Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: berenis    23/12/2013    1 recensioni
I nostri nasi quasi si sfioravano e i suoi occhi verdi non si erano staccati dai miei neanche per un secondo. Un ghigno compiaciuto comparve sul suo volto.
Sentivo l’adrenalina scorrermi nelle vene ed ero pronta a qualsiasi mossa avrebbe fatto... tranne una.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dov’è il tuo uncino, capitano?
 


 
 

Per l’ennesima volta, Uncino l’aveva fatta franca.
Era il più abile e seducente imbroglione e riusciva sempre, in qualche modo, a scampare i pericoli, ad evitare la morte, a scappare, a salvarsi.
Il prezzo da pagare, però, era la fiducia delle persone con cui stringeva patti che, ovviamente, mai avrebbe mantenuto.
Lui era fatto così. Era un mercenario. Un uomo che si metteva al servizio di chi meglio lo pagava o gli offriva le opportunità che più gli tornavano comodo.
Come la morte di Tremotino, nella maggior parte dei casi.
O riavere la donna che un tempo amava e che aveva perduto per sempre.
Ma, si sa, la magia può fare molti miracoli, ma non è in grado di restituire una vita e non può comandare a un cuore di amarne un altro.
Per quello, però, lui non ne aveva bisogno. Mi costa molto doverlo ammettere, ma era il più bel pirata che avessi mai visto.
I suoi occhi, ancor più del suo uncino, erano quelli da temere.
Occhi verde smeraldo e uno sguardo di tale intensità che era in grado di penetrarti la pelle e lacerarti da dentro.
Ciò che aveva al posto della mano sinistra, a confronto, era niente.
E io, purtroppo, avevo avuto varie volte l’occasione di trovarmi di fronte a lui e di sentire il cuore che bruciava per colpa sua.
Ma Uncino ancora una volta se n’era andato, e con lui anche la mia preoccupazione di trovarmelo senza motivo in giro per casa o sul mio posto di lavoro.
Uncino era sinonimo di guai. Quando era in città, a Storybrook, significava che il pericolo era in agguato, e non potevamo stare tranquilli.
Il problema era che Killian Jones – questo era il suo vero nome – era imprevedibile e non era facile capire quando stesse mentendo o quando dicesse la verità.
Ma d’altra parte lui era un pirata, e dai pirati, cosa ci si poteva aspettare?
Killian, però, col suo uncino, aveva la fama di essere il più temibile.
E lui lo adorava.
 
Erano tre settimane che non si faceva vivo in città.
Dopo l’ultimo inganno fatto a Regina per tentare per l’ennesima volta di toglierle i poteri – su commissione di qualcuno che non avevamo ancora scoperto chi fosse – che tra l’altro era anche riuscito, ma lei li aveva riacquisiti dopo poco, Uncino era scomparso nel nulla.
Quel momento di tranquillità mi sembrava adatto per rilassarmi, così, una mattina d’inverno, quando faceva troppo freddo per stare fuori e troppo caldo per stare in casa davanti a un camino, andai nel mio ufficio, che da poco avevo fatto ristrutturare dopo l’ultimo combattimento avvenuto tra Regina e Uncino – il mio povero ufficio era sempre quello che ci andava di mezzo – e mi misi al computer, seduta alla scrivania, per leggere qualche novità sul mondo al di fuori di Storybrook mentre i fiocchi di neve fuori dalla finestra continuavano a cadere.
«Buu!» sentii ad un tratto alle mie spalle.
Urlai per lo spavento e scattai in piedi voltandomi verso quella voce.
Rimasi immobile quando vidi di chi si trattava.
«Uncino…» sussurrai. «Ti dispiacerebbe smetterla di farmi prendere certi spaventi?!» protestai e sentii i miei nervi rilassarsi un po’, non notando in lui alcuna intenzione – almeno per il momento – di uccidermi.
«Emma» disse sorridendo e facendo un cenno con la testa, per poi piegarsi in avanti in un mezzo inchino. «Mi dispiace, era mia intenzione. Potrei farci un pensierino se tu la smettessi di chiamarmi Uncino e usassi il mio vero nome. Tu puoi farlo, lo sai
Feci roteare gli occhi. «Continuerò a chiamarti Uncino comunque. E non fare quella voce. Con me non attacca, lo sai» lo imitai nel pronunciare le ultime due parole.
«Quale voce?» chiese da finto ingenuo avvicinandosi di più a me. Indietreggiai.
«Questa, dici?» continuò.
Mi ritrovai con le spalle al muro e deglutii rumorosamente mentre lo osservavo camminare ancora vero di me. Sentii le gambe cominciare a tremarmi e un brivido percorrermi la schiena.
Ero disarmata e lui non sembrava avere cattive intenzioni, ma non potevo fidarmi delle apparenze: lui rimaneva il più abile degli ingannatori.
«Cos’è, hai forse paura, Swan?» disse con aria di sfida.
Non mi sarei lasciata annientare da quegli occhi e da quella voce.
«Neanche morta» risposi brusca ritrovando il lume della ragione e facendo un passo in avanti.
«Pessima mossa» disse lui.
Non avrei dovuto sfidare un pirata. Non Uncino.
I nostri nasi quasi si sfioravano e i suoi occhi verdi non si erano staccati dai miei neanche per un secondo. Un ghigno compiaciuto comparve sul suo volto.
Sentivo l’adrenalina scorrermi nelle vene ed ero pronta a qualsiasi mossa avrebbe fatto... tranne una. Tranne quella che, contro ogni mia aspettativa, fece: mi baciò.
Ma la cosa più sorprendente fu che io non mi tirai indietro, anzi.
Portai le braccia dietro il suo collo e lo strinsi con forza a me, mentre la sua mano e il suo uncino facevano pressione sulla mia schiena.
“Ma che diavolo sto facendo?” pensai. Poco importava ormai.
Stavo baciando capitan Uncino e, dopo tutte le volte che aveva tradito la mia fiducia, in quel momento, quando avrei avuto finalmente la possibilità di ucciderlo, non mi passò neanche per la mente di farlo.
La verità? Non desideravo altro che un suo bacio.
Uncino si staccò dalle mie labbra e poggiò la fronte contro la mia.
Mentre ancora cercavo di realizzare ciò che era appena accaduto, i suoi occhi si spalancarono e, per la prima volta, vidi sincerità in essi.
«Ero stufo di fare lo stronzo con te solo perché non potevo averti. Se può consolarti, non ho mai pensato di ucciderti veramente, nemmeno quando Cora mi ha promesso la morte di Tremotino in cambio della tua.»
Continuai a guardarlo senza dire nulla. Ero incredula.
Quindi lui non mi voleva morta.
Quindi tutti gli inganni erano una farsa.
Quindi lui non mi odiava, lui…
«Stai forse dicendo di amarmi, Uncino?»
«Sì, temo di sì» confessò.
Mi spostai appena per poter osservare meglio i suoi lineamenti perfetti e gli sorrisi.
«La figlia di Biancaneve e Capitan Uncino. Che storia è mai questa!?» dissi ridendo.
«Stai forse dicendo di amarmi, Emma?» domandò allo stesso modo di come avevo fatto io.
«Non ho detto questo» risposi corrugando le sopracciglia.
«No, ma hai parlato di noi due. Insieme. E poi – spinse leggermente il suo uncino contro la mia schiena in modo da farmi avvicinare di più e sfiorarmi le labbra con le sue – non dirmi che non ti è piaciuto» sussurrò.
«Questo non vuol dire che…» tentai di giustificarmi, ma mi interruppe.
«Emma, smettiamola di fingere. Se non provassi le stesse cose non mi avresti baciato così. Anzi, probabilmente sarei già morto.»
Sospirai. Non potevo tirarmi indietro dopo quello che era successo.
Non sarei stata credibile nemmeno a me stessa se gli avessi detto di no. E se c’era qualcuno in grado di capire davvero chi stesse mentendo, quello era lui.
Avevo scelto la persona sbagliata.
«Sì, Killian, temo di amarti anch’io» confessai. «Sai che Regina mi vorrà uccidere, vero? Anche se non vuole ammetterlo ha sempre avuto un debole per te, ne sono sicura.»
«Ci vorrà uccidere. Ma, ehi – disse facendo un passo indietro e indicandosi – devo forse ricordarti con chi hai a che fare? La scamperemo, come sempre.»
Sorrise e mi baciò ancora, questa volta con più passione, con meno tensione, con più amore.
Per la prima volta sentii di non aver nulla da temere. Mi sentii protetta tra le braccia del più temibile pirata.
Ma forse non era così tremendo come tutti pensavano.
Forse aveva solo bisogno di essere amato, di non dover dimostrare di essere forte, di cedere alle debolezze.
E immaginandolo così, non potei far altro che sorridere e domandargli: «Dov’è il tuo uncino, capitano? Dov’è finita la tua cattiveria?»
«Credo di averla persa mentre venivo qui. E devo aver lasciato l’uncino fuori dalla porta del tuo ufficio» rispose lui.
Sebbene il suo uncino fosse ancora attaccato alla mano sinistra, sapevo che aveva perso il suo significato.
Uncino non era più Uncino.
Lui era Killian. Killian Jones.
E io lo amavo.

 

Okay dovevo. Io dovevo scrivere su di loro. Sono senza dubbio la coppia che più preferisco, e amo Hook.
Mi rendo conto che questa one shot non sia granché, ma non importa, volevo pubblicarla lo stesso e l'ho fatto. Non credo sarà l'ultima!
Sono consapevole anche del fatto che quelli che non seguono il telefilm Once Upon A Time - se mai qualcuno di questi leggesse - non potranno capire bene quello di cui tratto, ma spero possa piacere ugualmente.
Fatemi sapere che ne pensate!

Swook (Swan/Hook) till the end.
Alla prossima,
v.


P.s: ringrazio veramente di cuore IlaPerla per il bellissimo banner che mi ha fatto! Grazie, grazie, grazie.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: berenis