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Autore: Helm    21/12/2013    0 recensioni
In questo momento vorrei tornare ad essere la piccola bambina che giocava in giardino, sull'altalena, che però si vedeva fosse diversa dagli altri. Quando i maschi le si avvicinavano anche solo per baciarla sulla guancia, lei si scostava. Preferiva il bacio di una femmina.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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La verità è che non ci rendiamo conto di quello che succede. Del cambiamento del mondo di giorno in giorno; degli alberi che a Novembre hanno ormai perso tutte le foglie; Dei giorni di scuola che passano, senza nemmeno darci il tempo di ambientarci con i nuovi professori, i nuovi bidelli, l’aula nuova. Tutto scorre. Passano i secondi, i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni. Ed eccomi arrivata a quattordici anni, età in cui finalmente apro gli occhi e inizio a capire com’è fatto realmente il mondo. Alla fine immaginavo fosse crudele, ma non credevo così tanto. Fino a qualche anno fa mi bastavano le barbie, i pupazzi e la cioccolata. Adesso mi basta qualsiasi cosa sia appuntita, qualsiasi cosa capace di tagliare, qualsiasi cosa sia capace di farmi uscire sangue da queste cazzo di braccia. Ormai la cioccolata non posso nemmeno guardarla, non la mangio da mesi, la reputo una nemica. Sì, colei che mi ha fatto ingrassare, colei che mi ha fatto diventare anoressica tanto dello schifo che provavo guardandomi allo specchio. Ma il problema, non sono le cicatrici sulle braccia o il ciclo che non ho. I veri problemi sono le cicatrici che ho sul cuore, quelle che davvero ti penetrano dentro, quelle che ti lasciano un segno per tutta la vita. Ormai ci convivo, sono praticamente giornaliere. Sono anche abituata al dolore. E’ una fitta forte forte, una frecciatina, questione di ore, poi le lacrime cessano, dopo aver lacerato le guance. Ormai a scuola mi evitano, quando passo mi chiamano ‘La masochista’. Ma che cazzo volete? Sono affari vostri se ho una vita schifosa, se mi faccio pena, se mi reputo un errore? No, diavolo, no! Prima mi fate del male, mi guardate soffrire, ridete, e poi fingete di preoccuparvi. Ma andatevene tutti a fanculo! Comunque, volevo precisare che ho iniziato a scrivere solamente perché il ticchettio dei tasti sulla tastiera del pc mi eccita, e perché almeno non tengo tutto dentro. In questo momento vorrei tornare ad essere la piccola bambina che giocava in giardino, sull’altalena, che però si vedeva fosse diversa dagli altri. Quando i maschi le si avvicinavano anche solo per baciarla sulla guancia, lei si scostava. Preferiva il bacio di una femmina.
  
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