Film > Dieci cose che odio di te
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Autore: Queila    23/12/2013    4 recensioni
Salve !^^
Cosa succede a Kat e Patrick dopo l'ultima scena? E a Cameron e Bianca?
Piccole liti tra innamorati xD Leggete e recensite !
La storia partecipa al contest " Ad ogni genere la sua frase (Multifandom)" di Nemi23
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INCOMPRENSIONI ,CONFESSIONI E PROMESSE
 
 
Cameron James  era seduto al solito tavolo per la pausa pranzo con il suo migliore amico, era l’ultimo giorno di scuola, e la giornata era splendida:  illuminata da un caldo sole di giugno, che però non riusciva a far sciogliere il malumore del ragazzo.
Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese .”  Cameron era sconvolto dalla frase appena pronunciata da Michael: era come se stesse ascoltando un programma su adolescenti complicate, gli venivano dette cose senza senso una dopo l’altra.
“Michael , davvero dovrei registrarti per farti riascoltare le cretinate che racconti …”
“Tu, amico mio, non sai quali piani macchinosi ed oscuri  vorticano nella mente delle ragazze, ed il fatto che non comprendi i sentimenti di Bianca è un chiaro esempio di ciò. Sto cercando di aiutarti per districarti tra i pensieri femminili … cosi da riconquistare il cuore della dolce Bianca.”
“Ok, rallenta, ho capito, la devo amare non la devo capire, ci sto, ma il problema è che io la tratto benissimo: ieri siamo usciti e mi ha detto che è stato un pomeriggio da sogno e stamattina non mi ha salutato, ha voltato la faccia come se non esistessi proprio.” Ripetè per la trentesima volta Cameron, afflitto e assalito da dubbi continui sul suo comportamento , anche se , ne era sicuro, si era comportato in maniera impeccabile con la ragazza.
“Benissimo, se hai capito va da lei e chiedi scusa …” Gli consigliò Michael.
“Ma non ho fatto niente per cui scusarmi.”
“Allora non hai capito ! Sto qui a parlare da venti minuti e tu non mi ascolti, vuoi che ti riparli di nuovo?”Aspettò il cenno di assenso di Cameron e poi continuò “ Portale dei fiori e va da lei, punto e basta.”
Cameron, più confuso che mai, decise di non indagare oltre: avrebbe fatto come detto dall’amico senza porsi ulteriori domande e sperando ardentemente che il consiglio portasse ad un buon risultato.
 
 
Walter Stratford, in cucina, era pronto a preparare il suo sandwich preferito: cetriolino sott’aceto e peperoni, con un pizzico di tabasco per rallegrare il tutto. Gli ingredienti erano disposti sul tavolo, non restava altro che disporli nel pane arricchito di maionese.
Din doooon. L’uomo sussultò leggermente al suono del campanello di casa, irritato, e non poco, per l’improvviso arrivo di qualcuno che aveva appena spezzato il ritmo del suo pomeriggio, andò ad aprire.
“Salve Cameron, aspettavo uno di voi due teppistelli.”
Il ragazzo spaesato rispose educatamente.
“ Salve signor Stratford, sono qui per vedere Bianca, scusi il disturbo. Aspettava qualcun altro?”
“Oh no, ma Bianca e Kat sono più irritabili del solito oggi e sospettavo che ci foste di mezzo voi  ragazzi, quindi la stai facendo soffrire?”
“No signore, non mi permetterei mai.”
“Bene perché  conosco tutti i poliziotti della città, lo sai.” Rispose minaccioso Walter, guardando per sbieco il ragazzo che intanto fece accomandare sul divano.
“Sai Cameron, anche io alla tua età avevo problemi con le ragazze, ah,”  sospirò, poi aggiunse “ le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese.” Di nuovo quella frase, se la citavano in tanti forse era vera e forse avrebbero funzionato i fiori e le scuse che era pronto a porgere a Bianca, inoltre gli parve strano immaginare un signor Stratford con i capelli e a diciassette anni che portava fuori qualcuna, allontanò il pensiero per non scoppiare a ridere.
“Vado a chiamartela allora, ma ricorda: sono proprio qui accanto, in cucina. Sentirò ogni rumore o sospiro sospetto e arriverò in un attimo, fai il bravo hai capito? Non ti far venire in mente strane idee.”
“Certo signore.”
 
 
Bianca Stratford aveva osservato dalla finestra l’arrivo del suo ragazzo, se ancora si poteva ritenere tale dopo la scoperta che aveva fatto. Sapeva che sarebbe venuto: lui era fatto cosi, gentile e premuroso ed era la cosa che più la attraeva in lui, era davvero un bravo ragazzo, e allora perché la trattava in quel modo? Rimase sulle scale ad ascoltare la conversazione tra Cameron ed il padre e quando quest’ultimo salì per chiamarla, le disse con tono serio “ Posso liberarmi di lui facilmente, se vuoi!”
“No, pà, non ce n’è bisogno, ci penso io …” Rispose.
Arrivata in salone vide il volto del ragazzo illuminarsi e il cuore le arrivò in gola per l’emozione, ormai lo aveva capito che era cotta di lui e sapere quella cosa le faceva ancora più male. Guardandolo nei suoi profondi occhi scuri, aveva il desiderio forte di abbracciarlo, ma si diede un tono e con fare acido lo salutò.
“Cameron …”
“Ciao Bianca.” Disse porgendole le margherite.
“Grazie.”
Restarono molto tempo in silenzio. Non volava un mosca nella stanza, tanto da far temere ai due che a forza di rimuginare nella mente, i loro pensieri si sarebbero sentiti.
“Scusa.” Disse Cameron per spezzare il silenzio, non sapere per cosa si stava scusando, ma questo era il piano e lo doveva seguire.
Gli occhi di lei si velarono si lacrime, la certezza del tradimento la investì.
“Quindi ammetti che mi hai tradita?”
“Cosa? Ma chi ti ha tradita?” Cameron era palesemente sconvolto.
“Tu, chi sennò? Lo hai appena ammesso …” Rispose sull’orlo del pianto.
“Io … io non ho mai fatto una cosa del genere … come potrei tradire la ragazza che amo?”
Lo aveva detto, le parole gli erano uscite senza pensarci, perché in effetti  i sentimenti sono l’opposto della ragione: escono fuori quando meno te lo aspetti.
Le lacrime di Bianca non resistettero  un secondo di più e cominciarono ad uscire copiose, la ragazza si gettò tra le braccia di Cameron cercano di formulare una frase senza che i singhiozzi la interrompessero.
“Perché sei uscito con Nora Scott, allora?” Inebriata dal profumo di lui  cominciò a calmarsi.
“Bianca io non sono uscito con nessuna Nora, neanche so di chi stai parlando …”
“Stamattina Carla mi ha detto che Maya le ha detto che le era stato detto da Violet che ti aveva visto mano nella mano con Nora mercoledì …” Disse tutto di un fiato cercando di non scoppiare a piangere di nuovo.
Il ragazzo la scosto leggermente dal proprio petto per guardarla dritta negli occhi e le sussurrò leggermente
“ Non ho capito nulla di quello che hai detto, ma io mercoledi sono stato da Michael tutto il pomeriggio fino a dopo cena, lui e la sua famiglia te lo possono confermare.  Bianca a me piaci tu e tu sola! Quando mi guardi non capisco più nulla e se sorridi mi sento morire dalla felicità … io ti amo.”
Alla ragazza uscì un sorriso involontario a quelle parole, era stata cosi stupida a credere a tutte quelle persone.
“Oh, il mio cuore!”  Esclamò Cameron e portandosi la mano al petto continuò “ Credo che io abbia appena avuto un’ infarto … sei bellissima.”  Disse poi timido.
Bianca catturò le sue labbra in un bacio, ricordansi della presenza del padre, però, si staccò in fretta.
“Non qui, papà potrebbe arrivare e rovinare tutto, facciamo una passeggiata, vado ad avvertirlo.” E si allontanò dopo avergli scoccato un bacio sulla guancia, ma il ragazzo non fece in tempo a vederla andar via che Bianca tornò subito indietro e, guardandolo intensamente negli occhi, gli sussurrò vicinissima al viso “ Ti amo anche io Cameron …” E ritornò in cucina.
Il ragazzo dovette sedersi un attimo sul divano per calmarsi: era incredulo, doveva riprendersi dalle parole della bionda. Il buonumore lo invase.
“Dai andiamo!” Gli disse Bianca appena tornata dalla cucina e lo trascinò fuori  afferrandolo  per la mano.
Usciti incontrarono sul portico il ragazzo di Kat, Bianca lo salutò con un imbocca al lupo, e Cameron gli sussurrò qualcosa che sfuggì alla bionda, ma che fece rimanere perplesso il nuovo arrivato.
 
Patrick Verona rimase sconcertato dalla frase di benvenuto di Cameron: ma che si era bevuto?
Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese . Lui erano giorni che aveva perso le speranze di capire Kat, era irritata, irritabile, sempre sul punto di esplodere e senza un motivo, se non l’avesse amata così tanto l’avrebbe già lasciata, quindi forse il consiglio non era proprio sbagliato …
Suonò il campanello e il signor Stratford gli venne ad aprire con la sua solita aria da cattivo poliziotto che non faceva paura a nessuno.
“Mmm buona fortuna, bello. Ne avrai bisogno.” Sghignazzò al ragazzo per poi allontanarsi.
Patrick si sedette sul divano in attesa della pazza.
Non la sentì arrivare, quindi quando se la trovò di fronte con le braccia incrociate e il viso contratto dalla rabbia, sussultò.
“Oh, ti faccio così paura …”
“Non mi fai paura è solo che … hai una faccia da matta omicida.”
“Beh, questa non è una novità.”
“Già, in effetti …”
“Dovevi pensarci prima di metterti con una pazza omicida …”
“Hai ragione, scemo io.”
La ragazza strabuzzò gli occhi per la sorpresa e una nuova ondata di odio la invase.
“Facciamo cosi: ti rendo le cose facili, addio.”
“Che vuol dire, Kat?”
“Vuol dire che hai chiuso, che abbiamo chiuso.”
“Non dire sciocchezze, sono venuto qui per parlare e tu mi lasci?”
“Esattamente! Cosa non hai capito ?”
“Te ! Non ho capito te, porca miseria ! Cosa vuoi?”
“Che tu esca. Vattene!”
Il ragazzo era sconvolto, ma non aggiunse altro. Si alzò e, senza dire una parola, uscì da casa della sua ormai ex ragazza.
 
Katarina Stratford sapeva che nessuno la comprendeva. Nessuno si soffermava a pensare cosa pensasse e cosa provasse e lei, come al solito, si ritrovava sola, abbandonata, perfino da colui che proclamava di amarla.
“Bugie.”
“Tutte bugie.”
Se fosse stato vero che Patrick la amava avrebbe compreso cosa la preoccupava, cosa le impediva di dormire e che la faceva piangere senza motivo apparente.
Kat non si era mai sentita così … e tutto a causa di Patrick.
Lui che non capiva: lei soffriva e lui usciva di casa senza chiederle spiegazioni.
Barbaro.”
“Barbaro misogino.”
Non meritava quella attenzioni, non meritava l’affetto che la ragazza provava, e non meritava quelle lacrime che anche ora bagnavano il volto della giovane.
Idiota.”
“Idiota insensibile.”
Decise di uscire di casa per sfogarsi in una corsa per il parco.
Grazie al vento freddo che le soffia in faccia e alla fatica della corsa, si dimenticò per alcuni minuti del suo problema, del suo Patrick.
Poi, eccolo, seduto su una panchina  che le faceva gesti con le mani per attirare le sua attenzione. Kat lo ignorò e passò avanti.
“Credevi davvero che ti avrei abbandonata così? Senza una spiegazione?” Le disse mentre si mise a correre al suo fianco.
“Ad essere sincera ci speravo … “
“Bugiarda!”
Come faceva a saperlo? Perché era cosi irrimediabilmente irritante e cosi amorevole  sexy allo stesso tempo?
“Perché tu sai tutto di me, vero?”!
“Beh, quasi tutto … ma credo di sapere perché sei arrabbiata con me ora …”
Kat si fermò, curiosa.
“Impossibile.”
“Non direi … sai ho pensato alla frase che mi hanno detto oggi  ‘le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese’,e credo di averla capita.”
“Stai facendo il filosofo o cosa? Arriva al dunque.”

“A Settembre partirai per il Sarah Lawrence, hai paura per noi due …”
Lo aveva capito davvero …
“Non ci posso credere.”
“Brutto, idiota … come cavolo ha fatto?”
“Ti odio, io ti odio, ti odio, ti odio, ti odio, ti odio, ti odio, ti odio, ti odio, ti odio.”

“Io ti odio ! Come fai a leggermi nel pensiero?!?” Gli urlò in faccia e cominciò a battergli i pugni sul petto.
“Non è vero che mi odi … me lo hai già detto … e alla fine è venuto fuori che mi ami.” Le ricordò.
Era vero che non lo odiava, ma detestava il modo in cui le leggeva nella mente.
Patrick intrecciò le sue mani a quelle di lei e la guardò dritta negli occhi.
“Kat, io ti amo. Dovunque andrai io starò con te, non ti lascerò mai …” Le promise con voce calda e sensuale.
A quelle parole le resistenze della ragazza cedettero: si rifugiò nel petto muscoloso del ragazzo.
“Non abbandonarmi …” Implorò a mezza voce la ragazza.
Dopo di che non capì più niente, Patrick la baciò e il resto non ebbe più significato: esistevano solo lui, le sue labbra e le sue mani che la sfioravano.
 Voleva rimanere incatenata a lui, per sempre.
 



Recensite ^^ Spero vi sia piciuta !
A presto
  
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