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Autore: F l a n    21/12/2013    6 recensioni
[Ispirata al film "You've Got Mail|C'è posta per te"]
Dicembre 1998.
Kurt Hummel possiede un negozio di musica molto rinomato a New York, ma quando un giorno Blaine Anderson minaccia di aprire un mediastore della sua grande catena proprio di fronte a quello di Kurt, quest'ultimo rischia di chiudere e di perdere anni di attività ed impegni. Nel frattempo, Kurt ama passare il tempo a scambiarsi e-mail con un uomo conosciuto per caso in una chat chiamato "Wabler152", quello che non sa, è che questo "Warbler152" potrebbe essere più vicino di quanto non crede...
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note iniziali/Premessa: Salve a tutti. Ebbene sì, sono tornata. Mi sono presa una lunga e immensa pausa - non propriamente voluta - dal mondo delle fanfiction. Diciamo che la preparazione della tesi, il blocco scrittorio, problemi e mancanza d'ispirazione non hanno aiutato.
Ma ora sono di nuovo qua, con una long praticamente finita e che aggiornerò una volta a settimana. Ancora devo ben decidere quale giorno tenere per gli aggiornamenti.
La fanfiction è una AU ispirata al film "C'è Posta per Te" con Tom Hanks e Meg Ryan e spero per voi che lo conosciate, perché altrimenti vi state perdendo una delle commedie più belle degli ultimi vent'anni, a mio giudizio.
Il primo capitolo è molto simile all'impronta data dal film, ma piano piano se ne distaccherà. Ho deciso di tenere l'ambientazione nel 1998, visto che la trovavo più particolare ed è principalmente una delle caratteristiche che mi affascinano di più del film.
Per quanto riguarda la stesura, ho scritto questa fanfiction per la challenge del Big Bang Italia e può essere che alcuni di voi l'abbiano "pescata altrove", ma nel caso vi consiglio di rileggerla perché grazie alla betatura di Rosenlight che ringrazio infinitamente, sono riuscita a migliorarla. Il finale è ancora in stesura, tuttavia non dovrei fare pause tra il postaggio di un capitolo e l'altro.
Per il momento ho messo come rating "Arancione", ma potrebbe variare in futuro. 
Infine, mi sembra giusto linkare la fanart di Rosenlight ispirata alla fanfiction, sempre per il big bang italia, è bellissima ;_; e non posso postarla qui perché prenderebbe troppo spazio, quindi eccovela direttamente da tumblr: *fanart* *click*
 

Capitolo 1: Nickname
 

 New York, 4 Dicembre 1998
 
C’era una cosa che Kurt Hummel faceva ogni mattina, non appena metteva giù i piedi dal letto: si avvicinava al proprio portatile, attaccava la spina e lo accendeva, aspettando con pazienza – tanta pazienza – che si caricasse. Dopo di che si connetteva ad internet.

Internet.
 
Quella meravigliosa invenzione che aveva rivoluzionato un’era, che poteva metterti in contatto con chiunque, dal vicino di casa all’amico dall’altra parte del mondo: Kurt pensava che internet avesse un potere a dir poco straordinario e che, prima o poi, avrebbe davvero fatto la differenza nella vita di tutti.
 
Ma entusiasmo a parte, per Kurt Hummel internet era più che un semplice strumento di ricerca: la cosa più interessante era la posta elettronica.
Poteva sembrare un’invenzione banale, ma quanto era più facile scambiarsi idee tramite lettere virtuali con persone che non potevi avere al tuo fianco?
Lo scopo, ovviamente, non era solo quello, non era facile rimanere connessi per troppo tempo, anzi. La connessione era qualcosa di terribilmente lento e Kurt doveva aspettare con tanta pazienza che il pc riuscisse a caricare tutto, ma non poteva non provare un brivido di leggero appagamento non appena leggeva quelle quattro semplici parole:
 
“C’è posta per te”
 
Un sorriso gli appariva immediatamente sul volto assieme alla voglia di saltellare qua e là, preso dalla gioia. Era sempre un buon modo per cominciare le sue giornate.
 
“Amore?” una voce lo fece sussultare, scattando con la schiena dritta e gli occhi ben attenti.
 
Ma Kurt non viveva da solo, e ogni tanto era costretto a chiudere il suo portatile prima che James, il suo attuale compagno – o qualcosa del genere, non era ancora sicuro di poterlo definire come tale, - facesse il suo ingresso nel salotto.
 
“Buon giorno… Come mai non ti ho trovato a letto?” disse, circondandolo da dietro con le braccia e dandogli un leggero bacio sul collo. James era un bravo ragazzo, ma per i gusti di Kurt a volte era troppo ossessivo. Non c’era niente di male in quelle piccole quotidianità, ma il desiderio pungente e costante di aprire il pc non faceva altro che martellargli insistentemente nella testa.

“Volevo prepararti la colazione,” rispose Kurt, sorridendogli e staccandosi lentamente da lui, “ma a quanto pare la prepareremo assieme…”
“Oh, sai quanto adoro cucinare con te,” disse James, andando ad aprire il frigo.
Kurt si morse il labbro inferiore, lanciando un’occhiata al pc e poi a James. Era così frustrante, ma doveva sforzarsi di sembrare felice della sua compagnia – che diamine, avrebbe dovuto essere felice della sua compagnia.
Prepararono un po’ di latte e caffè, due spremute d’arancia, uova toast e bacon e si sedettero al tavolo, mentre Kurt lanciava ancora occhiate oblique al proprio pc. Si passò una mano sul collo, provando un certo senso di irritazione nel non poterlo aprire.
Non poteva certo dimostrargli che un semplice oggetto elettronico era più importante della sua presenza.
Certo, poteva sempre rimarcargli quante macchine da scrivere identiche si fosse comprato, ma litigare non era certo nei suoi programmi. Non di primo mattino, perlomeno.
Mangiarono in silenzio per poi lavare i piatti e pensare ciascuno alla propria mansione: la loro vita era molto coordinata ma allo stesso tempo era come se viaggiassero su due binari diversi.
 
Cucinavano assieme proprio come quella volta, James andava spesso al negozio di Kurt per supportarlo e l’uno credeva nei sogni dell’altro, ma mancava qualcosa nell’ultimo periodo, forse un po’ più di affetto fisico, forse l’entusiasmo. Non c’era quasi mai un vero incontro, se non nei piccoli baci che si scambiavano di tanto in tanto. Kurt faceva finta che andasse tutto bene perché beh… l’abitudine era pur sempre abitudine ed in qualche modo tornava comodo avere una certezza quando si tornava a casa. Forse era un ragionamento un po’ egoista, ma era sicuro – o quasi – che valesse anche per James.
 
Quando James appoggiò l’ultimo piatto dentro l’acquaio diede uno sguardo all’orologio.
“Cavolo, è tardi! Scusami ma devo scappare, ce la fai a lavarli tu?”
Kurt si risvegliò dai suoi pensieri.
“Certo non… c’è alcun problema. Vai, ci vediamo stasera,” disse con un sorriso, provando un colpevole senso di liberazione: avrebbe potuto finalmente usare il suo pc e controllare la posta.
James gli diede un bacio sfuggente e corse a prepararsi.
 
***
 
Blaine sbuffò, appoggiando la testa sul palmo della mano, annoiato. Se c’era qualcosa che odiava era aspettare e purtroppo con internet succedeva spesso. Odiava quando non si collegava e lo lasciava lì, ad attendere come un cretino sulla sedia.
 
Avrà già risposto oppure no?
 
Quella era la domanda cruciale che si poneva Blaine ogni giorno non appena si alza dal letto. Dopo essersi lavato viso e denti si catapultava al computer, aprendo il massiccio sportello del portatile ed attendendo con ansia quattro semplici parole.
 
’C’è posta per te.’
 
Come poteva una frase determinare l’umore della sua giornata? Non lo sapeva nemmeno lui, di preciso, ma era certo che quel ‘fashionboy’ fosse diventato la fonte di gioia delle sue giornate, anche se non avrebbe dovuto esserlo.
Blaine Anderson viveva con una ragazza da ormai quasi più di un anno. Jennifer era una brava ragazza: una giornalista appassionata e sempre pronta quando si trattava di lavoro. Peccato che fosse anche un po’ eccentrica, ed anche un po’ egoista. Peccato anche che non facessero sesso da circa… due mesi, anche se Blaine non ne sentiva troppo la mancanza – o il bisogno.
 
“Amore io devo correre fuori!” La voce di Jennifer arrivò alle sue orecchie un po’ impastata, mentre mangiucchiava velocemente un toast imburrato, “credo che non tornerò molto presto, sarà una giornata piena. Per cui non aspettarmi a cena, d’accordo?” disse a voce alta, mentre camminava ed il rimbombo dei tacchi poteva sentirsi perfettamente nel corridoio.
Blaine sbuffò, più per la lentezza del suo pc – che avrebbe dovuto cambiare, prima o poi – che non per l’affermazione appena fatta da Jennifer.
“A stanotte, allora,” la raggiunse e le stampò un bacio veloce su una guancia per poi lasciarla scappare via. Non appena sentì il tonfo della porta che si chiuse di fronte a lui, Blaine sospirò sollevato. Amava stare in casa da solo.

***
 
 New York, 3 Novembre 1998 – Un mese prima
 
La loro amicizia via internet era iniziata praticamente per sbaglio, durante una grigia giornata di pioggia.
Le gocce battevano insistentemente sul vetro e Kurt fissava con insistenza il proprio portatile.
Era domenica e non doveva lavorare e se Kurt non lavorava, di solito, si annoiava tremendamente. Era una sorta di dipendente dal lavoro e non sapeva se fosse grave o meno, sapeva soltanto che somigliava tremendamente a sua madre, o così gli dicevano.
James era dovuto tornare dai suoi per il fine settimana, per una cena con tutti i parenti che Kurt aveva accuratamente evitato. Non amava quel genere di cose ed i parenti di James erano noiosi, davvero molto noiosi e sempre pieni di domande. Senza contare che non erano propriamente felici che il loro ‘caro e piccolo James’ fosse gay e credevano Kurt il diretto responsabile della sua omosessualità.
 
Comunque, quel giorno, un po’ per noia un po’ per gioco, Kurt finì su una… chat. Non era un territorio sconosciuto, altrimenti non avrebbe potuto finirci dentro, ma di base non era ciò che aveva programmato.
Era entrato lì da un sito di canto ma per qualche strano e assurdo motivo, nessuno dei vari partecipanti stava parlando di canto. Inarcò il sopracciglio, pronto a cliccare la x rossa, finché qualcun altro non si unì alla chat.
 
Warbler152”
 
Che razza di nickname era Warbler152? Kurt sorrise tra sé e sé. Era buffo, buffo in modo totalmente inspiegabile.
 
Warbler152: “Emh… salve. Avevo letto che era una chat sulla musica anni ’80… Non sono mai stato qui…”
 
Kurt scosse la testa e la rialzò, cominciando a digitare sulla tastiera: allora non era da solo.
 
fashionboy: Ed io che pensavo di essere l’unico sperduto qua…
 
Warbler152: Sperduto?
 
fashionboy: Come avrai notato si parla ben poco di musica, ed anche per me è la prima volta.
 
Kurt lesse di sfuggita i messaggi degli altri partecipanti alla chat e si vergognò per qualche secondo: seriamente, come era finito lì dentro?
 
Warbler152: beh peccato perché… ero interessato davvero a fare due chiacchiere.
 
Kurt si staccò un attimo dallo schermo e si portò una mano al mento. Anche lui lo era, aveva decisamente voglia di conoscere qualcuno con le sue passioni.
 
fashionboy: questo mi pare un luogo un po’ affollato… i nostri messaggi si perdono dopo cinque secondi.
 
Warbler152: ho notato, mi dispiace.
 
Ed era vero, considerando che anche quello venne sommerso dopo pochi minuti da un ragazzo ed una ragazza che stavano palesemente flirtando. Da quando nei blog di musica si cercavano persone con cui flirtare? E lui che sperava di aver trovato il passatempo giusto.
 
fashionboy: Ti piacciono i musical?
 
Kurt esitò per qualche istante. Sarebbe stato bello avere qualcuno con cui parlarne.
 
Warbler152: certamente.
 
fashionboy: allora credo che dovremmo proprio parlare. Cercavo giusto qualcuno con cui condividere questa mia passione. Sai, non è esattamente popolare.
 
Warbler152: Mi daresti il tuo indirizzo e-mail?
 
fashionboy: dammi un minuto!
 
Kurt si bloccò un attimo. Tenne le dita in aria, sospese sulla rumorosa tastiera. Non era sicuro di farlo: era pur sempre uno sconosciuto, magari un male intenzionato che aveva percepito i suoi interessi e che li stava assecondando.
Si guardò intorno, toccandosi il collo a disagio. Darglielo o no? Doveva contattarlo in privato, chissà se c’era un modo.
Osservò il suo nick, con un carattere in bold. Tombola! Era entrato nella chat registrandosi con la mail. Cliccò su di essa e la schermata della posta elettronica gli comparì davanti agli occhi. Si sgranchì le dita un attimo, prese un sorso di succo d’arancia dal suo bicchiere e cominciò a scrivere. Alla fine che male poteva esserci nell’avere una sorta di amico di penna?
Dal momento in cui Kurt digitò la prima parola, si ripromise che non avrebbe mai scritto il proprio vero nome. Niente informazioni personali.
 
“Se accetterai ci saranno un paio di regole.
Regola 1. Nessuna informazione personale. Niente nomi, niente città, età, informazioni fisiche.
Ci stai?”

Decise di concludere così la sua mail e di cliccare sul tasto ‘invio’.
Chi era quel Warbler152?
Non lo sapeva, ma era abbastanza curioso, sembrava un tipo interessante.
***
Le mani di Blaine tremavano sospese sopra la tastiera. Non aveva mai preso un contatto così diretto con qualcuno che non conosceva.
Solitamente era un uomo piuttosto sicuro di sé, ma parlare con qualcuno che non conosceva nella realtà? Era tutto un altro paio di maniche.
Poteva essere chiunque: un bravo ragazzo ma anche un killer, un omicida, un pervertito ma quel nickname sembrava così innocente. Non poteva essere una cattiva persona, se lo sentiva nelle vene.
 
Sussultò non appena sentì una notifica arrivare nella propria casella di posta: la aprì con un click ed una schermata più grande e bianca si aprì.
Lesse la mail facendo scorrere gli occhi su di essa, tenendo le labbra ben strette mentre una leggera tensione gli attraversava il corpo, facendolo tremare.
 
Ciao, ho visto che eri entrato nella chat registrandoti con la tua e-mail, ho preferito contattarti così.
Ero andato alla ricerca di conversazioni sulla musica, ma ero decisamente finito nel posto sbagliato… se vuoi possiamo sentirci per e-mail. Sarà un po’ come avere un amico di penna, forse di tastiera in questo caso. Cosa ne dici?
 
Se accetterai ci saranno un paio di regole.
Regola 1. Nessuna informazione personale. Niente nomi, niente città, età, informazioni fisiche. Regola 2… rispettare la regola 1.
Ci stai?
 
fashionboy”
 
 
Blaine si morse il labbro inferiore, sorridendo anche un po’ e rilassandosi contro lo schienale morbido della sua poltrona.
Fortuna che la casella di posta era anche un servizio di chat, perciò, non appena vide che l’altro era in linea, lo contattò.
 
Warbler152: Ehi… ci sto.
 
fashionboy: Ci stai? Tutte le condizioni?
 
Warbler152: Esatto.
 
Fece un sorriso trionfante.
 
La sua giornata era appena diventata un po’ meno noiosa.
***
 
New York, 4 Dicembre 1998
 
Kurt diede un’occhiata all’orologio: erano le sette e mezza, ciò significava che doveva correre ad aprire il negozio e non aveva ulteriore tempo da perdere di fronte al computer.
Ma proprio in quel momento, un suono proveniente dalle casse del portatile lo fece sussultare. Il suo “Warbler152” era in linea ed aveva risposto alla sua e-mail. Il fatto che avesse usato la posta elettronica e non la chat allegata alla casella mail gli fece pensare che probabilmente stesse andando di fretta anche lui, visto che giusto il tempo di guardare in alto a destra e il suo stato era già offline.
Kurt si concedette qualche minuto per leggere la posta.
 
Oggetto: RE: giornata grigia
Mittente: Warbler152
Destinatario: fashion boy
 

Buongiorno mio caro amico, perdonami per il ritardo ma ho avuto un po’ da fare.
Ho letto la tua mail, mi dispiace per la tua giornata grigia. Spesso e volentieri le cose non possono smettere di peggiorare, non è così? Mi auguro che oggi tu possa passare una giornata migliore e che il tuo umore si sia un po’ risollevato. Non mi hai detto per quale motivo ti sentivi depresso, ma un po’ di buona musica è sempre la cura giusta, non trovi?
 
Comunque, giusto ieri sera, prima di addormentarmi, ho riflettuto su che giorno fosse. Con ieri è esattamente un mese che ci conosciamo, è strano ed affascinante come le persone dietro ad uno schermo possano comunque diventare così importanti e presenti nella tua vita, non è vero?
Perché sì, mio caro fashionboy, seppur nascosto dietro un nickname tu riesci a rallegrare tutte le mie giornate. Potrà apparirti piuttosto sdolcinato, ma posso assicurarti che per me non c’è niente di meglio che accendere questo computer e trovare una tua e-mail nella mia casella. Mi batte sempre un po’ il cuore, nemmeno stessi aspettando un messaggio di lavoro.
In realtà, mandare queste e-mail è diventato importante, così come riceverne.
Accendere il mio portatile, collegarmi ad internet e sfogarmi con te è diventato il mio passatempo quotidiano e che spero si possa protrarre per ancora un bel po’ di tempo.
 
Perdonami nel caso ci siano errori di battitura in questa e-mail ma non ho il coraggio di rileggerla: immagino che possa essere così sdolcinata quasi come se fosse stata una donna a scriverla (e tranquillo, non lo sono!) ma sentivo il bisogno di essere sincero, almeno con te.
 
Adesso devo scappare a fare lo squalo nella vita. Il lavoro mi rende sempre una persona diversa.
 
A presto,
 
Warbler152.”
 
 
Kurt rimase colpito da quelle parole e le registrò tutte, una ad una, imprimendole nel proprio cervello e nel proprio cuore. Erano così calde, così sentite da far quasi male: ma quanto potevano incidere su di te le parole di una persona che non si conosce?
Si poneva quella domanda ogni giorno, mordicchiandosi il labbro inferiore mentre fissava lo schermo. Warbler152 rallegrava sempre le sue giornate.
James. James avrebbe dovuto rallegrare le sue giornate.

Sospirò e decise di rispondere alla mail, con mani un po’ tremanti. Sembrava un tredicenne alla sua prima cotta; cotta che, per inciso, non poteva permettersi di avere. Poteva infatuarsi di qualcuno che non aveva mai visto e che per giunta potrebbe esser stato etero? Kurt non voleva nemmeno pensarci.
Anzi, non doveva nemmeno formulare il pensiero, era tutta un’enorme sciocchezza, solo un gioco e loro erano solo… amici. Di penna, anzi, di tastiera.
Cosa c’era di male nell’essere amici? Era il miglior rapporto del mondo, specialmente da coltivare dietro uno schermo.
Decise che era giusto così e che, anche se le parole di Warbler152 lo avevano colpito nel cuore lui avrebbe potuto pur sempre dargli un certo peso, minore. Diverso.
Scosse la testa e decise di smetterla con le inutili seghe mentali e i sentimentalismi e rispose, prima di far tardi a lavoro: il negozio di certo non si apriva da solo.
 
 
Oggetto: RE: RE: giornata grigia
Mittente: fashionboy
Destinatario: Warbler152

 
“ Caro amico, le tue parole mi hanno colpito dritto al cuore, sai?
Credo che andrò a lavorare con il sorriso. Mi ero svegliato con l’ansia di aprire il pc e trovare una tua mail, ho atteso qualche minuto ma ne è valsa la pena.
Sai sempre come mettermi di buon umore ed ormai, il tuo… buongiorno, è diventato pressoché insostituibile.
Spero che la tua giornata possa essere fruttuosa, perdonami per la risposta piuttosto affrettata ma devo assolutamente correre a lavoro.
 
A stasera,
 
fashionboy”
 
 
Kurt chiuse il pc con un sorriso e quasi saltellando afferrò la propria tracolla per dirigersi al negozio.
Non poteva cominciare meglio la sua mattinata.


Note finali: Spero che vi sia piaciuta! Questa fic era in cantiere da almeno 3 anni, però non ho mai avuto il coraggio di iniziarla e portarla a termine. Quest'estate ho finalmente deciso di iniziare a stenderla di nuovo (sì, di nuovo, perché avevo già cominciato qualche anno prima) e di dargli un'altra opportunità. Solitamente non mi cimento in AU con un mondo già creato da un film, ma trovo che potesse essere interessante vedere You've got mail fuso con Glee. Questa fanfiction potrebbe avermi aiutato a uscire dal blocco scrittorio... ma mai dire mai.
Come avrete notato, la storia è suddivisa anche per POV, considerando che volevo mostrare entrambe le visioni e soprattutto entrambe le reazioni dei due protagonisti.
Beh, non ho molto altro da dire... se vi va lasciatemi un commento o contattatemi, sono davvero curiosa di sapere la vostra opinione! :) critiche o complimenti sono ben accetti.
Vi consiglio di tener d'occhio la mia pagina FB per sapere quando aggiornerò settimana prossima: Pagina FB   

A presto, Flan.
   
 
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