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Autore: KIAsia    23/12/2013    1 recensioni
Questa FanFiction parlerà di alcuni Natali particolari della nostra amata Klaine. Ci saranno dei FlashBack e nel presente parlerà .. naah, non ve lo dico. Sta a voi scoprirlo mentre leggete!
La FF è ambientata nel futuro, tranne che nel primo capitolo, spero vi piaccia.
Buone Feste, Asia.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NomeCapitolo: Son.
Ship: Klaine.
Rating: verde.
N° Parole: 2275.

Pronto per voi il quinto capitolo! Buona lettura.

~Son~

«Aspettate, ma il prossimo non sarà mica....» Denise lasciò la frase a metà mentre un sorriso immenso le nasceva sul viso. Vederla così felice mi incuriosì molto, non vedevo l'ora di sapere se la sua supposizione era esatta e se anche io, alla fine del racconto, avrei sorriso come lei.

Kurt annuì capendo perfettamente il pensiero di sua figlia. «Comincio io..».

 

Denise stava giocando con le sue barbie quando sentì il buon profumo di patate arrivare dalla cucina fino alla sua cameretta arancione, svelta lasciò i giocattoli a terra non ricordandosi per la centesima volta di dover mettere apposto sempre prima di venir via.

Scese frettolosamente le scale sentendo pian piano il calore della cucina economia accesa intorpidirla, amava quella sensazione di inverso come quando fuori la sera è bianco a causa dell'innevata che era giunta nel pomeriggio, oppure quando le risa dei suoi amici la chiamano ad unirsi ad una battaglia di palle di neve. Entrò in cucina come se fosse un segugio sulle tracce della preda più prelibata di tutte, assomigliava sicuramente molto a Kira in quell'istante. «Che buon profumino, papà..».

«No, Deny. Non puoi assaggiare nulla.» anticipò Kurt alzando una mano come per farla tacere. Il castano conosceva perfettamente sua figlia che ad ogni pasto appariva magicamente affianco a lui con un cucchiaio in mano.

«Non è giusto così però!» brontolò la bambina che fece subito dietro front dopo l'occhiata chiara lanciata da suo padre ed andò in salotto dove Blaine stava disteso su una coperta immerso nei giocattoli da infanti che suo fratello Alexander aveva. Si accomodò tra loro due afferrando un animalino, era una giraffa senza una zampa rotta probabilmente chissà quanto tempo prima da quell'imbranato di suo fratello, se lo rigirò fra le mani annoiata. «Che cosa fate?».

«Giochiamo allo zoo.. ti vuoi unire a noi?» Blaine le sorrise sincero indicando la zebra che aveva in mano lui e la giraffa monca della bambina. Lei annuì pensando che niente sarebbe potuto essere più antipatico di dover star seduta mentre Kurt girava il mestolo nella padella e controllava di tanto in tanto il for.

«Che dobbiamo fare, Alec?» chiese conoscendo già il gioco assurdo che suo fratello era riuscito ad escogitare. Poteva pure avere solo tre anni, ma era davvero un bel diavoletto.

«Tu debi dile che vuoi andare a fale un giletto con la tua amica zebla!» ordinò come sempre, in poche parole i giocatori dovevano seguire i “consigli” di Alexander, come se lui avesse in mano un megafono e loro fossero solo dei piccoli attori che dovevano seguire le direttive del grande regista.

 

Scoppiai a ridere scuotendo la testa scioccato. «Fin da piccolo, quindi?»

«Credo che Alec ce l'abbia sempre avuto nel sangue quel lavoro, e sono contento che sia riuscito a conquistare il suo sogno!» mi scompigliò i capelli Blaine annuendo alle mie parole.

Alexander Anderson-Hummel era un regista novellino, aveva registrato qualche film e stava cominciando ad essere conosciuto nel mondo dello spettacolo. Ovviamente sapevamo tutti che aveva ancora tanta strada da fare, ma lo vedevi da come gli si illuminavano gli occhi che amava quello che faceva.

«Se l'è sudato quel posto.» disse Denise sorridente «Sono fiera di lui.». Ovviamente non aveva voluto nessun tipo di aiuto da parte di Rachel che più di una volta si era offerta per fargli come attrice principale, una volta mi confessò che lo voleva perché sapeva che Alec avrebbe fatto tanto strada. La solita Berry, insomma.

 

«Ma ranocchio mio, perché devo essere sempre una femmina?» mormorò il moro cercando di pescare suo figlio con parole dolci, Denise si voltò verso suo babbo pensando che si era cacciato in un bel guaio, guai a chi contraddiceva le decisioni di Alec in quel campo.

Infatti il bimbo fulminò il padre e gli prese il giocattolo cominciando a sventolarglielo davanti agli occhi «La vedi quetta? Si vede benissimo che è una femminina!» gli lanciò la zebra tra le mani ed incrociò le braccia al piccolo petto aspettando che la scena partisse. Blaine si arrese e si domandò come gli era saltato in mente di dire una cosa del genere, la magia del Natale doveva avergli dato alla testa.

«Adesso Deny devi dile alla zebla di aiutalti a camminale pelché non lo sai fale da sola, susu!» la sua vocetta a quel tempo era adorabile ed il fatto che non sapesse ancora bene pronunciare le “r” faceva venir voglia di stritolarlo in un forte abbraccio, tutto questo almeno finché non ti dava ordini a bacchetta.

Dopo un quarto d'ora che la Zebra Zara e la Giraffa Franca trascorrevano insieme il loro pomeriggio d'estate, la voce di Kurt salvò Denise e Blaine da quell'infinita tortura. «Potreste venire qua un attimo?»

Si alzarono veloci come la luce e, dopo che Blaine lasciò un bacio sulla fronte del piccolo, andarono in cucina dove Kurt teneva in mano due cucchiai pieni stracolmi di cioccolata fondente. «Potreste dirmi come vi sembra, Oh miei assaggiatori?» scherzò.

«Deny, questo deve essere un sogno.. non trovi?» Blaine strabuzzò gli occhi aggrappandosi alla spalla della sua bambina.

«D-davvero babbo!» si fermarono troppo lontani da Kurt fingendo spavento e cominciarono ad indietreggiare. «Cosa ne hai fatto del mio papà, mostro!?» urlò la piccola mascherando un sorriso.

«Deny sii più cortese con il nostro amato mostro..» il moro si chinò per poter sussurrare nell'orecchio di sua figlia «Questo essere ci offre la cioccolata, di che ti lamenti?».

«Ehy voi due! Di cosa state confabulando?» Kurt assottigliò gli occhi.

Dopo una manciata di secondi di completo silenzio i tre risero mentre il moro prendeva un cucchiaio portandoselo alla bocca, chiuse gli occhi e emise un piccolo gemito di piacere. «mhhh.. è troooppo buono davvero.. è..». Denise, a vedere la reazione del padre, afferrò di corsa l'altro cucchiaio e mangiò la cioccolata più buona che avesse mai messo in bocca, possibile che il suo papà migliorasse sempre? A quanto pareva sì.

Kurt intanto accese distratto la radio che facendo riempire la cucina dalle note di “White Christmas”, ovviamente i due sposi si guardarono immersi nei loro occhi e nel ricordo di quel Natale nel quale facevano finta di non amarsi più: quell'anno per la loro storia rimarrà il più assurdo e controproducente di tutta una vita. Blaine intonò perfettamente le prime note nascondendo il frastuono proveniente dal salotto. I due uomini non si stancavano mai di cantare, nessuno dei due aveva davvero raggiunto il lavoro che speravano da adolescenti: Kurt lavorava ancora in Vogue.com e lo amava mentre Blaine era medico ormai da parecchi anni ed non poteva desiderare di meglio. Ma, ad essere sinceri, il sogno vero, quello sussurrato sotto le coperte con il fiato corto e il cuore che galoppava all'impazzata, quello che al pensiero faceva nascere un sorriso e la voglia pazza di stringere la mano dell'altro nella propria era stato realizzato: essere insieme, sempre.

Non seppero nemmeno come, ma pian piano la cucina si trasformò nel loro palcoscenico, i sordi botti della sala in un dolce sottofondo e Denise nel pubblico che, alla fine dell'esibizione improvvisata, batte forte le mani sovrastando l'ennesimo botto. Però il “clap-clap” delle piccole mani della bambina terminò, quindi riuscirono a sentire il rumore che arrivava dalla sala. Blaine e Kurt si guardarono spaventati e corsero insieme alla bambina trattenendo il fiato, che Alexander si fosse fatto male? Su questo aveva forti dubbi perché sennò adesso avrebbero dovuto sentir il pianto isterico ed assordante che solo quella peste poteva avere.

Invece, giunti davanti all'albero di Natale, si dovettero chinare per non essere presi in pieno da un bolide che pareva essere una palla natalizia. Denise quasi cadde a terra quando Kira la oltrepassò come un razzo per andare a prendere l'addobbo che era volato nel corridoio.

Oh no!

Appena il bambino li vide con le braccia posate sui fianchi e gli sguardi arrabbiati, abbassò gli occhi sulla mano che teneva una palla celeste, specchiandosi dentro e capì di averla fatta grossa.

«Alexander Hummel-Anderson, che cosa diavolo stai facendo!?» sbraitò Kurt avvicinandosi di qualche passo facendo immediatamente indietreggiare Alec fino a battere la schiena contro l'albero, ormai in trappola.

«Volevo fal giocale Kila...» cercò di guadagnare punti indicando il cane che tutto contento tornata in cucina con la pallina rotta tra le fauci. Ora che Blaine guardava meglio, tutto il salotto era un ammasso di plastica rotta di ogni colore e fantasia, sinceramente non voleva sapere quante palle erano andate perse dalla genialata di suo figlio.

Quando Denise osservò l'albero la sua bocca quasi toccò il pavimento dallo sconcerto: un terzo buono era vuoto, se non per le lucine. Suo fratello aveva fatto un bel pasticcio quella volta, ma in qualche modo se la sarebbe cavata come faceva sempre. Si segnò in memoria di chiedergli qualche trucchetto tattico per salvarsi la pelle.

«E' questa la scusa migliore che sia trovare, Alec?» Kurt stava palesemente fumando dagli orecchi e le guance rosse avrebbero messo paura a chiunque.

«Beh, dilei di s-»

«Ti avverto, non ti azzardare a dire “sì”» lo fermò in tempo suo padre stringendo le mani a pugno lungo i fianchi. Alexander avrebbe dovuto ringraziare tutti i santi sul fatto che i suoi papà non fossero le persone violente.. tutti i santi di tutte le religioni: passate, presenti e future.

Pensò ad ogni sua possibilità sapendo che aveva due modi per svignarsela: o distrai o getti la colpa ad un altro. Considerando che distrarre sarebbe stato decisamente impossibile, almeno che non avesse visto una renne di BabboNatale o un asino volante, votò la seconda. Si prese il mento tra le dita valutando la situazione e i suoi possibili canditati come colpevoli: Kira purtroppo non era il massimo, Kurt era fuori questione.. oh, eccolo lì.

«Però Babbo non mi ha detto che non potevo!» piagnucolò facendosi salire le lacrimucce di coccodrillo e tirando su dal naso senza alcun bisogno effettivo. «Io.. io pensavo che..».

«Cosa?» Blaine si strinse i capelli tra le mani emettendo una risatina isterica, alle volte quando suo marito diventava in quel modo si sentiva il terzo bambino della famiglia. E nemmeno il più grande. Quando vide Kurt girarsi verso di lui poté giurare di essersi rimpicciolito di qualche altro centimetro e questo sicuramente non era un bene per un tappetto come lui.

«Lo sai vero che non è colpa mia...?» volle mettere le mani avanti il moro «Non posso mica prevedere il futuro!».

Kurt rise interiormente e si maledì perché non resistette di fare un piccolo ed innocente scherzetto a suo marito, dopotutto doveva ancora riprendersi la rivincita di quando l'altro pensò bene di baciare la sua migliore amica alle superiori! «Dovresti invece, che padre sei sennò!». Blaine rimase completamente allibito davanti a quell'assurda risposta, non ci poteva e voleva credere.

 

Blaine sbuffò facendomi ridacchiare. «Te la sei proprio segnata quella volta, eh?» commentò arreso il moro.

«Ed ancora è ben legata al mio indice, Anderson.» rispose Kurt.

«Da quando ho perso “Hummel” nel mio cognome?» domandò giocoso mentre lo abbraccia da dietro per lasciargli un bacio sul retro del collo.

«Oh, antipatico... fammi raccontare e sh.»

 

«Ma Kurt, questo è fuori!».

«Lo so, Alec non pensare di potermi fregare!» il bambino che ci aveva sperato sbuffò incrociando le braccia al petto, non poteva pensare ancora di poterla fare a coloro che lo avevano adottato quell'anno. Kurt e Blaine lo avevano preso con loro all'inizio dell'anno e ormai faceva parte completamente della famiglia: era un piccolo scricciolo coi capelli scuri e ricci che ricordavano un po' quelli di Blaine se fossero stati liberati da tutto quel gel, gli occhi erano così scuri che avrebbero lasciato imbambolato chiunque, avevano anche quella nota di furbizia e determinazione che mai gli avrebbe abbandonati.

«Uffa pà..» borbottò prima che una lampadina si accendesse sopra la sua testa: quindi, seguendo il piano giunto come una manna dal cielo, mise su un bel broncio da premio oscar e spalancò gli occhi «Mi peldoni? Dopotutto è Natale!».

Kurt in realtà lo aveva già fatto molto prima e Blaine con lui, quindi, dopo aver finto un po' di risentimento, annuirono. Successivamente ad una veloce spazzata e all'aver riempito un sacchetto di sudicio con palline di Natale, la famiglia si riunì sul divano stringendosi sotto le coperte. Insieme guardarono un cartone animato “Toy Story” e ai titoli di coda gli unici ad essere ancora svegli furono Blaine, Kurt e Kira, la quale veloce scese dal divano per andare nella sua cuccia.

«Tu prendi Denise e io Alec?» sussurrò Kurt nell'orecchio di suo marito, gli baciò la guancia prima di prendere in braccio la bambina portandola in camera. Blaine fece lo stesso con il figlio e spense la TV andando a letto ad aspettare che Babbo Natale passasse per lasciare i regali sotto l'albero.

 

«Ho pochi ricordi della mia infanzia, ma tutte quelle palle di natale a terra non le scorderò mai!» ridacchiò la donna facendomi saltellare sopra le sue ginocchia.

«Ma ehy! Qual'è la decorazione di quell'anno?» chiesi stizzito, dopotutto ancora non mi avevano dato nessuna strana palla da tenere in mano durante il loro racconto.

Kurt rise e mi indicò con il braccio l'albero affianco a lui «Prova ad indovinare, dai..».

Mi avvicinai piano all'albero, dopo un paio di minuti che osservano ogni piccolo ramo ridacchiai allungando la mano verso l'unica palla possibile. «io scommetto su questa..»

«Esatto!» mi scompigliò i capelli Blaine, doveva avere una certa dipendenza dallo scompigliare, era già un paio di volte che me lo faceva.. magari era perché i suoi sembravano incollati alla testa?

Comunque sia, tra le mani tenevo una palla verde, o meglio una “mezza palla” in quanto era scheggiata alla fine, reduce dalla furia di Alec.

 

 

KIAsia Channel:
In realtà vi do solo un saluto perché non ho niente da dire.. spero che ci sia qualcuno che legga davvero dall'altra parte del monitor! XD
Un bacio a chi ha messo tra le seguite/preferite questa FanFiction e un abbraccio speciale a Locked che perde del tempo prezioso a recensirla! Grazie, mi fa tanto piacere :)
(Per chi se lo stesse chiedendo, cioè nessuno: Alec è per onorare Shadowhunters e la Malec che sono dhaiodhauoshdufgehiuhfiua *dead*)
Alla prossima, Asia.

 

 

  
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