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Autore: unannosenzapioggia    22/12/2013    5 recensioni
"Ora tutta questa luce mi fa male sai. Il vuoto che hai lasciato è ancora qui e forse il tempo non ti ha cancellata mai, ma un altro natale senza regali è qui."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I
"Succede a volte di sentirsi soli, e fingere che va bene così"

 
22 dicembre.
Mae si strinse nel giaccone rosso che sua madre le aveva regalato per Natale, con qualche giorno d’anticipo. Quel Natale sarebbe stato più freddo, lo sapeva. Attraversò di corsa la strada non appena il semaforo per i pedoni divenne verde. Si guardò intorno continuando a camminare. Intorno a sé, c’erano solo addobbi rossi e dorati di Natale, bambini che cercavano di non congelare sotto la neve, i loro genitori che cercavano di portarli al caldo e gli anziani che stavano chiusi in casa, ma affacciati alle finestre, ad osservare a bocca aperta i grandi fiocchi di neve bianchi che cadevano leggeri. Era quasi l’ora di cena, ma i negozi erano ancora aperti e le luci ancora accese. Tutti dicevano che il Natale era il periodo più bello dell’anno, ma Mae non era d’accordo. Dicembre era solo più illuminato e pieno di regali, ma alla fine era esattamente uguale a tutti gli altri mesi, o forse peggio. Era freddo, era grigio, era nebbioso, ed era triste. Concludeva l’anno facendoti credere che il nuovo sarebbe stato migliore, quando invece sarebbe stato brutto o monotono come il precedente. Erano due anni, erano due 31 dicembre che Mae sperava di vivere un anno migliore, uno più felice, ma la sua vita era sempre rimasta la stessa. Da quando aveva lasciato Brighton per studiare a Londra, l’unica cosa che non era riuscita a dimenticare era stata Harry. Lui e tutto ciò che lo riguardava. Per quanto lo avesse odiato, non era riuscita a dimenticarlo, anche se il trasferimento nella capitale le era stato d’aiuto.
Sospirò cercando di pensare ad altre cose e mentre continuava a guardare alcuni bambini sdraiati a terra per fare gli angeli di  neve, si avviò verso una pasticceria. Ad essere sinceri non aveva nessuna voglia di tornare al campus e pensò di mangiare qualcosa prima di rientrare e andare direttamente a dormire. Non era mai stata in quella zona di Londra, ma quel giorno aveva fatto un’eccezione. Spinse la grande porta di vetro, appoggiando la mano sulla maniglia dorata ed entrò. Sorrise quando fu investita da un torpore che la riscaldò. Adocchiò un tavolo, in disparte, vuoto e si diresse lì, sedendosi e rilassandosi. Aveva proprio bisogno di un posto così, una cioccolata calda e qualche biscotto. Sarebbe stata quella la sua cena.
 
Appoggiò le labbra alla tazza piena di cioccolata bollente e ne bevve un sorso. Alzò lo sguardo distrattamente e vide due ragazzi seduti al tavolo di fronte a lei. Sorrise involontariamente: sembravano felici e innamorati, quasi ingenui. Non sapevano che l’amore non sarebbe durato per sempre, non sapevano che avrebbero sofferto come cani perché non c’è mai un lieto fine, sembra che nessuno, alla fine, si meriti di essere davvero felice. Almeno, a lei, no, a loro era capitato così. Era finito tutto nel giro di un giorno: mille promesse, mille frasi. Tutto andato a puttane. Mae aveva il cuore spezzato, sentiva ancora i mille pezzi farle male nel petto, ma faceva di tutto per non pensarci. Dopo tutto, lui aveva fatto la stessa cosa. Aveva promesso, aveva giurato. “Mae, ci sarò sempre, qualunque cosa accada”, le aveva sussurrato una sera, prima di lasciarla davanti casa e lei come una stupida, c’aveva creduto. Povera illusa. Scosse la testa, ricacciando dentro le lacrime che spuntavano invadenti ogni volta che si fermava a pensare. Bevve un altro sorso di cioccolata e addentò un biscotto, dando un’occhiata all’ora sul display del cellulare. Cominciava ad essere tardi, se non fosse riuscita a prendere la metro in tempo, l’università avrebbe chiuso i dormitori e sarebbe stata costretta a dormire da India. Forse, non era male come idea. Non vedeva l’ora di dare l’ultimo esame il giorno prima di Natale e poi andare da sua madre e suo fratello in campagna, fuori Londra, per passare lì le vacanze. Mandò un messaggio ad India, chiedendole se poteva dormire da lei per quella notte e si alzò, avviandosi al grande bancone del bar per pagare.
 
Harry si chiuse la porta alle spalle. Non ne poteva più di quella situazione. Ogni volta che arrivavano le bollette era costretto a litigare con Niall per chi dovesse pagare, per chi avesse sprecato più corrente e finiva sempre che l’irlandese usciva di casa, dicendo che non sarebbe mai più tornato lì. Il ragazzo sbuffò: sapeva che Niall sarebbe andato per una settimana a dormire dalla sua ragazza, Emma, ma poi sarebbe tornato strisciando da lui, perché alla fine era il suo migliore amico. Fuori faceva freddo, ma aveva bisogno di una boccata di aria fresca, per riprendersi. Scosse la testa ripensando alla stupida litigata con Niall: qualche volta, avrebbero fatto sicuramente a botte. Ma questo era il compromesso che Harry aveva con suo padre: niente università? Niente appartamento figo a Londra. Così era stato costretto a dividere la casa con Niall. Ma andava bene così, non sarebbe mai voluto tornare a Brighton: troppi ricordi, ricordi dolorosi, soprattutto. Iniziò a camminare per quelle strade che conosceva troppo bene, ormai viveva lì da due anni. Si fermò di scatto quando sentì il cellulare squillare e lo tirò fuori dalla tasca del giaccone. Era un messaggio di Grace, una ragazza carina con cui era uscito un paio di volte, ma che non gli era sembrata un granché. Da quando si era trasferito nella capitale, era uscito con tre ragazze, ma nessuna di loro l’aveva colpito particolarmente. Dopo la sua Mae, aveva cercato in tutti i modi qualcuno che le somigliasse, che fosse capace di farlo innamorare e poi di spezzargli il cuore, facendolo soffrire come un cane. Sapeva di aver sbagliato tutto con lei, ma appena aveva messo piede su quel maledetto treno che lo avrebbe portato a Londra, si era reso conto che fosse troppo tardi per rimettere tutto in ordine.
Attraversò la strada di corsa ed entrò nel bar in cui andava tutte le mattine e si sedette al solito posto, su uno degli sgabelli del bancone. Tom lo salutò con un cenno della testa e Harry gli ordinò un caffè. Si passò una mano tra i capelli e quando alzò lo sguardo, trovò solo gli occhi nocciola di Mae fissarlo, quasi spaventata. Deglutì e rimase immobile, incapace di fare qualsiasi cosa. Guardò la ragazza tornare alla realtà e prendere il resto che Tom le stava porgendo. La vide abbassare lo sguardo e avviarsi all’uscita. Harry, spinto da non sapeva nemmeno lui cosa, si alzò.
“Mae.” – la chiamò, ma lei non si fermò e corse via. Il ragazzo rimase spiazzato, ma alla fine si aspettava una reazione del genere. Non aveva mai pensato che l’avrebbe incontrata di nuovo, ma se era accaduto, significava sicuramente qualcosa. Corse fuori, cercando di raggiungerla, di nuovo colpito dal freddo, di nuovo con quell’angoscia che lo attanagliava e con il cuore che gli faceva male.
Arrivò vicino a Mae che continuava a camminare senza mai voltarsi indietro. In fondo, non aveva tutti torti e sapeva che lo odiava per quello che le aveva fatto, ma era arrivato per Harry il momento di rimettere a posto le cose, o almeno di provarci.
L’afferrò per un braccio e la costrinse a fermarsi. Quando la ragazza si fermò, aveva gli occhi arrossati e le guance rigate dalle lacrime. Harry avrebbe voluto solo abbracciarla, ma dovette trattenersi. La guardò per un tempo che gli sembrò infinito. Era sempre la stessa. Erano passati due anni eppure era sempre la stessa diciottenne che aveva lasciato dormire quella mattina, quando alle sette aveva preso la valigia e se n’era andato. Sempre lei, sempre bella, sempre Mae.
“Mae – sussurrò di nuovo – Non scappare, ti prego.”
“Non sono io quella che scappa.” – rispose, allontanandosi quasi di corsa, dopo essersi liberata dalla stretta del ragazzo.


 
Salve ragazzuole! 
Allora, finalmente le vacanze di Natale sono arrivate! Non ho molto da dirvi, se non che questa è una piccola fan fiction (di 4 capitoli) che ho scritto come regalo di Natale per voi e quindi spero vi piaccia. E' ambientata in quattro giorni (22, 23, 24, 25 dicembre) e la posterò nel corso dei prossimi giorni. Detto questo, vi auguro in anticipo un buon Natale e tanti bei regali.
Spero in qualche vostra impressione,
un bacio, Giulia




 
  
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