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Autore: Belfagor    22/12/2013    8 recensioni
[AU: Modern Setting]
Fra invitati sgraditi, regali imbarazzanti e famiglie fin troppo numerose, il Natale può essere molto più pericoloso del gioco dei troni.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Petyr Baelish, Stannis Baratheon, Tywin Lannister, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Christmas is coming
 
 
«Stannis! Sei pronto?»
Per la ventesima volta da quando si è seduto al computer, Stannis digrigna i denti e sbuffa mentre clicca su “Invio”. Rispondere alle e-mail di auguri speditegli dai suoi studenti del corso di diritto penale, per quanto sia una formalità a suo parere dispensabile, non è nulla se paragonato a quello che lo attende.
La cena di Natale in famiglia. E la famiglia, purtroppo, include Robert e Renly.
«Hai finito?» chiede Selyse, entrando in salotto insieme a Shireen.
«Sì, sono pronto» risponde Stannis spegnendo il computer.
«Ah, guarda questo nodo…» lo rimprovera sua moglie, sistemandogli la cravatta rossa fiammante che spicca sul completo grigio «Sembra che tu ti ci voglia impiccare.»
«La serata è ancora lunga.»
«Per l’amor del cielo, comportati bene stasera.»
«Io mi preoccuperei di Robert. Avrà già iniziato a bere da almeno mezz’ora. Trascorrerà la serata a raccontare storie imbarazzanti e a ridere sputacchiando cibo ovunque.»
«Quando passiamo a prendere Davos?» chiede Shireen, chiaramente ansiosa di consegnare a Davos il regalo che ha impacchettato lei stessa.
«Andiamo subito» risponde Selyse «Ma prima dobbiamo passare anche a prendere Melisandre.»
Stannis si limita a sospirare, pensando che potrebbe andar peggio. Almeno quest’anno Selyse ha avuto il buon gusto di limitare gli addobbi, senza inondare la casa di cuori avvolti dalle fiamme e presepi con bambini-ombra nella mangiatoia.
 
 
La punta dell’elegante scarpa rossa di Cersei batte impaziente contro il pavimento. «Joffrey, hai intenzione di prepararti?»
«Se l’alternativa è scendere in mezzo a quei bambocci» risponde Joffrey senza distogliere lo sguardo dalla partita di Mortal Kombat «Credo che resterò qui. Portami dell’arrosto più tardi.»
«Ma insomma» dice Cersei spegnendo la Play Station ed ignorando le istantanee lamentele del figlio «Fra poco arriveranno almeno trenta invitati. Il minimo che puoi fare è cercare di comportarti in modo decente.»
«Perché siamo così tanti, poi?» chiede il ragazzo senza che la voce lasci trasparire un autentico interesse «Il Natale non si dovrebbe passare in famiglia?»
«È la stessa cosa che ho detto a tuo padre. Ma lui ha insistito per invitare Renly, e Renly senza Margaery non sarebbe venuto, e poi si sono accodati anche Loras e sua nonna. Alla vecchia sono bastati cinque minuti al telefono per convincere tuo padre.»
«E Stannis?» chiede Joffrey mentre indossa controvoglia il maglione con lo stemma di famiglia «La festa non era già abbastanza noiosa?»
«Stannis ha sottolineato che, dato che Renly era stato invitato, era giusto che l’invito fosse esteso anche a lui.»
«E così si è trascinato dietro la moglie pazza, la moglie gnocca e la figlia inutile.»
«Questa sera avrai almeno la decenza di non chiamarle in questo modo?»
«Forse. Non ti ho ancora fatto il regalo, in fondo.»
«Bravo» commenta Cersei alzando gli occhi al cielo.
«E vada per Stannis. E gli Stark? Non potevamo invitare solo Sansa?»
«Tuo padre ha detto che non sarebbe stato giusto invitare solo lei e tenerla lontana dalla famiglia. Comincio a pensare che non avrebbe dovuto stilare la lista degli invitati dopo tutto quell’eggnog.»
«Quindi ci siamo accodati anche loro. Incluso il bastardello…»
«Si chiama Jon» puntualizza Cersei porgendo al figlio la cravatta.
«… e quel Greyjoy, quello che si porta a letto Robb. Come si chiama?»
Questa volta Cersei si limita a sospirare. «Questa sarà una lunga serata, non è vero?»
«Puoi giurarci» risponde Joffrey con un ghigno divertito.
«Ti aspetto giù fra cinque minuti, vedi di essere puntuale. Oppure passerai la serata di fianco a zio Tyrion.»
Nel chiudere la porta per ignorare le proteste di Joffrey, Cersei si ritrova ad invidiare Jaime. In quel momento, anche lei sarebbe disposta a slogarsi una caviglia sciando pur di passare il Natale lontana da quel trambusto.
 
 
«Ragazzi, vogliamo muoverci?» Varys si aggira senza sosta da una parte all’altra della sala mentre un nugolo di camerieri sposta piatti, bicchieri e posate sulla lunga tavolata decorata in rosso e oro. «Spostate quei fiori, altrimenti nelle foto non si vedrà metà degli invitati! Qualcuno ha controllato a che punto è la cottura dell’arrosto? Se entro trenta secondi qualcuno non viene a riferirmi che fine ha fatto lo champagne vi mando tutti a lavorare dai Frey, e non sto scherzando!»
«Un lavoro di prima classe» commenta Petyr, dando un’occhiata al preventivo delle spese «Tutto a carico dei Lannister anche quest’anno. Con il beneplacito, ovviamente, del beneamato colonnello Tywin.»
«Lo sconto del 15% non è forse sufficiente per i miei migliori clienti?» domanda Varys mentre indica a Gendry dove devono essere sistemati i fiori.
«Ottimo come sempre, questo è ovvio. Ma la disposizione degli invitati…» Petyr scuote lievemente la testa in segno di disapprovazione.
Trattenendosi a fatica dal rivolgergli uno sguardo fulminante, Varys replica: «Hai dei suggerimenti in merito?»
«In effetti sì. Pensi che sia una buona idea sistemare Catelyn e Cersei così vicine? Conoscendo Cersei, dopo i primi tre bicchieri inizierebbe a vantarsi di quanto sia costata questa cena, di quanto Catelyn non possa permettersi una simile spesa e di quanto Tywin sia stato magnanimo ad invitarli.»
«E avresti un’idea per impedire questa tragica eventualità?»
«Diciamo che Catelyn potrebbe sopportare meglio questa serata se avesse al proprio fianco un caro amico d’infanzia con cui conversare civilmente.»
Sul volto di Varys compare un sorriso sornione. «Non dire altro» dice in tono rassicurante «Provvedo immediatamente.»
Petyr replica «Sapevo di poter contare su di te» e sfodera a propria volta uno dei suoi tipici sorrisi di circostanza. Poi si volta e si allontana. Armato di penna, Varys mette mano alla piantina con i posti degli invitati e, mentre il sorriso si tramuta in un ghigno perfido, apporta una piccola modifica alla disposizione degli ospiti.
 
 
La monovolume degli Stark avanza con la scioltezza di un carro armato. Con infinita pazienza, Ned cerca di destreggiarsi fra la strada ricoperta di neve, il navigatore paleolitico quasi costantemente privo di segnale GPS e il discutibile CD proposto da Theon per “farsi due risate durante il viaggio”.
Non essendo un grande esperto di musica, Ned non aveva prestato attenzione alle voci che avevano definito Balon Greyjoy, frontman dei Drowned God, un “metallaro in disgrazia, sprofondato in un abisso creativo degno del nome della band”. Ma mentre le note dei classici natalizi reinterpretati in chiave grindcore si diffondono nell’abitacolo, comprende perché Theon preferisca trascorrere il Natale lontano dalla propria famiglia.
«Ragazzi, scusate se spengo la radio» dice ad un certo punto, interrompendo a metà Deck The Halls With Squids And Krakens «Ma non riesco a sentire le istruzioni del navigatore.»
Nessuno, neanche Theon, sembra particolarmente dispiaciuto.
Il cellulare di Jon si illumina. «Daenerys mi ha scritto di fare gli auguri a tutti voi» dice il ragazzo, leggendo il messaggio appena ricevuto «Che pensiero carino.»
«Come va la crociera?» chiede Catelyn.
«Bene, direi.»
«Credevo che a Drogo non piacesse il mare» commenta Ned.
«A noi non piacciono i Lannister» ribatte Arya «Però passiamo il Natale con loro.»
«Non essere scortese, Arya» la rimprovera Catelyn.
«Ci metteranno seduti al tavolo dei bambini, ne sono sicura! E quest’anno c’è anche Robyn. Ci annoieremo a morte.»
«E se provassi a comportarti bene?» rimbecca Sansa «Dovresti impegnarti così tanto che non avresti il tempo di annoiarti.»
«Ragazze» le riprende Ned, cercando di riportare l’ordine all’interno della vettura «Sarebbe davvero un bel regalo di Natale se non trasformaste la cena in un campo di battaglia.»
Per quanto nobile, lo sforzo si rivela vano.
«È stata lei a cominciare!»
«Sei più grande di me, fai la brava sorella maggiore!»
«Sei solo invidiosa perché io passerò la serata a divertirmi con Joffrey!»
«Prima o dopo che avrà lanciato il contorno in faccia a qualcuno?»
«Lui non lo farebbe mai!»
«Papà» interviene improvvisamente Robb «Perché non rimetti su il CD?»
A quelle parole, Arya e Sansa tacciono immediatamente mentre Theon inizia a ridere sotto i baffi.
 
 
“Ormai dovrebbero essere arrivati” pensa Petyr, lanciando delle occhiate nervose all’orologio da polso mentre cammina su e giù per la sala. Sarà il primo a salutare Catelyn, la accompagnerà personalmente al tavolo e si assicurerà che lei si sieda al suo fianco…
Il suono distante del campanello interrompe le sue elucubrazioni. Sente la porta aprirsi e la voce di Cersei che accoglie gli ospiti. Percorre rapidamente il corridoio fino all’ingresso, un sorriso stampato sul volto, già pronto ad abbracciare Catelyn e magari a rubare qualche capello dalla sua giacca per poterlo aggiungere alla sua già ampia collezione…
«Petyr, tesoro!»
“Oh no!”
Quando Petyr vede chi è che lo sta salutando, ormai è troppo tardi.
Non è Catelyn.
È Lysa.
 
 
A metà della prima portata, l’ansia sta per prendere il sopravvento su Cersei. Olenna ha già tirato qualche frecciata nei confronti degli addobbi che forse aveva già visto l’anno prima a casa dei Martell, Robert continua a tirare pacche sulla spalla a Renly mentre parlano, facendo cadere qualcosa sulla tovaglia ogni singola volta,  e, quel che è peggio, suo padre e Tyrion non sono ancora arrivati. Cersei teme Tywin – pardon, il colonnello Tywin – darà fuoco alla sala con lo sguardo quando arriverà.
In un simile contesto, Melisandre che si limita a parlare di combustibili ed illuminazione pubblica sembra l’ospite ideale.
«Il sindaco ha promesso di applicare il nuovo piano per l’ottimizzazione della spesa per l’illuminazione a partire da gennaio» sta spiegando ai giovani Stark con evidente soddisfazione.
«Interessante…» commenta Jon, invidiando Sansa che è riuscita ad evitare la geremiade sedendosi di fianco a Joffrey.
Cogliendo le occhiate di disagio, Davos cerca di cambiare argomento. «Allora, ragazzi… avete già un’idea su come continuare gli studi?»
«Medicina» risponde Robb.
«Biologia marina» dice Theon.
«Ottime scelte. E tu, Jon?»
«Sono ancora indeciso» ammette il ragazzo.
«La facoltà di Legge potrebbe rivelarsi una buona scelta» suggerisce Stannis, servendosi di un’altra porzione di prosciutto affumicato.
«Nessuno ti vuole come professore, Stannis!» esclama Renly dall’altra parte del tavolo.
«I miei studenti la pensano diversamente» risponde Stannis in tono di rimprovero «Nulla impedisce che Jon sia un bravo studente. Glielo si legge in faccia quanto è serio.»
«Io direi più “mogio” che “serio”» commenta Theon ridacchiando, prima di essere interrotto da una gomitata di Robb.
 
 
Per la centesima volta, Roose Bolton si chiede cosa lo abbia spinto a cedere alla richiesta di Walda di passare il Natale con i Frey. Avrebbe voluto trascorrerlo come sempre, guardando Il Grinch e bruciando tutte le cartoline d’auguri ricevute, invece ora si ritrova circondato da Frey ubriachi che intonano canzoni sconce mentre Walda si vanta con le sorelle di quanto la sua vita sia infinitamente migliore delle loro. Quanto a Ramsay, avrà raccontato quella barzelletta sulle salsicce almeno trenta volte.
«Roose!»
Walder è decisamente brillo.
«Walder, carissimo. I Lannister mandano i loro aug…»
Il vecchio lo interrompe porgendogli una bottiglia semivuota. «Questo… questo è scotch buono, non come quel piscio che rifilo tutti gli anni agli Stark. Fatti un bel cicchetto.»
Solo metà del whisky versato finisce nel bicchiere. L’altra metà va a macchiare le scarpe di Roose, le cui suole sono già state messe alla prova dalla neve e da un pavimento decisamente poco pulito.
«Beh, cosa stai aspettando?» lo esorta Walder, sputacchiandogli sulla giacca «Bevi!»
“Almeno lo scotch è buono” pensa Roose “Manderà giù quello schifo di cena.”
Con la coda dell’occhio, vede che Edmure e Roslin hanno preso i cappotti. Se riuscisse a lasciare le chiavi dell’auto a Walda e scroccare un passaggio…
«Roose!»
No, di nuovo Walder no…
«Roose, racconta come sei riuscito a fregare agli Stark quel contratto con i Lannister. Quanti soldi hai fatto, cinquantamila sterline?»
«Sessantamila.»
«Io ne avrei fatte anche centomila. Comunque…»
Vedendo che Edmure sta per aprire la porta d’ingresso, Roose cerca di svicolare via. «Se volete scusarmi, dovrei chiedere una cosa a…»
«Dopo, dopo! Ancora un po’ di scotch!»
Le scarpe di Roose soffrono ancora. Farle smacchiare a dovere gli costerà un occhio della testa.
«Edmure! Roslin! Aspettate!»
Niente da fare, sono già usciti.
«E poi gli ho detto…» Walder ondeggia fra un parente e l’altro, brandendo la bottiglia come se fosse un trofeo «Gli ho detto che poteva andarsene all’inferno, che mia nipote non si sarebbe mai sposata con lui e… e…»
Lo stomaco di Walder fa un rumore preoccupante. La faccia del vecchio è imperlata di gocce di sudore.
«Walder? Va tutto…»
Walder non riesce a trattenersi. Roose non riesce a spostarsi.
E ormai le scarpe sono da buttar via.
 
 
Il campanello fa quasi scattare Cersei sull’attenti. Riconosce il rumore dei passi di suo padre lungo il corridoio.
«Buonasera a tutti e scusate il ritardo» dice Tywin senza nascondere una certa rabbia «Quel genio di Tyrion ci ha fatto perdere mezz’ora per convincere una donna mercenaria ad accettare un passaggio.»
«Era un’innocente segretaria che aveva perso l’ultimo autobus e doveva tornare a casa» puntualizza Tyrion.
«Non ricordo di segretarie con la gonna alzata fino alle tonsille, meno che mai durante la Vigilia di Natale» replica secco Tywin mentre si toglie il soprabito e lo porge a Gendry «La prossima volta guido io.»
Sistemandosi a capotavola, il colonnello squadra gli ospiti. «E tu non masticare così rumorosamente, finocchietto!» ordina a Loras.
Prima che Gendry si allontani, Olenna fa cenno di avvicinarsi. «Ti va di aiutare una vecchia signora in difficoltà, ragazzo?» gli chiede.
«Certo. Che posso fare per lei?»
 
 
«Miei cari ospiti!» esclama Robert dopo che tutti hanno mangiato il pudding «È arrivato il momento che tutti noi stavamo aspettando.»
«Dubito che si tratti dello spettacolo di burlesque che gli ho suggerito» mormora Tyrion amareggiato, cercando un po’ di conforto nel vino.
«I regali! E vorrei che quest’anno fosse Stannis ad aprire il primo.» Così dicendo, porge – o, per meglio dire, lancia – il regalo al fratello.
«Sono stata io a consigliarglielo» dice Selyse con una punta d’orgoglio nella voce.
Stannis apre il pacchetto e si ritrova tra le mani un maglione grigio con un cuore rosso circondato dalle fiamme, al centro del quale spicca un cervo. Agli ospiti non serve leggere la composizione sull’etichetta per capire che è in grado di accumulare più elettricità statica di un condensatore industriale.
Renly trattiene a stento le risate. «Stannis, è davvero… incantevole. Non trovi, Loras?»
Loras riesce a deglutire il vino prima di strozzarsi «Oh, sì. Il cervo va un casino quest’anno.»
«Il vero tocco di classe è il naso» dice Robert.
Con sommo orrore, Stannis nota che il naso del cervo è formato da paillettes rosse.
«Tocca a me!» dice Lysa, porgendo a Petyr un pacco abbastanza voluminoso, avvolto in carta azzurra.
«Un album» commenta Petyr dopo averlo scartato. È quasi sollevato, si era aspettato decisamente di peggio.
«Un album con le nostre foto» precisa Lysa aprendolo.
«Ah. Che bella idea…»
«Guarda, questa è la foto di me, te e Catelyn» per un attimo Lysa sembra sul punto di mettersi a ringhiare, ma si ricompone «sulla Tour Eiffel durante la gita del liceo. Ti ricordi?»
«Certo.» Gli occhi di Petyr saettano per la stanza alla ricerca di qualsiasi alcolico in grado di rendere il tormento vagamente sopportabile.
«Continuavi a spingermi come se non volessi farmi entrare nell’inquadratura.»
«Già, un… un piccolo scherzo. Niente di che. È rimasto dello sherry?»
Improvvisamente Varys compare alle spalle dei due. «Oh, guarda qui, Petyr» dice in tono mellifluo indicando una foto «Questa non fu scattata quando provasti ad entrare nella squadra di rugby capitanata da Brandon Stark?»
«Ahimè, fui scartato» risponde sbrigativo Petyr, cercando di voltare pagina.
«Io direi piuttosto “spiaccicato”» replica Varys, sempre più divertito «Una carica di dodici giocatori più le riserve. Anche il coach gli diede una ripassata.»
«Credo che quello fosse un tentativo di massaggio cardiaco» dice Lysa.
Petyr cerca di imporsi dicendo che quella del coach era solo un’amichevole pacca sulla spalla per aver giocato bene, ma Robert ha già iniziato a ridere e ben presto buona parte degli invitati lo segue.
"Se potessi tornare indietro nel tempo, ti spingerei giù da quella torre, maledetta megera."
 
 
«Shireen, è un regalo magnifico!» esclama Davos rimirando il libro di consigli di scrittura creativa che ha appena scartato.
«Hai sicuramente buon gusto in fatto di regali, figliola» commenta Olenna. «Una qualità rara in famiglia, direi» aggiunge, osservando le torce elettriche e le lampadine a risparmio energetico che Melisandre ha distribuito in abbondanza fra gli invitati.
«Arya, questo è per te» dice Sansa.
Conoscendo la sorella, Arya è già pronta ad alzare gli occhi al cielo quando, inaspettatamente, dalla carta strappata intravede la copertina di un album molto famigliare. 
«Questa è… questa è una copia da collezione di We Do Not F00king Sow autografata da tutti i componenti originali di Drowned God!» esclama tutto d’un fiato «Ma come hai fatto? Pensavo che fosse introvabile!»
«È un segreto» dice Sansa mentre, dall’altra parte del tavolo, Theon fischietta con nonchalance.
 
 
La forchetta di Melisandre tintinna contro il bicchiere. «Scusatemi, posso avere la vostra attenzione?»
Dopo qualche secondo, cala il silenzio. La donna si alza in piedi.
«Ora che abbiamo mangiato e ci siamo scambiati i regali, mi sembra giusto ricordare qual è lo spirito di questa festa. Una notte di migliaia di anni fa nacque un uomo che diffuse per tutto il mondo il proprio messaggio, e noi siamo qui stasera per ricordarlo: dar fuoco agli eretici. Perché la notte è oscura e piena di terrori. Grazie.»
Rimangono tutti senza parole, tranne Joffrey. «Lei può tornare anche l’anno prossimo» dice rivolto a sua madre.
 
 
La festa è ormai giunta al termine. Ned e Catelyn stanno cercando di radunare la prole con scarso successo. Arya e Sansa, dimenticato in fretta lo spirito natalizio, hanno ricominciato a litigare. Incuranti del freddo, Bran e Rickon sono usciti in giardino e stanno facendo a palle di neve con Tommen, Myrcella e Robyn. Jon è al cellulare con Ygritte da almeno venti minuti. Robb e Theon, usciti con la scusa di fumare una sigaretta, non si vedono più da mezz’ora. Una Lysa fin troppo su di giri ha arpionato il braccio di Petyr, che ormai non prova neanche più a ribellarsi. Tyrion continua a proporre brindisi in onore di Margaery, guadagnandosi delle occhiate fulminanti da parte di Tywin, il quale non è stato scalfito neanche dal whisky che ha fatto portare in tavola da Gendry.
«Direi che sia ora di andare» dice Loras, dando un’occhiata all’orologio.
«Sì» concorda Margaery reprimendo uno sbadiglio.
«Ancora un istante» li ferma Olenna, osservando il bicchiere di Tywin senza farsi notare.
Dopo il terzo bicchierino, il colonnello inizia a contorcersi sulla sedia come se fosse in preda ai crampi.
«Papà, che succede?» domanda Cersei.
«Niente» risponde Tywin, cercando di restare composto. Ma lo sforzo si rivela inutile: congedandosi in tutta fretta, il colonnello corre verso il bagno.
«Ora possiamo andare» dice Olenna, cercando di nascondere un sorriso divertito. Dopo che Gendry l’ha aiutata ad indossare il soprabito, la donna gli allunga una banconota di nascosto.
 
 
«Chissà com’è andata la festa a casa di Cersei» si chiede Brienne mentre versa lo champagne in due calici e ne porge uno a Jaime.
«Tyrion mi ha mandato un messaggio due minuti fa» risponde lui «Ha scritto solo “non è vero che i Lannister cagano oro XD”. Non ci tengo a saperne di più.»
«Neanch’io.»
Jaime guarda fuori dalla finestra della baita. «La neve ha ripreso a cadere, tutti i parenti sono a miglia di distanza, il fuoco arde nel caminetto e la cena è stata ottima» dice «Penso proprio che dovrei slogarmi una caviglia più spesso.»
«Allora dobbiamo pensare ad un incidente credibile per il Ringraziamento.»
Sorridendo, i due si scambiano un brindisi.
«Buon Natale, Brienne.»
«Buon Natale, Jaime.»
 
 
 
N/A: Mille grazie a Nerin per l’idea del cervo dal naso rosso. E Buone Feste a tutti.
  
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