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Autore: GiuJuliet    22/12/2013    1 recensioni
«Unnie. Ripetimelo ancora».
Sbuffo e la guardo ormai sull'orlo dell'esasperazione.
«Linjoon-ah...te l'ho detto un centinaio di volte ormai. Come fai a non capirlo ancora?».
«Voglio esserne certissima. Su, marebwa!».
Sospiro un'altra volta e con voce ormai robotica ripeto la storia.
«Ieri sera ho incontrato uno dei direttori della SM Entertainment e abbiamo parlato. A fine serata mi ha chiesto se mi andava di aggregarmi allo staff, ho accettato e ora dovrò tenere d'occhio i Super Junior. Che c'è di così esaltante?».
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyuhyun, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'È QUALCOSA TRA NOI DUE~
 

«Yong Ailin. Come puoi dirmi una cosa del genere con tutta questa spensieratezza?».
A parlare è stata mia sorella, la mia sorellina Yong Linjoon.
Non riesco a capire il motivo per cui sia così stupita. Ok, capisco che è malata di idols, ma mi ha sempre detto, da quando è entrata in questo tunnel di pazzia, di non amare molto i Super Junior.
«Unnie. Ripetimelo ancora».
Sbuffo e la guardo ormai sull'orlo dell'esasperazione.
«Linjoon-ah...te l'ho detto un centinaio di volte ormai. Come fai a non capirlo ancora?».
«Voglio esserne certissima. Su, marebwa1!».
Sospiro un'altra volta e con voce ormai robotica ripeto la storia.
«Ieri sera ho incontrato uno dei direttori della SM Entertainment e abbiamo parlato. A fine serata mi ha chiesto se mi andava di aggregarmi allo staff, ho accettato e ora dovrò tenere d'occhio i Super Junior. Che c'è di così esaltante?».
Sì. Ieri sera ho avuto un incontro con uno dei direttori di quella casa discografica. Abbiamo parlato tanto e di cose assolutamente non inerenti al lavoro, ma vuoi che sia stato attratto da me o che altro, mi ha offerto questo lavoro e io ho accettato senza esitazioni. Non perché io sia fan di quel gruppo di idols (anzi, tutto il contrario, nemmeno li conosco), ma perché, si sa, di questi tempi trovare un lavoro è come cercare un granello di sale in un centinaio di granelli di zucchero. Impossibile.
Tutto ciò che devo fare, credo, è badare che il gruppo non si scanni in dormitorio, non combinino guai e accompagnarli durante le trasferte. Sarò una loro manager, in pratica, e in teoria un manager fa questo tipo di lavoro. Non mi sembra poi così difficile.
«Daebak2». Sussurra Linjoon con gli occhi spalancati e la bocca che forma una “O” perfetta. Ormai è da un'ora che ripete la stessa cosa (e questo non vale solo per lei). «E quando cominci?». Mi chiede tutta esaltata.
«Tra...mezz'ora! Accidenti!».
Mi alzo di scatto dal pavimento del soggiorno e corro in camera mia a prendere la valigia preparata di corsa la mattina.
«Tra mezz'ora? Ma sono le 23.00!».
«Così mi hanno detto e così devo fare. Ora se non ti dispiace devo andare. Saluti!».
Esco velocemente di casa con una valigia enorme al seguito. Perché ho una valigia? Per il semplice fatto che dovrò convivere con quel gruppo di idols. E non potete capire il fastidio che mi procura questa cosa. Ma per il lavoro, questo ed altro.
Cerco nella tasca della giacca il foglietto con l'indirizzo del dormitorio per dirlo al tassista che a breve arriverà davanti casa mia. Questa zona è piena di tassisti, di solito passano sempre.
«Perché stasera non c'è nessuno!? Che diamine!». Dico al vento.
In lontananza vedo un taxi arancione avvicinarsi. Perfetto!
Alzo un braccio per farmi notare. Il taxi si ferma così da lasciarmi entrare (non senza qualche problema, visto la grandezza della valigia).
«Mi porti a questo indirizzo. Grazie». Dico con il fiatone porgendo al tassista il foglietto.
L'uomo sulla quarantina inizia a ridere e mette in moto. Perché dovrebbe ridere? Non mi pare di aver fatto una battuta.
«Anche tu sei una di loro?». Chiede l'uomo guardandomi dallo specchietto retrovisore.
Una di loro? Cosa vuol dire?
«Mi scusi, non capisco cosa vuole dire».
«Non faccia finta di niente. Anche lei deve essere una di quelle sasaeng fans».
Una cosa?
«Non so di cosa stia parlando. Ma sicuramente non sono ciò che ha detto».
«Dite tutte così. Ce li ha i soldi per pagare il viaggio o deve farmi un lavoretto?».
Comincio ad innervosirmi. Come si permette di darmi della poveraccia e “sasaeng fan”? Che poi, che cosa diavolo è una sasaeng fan? Una poco di buono?
«Certo che ho i soldi. Altrimenti non avrei preso un taxi, le pare? E smetta di parlarmi in questo modo».
Dopo una buona mezz'ora di macchina, arriviamo davanti ad un enorme palazzone. Si vede che ci abita gente agiata qui.
Pago il tassista che non ha ancora finito di fare battutine e mi dirigo all'entrata del palazzo. Piano 15, porta 4.
Grazie all'ascensore riesco ad arrivare subito davanti all'appartamento che mi ospiterà fino a tempo indeterminato.
Suono il campanello e dopo pochi minuti di attesa, mi apre un ragazzo mezzo addormentato. Non appena mette a fuoco la mia figura, spalanca gli occhi e successivamente mi sorride gentile.
«Tu devi essere quella nuova. Entra pure». Dice facendomi spazio per lasciarmi oltrepassare la soglia.
Entro e mi ritrovo nel caos più totale: vestiti ovunque, una pila di stoviglie infinite da lavare, oggetti di vario genere sparsi per il pavimento. Sono capitata in un asilo o in un dormitorio?
«Daebak». Dico guardandomi intorno. Come può una casa essere così disordinata?
Il ragazzo addormentato di prima ridacchia.
«Scusa il disordine. La donna delle pulizie ha deciso fare un piccolo sciopero. E, come sai, qui ci abitano nove persone».
«Ah...». Mi blocco improvvisamente. «Nove?!».
«Sì...gli altri tre abitano per conto loro e uno è in Cina». Il ragazzo di siede sul divano-letto. «Ah sì...ora sono solo in sette in casa perché come sai il leader e uno dei main vocalist stanno facendo il servizio militare».
«Okay. Tu, intanto, chi sei?». Chiedo cercando di mantenere la calma.
«Piacere, io sono Kim Junghoon e sono uno dei loro manager». Mi porge una mano. Mi avvicino e gliela stringo.
«Il piacere è tutto mio. Io sono Yong Ailin».
«Perfetto! I ragazzi sono andati a festeggiare un compleanno. Ma vado a prenderli io, tu devi essere stanca. La tua stanza è quella in fondo al corridoio a destra». Dice sbadigliando e andando in quello che presumo sia il bagno.
Faccio spallucce e mi volto verso il corridoio. Questa casa sembra un buco, ma in realtà ha tantissime porte.
«Deve essere questa».
Entro nella camera. Non è la stanza più ordinata di questo mondo, ma meglio di niente.
Prendo dei pantaloncini corti e neri e una felpa lunga e blu e mi metto sotto le coperte di uno dei due letti.


Mi sveglio grazie ad un dolce respiro sul collo. Non ho mai dormito così bene.
Aspettate, un respiro sul collo?
Mi irrigidisco e mi volto molto lentamente cercando di non svegliare chiunque mi sia accanto. Riesco a voltarmi completamente. La persona vicino a me è un ragazzo. Un ragazzo davvero carino. Deve essere uno dei componenti dei Super Junior.
Lentamente questa persona apre gli occhi. Non appena mi mette a fuoco, sbarra gli occhi e si allontana di scatto.
Mi scruta da capo a piedi con un'espressione scioccata. Io mi copro le gambe come meglio posso. Sono imbarazzata. Come posso non essermi accorta di aver dormito con lui?
«Ecco...io...».
«Come hai fatto ad entrare?». Mi chiede con una voce tagliente.
Lo guardo con sguardo interrogativo. Non riesco nemmeno a rispondere poiché mi prende per un braccio e mi trascina in soggiorno, dove quattro ragazzi, di cui uno Junghoon, ci guardano sconvolti.
«Junghoon-hyung! Come ha fatto questa sasaeng ad entrare?».
Di nuovo con questa parola? Non ce la faccio più.
«Senti tu. Perché prima non mi lasci parlare?».
«Auguri Kyuhyun». Gli dice il suo manager, ridacchiando.
«Per prima cosa, chi ti ha dato il permesso di entrare in camera mia? E poi, io sono la tua nuova manager. Quindi vedi di portarmi almeno un po' di rispetto. Chiaro?». Gli dico avvicinandomi pericolosamente a lui.
«Quella-non-è-la-tua-stanza». Mi dice scandendo bene ogni parola.
Mi irrigidisco e sento una risata cristallina alle nostre spalle.
«Pensavo ti fossi portato a casa la ragazza, Kyu».
«Ailin...sei andata nella stanza in fondo al corridoio, vero?».
Senza ascoltare nessuno percorro il corridoio e noto, con molto stupore, che accanto alla stanza in cui ho dormito, c'è un'altra porta. La mia, vera, camera.
Imbarazzata più che mai, torno in soggiorno.
«Credo, credo di aver sbagliato stanza».
«Non ti preoccupare, Kyuhyun ieri era talmente ubriaco che si è accorto solo stamattina che eri nel suo letto». Dice il proprietario della risatina di prima.
«Vedi di non fare più un errore simile». Dice il ragazzo con cui ho dormito senza accorgermene.
Mi avvicino a lui e lo guardo male.
«Okay, calmiamoci tutti. C'è stata un'incomprensione. Che ne dite di metterci una pietra sopra?». Interviene Junghoon dividendoci con le sue braccia. «Ora ci sediamo sul divano e ci presentiamo come si deve. Donghae-ah vai a svegliare gli altri».
Mentre aspettiamo che tutta la truppa sia riunita, ci sistemiamo sul divano. Purtroppo oggi, qualcuno vuole che io debba stare accanto a Kyu-coso. Non amo tutta questa vicinanza con lui.
Dopo circa un quarto d'ora di silenzio, tutti sono al loro posto. Anche quelli che non abitano nel dormitorio e che erano già qui quando sono stata trascinata via dal letto.
«Perfetto! Ci siamo tutti. Facciamo un giro di presentazioni. Che ne dici di presentarti prima tu?». Mi chiede il manager.
Annuisco timidamente con un sorriso.
«Ciao a tutti. Io mi chiamo Yong Ailin. Ho 23 anni e sono di Seoul. Spero di passare del bel tempo con voi». Dico guardando con disprezzo il ragazzo accanto a me.
Junghoon ride. «Okay, presentatevi anche voi a turno».
«Ciao, io sono Choi Siwon». Dice un ragazzo bellissimo con i capelli neri.
«Io sono Shin Donghee, ma per tutti sono Shindong». Dice un ragazzo un po' robusto con i capelli biondi sparati in aria.
«Ciao cara, io sono Kim Heechul». Interviene un ragazzo dai lineamenti molto femminili.
«Piacere, io sono Kim Ryeowook». Dice un altro ragazzo molto esile e con un viso molto giovane.
«Io sono Kim Youngwoon, ma chiamami pure Kangin, e lui, invece, è Lee Donghae». Dice un ragazzo con un viso particolare, raffinato, indicando alla fine il ragazzo che è andato a chiamare tutti. Ha un viso da bambino e sembra molto dolce. Mi fa un sorriso timido e un piccolo inchino con la testa.
«Ciao Ailin, io sono Lee Hyukjae, ma per tutti sono Eunhyuk». Dice un ragazzo accanto a Donghae. Ha i capelli ramati e anche lui ha un viso molto dolce.
«Ciao Ailin! Io sono Lee Sungmin. Piacere!». Dice il ragazzo biondo proprietario della risata cristallina e dal viso d'angelo. «Cho Kyuhyun». Dice il mio vicino alzando una mano e non degnandomi nemmeno di uno sguardo. Meglio così.
Sembrano tutti molto simpatici, a parte una persona.
«Ora che abbiamo fatto le presentazioni come si deve, è ora di dirti una cosa molto importante, Ailin». Mi spiega Junghoon.
«Dimmi pure».
«Il direttore generale deve averti detto che dovrai prenderti cura di tutti questi ragazzi».
Annuisco sorridendo non capendo dove vuole arrivare.
«In realtà ognuno di loro ha già un manager. A parte...Kyuhyun». Continua cautamente.
Annuisco di nuovo, ma non appena il mio cervello recepisce il messaggio, spalanco gli occhi e guardo il povero Junghoon.
«Cosa?!». Urlo.
Non posso assolutamente badare a quel ragazzo. Mi farà uscire di testa. Non posso. Ha un caratteraccio.
«Junghoon-sshi. Puoi dire al direttore che ho apprezzato la sua proposta, ma tenere d'occhio lui, non me la sento. Mi dispiace». Detto ciò mi alzo e mi avvio verso il corridoio per prendere tutte le mie cose.
«Yong Ailin-sshi...».
Sento una mano prendermi il polso e una voce. Mi volto a metà e noto che Cho Kyuhyun mi ha bloccata.
«Lasciami». Dico fredda. Come posso prendermi cura di lui quando mi ha trattata male fin da subito?
«Mi dispiace. Poco fa non volevo comportarmi male con te».
Cala uno strano silenzio in tutta la stanza. Gli altri membri guardano a terra. Sembrano tutti tristi. Che sta succedendo?
Passano alcuni minuti in cui rimango in questa situazione, quando Junghoon ricomincia a parlare.
«Kyuhyun ha ragione, Ailin-sshi. Non voleva trattarti male. È solo che...». Sospira tristemente e successivamente mi guarda. «Poche settimane fa, Kyuhyun ha perso il suo manager e...da quel momento non riusciamo a trovare nessuno. Le altre reclute sono tutte andate via non appena hanno notato il suo comportamento. Rimani almeno tu, ti prego».
Perso? Vuol dire che...è morto?
La mano sul mio polso scivola via. Il ragazzo guarda tutti.
«Scusate, vado in camera».
Lo guardiamo mentre sparisce nel corridoio.
Quindi la sua “rabbia” non è volontaria. Si sento solo e per questo mostra la sua solitudine con la collera.
«Okay, rimango». Dico sorridendo tristemente.
Junghoon tira un sospiro di sollievo e congeda tutti.
Ognuno esce quando ha un appuntamento per completare la sua schedule.
Io mi avvicino alla stanza di Kyuhyun. Il suo compagno di stanza è già uscito per delle prove di un musical.
Busso lievemente ma non ricevo risposta. Abbasso la maniglia e entro molto lentamente. Lo trovo seduto sul suo letto mentre stringe un cuscino. Non piange.
«Come stai?». Chiedo.
Mi guarda, non si è nemmeno accorto che sono entrata nella stanza. Mi siedo ai piedi del letto. Lo stesso letto che mi ha ospitato la notte.
«Non volevo trattarti male». Dice.
«Ho capito Kyuhyun-sshi. Non ti preoccupare».
Mi guarda. Questa volta mi sento strana. Dopo aver capito tutte le sue difficoltà, avere il suo sguardo su di me, mi mette addosso una strana sensazione.
«Capisci? Come puoi capire come mi sento io. Lui era come un fratello per me. Mi ascoltava, mi supportava. E ora non c'è più». La sua voce trema.
Io lo capisco, davvero. Pochi anni fa è morto mio padre. Come posso non capire quello che lui sta provando in questo momento? Il senso di stordimento che lo attanaglia? So esattamente quali sensazioni sta provando.
«Ti capisco Kyuhyun-sshi». Mi avvicino a lui e gli prendo una mano. Lui mi guarda e poi sposta lo sguardo sulle nostre mani. «Ti capisco. Mio padre...è morto qualche anno fa. So cosa stai provando».
Ci guardiamo per qualche minuto e poi gli sorrido debolmente. Fa ancora male ricordare mio padre.
«Lui ti sta guardando. Ti controllerà per sempre da lassù. Non sarai mai solo». Mi avvicino ulteriormente a lui, ripetendo le stesse parole che quel giorno di anni fa mi disse mia madre. Gli accarezzo i capelli. Sono soffici. «Ora fammi un bel sorriso. Okay?».
Siamo abbastanza vicini per sentire i nostri respiri sulle guance. È una bella sensazione. Come quella del mattino.
«Ricominciamo. Io sono Yong Ailin, piacere. Spero di passare dei bei momenti con te». Sulla mia bocca spunta un bel sorriso. Ci guardiamo ancora e lui sorride di rimando.
Finalmente vedo il suo sorriso, su quel viso così triste.
«Piacere, io sono Cho Kyuhyun».
«Andiamo a prendere qualcosa da bere? Così ti conosco meglio». Propongo. Non so nulla su di loro. Conoscere almeno il componente con cui passerò più tempo mi sembra il minimo.


«Vado ad ordinare. Tu siediti in quel tavolo laggiù». Dice Kyuhyun indicandomi un tavolo abbastanza appartato. Giustamente non può mettersi troppo in mostra, altrimenti verrebbe assalito. Specialmente dalle “sasaeng fans”. Finalmente ho capito cosa sono. Queste fantomatiche “fan”, sono delle ragazze, e anche dei ragazzi, talmente ossessionati da un gruppo o da un membro del gruppo, che darebbero la vita per il loro idol preferito e vogliono che lui/lei sia sempre perfetto e si comporti in maniera da soddisfarle. Se non accade, li ricattano e mandano lettere intimidatorie. Ogni gruppo ha qualche sasaeng fan nascosta da qualche parte e possono essere più o meno cattive. Molte di loro, mi ha spiegato Kyuhyun, li seguono nella sala prove e cercano di intrufolarsi nel dormitorio per scattare qualche foto ricattatoria. Altre, scrivono lettere con il sangue. Io penso che queste non siano fan, ma solamente delle disagiate mentali che non hanno una vita all'infuori delle loro passioni. Come possono essere chiamate “fan” se, distruggono la vita privata del loro idolo?
«Eccomi». Si siede tenendo in mano il sensore rotondo del bar.
«Ti ho preso un thè caldo al limone. Va bene?».
Annuisco e lo guardo togliersi la giacca e la sciarpa.
«Allora, devo confessarti una cosa importante». Gli comunico.
Il sensore comincia a vibrare e ciò vuol dire che le nostre bevande sono pronte.
«Torno subito». Dice lui.
Essendo la sua manager, ora, dovrei essere io colei che deve andare a prendere le nostre ordinazioni. Questo non è un appuntamento in cui l'uomo deve essere gentile.
«Allora, cosa dovevi dirmi?». Kyuhyun si siede e mi porge la tazza. Ringrazio con un piccolo inchino di testa e prendo un sorso di thè.
«Prima di tutto, essendo la tua manager, d'ora in poi vado io a fare le commissioni. Tu non puoi mostrarti così in pubblico. Rischi di venire assalito dalle fan che ti riconoscono».
«Va bene, capo». Dice sorridendo.
«Secondo, io non vi conosco. Voglio dire, non sono informata per niente sui Super Junior e la cultura k-pop in generale».
«Non ci conosci? E non conosci il k-pop?».
«Già. Cioè, lo ascolto, ma non sono informata sui gruppi. Se mi passasse accanto qualcuno di famoso non me ne accorgerei nemmeno. Al contrario di mia sorella, che ne è praticamente malata».
«Capisco, bè, è una buona cosa. Almeno non sei una fan sfegatata che farebbe di tutto per me». Ridiamo entrambi. In effetti il mio lavoro consiste in quello, ma appunto, è solo un lavoro. Non è la vita reale.
«Quanti anni hai?». Mi chiede alla sprovvista.
«Hey! Non sai che non si chiede l'età ad una donna?». Dico incrociando le braccia e facendo un finto broncio. «Ne ho 23. L'ho detto prima mentre ci presentavamo in soggiorno...».
«Scusa, come sai non ero in me». Sorride imbarazzato mettendo una mano dietro la nuca.
«E tu quanti anni hai?».
«26. Ma se dobbiamo parlare internazionalmente ne ho 25».
«Oh! Allora io ne avrei 22». Rispondo sorseggiando il thè.
Rimaniamo a parlare del più e del meno per molto tempo. Non facciamo nemmeno caso all'ora. È già pomeriggio.
Ho già imparato che ha una sorella maggiore di nome Ahra, a scuola era uno dei primi della classe, i suoi colori preferiti sono il bianco, il nero e il blu, sa suonare il piano e l'armonica, ama prendere in giro i suoi hyung e si diverte tantissimo, adora giocare ai videogames ed è uno dei main vocalist assieme a Ryeowook e Yesung, uno dei due ragazzi che è al militare. Ho anche scoperto che nel 2007 ha avuto un terribile incidente assieme a Eunhyuk, Leeteuk e Shindong, che gli ha quasi fatto perdere la vita. Mi ha raccontato la vicenda con un sorriso di ripiego. Deve essere ancora doloroso per lui parlarne, così non ho approfondito la questione.


Sono passati ormai due mesi dal mio arrivo in dormitorio e il rapporto tra me e Kyuhyun va a gonfie vele. Abbiamo una bella relazione di amicizia e ho pure iniziato a chiamarlo “oppa”. A volte gli altri membri ci prendono in giro perché stiamo sempre insieme e sembriamo una coppia e ogni volta io scoppio a ridere.

Quasi una settimana dopo il mio arrivo, ho sentito la sua bellissima voce intonare una canzone nella stanza karaoke. Ci siamo andati con tutti i membri al compleanno di un amico comune dei Super Junior. Ormai erano quasi tutti brilli e Kyuhyun ha impostato un codice sulla tv ed è partita “Listen...To You”. Per tutto il tempo in cui ha cantato, non ha smesso di guardarmi. È stato davvero emozionante.
La sua voce è stupenda. Ha un timbro unico nel suo genere, né troppo basso, né troppo alto. Possiede anche un sabbiato che rende la sua voce sexy e accattivante. Non è da tutti. Adoro la sua voce. Amo, la sua voce.
Ora riesco a gestire meglio i suoi impegni. All'inizio è stato davvero difficile, anche con l'aiuto di Junghoon, poiché il ragazzo ha davvero tante cose da fare durate le giornate. Non è solamente un cantante, ma anche un MC, un attore di musicals e modello, per non parlare delle ospitate in qualche trasmissione. Mi stupisco ogni volta di come faccia a non svenire per il troppo lavoro.
Oggi ci siamo solo noi in dormitorio. A volte ci sono tanti giorni vuoti, ma il giorno successivo, di solito, è pienissimo dalla mattina alla sera.
«Ailin».
Sono al lavello a lavare i piatti che questa mattina i ragazzi hanno lasciato sul tavolo. La signora delle pulizie si è licenziata e io ho preso il suo posto temporaneamente.
Improvvisamente sento una presenza dietro di me. Mi volto e trovo Kyuhyun molto vicino. Poggia le mani sul ferro del lavabo, imprigionandomi.
«Oppa...Kyuhyun-oppa...».
Sono in preda al panico. Perché si comporta così?
Avvicina ancora un po' il suo corpo al mio. Sento il suo calore. Sento il suo respiro sulle mie guance.
...Sento le sue labbra sulle mie. Un bacio dolce e delicato.
Lo sto baciando. Mi sta baciando. Ci stiamo baciando. Non dovrei, non dovremmo. Non posso, non possiamo. E allora perché non riesco a staccarmi da lui? Le sue labbra sono morbide e hanno un buon sapore.
Delicatamente mi toglie i guanti di plastica rosa che indosso. Non smette un momento di assaggiare le mie labbra. Non c'è bisogno di parlare ora. Tutto è automatico.
Ci allontaniamo dal lavabo e senza staccarci percorriamo tutta la stanza. Finiamo nella camera di Kyuhyun e cadiamo entrambi sul suo letto. Me lo ritrovo sopra che assaggia il mio collo, la mia pelle. Io gli accarezzo la schiena. Geme al mio tocco.
Improvvisamente mi accorgo che siamo davvero in camera sua e che Sungmin o qualcun'altro potrebbe tornare da un momento all'altro.
«Aspetta...». Dico toccandogli il petto, facendolo fermare.
«Che succede?». Chiede con il fiatone.
Mi guardo intorno e lui capisce subito.
«Non preoccuparti per Sungmin-hyung. Non tornerà per ora».
«Ne sei con-». Mi blocca con un indice sulle labbra e con uno sguardo che mi fa morire. Sexy e tenebroso.
«Shh. Basta parlare». Dice in un modo che mi fa impazzire completamente.
Torniamo a baciarci con più foga di prima. Lui fa scivolare la sua lingua nella mia bocca e la incrocia con la mia. Giochiamo in questo modo per un po'. Successivamente mi toglie la maglietta e mi slaccia il reggiseno. Percorre con dolci baci tutta la lunghezza del corpo nudo sotto di lui. Anche io faccio lo stesso, togliendogli il maglione strappato grigio che indossa.
Prendo il sopravvento su di lui e gli mordo il collo lasciandogli un segno. Lui ridacchia divertito, mi prende con forza il viso e torna a baciarmi. Piano, scende verso il collo. Mentre gioca con la mia pelle, lasciando anche a me un segno, mette le mani sui miei pantaloni della tuta e, aiutandolo, li toglie. Staccandosi da me temporaneamente, toglie anche i suoi jeans.
Ci sistemiamo bene sul letto, il suo corpo è caldo e cerca di stare in equilibrio per non schiacciarmi sotto il suo peso.
«Prima di...». Si blocca, di colpo imbarazzato. «Hai capito...ecco, volevo dirti una cosa».
Gli accarezzo le guance e lo bacio dolcemente. Gli infondo supporto.
«Volevo dirti che ti amo». Dicendo ciò mi bacia.
Il mio cuore va a mille. Anzi, non credo abbia una velocità precisa. Ha appena confessato il suo amore. E io non sono riuscita a rispondere. Quello che provo io, è amore? Deve esserlo, altrimenti non sarei qui, ora, in questa situazione e il mio cuore non andrebbe all'impazzata.
Mentre mi bacia il corpo, intona una dolce melodia che mi fa venire i brividi. La sua voce nelle mie orecchie, il suo profumo nel mio naso, il suo corpo sul mio, la sua immagine fissa nella mente. Sì, lo amo anche io. E l'ho scoperto solo ora. Sì. Ora.
«Ti amo anche io». Prendo il suo viso e capovolgo la situazione. Sono sopra di lui.
In poco tempo, i pochi, e precari, indumenti che avevamo addosso, sono volati sul pavimento della stanza.
Ci amiamo e sussurriamo parole d'amore. Amo la sua voce e mi mette i brividi. Anche quando parla, specialmente ora.
I nostri gemiti mettono più pepe a quello che stiamo facendo. Ogni sua spinta è un momento in paradiso e ogni suo bacio è estasi pura. Ci tocchiamo, ci vogliamo. Ci amiamo e basta, tra gemiti, parole dolci e tocchi. Sembra una favola. Una favola che è destinata a finire, poiché veniamo entrambi, chi prima, chi dopo. Non saprei definire.
Esausti ci accoccoliamo, nudi, l'uno accanto all'altra. Ci guardiamo felici, con un sorriso sulle labbra e con un marchio sul collo. Lui accarezza il regalo che mi ha donato e io accarezzo il mio sulla sua pelle.
«Ti amo e...grazie». Mi sussurra baciandomi profondamente la fronte. Sorrido e lo abbraccio rispondendo con un “ti amo” dolcissimo. Non l'ho mai detto a nessuno, ma sono sicura che lui sia la persona giusta a cui dirlo. È un subordinato, è un amico e, ora, anche il mio ragazzo.

 

Una porta che sbatte mi sveglia. Sono ancora in camera di Kyuhyun con lui accanto. Quindi, deve essere tornato qualcuno. Mi rendo conto in che condizioni siamo e per poco non urlo. Sveglio senza troppe cerimonie Kyuhyun e gli faccio notare di rivestirsi in fretta visto che è tornato qualcuno.
Sento un fischiettio raggiungere sempre più velocemente la nostra stanza e poi un Sungmin entrare felice. Per fortuna siamo tornati normali e abbiamo messo in ordine tutto, anche le lenzuola del letto. Abbiamo solo un po' di fiatone.
«Sei felice Sungmin-oppa?». Chiedo cercando di non destare sospetti.
«Sì. Le prove di oggi sono andate molto bene! Grazie dei consigli Kyu».
Sungmin sta interpretando lo stesso ruolo di Kyuhyun nel musical dei tre moschettieri.
«Che avete entrambi sul collo?». Chiede non prestando molta attenzione.
Rimaniamo in silenzio. Non sappiamo cosa dire e in questo momento non possiamo metterci d'accordo.
Sungmin scoppia a ridere e si siede sul letto per non rotolare per terra.
«L'avete fatto? Davvero? Lo sapevo che c'era qualcosa tra voi due!».
Ci guardiamo. Sorridiamo.
Sì. C'è qualcosa tra noi due.

 

1: "parla"
2: "wow"



Ciao carissime/i!!
Visto che ho un po' di spazio tra i capitoli della fanfiction, ho deciso di scrivere una oneshot...più che altro, mi è venuta un'improvvisa ispirazione e ho voluto mettere nero su bianco quello che mi passava per la testa.
Bè, che dire, spero che vi sia piaciuta ^^ Vi lascio le foto dei protagonisti e...alla prossima oneshot!!
Giulia.


KYUHYUN (il maglione è lo stesso della one shot):


AILIN:
  
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