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Autore: Vals Fanwriter    23/12/2013    5 recensioni
Huntbastian (Hunter/Sebastian) | (mini) OS | Fluff, Sentimentale, Commedia | Future!fic
Dal testo: "A Sebastian piaceva respirare l’aria natalizia tramite piccoli dettagli, Hunter invece lo considerava un periodo come gli altri. [...] Per questo motivo, ogni volta che ne aveva avuto l’occasione, aveva arginato il discorso che verteva sul componimento del loro albero di Natale. Purtroppo però i suoi sforzi non erano serviti a molto."
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regali di Natale a gogo
e questo è quello per Nym.
Buon Natale, padrona. :v ♥
 
 
 



Si era appena svegliato e, come ogni volta che accadeva, aveva ancora i sensi intorpiditi e gli occhi mezzi chiusi che minacciavano di serrarsi definitivamente al minimo cedimento. Aveva un unico metodo efficace per svegliarsi completamente e per rendere la sua giornata operativa – come quasi ogni comune mortale – e quello era il caffè lungo in tazza grande che soleva trangugiare ogni mattina, prima di mettersi a studiare; per questo motivo, i passi che compiva appena sveglio lo portavano sempre e comunque alla cucina. Conosceva ogni scomparto a memoria e, con movimenti quasi meccanici, riusciva prepararsi il caffè senza neanche prestare particolare attenzione a ciò che aveva davanti.

Anche quel giorno, in breve tempo, ebbe pronta la sua “carica liquida”. Si sedette su uno degli sgabelli, posti vicino alla penisola della cucina, e si mise a sorseggiare quel caffè infinito e bollente. In casa, stranamente, non vi era alcun rumore e, se Hunter fosse stato abbastanza sveglio da connettere almeno un pochino, si sarebbe reso conto che era piuttosto strano che Sebastian, il suo ragazzo, non si fosse ancora palesato a riempire la cucina della sua presenza ingombrante, o a litigare con Clarence, il suo gatto, per ogni più piccola cosa. Tuttavia non aveva ancora abbastanza energie per accorgersi che il pericolo era in agguato; e nel termine “pericolo”, Hunter racchiudeva i canti, i dolci, le luci e l’aria natalizia.

Mentre prendeva il secondo sorso dalla sua tazza, infatti, qualcosa gli cinse il busto e le braccia insieme, come una corda e lui si ritrovò impossibilitato a portarsi la bevanda alle labbra. Grugnì a causa di quell’impedimento, ma abbassando lo sguardo si rese conto che non era una corda quella che lo stava “legando”.

‹‹Ma che cazz-?››

Le labbra del suo ragazzo – che si nascondeva strategicamente alle sue spalle, reggendo quelli che erano i lembi delle lucine decorative tipiche degli abeti natalizi – corsero a baciargli lascivamente l’angolo della mascella. Era stato incauto.

‹‹Buongiorno, amore mio.››

Sebastian Smythe non era un tipo romantico o sdolcinato, ma sapeva diventarlo quando era intenzionato ad ottenere qualcosa, e Hunter l’aveva sentito più volte blaterare sugli addobbi natalizi, quella settimana. Sembrava che il ragazzo ci tenesse a decorare il loro appartamento a festa, in vista dell’evento più importante dell’anno. A Sebastian piaceva respirare l’aria natalizia tramite piccoli dettagli, Hunter invece lo considerava un periodo come gli altri, anzi, se possibile, odiava il modo in cui qualsiasi persona esistente si precipitasse nei negozi e buttasse i soldi dalla finestra per cianfrusaglie che duravano sì e no una settimana all’anno. Per questo motivo, ogni volta che ne aveva avuto l’occasione, aveva arginato il discorso che verteva sul componimento del loro albero di Natale. Purtroppo però i suoi sforzi non erano serviti a molto.

‹‹Che diavolo è questa roba?›› borbottò, cercando di identificare il fascio di luci che gli avvolgevano il busto e di ignorare, intanto, la bocca dell’altro che scorreva lascivamente lungo il contorno della sua mascella.

‹‹Luci›› mormorò Sebastian, ghignando contro la sua pelle. ‹‹Le ho comprate stamattina.››

Hunter roteò gli occhi e ‹‹Ti ho già detto che non lo voglio un albero nel mio appartamento. Ne abbiamo già parlato›› disse.

‹‹Non abbastanza.››

Il ragazzo rafforzò la stretta attorno al suo addome e si sporse maggiormente sulla sua spalla, facendo aderire il petto alla sua schiena e scendendo a solleticargli il collo con la punta del naso, fino al confine del maglione bordeaux che indossava Hunter – e che Sebastian si era premurato di regalargli in vista delle feste, perché in tema con l’evento. Lasciò andare la tazza che stava ancora reggendo con una mano, onde evitare di rovesciarne tutto il contenuto; i baci e le moine di Sebastian lo scuotevano sempre, era una reazione automatica, riservata soltanto a lui, che si metteva in moto contro la sua volontà.

‹‹Non ti aiuterò… a fare quel dannato albero… Scordatelo›› biascicò tra un sospiro e l’altro, rabbrividendo, e non a causa del freddo mattutino, che era sparito non appena Sebastian si era fatto così vicino. Quest’ultimo si fermò, nel suo percorso, proprio sotto il suo orecchio, premendo le labbra sul lembo di pelle nascosto dal lobo. Il sorriso gli si fece diabolico, quando avvertì Hunter tremare appena e inclinare di riflesso la testa di lato.

‹‹Se mi aiuti, dopo ti faccio stare sopra.››

Baci, carezze, vicinanza e sussurri erano troppo da sopportare, soprattutto se poi, nel complesso, lui si ritrovava legato da un mucchio di lucine natalizie. Avrebbe dovuto prevedere il fatto che Sebastian sarebbe riuscito a piegarlo al suo volere. Sapeva giocare la carta giusta al momento giusto, lui – sapeva essere dolce e fargli tenerezza, o comprarlo in maniera sensuale, com’era solito fare praticamente sempre. Ma Hunter non voleva cedere così vergognosamente, bastava già la loro vita giornaliera a renderlo debole, quando si trattava del suo ragazzo, perciò si limitò a sbuffare con fare scocciato.

‹‹Certo. Sopra la scala semmai. Per appendere le tue fottute lucine.››

Al suo borbottio fece eco la risata bassa e profonda di Sebastian, che inevitabilmente gli strinse il cuore e glielo fece battere più forte. Quello era un altro dei suoi punti deboli.

‹‹Anche, sì›› disse e gli andò a scoccare un bacio veloce sulla guancia, prima di lasciarlo libero da quelle catene improvvisate e allontanarsi dal suo corpo. ‹‹Ti lascio il tempo di bere il caffè allora, Grinch. Non metterci troppo.››

Fece il giro della penisola, senza smettere di guardarlo, oltre la sua spalla, in maniera profonda e piena di significati nascosti che Hunter colse uno ad uno, conservandoli come una motivazione valida atta ad invogliarlo a seguirlo in salotto e a sprecare le sue preziose ore di studio, col solo scopo di aiutarlo a decorare l’abete. In favore di una giusta causa ovviamente.

Le promesse di Sebastian venivano sempre mantenute.






 
   
 
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