a quella di Taemin.
Non osava guardare giù, perché era consapevole che se lo avrebbe fatto avrebbe, inevitabilmente, perso l’equilibrio. Arrivò alla sua finestra e la trovò aperta. Piombò all’interno del locale, ma non vi era nessuno.
I letti erano disfatti, ma dei due ragazzi nessuna traccia.
Tornò nella sua camera passando nuovamente per quel cornicione, ma prima di rientrare guardò verso il basso. Un istante dopo le venne un giramento di testa, un piede scivolò e lei precipitò nel vuoto. Era finita.
Chiuse gli occhi sperando in un miracolo.
Poi sentì qualcuno prenderla, avvolgerla in un abbraccio e, improvvisamente, volò verso il cielo.
Ancora non osava riaprire gli occhi, pensava di essere morta, di trovarsi in paradiso, ma così non era …
“Sei proprio maldestra!”
Quella voce … Taemin.
Lo guardò: aveva un’espressione preoccupata e la accarezzava stringendola fra le sue braccia muscolose.
Shinhae non credeva a quello che vedeva: proprio come nel sogno, dietro Taemin si dispiegavano due enormi ali bianche. Battevano forte e la sorreggevano. Proprio come quando dormiva le vide splendere al chiaro di luna. Una luce argentea avvolgeva la figura di Taemin. Sembrava veramente un angelo. E forse lo era. Ma non stava sognando ancora? Ogni dubbio scomparve quando le labbra di Taemin si poggiarono sulle sue, prima in un bacio dolce e delicato, come l’amore che Shinhae provava per lui, poi si trasformò in un bacio appassionato pieno di sentimento, come l’amore che Taemin provava per lei. Si baciarono a lungo, stringendosi ognuno nelle braccia dell’altro. Il calore tra loro si accese e i loro cuori e le loro anime si sentirono finalmente completi.
Tutta la magia scomparve quando Taemin atterrò sul tetto della scuola. Le immense e possenti ali si richiusero, scomparendo sotto la maglia del ragazzo che sembrava affaticato da quell’azione.
“T-tu sei, veramente, un angelo?” domandò timidamente lei.
“Ebbene si, lo sono … “ il suo sguardo era timido, quasi impaurito.
Pensava che Shinhae, ora che aveva scoperto la verità, avrebbe avuto paura di lui?
Forse doveva veramente avercela, ma il suo cuore le diceva di fidarsi e lei aveva sempre seguito l’istinto e di certo non avrebbe cambiato proprio ora.
“Non avere paura” gli accarezzò la guancia “io mi fido di te” sorrise dolcemente.
Il viso di lui si fece via via più tranquillo. Le si avvicinò nuovamente e la baciò.
Shinhae poteva ritenersi fortunata. Lei, e soltanto lei, aveva avuto il privilegio di toccare con un dito il cielo, di provare la sensazione di sentirsi in Paradiso. Al fianco del suo angelo caduto.
“Se starai con me la tua anima sarà dannata per sempre, lo sai?” disse Taemin con tono triste.
“Soltanto un amore impossibile può essere eterno” sorrise.




Finee! Come vi sembra?
Ammetto che sono molto orgogliosa di questa one shot *^*
Taemin ispira bene *^*
Comunque … se non lo aveste capito, la trama di questa storia è ispirata a Fallen, di Laurent Kate.
Per chi non lo avesse mai letto, glielo consiglio, è molto bello.
Spero vi sia piaciuta. Fatemi sapere.
Auri


 
  
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