Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Temari    21/12/2013    0 recensioni
- Non appena le vacanze di Natale si presentarono, il suddetto ragazzino rompiscatole gli aveva fatto sapere - non chiesto, no... Eren non era tipo da fermarsi a riflettere che forse Levi preferiva stare per conto proprio - che sarebbe andato a trovarlo ed avrebbe trascorso con lui le vacanze. -
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! =D
Dopo più di due mesi di blocco finalmente mi è riuscito di scrivere qualcosa, miracolo...!
La fic mi è uscita un po' a casaccio partendo da un prompt random (Muschio) ricevuto su Ask -- credo di averlo preso piuttosto alla larga, pfft, be' almeno fa una comparsa! XD

Note: Modern!Au in cui Levi (20 anni) ed Eren (17) sono amici d'infanzia.

Disclaimer: Pg => vedi pag. profilo. Immagine => Hikariix

Ja ne,
Temari


The Scent of True Cleanness



        Stanco di fare il pendolare ogni mattina per andare all'università, Levi aveva finalmente convinto i suoi genitori a lasciare che trovasse un appartamento (modesto e per cui l'affitto non fosse troppo fuori portata per uno studente) nella città vicina in cui trasferirsi.
        I primi mesi di indipendenza erano stati una manna dal cielo. Quasi non pareva vero, a Levi, di avere completo silenzio in casa (benché in realtà fosse poco più di un buco: tutti i libri che possedeva non avevano speranza di trovare un posto da cui fare bella mostra di loro stessi—erano rinchiusi in una pila di scatoloni nella minuscola camera da letto): poteva studiare senza pericolo di essere interrotto ogni cinque minuti, da sua madre o da Eren, che non perdeva occasione di invadere la sua privacy per lamentarsi di questo o quel professore, o a chiedergli una mano per le materie che non riusciva a seguire da solo.
        Non appena le vacanze di Natale si presentarono, però, il suddetto ragazzino rompiscatole gli aveva fatto sapere - non chiesto, no... Eren non era tipo da fermarsi a riflettere che forse Levi preferiva stare per conto proprio, visto che per lui non esistevano pause natalizie: aveva ben tre esami da dare, subito dopo Capodanno - che sarebbe andato a trovarlo ed avrebbe trascorso con lui le vacanze.
        («Ai miei genitori non dispiace, ne approfitteranno per fare una crociera pre-anniversario, hanno detto!» Aveva avuto il coraggio di aggiungere Eren, tutto contento.)
        Levi aveva sprecato più notti di quel che era disposto a confessare a pensare a scuse da dire ad Eren per fargli cambiare idea, ma tutte erano state scartate con l'imbarazzante ammissione che «... In fondo non ci vediamo da tre mesi, mi manc—», ma si era rifiutato di completare quel pensiero espresso erroneamente ad alta voce.

        Così si ritrovava, il 23 Dicembre, impossibilitato a completare la revisione di un capitolo per il suo esame più pressante perché non faceva che tendere le orecchie ad ogni scricchiolio o passo che potesse indicare qualcuno che saliva le scale o usciva dall'ascensore. Si maledisse ripetutamente, quando si accorse che il tic alla gamba destra era peggiorato al punto da sollevare il tavolo e fargli prendere un accidente per il tonfo.
        Il campanello che echeggiò per tutto il minuscolo appartamento, in quell'istante, gli fece quasi venire un infarto. Nell'alzarsi per andare ad aprire (il richiamo di «LeviLeviLe~vi~!» rese ovvio di chi si trattava senza bisogno di chiedere a voce) Levi si maledisse di nuovo.
        Aperta la porta e fatto un passo di lato per lasciar entrare Eren, in cuor suo il ventenne si aspettava che l'altro gli si appendesse al collo (come facesse, dato che era più alto di lui era un mistero ancora oggi) come era solito fare quando non si vedevano per qualche giorno... il ragazzino era peggio di un koala, a volte; Levi si era già preparato mentalmente all'assalto—
        «... Cos'è quest'odore?» La domanda lo colse completamente alla sprovvista e per un lungo minuto Levi non riuscì a formulare nemmeno mezza parola, così Eren decise di espandere il concetto, credendo che l'amico d'infanzia non avesse capito, «Mi aspettavo di essere preso a pugni dall'odore di lavanda, a casa tua è sempre così.»
        «È questa casa mia, adesso, idiota.» Sbottò quasi immediatamente, perché gettare insulti - che in realtà era più dei nomignoli, ormai - ad Eren era diventata una reazione quasi meccanica. Quando poi Levi tornò abbastanza in sé da processare il resto di quel che aveva detto il diciassettenne di fronte a lui, non poté fare a meno di schioccare la lingua contro il palato ed incrociare le braccia al petto in un gesto stizzito. «E l'odore,» Continuò Levi con una smorfia, imitando malamente Eren, «è muschio bianco, grazie tante.»
        Il più giovane dei due parve non aver colto il tono derisorio rivoltogli dall'altro, o più semplicemente ci era abituato e non ci faceva più caso, «... Ma tua madre—» disse, senza poter finire la frase.
        «Mia madre è mia madre, io sono io.» Disse Levi, senza allentare le braccia incrociate o la 'V' che avevano preso le sue sopracciglia, «... Secondo te per quale motivo non vedevo l'ora di uscire di casa? Non ho mai sopportato quell'odore di lavanda; mi dava la nausea.» vedendo che Eren era in procinto di controbattere - in difesa della madre di Levi, senza dubbio - il ventenne gli diede bruscamente le spalle, facendo segno all'amico di chiudere la porta e seguirlo.
        Dopo poco più di dieci secondi di silenzio, Levi decise di aggiungere «Cosa meglio dell'essenza di muschio bianco fa pensare al pulito?», ma non si aspettava una risposta: era una domanda retorica.
        Eren, non rispose verbalmente; si limitò a scoppiare a ridere, inframezzando le risate con frasi quali «Non posso crederci!» e «È proprio da te criticare tutti, anche tua madre...!».
        Levi, dal canto suo, al sicuro dallo sguardo di Eren - stranamente attento quando si trattava del ventenne -, lasciò che un sorriso gli si allargasse sul viso: non si vedevano da più di tre mesi e la prima conversazione che si trovano a fare ruota intorno al deodorante per ambienti che Levi ha scelto per il suo buco di appartamento... tipico.
        Il pensiero però non lo infastidisce affatto, anzi, è confortante e rassicurante.

 
   
 
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