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Autore: Appleeatyou    24/12/2013    1 recensioni
Per tutti arriva prima o poi il principe azzurro.
... O anche una principessa azzurra.
[Madara/Mei - o meglio Mei/Madara]
Auguri, Madara!
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Madara Uchiha, Mei Terumi
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Madameicrack

 Non ho nulla da dire perché non c'è modo di giustificare questa cosa. E' un nonsense sullo stile di Maccio Capatonda,    uomo avvisato mezzo salvato. Please don't flame <3
 Anzi, una cosa la dico: la narrazione è diretta da parte di un narratore onniscente - fate finta che io vi stia raccontando  una fiaba, okay? A mille ce n'è nel mio cuore di fiabe tralala...
 E' sempre stato il mio sogno usare questo stile di scrittura, come se raccontassi io una storia ( tranquilli, senza intermezzi  autore/personaggi, io sto proprio dialogando con VOI ) e... beh, questo è solo un esperimento e spero che comunque  vi piaccia. Dato che oggi è il compleanno di Madara, prendetelo come se fosse uno di quei regalo-scherzo che  andavano tanto di moda quando io ero più giovincella, quelle enormi scatole regalo che ti facevano pensare di aver  ricevuto chissà cosa e poi... lol, ti trovavi una collanina incastrata a matrioska dopo dodici o tredici pacchi pieni di carta.



Auguuuuri Madara!

Non guarderete mai, mai più le fiabe allo stesso modo, giuro, come io non guardo più gli alberi allo stesso modo. E non leggerete mai più una fanfiction in vita vostra dopo questo.
E io non mi farò più vedere.


DOVUTE PRECISAZIONI:
Nella fiction ci sono tante, tante cazzate, ma per aiutarvi a comprendere al meglio il testo, sempre che sia possibile, vi metto qualche piccola noticina pre-fiction di alcuni particolari:
" Kill yer parents, burn their bodies - bury the ashes, find out what you want": E' una canzone che esiste davvero. Il pezzetto vuol dire: uccidi i tuoi familiari, brucia i loro corpo, spargi le ceneri, trova quello che vuoi.
Tu al massimo puoi essere il braccio violento della legge [...] Bisogna sempre stare in guardia, c'è una jungla là fuori: classiche frasi da poliziotto inglese od americano, non a caso Tobirama intima a Madara di non parlare come uno stereotipo.  Gli Uchiha, come spero ricorderete, erano la polizia di Konoha.
Ditemi se secondo voi è meglio mettere l'avviso OOC!


Ovviamente i personaggi non sono miei e le citazioni non sono mie. La storyline però lo è, purtroppo, è questo che mi preoccupa.
L'immagine che vedete è (c) di quell'artista fantasmagorica che è Lily.



Angolino scemo (o prequel idiota) :

              {                                                                                                        
C'era una volta un tizio, che potete chiamare Uchiha Madar...
 " SOMMO Uchiha Madara!" Urla una voce fuoriosa da dietro le quinte.
.... oh, Gesù. Non si interrompe il narratore nella prima frase della storia! Ehi, non... non ti azzardare ad attivare lo Shari...

Rumori di sottofondo. Il Narratore riprende a narrare con voce pacifica, un po' zen.

C'era una volta una creatura meravigliosa che onorava la terra col suo passaggio, illuminava la notte -
cioè, no, oscurava la notte con i suoi splendidi capelli neri riflessati di blu...
( aspetta, ma si tratta di tinta, o mio signore orgasmico? No? Se se.)
... e che passsava le sue giornate torturando i suoi nemici con curate visioni traumatiche o li bruciava a morte con deliziose fiamme nere.

Il Narratore si riprende dal genjustu. Il Signore Orgasmico è troppo impegnato a lisciare il pelo per attivarlo.

Un attimo, quello è Itachi. La leggiadra creatura che onorava la terra eccetera.


Ora, narriamo davvero.



Feel like a Disney princess.


C'era una volta (c'era per la terza volta) una specie di tizio indecente, senza arte né parte, che bruciava a morte i suoi nemici e li traumatizzava a vita con strane visioni di torture prolungate per settantatré ore: probabilmente gli faceva vedere tutte le registrazioni dello show di Marzullo, o un video di Youtube con dieci minuti di Silente che chiede ad Harry Potter se ama Hermione.

Questo tizio si chiamava Mada... il SOMMO Madara.

Madara viveva in un castello al limite di una città chiamata Konoha, con suo fratello minore che era segretamente invidioso della sua bellezza; per questo, il povero SOMMO Madara era sottoposto a denigrazioni di ogni genere da parte del'... er, denigratorio fratello...
" Oh, Madara, sei così figo! Quanto vorrei essere come te! Nessuno potrà mai arrivare..."
...
Izuna, lo sapevi che nella storyline ufficiale Madara ti strappa gli occhi dal cranio mentre sei amorevolmente chino al suo capezzale? Oh, non lo sapevi? Che peccato. Ora lo sai, spero che questo ti aiuti a calarti nella parte.

Come dicevamo, Izuna insultava ogni giorno Madara: ".... Er.... Madara, i tuoi capelli sono... uh, opachi. E sei anche ingrassato...?"
... che vi dicevo? Denigrazioni di ogni genere.

Madara, che era il Principe sventurato dello sventurato regno della Sventura (ovvero Konoha), aveva una serie infinita di indeducibili qualità; tra queste rientrava la sua bellezza, la sua gentilezza, e la sua fantastica passione per gli squartamenti, un po' come Turandot. Sognava da tempo l'arrivo di un'anima gemella alla sua, che amasse torturare la gente tanto quanto l'amava lui, che uccidesse i suoi avversari senza nemmeno toccarli come faceva lui, e che fosse possibilmente una gran bella... donna.
Ma a Konoha le donne non corrispondevano esattamente ai suoi standard: o troppo buone, o troppo bionde (Madara odiava il biondo, era un figlio della notte lui!), o troppo inorridite quando lui regalava loro, con tutto il suo savoir-faire, il cuore ancora pulsante dell'ultimo nemico che aveva ucciso.

Oh, che volete? Come disse il nostro amato protagonista nella storia ufficiale, ha trascorso ogni sua ora vigile in battaglia, quindi con i regali doveva arrangiarsi con quello che trovava in giro dopo una strage. E il cuore di un nemico era più poetico di un cervello o di un fegato o di qualche ghirlanda di budella - che tuttavia avevano il loro fascino decorativo.

Quel particolare dì che mi appresto a narrarvi, Madara sedeva tristemente sui gradini di casa sua, intento a sgrassare il legno dalla cacca di aquila. La falconeria ha il suo prezzo, non lo sapevate? Sapevatelo!
Mentre si dava da fare con spazzolino e detergente, Madara lanciava maledizioni al suo invidioso fratello che gli imponeva di ripulire le scale senza nemmeno dargli un aiuto ( Beh, per essere precisi Izuna si era offerto di farlo al posto suo, perché in effetti amva ET ammirava suo fratello maggiore, ma per ragioni di fiction lo ignoreremo); eppure nonostante gli improperi degni di un turco ubriaco che assiste alla sconfitta calcistica della sua squadra, ogni volta che una parolaccia usciva dalla sua bocca, si trasformava immediatamente in un canto delizioso.

" Chi sta torturando quella povera creatura che raglia così?" Dicevano gli abitanti di Konoha. Ma Madara era stoico, impavido e aveva problemi di udito, quindi li ignorava.

Non si sa perché, non si sa come, si trovò a passare di lì una splendida donna dai lunghi capelli castani, occhi intensi come due rubini verdi (che volete, lo smeraldo è così out!) e un grazioso vestito azzurro; questa sarebbe stata la sua descrizione, se questa fosse stata una normale fiaba. Ma dato che non siamo qui per smacchiare i leopardi, vi verrà svelata la triste realtà, ovvero la triste descrizione del soggetto: non si sa come e non si sa perché, dicevamo, si trovò a passare di lì una tizia che vista da dietro sembrava un abete di Natale, con una specie di straccio indefinito di colore blu, labbra blu e una specie di pennacchio in testa.
Avete indovinato? 
No, non era un nuovo tipo di puffo.

O forse sì.


No, dai, era la nostra leggiadra Principessa Azzurra.

Il nome della donna era Mei Terumi, o Puffo Pennacchio, e stava attraversando Konoha con l'antico vaso che andava portato in salvo... quando i lamenti straziati di una povera creatura le giunsero alle orecchie.

" Oh, dev'essere qualcuno che ha problemi ad andare di corpo," disse argutamente Puffo Penna... Mei. Decise comunque di andare nella direzione suggerita dalla lagna.

Fetish coprofago? O senplicemente aveva con sé una peretta? Non lo sapremo mai; fatto sta che, cammina cammina, giunse davanti all'abitazione di Madara.
Il suddetto strofinava lo spazzolino, cantando (o meglio storpiando) un simpatico motivetto molto allegro, pieni di buoni sentimenti e...

" Kill yer parents, burn their bodies - bury the ashes, find out what you want."

.... eh.


All'improvviso, dall'interno della casa apparve in una nuvola di glitter proprio Itachi Uchiha, che era il Patrigno di Madara. Fissò con aria di superiorità il povero Principe e tubò, con voce molto sexy: " Mi spiace, già fatto. A tredici anni. Bwahahahahah!"

Dopo tre minuti di risata demoniaca in apena, Itachi rientrò in casa: come ogni buon Patrigno che si rispetti, Cenerentola insegna, appariva solo per deprimere il malcapitato Principe e per il resto del tempo restava in casa a fare la calza; oltretutto, era stato pagato solo per un'apparizione di quattro minuti come guest star. Ma Itachi fa sempre la sua porca figura. Breve, ma molto PORCA.

Madara fissò il punto in cui era scomparso con orrore, dato che non riusciva a comprendere come, COME un ragazzino di tredici anni fosse riuscito a giungere là dove lui non era mai arrivato - e soprattutto come facesse un ragazzino di tredici anni ad essere il suo Patrigno - e, preso dalla disperazione, balzò in piedi per fuggire via come nei migliori manga Shoujo.
Dopo tre passi avvolti da una nebbia di sofferenza (ovvero, si era ficcato lo spazzolino in un occhio e non ci vedeva più), andò a sbattere contro Mei Terumi. E dato che ci andò a sbattere invece di schiacciarla col piede, credo sia assodato che Mei NON era un puffo. Okay? Bene, andiamo avanti.

Mei, che era andata a fuoco alla vista di Itachi (eh, la PORCA figura...) rischiò di andare a fuoco sul serio alla vista di Madara, o meglio, rischiò di andare a fuoco sul serio quando Madara alzò lo sguardo su di lei: dovete ricordarvi della nebbia di dolore nel quale Madara vagava, ragazzi. Infatti, a causa della vista annebbiata, l'uomo vide davanti a sé solo una specie di sagoma indefinita a zig-zag, che non aveva nulla di umano.

" La rivolta degli alberi è iniziata!" squittì l'Uchiha e, dato che si era preparato a lungo per questo giorno (avete presente quei tizi che vanno in giro con cartelloni con la scritta 'la fine è vicina' e i campanacci per pecore? Ecco, sostituite la scritta con 'la rivolta degli alberi è vicina!' e avrete Madara - tutta colpa di Hashirama, come sempre ), reagì con la prontezza di riflessi di un vero pompiere piromane: formò i sigilli del katon e fece per prendere fiato, pronto a carbonizzare la roba mostruosa davanti a lui.

Così, Mei finì in fiamme e l'incendio divampò in tutta Konoha e morirono tutti.
Fine.


... Okay no, scherzo.

Dunque: Madara era già pronto col suo katon sulla punta della lingua, ma dato che questa non è una fiaba horror, produsse una specie di minuscola fiammata da accendino.

" Ehi, attento!" Strillò l'abete.

Madara si tolse lo spazzolino dall'occhio e si rese finalmente conto di avere di fronte una donna, una donna vestita di azzurro con tanto di cavallo al seguito, e non fu difficile per lui fare due più due.

" Sei un fantino?"

Ugh, no. Ritenta.

" Tu, TU sei la Principessa Azzurra! Tsè, come se avessi bisogno di te per andarmene da questo posto indecente."

Mei lanciò un'occhiata all'ambiente piuttosto paradisiaco intorno a lei: c'era un grazioso ruscelletto, degli uccellini cinguettavano allegri sulle sommità degli alberi e un favoloso arcobaleno brillava sulle rocce del fiumiciattolo.

" Ehm..."

Madara, che come ricordiamo aveva problemi di udito e come Kishimoto gentilmente ci sottolinea era anche semicieco, continuò. " E' schifido, qui, ma io sono il SOMMO Uchiha Madara e un giorno il mondo intero sarà nelle mie mani. Come vedi, non ho bisogno certo di essere salvato, per quanto il tuo odore muschiato mi inciti alla perversione e la mia anima sia buia e nera e depravata." Sputò ferocemente anche se nessuno gli aveva chiesto niente, e la povera Principessa Azzurra rimase senza parole.

Non c'era nulla di sensato da dire.

Madara la fissò ancora per un secondo dall'alto in basso, fece un rumore di scherno e le voltò le spalle. Tempo un paio di passi, tornò a guardarla da sopra la spalla: " Oggi ho fatto fare la pedicure al mio falco."

" E... e questo cosa c'entra?" chiese Mei stupita.

" Niente, volevo solo che tu sapessi," disse Madara serafico; ci fu un secondo di silenzio, poi aggiuse: " ...nel caso in cui dovessi vedere un cadavere."

Ad una persona normale, davanti ad una simile rivelazione sarebbero drizzati i peli; però, dato che Mei si era appena fatta la ceretta, a stingersi furono i bulbi piliferi, simile al modo in cui si contraggono le chiappe di un tizio che si trova suo malgrado coinvolto in una lotta nel fango con travestiti brasiliani (Yum!). " Un...?"

" Sì, non ho fatto in tempo a seppellirlo," Madara scosse il capo. " I falchi sono animali nervosi. Dovrò ricordare di dirlo alla prossima estetista. Comunque, è la prima volta che succede."

" Vedo una mano spuntare dal terreno," sottolineò Mei. " Non avevi detto di non aver seppellito...?"

Madara calciò la mano putrefatta che si trovava a pochi centimetri dai suoi piedi. " Infatti non l'ho fatto. Questo è il facchino, mi ha rotto un vaso durante il trasloco, e capirai anche tu che non avevo altra scelta."

Mei, alla faccia della favoletta della principessa senza macchia e senza paura, optò per una ritirata strategica.

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Reduce dallo psichedelico viaggio nella terra dei Pazzi Furiosi, Mei decise di indire un ballo. Era pur sempre la Principessa Azzurra, doveva pur mantenere un certo livello. Oltretutto, cosa c'era di più rilassante di una marea di sconosciuti in casa propria? Niente, ecco cosa, tranne forse una sosta nei peggiori bar di Caracas.
Aveva ordinato a Chojuro, suo servitore fedelissimo, di occuparsi degli inviti, premurandosi di avvertirlo che non doveva esserci nessun essere proveniente da Konoha. Chojuro, che era la bontà fatta persona, non riuscì ad avere un cuore così duro da escludere un intero villaggio dal ballo e di nascosto mandò gli inviti perfino alla residenza degli Uchiha.
Quando Madara ebbe l'invito, rise istericamente per mezza giornata.
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" Cavatemi gli occhi," disse Tobirama con l'aria di un gattino abbandonato che gnaula tutto solo in una profonda caverna. " Per favore. Non può venire vestito così."

" Perché no?" Chiese allegramente Izuna, arrotolando con cura le bende attorno agli stinchi, così come dettava la moda. " Il rosso gli sta davvero bene."

" Il punto non è..."

" E poi," disse Mito serafica, che ormai alle stranezze di Madara ci aveva fatto il callo, " è molto alto, può permettersi un abito del genere."

Tobirama rinunciò all'idea di far ragionare la gente che lo circondava: si era da tempo rassegnato al fatto che lui era l'ultimo baluardo di sanità mentale per tutta Konoha.

" L'accostamento è sbagliato."

" Cosa, bigiotteria nera e abito rosso?" Osservò Izuna. 

" I vestiti col suo corpo," disse mestamente Tobirama.

Madara, che invece si stava rimirando allo specchio in tutta la sua bellezza, si osservò ben bene, prestando particolare attenzione al fatto che quell'abito non gli facesse sembrare il culo brasiliano.

" Dunque?" Chiese seccamente alla folla di gente riunita intorno a lui. Molti si sprecarono in complimenti, perfino Hashirama cercò di dire qualcosa di intelligente; Madara, alla fine, non poté che ritenersi soddisfatto.

" Molto bene," annunciò, alzando la kusarigama sulla spalla come una donna farebbe con una borsa molto ingombrante, ondeggiando sui tacchi grazie alla sua straordinaria capacità di trasformare qualsiasi superficie orizzontale in una passerella improvvisata. Il vestito rosso, abbastanza sconcio da far sanguinare gli occhi più sensibili alla moda e al buongusto, scese sul petto, e lui tirò su la scollatura a forma di cuore con un gesto distratto della mano libera. Lo spacco, non appena fece un passo, mostrò i muscoli che si tendevano di una coscia muscolosa ma affusolata.

" Andiamo a prenderci quello che è MIO. Ora, piantala di rimuginare, Senju. La Uzumaki è quella col cervello, tu al massimo puoi essere il braccio violento della legge."

" ... Madara, il fatto che nella storyline ufficiale gli Uchiha siano la polizia di Konoha non ti autorizza a parlare come se fossi uno stereotipo vivente."

" Perché no, Tobirama? Bisogna sempre stare in guardia, c'è una jungla là fuori."

Tobirama  gemette sommessamente, accelerando il passo: non aveva alcuna intenzione di far sapere al mondo intero di essere arrivato alla festa più importante sulla faccia delle cinque grandi terre in compagnia di un simile pazzo vestito da donna. Hashirama, che invece era ormai rassegnato alle strameberie dell'Uchiha, lo fissò senza scomporsi.
 
" Incontrerai la Principessa Azzurra che ti ha - huh - molestato qualche giorno fa. Hai ancora intenzione di andarci?"

" Certo," ringhiò Madara. " Sono anni che non faccio il giochetto del poliziotto buono e del poliziotto cattivo... e il poliziotto buono ha preso le ferie, stasera."
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Mei era una Principessa molto ragionevole, il tipo di persona che non dice mai peste e corna di nessuno, che vuol bene a tutti come se fossero suoi fratelli, e se ti andasse a fuoco la nonna tirerebbe prontamente fuori una coperta ignifuga fatta con un coprisedile da water e un po' di carta stagnola. Insomma, era un incrocio tra McGyver e Highlander, ma - purtroppo per lei - non aveva avuto a che fare ancora con i Principi Uchiha.
Infatti, non appena il gruppo di Madara fece la sua trionfale entrata nel salone del ballo, Mei non poté fare altro che stare lì e guardare. E guardare. E guardare.

" Quello è... Madara?" Chiese sconvolta. " E' vestito da donna! E'... è..."
" Indecente, concordo," disse Ao con massima disaprrovazione. Dov'erano i bei tempi della sua giovinezza, dove il massimo di pelle scoperta sul quale fare fantasie erotiche erano le caviglie? Dov'erano i bei tempi passati, quando le principesse erano morigerate e sorridevano nascondendosi dietro i ventagli?

" No, è maledettamente sexy," gemette Mei. Non potè fare a meno di ravvivare la divisa da Principessa Combattente che portava, un completo composto da giacca blu e pantaloni bianchi, e si fiondò sulla scia del Principe Uchiha.

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Madara aveva notato dall'inizio della festa la Principessa Mei che gli svolazzava dietro cercando di attirare la sua attenzione, ma era un bastardo furbo e quella donna doveva pagare. Per quello stava volteggiando da un lato all'altro del salone, libero come una farfalla oscena, mentre donava a tutti il suo fondamentale contributo alla conversazione.
" Sei davvero divertente, Muu. Una battuta da scrivere negli annali. Perché ho cercato di ucciderti?" Disse, dando una pacca sulla spalla del Principe della Nebbia. Tutto il suo gruppo lo fissò con tanto d'occhi, ma Madara fece un inchino e svolazzò via.

" Chi era... quello? Quella?" Chiese uno della scorta di Muu.

" Non ne ho la più pallida idea," borbottò. " E soprattutto... non stavo dicendo nulla di divertente. Non stavo proprio parlando."

Ora, se fosse una fiaba normale, si dovrebbe giungere al ballo, vero? Ecco, quel momento meraviglioso in cui i danzatori si uniscono, muovendosi come un sol corpo, trasportati dalle note paradisiache di arpa e violini... momenti in cui gli sguardi dei protagonisti avrebbero dovuto incrociarsi a mezz'aria e un coro gregoriano avrebbe iniziato a cantare... c'era da dire che Madara sognava quel momento. Oh, sotto la vena assassina era un delizioso romanticone, e oltretutto era stato cresciuto da Principe Fiabesco, con tutti gli stereotipi del caso. Non aveva però fatto i conti con una Principessa mestruata e piena di capelli che riuscì a placcarlo proprio vicino al tavolo del punch, dove lo sterotipato e romantico Principe Madara stava versando vodka russa nella coppa delle bevande. Così. Perché, andiamo, quale festa che si rispetti non contiene almeno un po' di vodka russa? Ecco.
 
Madara si sentì prendere per le spalle, e venne spinto violentemente contro il tavolo senza remore alcuno. Oh, lui si aspettava un amplesso animalesco proprio lì, mentre si scambiavano saliva a litri e tutti, tutti diventavano testimoni della sua vittoria, il morigerato e timido Principe Uchiha che aveva fatto capitolare la Principessa, anche se l'aveva odiata fino a due secondi prima, ma bipolarità is the way nelle fiabe... e invece l'unica cosa violenta che ottenne fu uno scossone.
Guardò con odio la Principessa isterica, e quando i loro occhi si incrociarono, avvertì davvero la magia che la sua tata gli aveva raccontato prima che lui la vendesse al mercato nero, potè specchiarsi negli occhi spiritati della sua bella e un canto iniziò ad innalzarsi...

" Piantala, Hashirama!" Ragliò Madara, e l'amico chiuse di scatto la bocca tranciando a metà il bellissimo la in bemolle degno di un soprano.

Mei ghermì le sue braccia per riportarlo alla realtà, e la prima cosa che ringhiò non appena Madara aprì bocca, fu: " Qui le domande le faccio io. Anzitutto... dove hai preso quel vestito?"

" Perché vuoi saperlo? Ti avviso che non potrai ricomprarmelo dopo che l'avrai stracciato per prendere possesso del mio corpo con fame animale, mentre getti via la mia innocenza come farai con questa stupida barriera di tessuto che divide le nostre pelvi, mentre..."

" ... credo che strappare un vestito di dosso faccia male."

Madara si bloccò dal suo vagheggiare. " Uh?"

" No, voglio dire... una volta mi hanno fatto uno smutandamento atomico e, uh, le mutande non si sono strappate nonostante l'atomicità della cosa, e ha fatto un male cane, e..."

Madara fece un rumore di sprezzo. " Tzk. Dovresti leggere più fanfiction."

Mei rimase senza parole, ma per fortuna Madara aveva sempre qualcosa da dire. " Sei davvero stupida. Perché mi stai parlando di smutandamenti quando dovresti solo prendermi e possedermi come nemmeno Linda Blair ne L'esorcista, conducendomi nell'oscuro sentiero senza ritorno della perversione?"

Mei lo fissò come se volesse piangere, poi sospirò e la trascinò fuori. Nel mentre, Madara perse una scarpetta di cristallo, ma Tobirama fu lesto a schiacciarla sotto i piedi, prevenendo l'eventualità che qualche Principe sviluppasse un improvviso desiderio feticista e si metteste in testa di cercare il proprietario della calzatura cristallina.

... se vi interessa saperlo, Madara portava il 43 di piede.
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Era tutto nero. Ma proprio nero, nero nero.
NERO!
Okay, era nero, questo si è capito. Nero come un fiume di notte senza luna, nero come l'ossidiana, nero come... come, ecco, la tinta sbagliata che centinaia di donne hanno fatto credendo erroneamente che nero violaceo significhi--- beh, viola. E invece è nero con qualche debole riflesso viola.
Anche tutto quello che Mei percepiva era nero (ma senza riflessi viola).
Non ricordava molto di quanto era successo: l'ultima cosa che ricordava era sé stessa contro cinque Madara, e il bruciante senso di sconfitta... perchè sì, vedersela con cinque Principi Uchiha infoiati non era il desiderio di nessuno, tranne forse un masochista.

Lei era masochista?

SI.

Cioè no, scusate, è masochista nella prossima fiaba che ho in serbo per voi; qui Mei tanto dolce e tanto onesta pare, e coglie fiorellini sulle sponde di fiumi... neri.
.... 
Dicevamo, una delle ultime cose che le ritornava alla mente era la sua strenua lotta contro Madara, che alla fine si era tradotta in un rapimento bello e buono. Beh, era naturale. Madara si era stancato presto di giacere per terra in mezzo agli aghi di pino, e come ogni buon Principe Oscuro che si rispetti, l'aveva rapita per rivenderla al mercato nero.
Ahah, l'avete capita? Mercato nero...?

... se fossi in me, mi vergognerei di quanto sto narrando. Ma io non sono in me, perché sono schizofrenica. E anche io lo sono.

Quindi proseguiamo.

Al suo fianco era disteso Madara, il sordido Principe che aveva rubato il suo cuore e anche le sue mutande (quando Mei aveva inutilmente cercato di andarsene ad una certa ora, lui non aveva fatto altro che strappargliele sotto gli occhi, dicendo 'visto che si possono strappare facilmente?'). Non sapeva come fosse possibile, ma solo di una cosa era certa: voleva passare il resto della sua vita lontana da lui... cioè, al suo fianco.
Ed era certa che anche Madara lo volesse: aveva detto, durante il loro amplesso ' Eso è el tango della muerte. Tu es engravidada, muchacha', e Mei sapeva leggere tra le righe ma anche tra i quadretti, e aveva dedotto che quella era la tipica proposta di matrimonio dei Principi Uchiha.
E poi, diciamocelo, Madara era pazzo. Poteva essere  molte cose: masochista, maschilista, gay represso... e perché no, anche figo. Ma era pazzo prima di ogni altra cosa, pazzo quanto il tizio che buttò la pazza, la pezza e la pizza nel pozzo di Mister Pazzino de' Pazzi.
 
Erano perfetti l'uno per l'altra, due corrispondenti metà di una mela marcia e putrescente, ed entrambi lo sapevano. That's amore, ragazzi!


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Volete sapere come è andata a finire la nostra psichedelica storia?

Ebbene, i nostri cari invitati al ballo sono ancora lì, a piluccare con aria depressa punch corretto e crostini imbevuti di vodka russa (la sbornia triste è come un virus), e ancora attendono il ritorno dei loro principi. Non hanno le chiavi per chiudere il portone, e con i banditi che girano di questi tempi...
Hashirama è entrato a far parte del coro gregoriano della Chiesa di quartiere, nelle vesti di soprano.
Tobirama è entrato in clinica, e non credo ne uscirà per un bel pezzo.
Mito sta seguendo un corso di agopuntura. Perchè? Boh. Nella sala da ballo? Sì, c'era un'agopunturista tra gli invitati.
L'estetista aspetta ancora di essere seppellita, ma nel frattempo è stata ingaggiata da Tim Burton per il suo nuovo film Corpse makeup artist, una lacrima strappa storia che potrebbe risollevare le sorti del genere gothic... ma anche no.
La Principessa Mei e il Principe Madara stanno ancora fornicando come conigli, ma ogni tanto hanno delle liti sui capelli e gli occhi, immaginando un figlio... lui disegna pure il suo profilo e poi strappa il foglio...
Non ammetterò mai nemmeno sotto tortura di aver copiato questo rigo da Gigi d'Alessio.
MAI.

E dato che questa, per quanto idiota, indecente e obbrobriosa, è pur sempre una fiaba... concludo dicendo:


E vissero tutti felici e contenti.





Note Autore (quale autore?)
Propongo un sondaggio: quanti sono favorevoli al bannarmi da efp?
Questa fiction è nata da due input, precisamente: il primo è l'aver rivisto per la settecentomilionesima volta una maratona Disney delle Principesse fiabesche, e dopo ore di trip cosmico non potevate pretendere che uscisse qualcosa di diverso da questo. Cosa non sono quelle principesse, ragazzi...
Il secondo... è che farnetico di mio  è appunto la questione degli amori maledetti, ovvero uno della coppia che è oscuro e trascina l'altro nel suo stesso baratro di orrori. Maloooolll.
Il terzo, ho detto che c'erano solo due punti ma vi prendevo in giro, è che porcalamiseria Madara è una fottuta principessa mestruata.
Ovviamente nel testo ci sono tante citazioni, se le indovinate tutte... vergognatevi, siete al mio stesso livello di idiozia. 
Ho finito, spero che siate tutti ancora vivi, non mi ritengo responsabile per ogni suicidio indotto e per ogni attacco di odio verso Disney che ho provocato, e per chiudere in bellezza delle bellissime immagini da far vedere ai vostri bambini.


                                                                                          (Sì, stanno tuttE guardando te, e piaci loro tanto tanto <3)


Goodbye <3

  
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