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Autore: evilkya    21/12/2013    2 recensioni
'Sono una frana. Dovresti mandarmi via'
Kyu si spiazzò, mai nessuno era stato così sincero con lui.
Non sapeva neanche lui perchè, ma gli avrebbe dato un'altra possibilità.
'Sungmin-sshi cerca di non uccidermi la prossima volta'
pairing:KyuMin-
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kyuhyun, Sungmin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I want to feel you


La vita era una merda.
E questa cosa era perfettamente chiara a Cho Kyuhyun, sin da subito.

Sua madre voleva tanto un figlio. Lei e suo padre per circa 10anni ci avevano provato, senza mai ottenere un risultato positivo.
Poi finalmente era rimasta incinta, ma già al terzo mese di gravidanza sorsero i primi problemi.
Sua madre non poteva portare avanti la gravidanza senza rischi per lei o per il feto.
Ma era una donna testarda, e per quanto suo marito si opponesse, aveva deciso di andare avanti, pregando e sperando per un miracolo.
Ma i miracoli, si sa, non avvengono.
Al settimo mese ci fu il distacco improvviso della placenta.
Dopo la corsa in ospedale e l'impegno dei medici a far uscire Kyuhyun indenne, però, sua madre non ce la face a resistere. Morì il 3 Febbraio. Il giorno della nascita della creatura che più voleva al mondo, ma che non avrebbe mai avuto la possibilità di vedere.

Kyuhyun potè uscire dall'ospedale a 3 mesi di vita. Poteva tornare a casa da suo padre, unico membro della sua famiglia. Ma suo padre non era così felice di avere quel bambino a casa.
In fondo era per colpa sua se sua moglie, l'amore della sua vita, era morta.
Lui era un assassino.
E come tale doveva essere trattato.

Kyuhyun non ricordava molto dei suoi primi 5 anni di vita.
Ogni giorno suo padre tornava ubriaco a casa e sfogava la sua rabbia su di lui.
Non era nemmeno tanto sicuro su come sia stato capace di sopravvivere fino ai 5 anni. Non ricordava altro che la rabbia di suo padre che sfociava in violenza, e delle volte anche in abusi.
Mai che gli avesse rivolto una parola dolce.
Mai che gli avesse rivolta un gesto d'affetto.

Il giorno del suo 6^compleanno, suo padre tornò a casa più arrabbiato del solito. Erano 6anni che viveva senza sua moglie per colpa di quel bimbo.
Non gli importava che era suo figlio.
Non gli importava che avesse solo 6 anni.
Quel giorno tornò a casa con l'unico scopo di porre fine a quello strazio.
Colpì più e più volte Kyu con un bastone, lasciandolo a terra in una pozza di sangue, per poi togliersi la vita con un colpo di pistola.
L'ultima cosa che Kyuhyun vide fu proprio l'immagine di suo padre che si suicidava.

Dopo quell'episodio, Kyuhyun si risvegliò in un letto di ospedale. Solo.
Era rimasto solo.
Quando aprì gli occhi si rese conto che non riusciva a vedere nulla.
Era tutto nero.
Gli venne un attacco di panico.
Nonostante non vedesse nulla, aveva ancora impressa l'immagine del padre morto.
Non voleva più vederlo.
Un medico entrò nella sua stanza, cercando di calmarlo. Ma solo dopo averlo sedato riuscì a tenere il bambino sotto controllo.
Non sapeva cosa dirgli.
Come si spiega ad un bambino di 6 anni, solo al mondo, che non avrebbe visto mai più la luce del sole?
Non c'erano espressioni o giri di parole che potessero attutire il dolore.
La realtà era quella.
Kyuhyun era diventato cieco.

Dopo essere rimasto in ospedale per parecchi mesi, Kyuhyun fu affidato alle cure di un orfanotrofio.
Ci rimase fino ai 15 anni.
In quel luogo c'erano bambini che andavano e venivano.
Kyuhyun non parlava spesso con gli altri bambini.
Molti di loro avevano paura di lui.
Altri non sapevano semplicemente come comportarsi, quindi lo evitavano.
Altri ancora lo prendevano in giro.
Pochi riuscivano ad essere davvero suoi amici, ma con sua grande sfortuna, la maggior parte dei bambini che si avvicinava a lui veniva poi adottato, lasciandolo nuovamente solo.
All'inizio anche lui sperava che prima o poi una famiglia fosse venuta prenderlo. Ma ben presto si rese conto che nessuno avrebbe mai voluto un figlio cieco.
Sperare era inutile.

C'era però qualcosa che gli dava ancora la forza di lottare contro quella che molti non avrebbero nemmeno definito vita.
La musica.
Kyuhyun aveva un talento naturale per la musica.
Nonostante non vedesse, sapeva suonare molti strumenti,anche se il suo preferito rimaneva il pianoforte. Era capace anche a comporre la musica.
Una musica bellissima.
Anche se straziante.

Quando aveva 15 anni l'orfanotrofio venne chiuso, e Kyuhyun fu costretto ad andare in un altro istituto. Li non era il benvenuto. I proprietari non volevano prendersi la responsabilità di prendersi cura di un cieco, così misero subito in chiaro un paio di cose: Kyuhyun avrebbe dovuto imparare a provvedere da se senza l'aiuto di nessuno.
Questa cosa non pesava molto all'ormai ragazzo.
Era abituato ad essere solo.
Era abituato a non chiedere aiuto a nessuno.
E fin quando aveva un pianoforte, lui poteva sopportare tutto.

A 17 anni, quasi per scherzo, inviò una sua composizione ad un casa discografica, dopo aver sentito l'annuncio in TV.
La sua musica piacque così tanto che il produttore in persona si presentò all'istituto dove alloggiava, chiedendo la possibilità di prendersi cura di lui.
Neanche a dirlo, i proprietari furono più che felici di lasciar andare Kyu, soprattutto dopo aver ricevuto un ingente somma di denaro.

La casa discografica diede un appartamento a Kyu, la possibilità di finire gli studi con un insegnate privato e qualcuno che si prendesse cura di lui, durante il giorno.
Il tutto ricevendo in cambio quelle composizioni favolose che riusciva a produrre.

Per lui sembrava il paradiso.
Finalmente un po' di fortuna in quella sua vita.
Ma no. Essere felice evidentemente non era il suo destino.

Appena trasferito nella sua nuova casa, ebbe modo di conoscere la persona che avrebbe avuto il compito di prendersi cura di lui.
Era un uomo di mezz'età, con moglie e figli che, perso il lavoro, aveva deciso di accettare il gravoso compito di aiutare un ragazzo cieco.
All'inizio andava tutto per il meglio.
Kyu si affezionò a lui, come se fosse davvero suo padre.
Ma poi si rese conto che quell'uomo assomigliava davvero a suo padre, più di quanto lui si immaginasse.

Dopo 1 anno di abusi, finalmente Kyuhyun ebbe la forza di dire tutto al produttore, l'unica persona che somigliasse vagamente ad un amico, che denunciò l'uomo.
Da allora chiunque fosse stato assunto ed avesse solo sfiorato per caso Kyuhyun, veniva licenziato.

Kyuhyun ormai aveva 22 anni. Era piuttosto famoso nell'ambito della musica.
Ma nessuno l'aveva mai visto.
Non usciva mai di casa.
Non aveva amici, ne tanto meno ne voleva.

Quel giorno era seduto al piano componendo,come sempre, quando qualcuno bussò alla porta.
Mai nessuno bussava alla porta.
L'unica persona che gli venisse a fare visita era il produttore ed aveva le chiavi.
Quindi decise che non gli importava chi fosse, lui non avrebbe aperto.
Ma il campanello continuava a suonare, imperterrito, e gli ricordò che forse era il nuovo assunto.
L'ultimo era stato licenziato più di un mese prima.
Kyuhyun aveva insistito a non voler nessuno, ma il produttore non voleva che lui rimanesse completamente solo. Ma non aveva trovato nessuno disposto ad accettare quel lavoro.
Evidentemente fino a quel momento.

Kyu si alzò e si avviò alla porta.
Tutto ciò che era presente in quella casa aveva un posto preciso. Nulla poteva essere mosso.
Perchè tutto era memorizzato nella testa di Kyu, in modo tale da permettergli di camminare senza aiuto per casa sua.
'Chi è?'
Chiese scocciato.
'Sono qui per il lavoro. Scusi ho dimenticato le chiavi'
La voce era maschile, e sembrava quella di un ragazzo. Che già partiva male.
Ancora più scocciato Kyu aprì la porta.
'Entra'
E si spostò per lasciarlo entrare.
'Non toccare nulla' Aggiunse dopo poco.
'Mi scusi per il disagio, ma ero di fretta ed ho dimenticato le chiavi'
'Non deve più capitare. Non posso interrompere la composizione per venirti ad aprire la porta'
'Si lo so, mi scusi'
Kyu poteva sentire il dispiacere nelle parole del ragazzo.
'Ho parlato con il suo produttore che mi ha spiegato il lavoro. Lei è Kyuhyun-sshi giusto?Piacere io sono Lee Sungmin'
Di sicuro aveva allungato la mano. Kyu ne era certo.
Ma la evitò con cura.
'Sono di la. Non disturbarmi'
Disse freddamente, lasciando il ragazzo solo nel soggiorno.

Dopo una settimana nella quale il ragazzo lavorava la, Kyu poteva ben dire che Sungmin era l'ennesima disgrazia che gli era capitata.
Non sapeva perchè ancora non l'aveva mandato via, forse solo perchè il produttore glielo aveva chiesto come favore personale, ma oramai era arrivato al culmine.
Proprio mentre stava componendo una nuova musica aveva sentito un rumore di qualcosa che di infrangeva, distraendolo. Si alzò infuriato correndo in cucina per capire cosa fosse successo, quando inciampò in una sedia che non doveva essere li.
'Cazzo che male!!' Disse saltellando su di un piede.
'Cosa ci fa questa sedia qui? Sungmin quante volte devo dirti che non devi spostare le cose?E cosa diavolo hai rotto questa volta?'
'Kyuhyun-sshi ti sei fatto male?Oddio mi dispiace stavo pulendo,ma poi mi sono ricordato che non avevo messo la pentola sul fuoco, così ho lasciato la sedia qui, ma poi mi sono ricordato che avevo lasciato la sedia qui e per correre a spostarla ho lasciato cadere i piatti'
'Tu distruggerai prima la mia casa e poi mi ucciderai!!'
Disse Kyuhyun ancora dolorante.
'Kyuhyun-sshi per favore siediti, vado a prendere del ghiaccio'
Kyu si sedette sulla sedia che aveva colpito, ancora bestemmiando mentalmente Sungmin.
Doveva mandarlo via, quel giorno stesso.
'Eccomi'
Sungmin gli mise il ghiaccio sul piede con non poca delicatezza.
'Aiaaa vuoi darmi il colpo di grazia?'
'Scusami mi dispiace'
Disse il ragazzo.
Dal tono di voce Kyu capì che era davvero dispiaciuto e forse anche sul punto di piangere.
'Sono una frana. Dovresti mandarmi via'
Disse poi.
Kyu si spiazzò, mai nessuno era stato così sincero con lui.
Non sapeva neanche lui perchè, ma gli avrebbe dato un'altra possibilità.
'Sungmin-sshi cerca di non uccidermi la prossima volta'
Kyu intuì che Sungmin stava sorridendo.
'Grazie mille'
Sussurrò.

Ormai era un mese che Sungmin lavorava da Kyu.
E puntualmente ogni mattina dimenticava le chiavi.
Ormai per Kyu era un abitudine.
Dopo che la sveglia suonava, andava in bagno, si lavava e si posizionava davanti la porta, aspettando che il ragazzo arrivasse.
E così fece anche quel giorno.
'Scusami Kyuhyun-sshi, sono uscito di fretta ed ho dimenticato..'
'Le chiavi. Si lo so. Entra, muoviti ho fame'
Kyu concluse la frase e chiuse la porta.
Dopo qualche minuto la colazione era pronta.
Anche se era un gran pasticcione Sungmin era molto bravo a cucinare, e quello era un buon motivo per non licenziarlo.
'Kyuhyun-sshi stavo pensando...hai finito vero la composizione dell'ultimo album?'
'Si, perchè?'
'Quindi sei in una specie di vacanza?'
'Beh diciamo di si...'
'Fantastico!Che ne dici di andare in giro oggi?'
Kyu strabuzzò gli occhi.
Non usciva di casa da anni.
E soprattutto mai nessuno gli aveva chiesto di uscire da casa.
Chi avrebbe mai voluto portare in giro un povero cieco?
'No' rispose secco.
'Perchè no?Dai oggi è una bellissima giornata, e possiamo andare al parco, e poi mangiare fuori. Kyuhyun-sshi hai davvero bisogno di un po' d'aria! Casper ha più consistenza di te!'
'Chi è Casper?'
'Un fantasma'
'Quindi mi stai dicendo che sembro un fantasma?'
'Già'
Kyu rise.
Gli piaceva la sincerità di Sungmin.
'Divertente, ma la mia risposta è ancora no'
'Ma perchè?'
Perchè era spaventato.
Anche se non lo disse ad alta voce, ma Min lo intuì comunque.
'Non ti lascio in mezzo la strada. Sarò i tuoi occhi'
La voce calorosa di Sungmin lo convinse.
Aveva paura.
Ma poteva farcela.
Così annuì.
'Che bello. Ed ora forza, facciamoci belli'
Sungmin si alzò e prese la mano di Kyu, che però al contatto si irrigidì e la allontanò subito.
Era stato un riflesso incondizionato. Non gli piaceva essere toccato, ma la mano di Sungmin era diversa da tutte quelle che l'avevano toccato fino a quel momento.
Sungmin parve dispiaciuto da quel gesto, ma cercò di non farsene accorgere, inutilmente.
'Non ho bisogno del tuo aiuto, grazie'
Kyu si alzò e andò nella sua stanza, con il cuore che gli batteva a mille.

Dopo mezz'ora uscì e chiamò Sungmin.
'Eccoti. Wow sai abbinare gli abiti meglio di me. Come fai?'
A qualcuno quella domanda poteva sembrare offensiva, ma Kyu capì la curiosità sincera di Sungmin, e si mise a ridere.
'Quando il produttore mi porta i vestiti mi dice il colore, e io li sistemo già abbinati. E anche quando la lavanderia me li riporta, me li lascia abbinati'
'Geniale. Io non ci sarei mai arrivato'
'Si, non ne avevo dubbi. Allora...andiamo?'
'Certo. Ma, forse dovremmo sistemare un po' questi capelli'
'Cos'hanno che non va?'
'Bhe sono un po' troppo lunghi e spettinati'
'Oh..bhe vado a prendere una spazzola'
'Kyuhyun-sshi, posso?'
Sungmin si era avvicinato a Kyuhyun, e gli aveva chiesto il permesso per poterlo toccare.
Il cuore di Kyu ricominciò a battere velocissimo.
Una parte di lui era diffidente.
Ma dall'altra voleva che Sungmin lo toccasse.
Annuì incerto, e dopo qualche secondo sentì le mani di Sungmin tra i suoi capelli.
Non fece altro che spazzolarli con le sue dita, ma quel semplice gesto lasciò Kyu sulle spine tutto il tempo.
Quando ebbe finito, Min si allontanò da lui, dicendogli 'Perfetto. Ora sei pronto. Possiamo andare' avviandosi verso la porta e lasciando Kyu dietro, con il cuore che gli martellava nel petto.

Una volta usciti di casa era impossibile che Sungmin non toccasse Kyu.
Per quanto potesse dargli le indicazioni a voce, spesso gli aveva toccato il braccio per indirizzarlo. Ma tutte le volte aveva cercato di essere il più delicato possibile, limitando il tocco a qualche decimo di secondo.
Kyu apprezzò molto quelle sue accortenze.

'Kyuhyun-sshi sediamoci su quella panchina'
Erano arrivati al parco.
Kyuhyun era contento di aver dato retta a Sungmin.
Fuori l'aria aveva un altro sapore.
Tutti quei rumori, odori...lo rendevano vivo.
Erano seduti già da un po' in silenzio sulla panchina quando sentì un peso sulla spalla.
Ci mise solo un attimo per capire che Sungmin si era addormentato.
Il suo istinto gli diceva di scrollarselo da dosso...ma non voleva.
Sungmin era l'unico che fino a quel momento lo aveva toccato gentilmente. Senza altri fini. Poteva sentire la purezza di ogni gesto di quel ragazzo.
Sungmin emanava onde positive...e lui riusciva a percepirle tutte.
Lo lasciò dormire sulla sua spalla, ma quando iniziò a fare fresco e la spalla si era ormai addormentata, decise di svegliarlo.
'Sungmin. Ehi Sungmin. Sveglia mi stai facendo male. MIN!!'
'Mmmmh?'
Kyu aveva sentito la testa di Min sollevarsi dalla sua spalla.
'Dove sono?'
'Al parco'
'Al parco? perchè? Oddiooo Kyuhyun-sshi mi dispiace'
Kyuhyun iniziò a ridere.
'Perchè ridi? Non sei arrabbiato?Ti ho trascinato qui e poi mi sono addormentato sulla tua spalla...oddio'
'No, non sono arrabbiato. Anzi, grazie. Mi piace stare qui. Anche se mi fa male la spalla'
'Scusa. Ma mi fa piacere che il parco ti piaccia. E' il mio posto preferito'
Stettero in silenzio per un po' prima che Kyu iniziasse a parlare.
'Come mai sei così stanco?'
'Ah..bhe...quando torno a casa mi tocca studiare, e spesso faccio tardi'
'Quanti anni hai Sungmin?'
'24'
'E cosa studi?'
'Medicina. Voglio diventare pediatra'
Kyuhyun rimase colpito. Conosceva così poche cose di Sungmin.
'Perchè pediatra?'
'Mio fratello è morto quando era ancora piccolo a causa di un medico incompetente'
Kyu notò che non c'era rancore nelle sue parole, solo tanta determinazione
'Mi dispiace'
'No, non ti preoccupare. Mi fa piacere che tu me l'abbia chiesto, così sembra che non ti sia tanto antipatico'
Rise.
'Non mi sei antipatico'
'Meno male'
Aggiunse poi sarcastico.
'Non sto scherzando. Se non mi fossi andato a genio ti avrei cacciato dopo un giorno'
'E invece sono ancora qui'
Disse Sungmin scherzando.
'Già'
'Kyuhyun-sshi...perchè non vuoi che la gente ti tocchi?'
Kyuhyun non rispose subito.
In verità non sapeva cosa rispondere.
'Se non vuoi dirmelo non fa nulla...'
'Non mi fido delle persone'
'Viva la diffidenza...'
'Ho le miei buone ragioni'
Sungmin avrebbe voluto ribattere, ma stette zitto.
'E i tuoi genitori?'
'Mio padre ci ha abbandonati. Siamo solo io, mia mamma e un altro mio fratello più piccolo. Mia mamma da sola non ce la fa a coprire tutte le spese, quindi le do una mano io'
'Ecco perchè studi di notte?'
'Già'
'Ma potresti stare da me solo mezza giornata, e il pomeriggio passarlo a studiare. Non è necessario che resti. Non preoccuparti per il salario non cambierebbe'
'Grazie Kyuhyun-sshi, sei molto gentile, ma non mi va di lasciarti solo in quella casa'
Kyuhyun rise.
Anche se non voleva ammetterlo si stava affezionando a lui.
'Allora studia a casa mia'
'Cosa? Posso?'
'Certo. basta che non mi disturbi...'
Sungmin rise.
'Sai Kyuhyun-sshi pensavo davvero che tu fossi una persona strana, ma non pensavo così strana'
'Strano è un complimento per me'
'E come tale lo devi prendere. Sei uno strano bello'
Kyuhyun rise di cuore.
'Hyung anche tu sei uno strano bello'
'Hyung?'
Kyuhyun non si era nemmeno reso conto di averlo chiamato così.
'Scusa...'
'Nono, mi fa piacere..Kyu'
Min rise.
E anche Kyu.

'Arrrrrrrrrrrrrrr'
'Hyung che succede?'
Kyu aveva deciso di prendersi una pausa dal piano ed era seduto accanto a Sungmin sul divano.
Il più grande stava preparando il suo ultimo esame.
Ormai erano passati sei mesi dalla loro uscita al parco, e i loro rapporti si erano fatti più amichevoli, anche se Kyu tendeva sempre a nascondersi dietro un muro di diffidenza, ogni qual volta Min cercava di chiedere di più della sua vita.
'Non riuscirò mai a passarlo quest'esame'
'Hyung dici così ogni volta'
'Ma questa volta lo dico davvero'
'Anche questa non mi è nuova'
'Meglio che mi prenda anche io una pausa. Hai fame?Preparo qualcosa'
'Si, grazie'
Sungmin si alzò dal divano e così fece anche Kyuhyun, seguendolo con cautela in cucina.
Aveva imparato che per quanto Min ci provasse, non riusciva a non spostare qualcosa,quindi puntualmente lo faceva inciampare in qualunque oggetto.

Mentre era seduto al tavolo della cucina, ascoltando Sungmin che cucinava, per la prima volta in vita sua era curioso.
Come era diventato lui durante gli anni?
E che aspetto aveva Sungmin?
'Hyung? Come sono fatto?'
'Sei arrogante e acido...ma delle volte anche simpatico e dolce'
'No, hyung, dicevo d'aspetto..comunque grazie del complimento'
'Ahaha scherzavo. Ma in che senso d'aspetto?'
'Bhe di che colore sono i miei occhi, i miei capelli. Il naso è lungo, a patata...sono alto, basso...in questo senso!!'
Kyu sentì Min avvicinarsi, mentre il suo cuore perdeva un battito.
'Prova a capirlo da solo'
Sungmin prese con cautela le mani di Kyu (era ancora riluttante a farsi toccare) e gliele poggiò sulla faccia.
'Cosa dovrei fare?'
'Cerca di capire come sei fatto'
Kyu iniziò a toccarsi il volto.
Prima il naso, poi gli occhi, le orecchie, i capelli...
'I tuoi capelli sono castani, così come i tuoi occhi'
'E nel complesso, sono carino?'
Kyuhyun rise alla sua stessa domanda.
'Si, sei proprio un bel ragazzo'
Min rispose in imbarazzo, facendo ridere ancora di più Kyu.
'Forza alzati e confronta da solo le nostre altezze'
Kyu si alzò avvicinandosi al più grande.
'Ma sei bassissimo!!'
'Ehi sei tu che sei troppo alto!!'
Kyu si trovò di fronte Min, rossissimo, gli fece un'altra domanda.
'Hyung...come sei fatto tu?'
Kyu sentì Min sorridere.
'Capiscilo da solo'
Kyu timidamente alzò le mani e cercò il viso del suo hyung.
Prima si soffermò sui capelli, lisci e corti.
Poi sulle orecchie.
Gli occhi.
Il naso.
Le labbra...Kyu si soffermò sulle labbra qualche secondo in più.
Erano così soffici, delicate. Perfette.
Sotto il suo sotto, quelle stesse labbra si erano aperte in un sorriso.
'Che ne pensi?'
Aveva chiesto il più grande.
Kyu si sentì arrossire.
'Non sembri questo granchè'
'Hai bisogno di più pratica, in verità sono molto carino'
Kyu stava per dire che a lui non sembrava solo carino, ma non voleva imbarazzarsi ancora di più.
'Spaccone. Se sei così carino perchè non hai la ragazza?'
'E chi te lo dice che io non ce l'abbia?'
Kyu si gelò.
Non sapeva il perchè, ma non voleva che Min avesse una ragazza.
Non voleva che Min stesse con qualcuno, toccasse qualcuno, sentisse qualcuno...
Perchè quel sentimento di possessione?
Cos'era quel peso al cuore?
'Ehi Kyu sto scherzando!Non ce l'ho la ragazza. Mi dici dove avrei il tempo di averla la ragazza?Sto sempre con te!E poi...'
Kyu riprese a respirare.
'E poi?'
'Bhe..in verità...sarebbe 'ragazzo' no 'ragazza'...'
'Ah'
'Mi dispiace, forse avrei dovuto dirtelo prima che ero gay...ora ti sentirai a disagio, lo sapevo. Dovevo stare zitto...'
'Hyung calmati, non mi importa. Non fa alcuna differenza'
'Davvero?'
'Davvero'
'Ah meno male'
Stettero qualche minuto in silenzio a mangiare quando Min ricominciò a parlare.
'Kyu, sei sempre stato...beh, così?'
'Cieco?'
'Si'
'No. Lo sono diventato a 6 anni'
'Oh!Come mai? Una malattia?'
Si.
Era quella la risposta che dava in genere.
Ma a Min non voleva mentire.
'No. Una bastonata che ha lesionato irrimediabilmente i miei occhi'
'Una bastonata??'
Min era incredulo.
'Già. Mio padre mi colpì con violenza alla testa, e poi si tolse la vita'
'E tua mamma?'
Chiese Min esitante.
'E' morta nel darmi alla luce'
Nella stanza calò il silenzio, rotto solo dal pianto soffocato di Min.
'Hyung non dovresti piangere tu...'
'Scusami, mi sarei dovuto fare i fatti miei'
Ma Kyu era contento di essersi aperto a Min.
E soprattutto era contento perchè nella prima volta nella sua vita, c'era qualcuno che piangeva per lui.


Era il giorno dell'ultimo esame di Min.
Kyu non era riuscito a stare fermo nemmeno un attimo.
Andava su e giù per la casa, in attesa che il suo hyung tornasse.
Non sapeva di preciso che ore fossero, ma era sicuro tardo pomeriggio quando qualcuno aprì la porta.
'Hyung, sei tu?'
'Si Kyu sono io'
'Allora'
Kyu sentì Min avvicinarsi, mentre la sua ansia saliva.
'Ce l'ho fatta!!!'
'Uaaaaaaaaaaaaaaaaaa'
Kyu non ci pensò un attimo e abbracciò il più grande.
Stava abbracciando qualcuno.
Stava abbracciando Sungmin.
E in quel momento capì che avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non staccarsi da lui.
'Kyu..'
Sungmin era incredulo.
Ma stava ricambiando l'abbraccio, stringendolo forte.
Dopo un po' Kyu si allontanò e portò le sue dita sulle labbra dell'altro, che stavano sorridendo.
Dopo di che le spostò e ci posò su le sue labbra.
Quando si staccò disse imbarazzatissimo 'Spero non ti sia dispiaciuto'
Min rise rispondendo, 'In verità non potrei essere più felice'
Anche Kyu sorrise, avvicinandosi di nuovo al suo hyung, che questa volta partecipò al bacio, rendendolo più profondo ed intenso.
Kyu non si sarebbe mai voluto allontanare da quelle labbra. Non si sarebbe mai voluto allontanare da Sungmin.

Finalmente il fatidico giorno della laurea di Min arrivò.
In quel periodo era sempre impegnatissimo, e passava sempre meno tempo con Kyu.
Ma di fatto ormai i due vivevano insieme, e il fatto che la notte dormiva abbracciato al suo hyung, era più che sufficiente al più piccolo.
Nel tempo libero Min portava sempre più spesso Kyu in giro.
Gli aveva fatto incontrare la sua famiglia, i suoi amici.
Tutti l'avevano trattato più che bene, ma era sicuro che alle sue spalle molti cercassero di far aprire gli occhi a Min: perchè mai avrebbe dovuto passare la vita con un cieco?
Kyu era innamorato di Min (anche se non gliel'aveva mai detto) e non voleva essere di peso. Quindi, in un giorno in cui Min era impegnato, si era sottoposto ad una visita specialistica.
Il medico gli aveva detto che con le nuove tecnologie forse c'era una speranza per lui. Era minima, ma c'era. Kyu ne parlò con Min che si oppose categoricamente. Non voleva che lui si sottoponesse a nessuna operazione.
Kyu lasciò cadere il discorso, almeno fino a quel momento.
Era sul letto e stringeva tra le sue braccia il suo neo laureato fidanzato.
'Ho deciso di sottopormi all'operazione'
'Kyu ne abbiamo già parlato. No'
'Min è una decisione mia. Si'
'Perchè lo vuoi fare?'
'In che senso perchè? Non è ovvio?'
'Per me no, spiegamelo'
'...non voglio essere un peso per te'
'Kyu non sei un peso per me'
Ma Kyu non lo ascoltò e continuò.
'Voglio poterti vedere. Cosa c'è di sbagliato tentare?'
'C'è di sbagliato il fatto che nelle tue priorità ci sono IO no TU. Se vuoi davvero farlo lo devi fare per TE non per ME. Non voglio che tu soffra per causa mia'
Min aveva iniziato a piangere.
'Min perchè fai così? Ovvio che tu sei la mia priorità..tu sei tutta la mia vita'
'Ed è sbagliato'
Kyu strinse il suo hyung ancora di più.
'Non sto cercando il tuo permesso. Ho già deciso'
'Ho letto la cartella clinica'
'Cosa?'
Kyu era stato attento a nasconderla. Non voleva rivelare i dettagli dell'operazione a Min.
'Non avrei dovuto...ma quando mi hai detto dell'operazione, l'ho cercata e l'ho letta. Kyu è un'operazione rischiosa e dolorosa. Le probabilità di successo sono scarsissime, e se dovesse andare male sarà molto doloroso per te. Non voglio che tu soffra perchè non vuoi essere un peso per me'
Kyu non riusciva ad essere arrabbiato con Min.
'Ci devo provare'
Min continuava a singhiozzare.
'Voglio vedere la tua espressione quando sei triste. Quando sei felice. Quando sei sorpreso. Quando sei perplesso. Quando sei pensieroso..Voglio guardarti negli occhi mentre ti dico 'ti amo' e voglio vederti sorridere dopo che l'ho detto'
Min tacque per assorbire a pieno le parole di quella confessione.
'Anche io ti amo'

Qualche anno dopo
'Sono tornato!!Oddio che serata inutile'
'Queste cene sono sempre inutili. Ben tornato'
Il più grande si avvicinò al più piccolo e gli scoccò un bacio sulle labbra.
'Sei pronto? Abbiamo l'aereo tra qualche ora'
'Si'
I due presero un taxi che li portò all'aeroporto, e di li partirono per un'isola incontaminata dell'Oceano Pacifico.
Il viaggio durò qualche ora, durante il quale Kyuhyun dormì per la maggior parte del tempo.
Sungmin invece si mise a pensare agli ultimi anni della sua vita.
Dopo che aveva accettato come lavoro di assistere ad un ragazzo cieco, la sua vita era letteralmente cambiata.
Non si sarebbe mai immaginato di trovarsi di fronte una persona come Kyu.
Di innamorarsi di una persona come Kyu.
E invece era successo.
E dopo un po', era stato anche ricambiato.
A lui non pesava per nulla stargli accanto.
Certo, era da ipocrita affermare che delle volte non era faticoso stargli vicino, ma se l'alternativa era quello di lasciarlo, bhe...non ne aveva la minima intenzione.

La loro storia però non era andata sempre rose e fiori.
Kyu aveva deciso di sottoporsi ad un'operazione rischiosa solo per lui, per non essere di peso a lui.
L'operazione era andata bene.
Dopo qualche settimana Kyu aveva riacquistato la capacità di vedere.
La prima cosa che vide fu proprio Sungmin.
Tra le lacrime, gli prese il volto tra le mani e gli sussurrò 'ti amo'.
Min non poteva essere più che felice.
Ma Kyu soffriva. Tremendamente.
Quegli occhi gli facevano male.
La luce del sole lo accecava.
All'improvviso aveva lampi di luce avanti gli occhi o momenti di completa oscurità.
Quando ritornarono a controllo, il medico disse che gli occhi di Kyu non stavano reagendo all'operazione come loro speravano.
E quindi con il tempo avrebbe di nuovo perso la facoltà di vedere.
Per Min fu un colpo duro.
No perchè Kyu sarebbe diventato un peso, ma perchè dopo essersi illuso avrebbe di nuovo sperimentato il buio perpetuo.
Kyu d'altra parte era devastato.
Sarebbe di nuovo stato soggetto alle cure del fidanzato dopo aver sperimentato l'autonomia.
Così decise di lasciarlo.
Non voleva più tenerlo legato a se.
Ma loro due non potevano essere separati.
Erano legati da un filo invisibile che li avrebbe tenuti per sempre insieme. Fino alla fine.
E così, questa volta, Kyu cadde nelle tenebre con l'immagine di Sungmin ben impressa nella mente.

L'aereo era in procinto di atterrare.
Quella era la prima vacanza che Sungmin aveva avuto dopo essere diventato pediatra, ed aveva scelto quel luogo con cura.
Una volta usciti dall'aeroporto, presero un taxi che li portò a destinazione.
Un cottage su di una spiaggia deserta.
Davanti a loro solo il mare.
E nient'altro.
Min era affacciato al balcone quando sentì Kyu affiancarlo.
'Allora Min, dimmi...cosa c'è in questo posto?'
Min si girò e l'abbracciò.
Forte.
'Nulla Kyu. Credimi, proprio nulla'
  
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