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Autore: i luv rainbow    24/12/2013    3 recensioni
Philip Lombard, colui che era stato assunto per faccende poco chiare e che per colpa di quella faccia da predatore era stato subito etichettato da tutti sull'isola come furfante incallito. Ma cosa si cela veramente dietro questo uomo così enigmatico? Un cuore duro come il ghiaccio? o solo un grande dolore che non smette mai di tormentarlo?
One-shot incentrata su Philip Lombard e sui suoi ultimi pensieri prima di morire.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Philip Lombard, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il piccolo indiano solitario

Author - I luv Rainbow
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EFP | AO3

Il piccolo indiano solitario

Philip Lombard non era mai stato fiero di quello che aveva fatto.

Ventun uomini, ventuno croci che pesavano costantemente sulla sua schiena e non gli importava che fossero ne*ri1 e selvaggi, perché anche loro erano solo degli esseri umani. Persone con una storia, una famiglia e una casa a cui tornare, ma che aveva comunque lasciato laggiù nelle lande più selvagge dell'africa, consapevolmente abbandonati a morire in quel cuore di tenebra2.

Non si era nemmno vergognato di ammetterlo però, questo No. Mai. Perché a differenza di tutti quanti loro, che si erano già messi a giudicarlo, dall'alto in basso, fin da prima che la registrazione del grammofano che mettesse a nudo tutti i loro più vergongosi e oscuri peccati, non era mai stato un ipocrita bigotto e solo Dio sa, magari neppure un mostro.

Forse, l'unico vero essere umano su quell'isola dimenticata dal resto del mondo.

Perché lui infondo, nel compiere il male, non aveva avuto altra scelta. Laggiù, nel cuore della giungla e dell'africa nera, non si potevano applicare le stelle leggi della cosifetta "civiltà". Ogni passo poteva voler dire la morte, un morso di serpente poteva mandarti al creatore nel giro di pochi secondi, ogni rumore e muovimento di troppo, tra le liane e le foglie, poteva tracciare la linea definitiva della tua fine. Fame, follia, la sete di sangue, potere e ricchezza poteva impadronirsi dell'animo di ogni uomo e farlo diventare oscuro come il petrolio. Non importava il colore della pelle. L'aveva visto con i propri occhi, ma non era mai stato uno di loro. Ma non si sarebbe mai immaginato che, prima o poi, qualcosa l'avrebbe costretto ad abbassarsi al loro livello o che sarebbe potuto mai accadere anche lui. Poi venne quel giorno maledetto.

Due sqauadre, la propria formata da quelli che nel caro vecchio mondo occidentale, venivano romanticizzati come avventurieri e cacciatori di tesori. In realtà perlopiù serpi e tagliagole, ma c'erano anche delle brave persone. Ragazzini ingenui che sognavano di trasformarsi in prodi avventuriaeri e cacciatori di leoni, di fare il giro del mondo e di trovare per davvero una cava di diamanti. Così da poter tornare in Europa dalla loro numerose famiglie, che viveva da sempre nella miseria più totale, e poter finalmente dichiarare che non avrebberò mai più sofferto miseria o fame.

Anche Lombard era stato come loro, un tempo.

Ma venne il giorno che rimasero intrappolati per giorni, in una gola arida e rocciosa. Gli uomini di una tribù locale li avevano accompagnati nella spedizione ed erano rimasti bloccati con loro, quando finalmente trovarono l'uscita e calcolarono i giorni che ci sarebbero voluti per raggiungere il primo villaggio, lui e propri uomini si accorsero che i vivero non bastavano.

Sarebbero tutti morti di fame prima ancora di incrociare anche solo un altro indigeno

Ancora poteva ricordare l'angoscia, quel nodo allo stomaco e il fardello insopportabile che opprimeva il petto per la consapevolezza che se fossero rimasti uniti, sarebbe stata davvero la fine. Di loro non sarebbero rimaste le ossa e nessuno avrebbe mai saputo che fine avessero fatto. Gli vennero in mente tutti i racconti terribili di coloro che avevano avuto la sfortuna di rimaere bloccato in una situazione simile. La gente impazziva. Stanca, assetata e affamata, perdeva la ragione e incominciava a uccidere tutti gli altri e anche a mangiarseli. Capitava più spesso di quanto la cronaca del cosidetto civilizzato mondo occidentale era disposta ad ammettere o a pubblicare sui giornali e Lombard già sapeva che sarebbe stato impossibile, far mantenere la calma o la propria posizione di leader, con certe teste calde e assassini nati, venuti proprio da quei paesi del nord che si credevano tanto ricchi e superiori in morale.

Doveva fare una scelta e fu la più difficile della propria vita.

Chi salvare. Noi? Loro? Un po' e un po'? No, sarebbe stato impossibile. Fare un gruppo misto avrebbe poi posto le radici per una strage razziale nei giorni successivi; perché si potevano contare sulle dita di una mano coloro, che come lui, non si sarebbero indignati a preferire la vita di un idigeno nero a quella di un "civile" bianco europeo, seppur della peggior specie. Ed era ironico che non fosse nemmeno la parte più complicata da risolvere, perché anche volendolo, come potevi costringere un gruppo di famigerati taglagole, grossi e ben armati, che non si facevano problemi a spararti nella schiena appena ti voltavi, a sacrificarsi per il bene di altri?

Philip Lombard era solo un uomo e non avrebbe mai voluto fare la parte del Dio. Scelse di salvare il proprio gruppo di soli bianchi e abbandonò lì a morire tutti gli altri.

Lombard non era mai stato credente, tranne che come tutti almeno da bambino, ma non gli era mai servita un'etica dettata dalla religione per capire la gravità di quello che aveva fatto e il dolore che quella scelta avrebbe comportato. Per questi si era sentito un miserabile verme, quando a notte fonda, aveva preso gli ultimi viveri per poi volatilizzarsi nel nulla. Il mattino seguete, quando il sole sorse da poco oltre l'orizzonte, si rtirvò a voltarsi per guardare indietri, chiedendosi se quegli indigeni si fossero già svegliati e accorti del tradimento subito. Nel meriggio si era ritrovato ad osservare per più di mezzora il tozzo di pane che aveva tra le mani prima di trovare il coraggio di addentarlo. Nella propria testa cercava di consolarsi, di convincersi che tanto questa era la loro terra e che dovevano pur sapere come cacciare le loro bestie e trovare una fonte d'acqua.

Solo un auto-iganno, ne era già consapevole.

Ma che importava? Che rilevanza poteva avere ora, mentre giaceva sul terreno a sanguinare come un maiale sgozzato? E solo perché aveva lasciato a quella maledetta squlibrata la possibilità di fregarlo.

.... .... .... ....

“tiriamolo fuori dall'acqua” Gli aveva detto recitando con maestria la parte della persona caritatevole e lui come uno scemo c'era cascato. Nonostante le continue fregature della propria vita, nonostante tutto ciò che nella propria vita aveva visto e che ormai sapeva.

Perché Lombard era quel tipo di idiota che infondo continuava, chissà perché, a voler credere nell'altruismo, nella solidarietà, nel rispetto e nella bontà altrui, nonostante tutti quei discorsi cinici e tutte le parole dure che con maschera spavalda e menefreghista, non mancava mai di tacere. Uno scudo di insensibiltà per proteggersi dall'eterna crudeltà del mondo e dal continuo beffarsi di chi come lui, sperava in qualcosa di meglio. Ma aveva paura a mostrirsi umano e per questo sperava sempre che avesse accanto qualcuno che lo fosse più di lui, che si dimostrasse tale, così da poter fingere di poter essere stato solo influenzato ad esserlo a propria volta.

Per questo aveva accettato di tirare fuori dalla risacca il cadavere di quel medico idiota e ubriacone. Perché lo pensava davvero, che il cadavere di ogni persona non dovesse rimanere a giacere all'aperto come un'inutile carcassa, ma meritava una sepoltura decorosa e Vera ne aveva approfittato. gli aveva sfilato la rivoltella da sotto il suo naso e gli aveva sparato. Sfortunatamente, aveva creduto di aver centrato in pieno il cuore e di averlo ammazzato sul colpo.

Magari l'avesse fatto.

Come l'aveva sentita ridere soddisfatta quando si era avvicinata, convinta di esserne accertata. In un istinto di rabbia, Lombard avrebbe voluto sollevarsi e strozzarla, ma anche se non gli aveva colpito il cuore purtroppo c'era parecchio, troppo vicino. Il corpo dell'uomo era bloccato a terra, la bocca una fontanella di sangue viscoso, la gabbia toracica perforata e i polmoni che lentamente si stavano rimepiendo annegandolo sulla terraferma. Le palpebre quasi impassibili e gli occhi socchiusi che lentamente divenivano sempre più vacui.

“potevamo salvarci se fossero rimasti tutti uniti, per davvero” immaginava l'avesse capito troppo tardi ormai

“Maledetta schizzata”

L'aveva compreso quasi subito di lei e si sentì ancor più un idiota, perché doveva aspettarsi che lei non avrebbe avuto alcun problema ad ammazzare un uomo adulto visto che non aveva avuti nemmeno nel lasciare annegare un povero bambino. Perché l'aveva sentita, delirare con se stessa e chiuedere scusa al proprio amante per aver lasciato morire il figlio che aveva avuto con un'altra donna e che comunque "intralciava il loro amore", che se non l'avesse fatto non sarebbero mai stati insieme come (lei) loro sognavano. Vera aveva creduto di essere sola e in certo senso lo era, solo Lombard per fortuito caso era capitato nel momento giusto abbastanza vicino alla sua stanza da poterla udire. Anche se aveva già notato in lei segni di una mente instabile, lo aguardo e i gesti di chi viveva a metà tra questo mondo e un'altro di pura fantasia. L'aveva visto spesso negli occhi di chi aveva subito un trauma e non riusciva a far pace con le proprie scelte e le proprie emozioni.

Ricordava che gli erano venuti i brividi ad ascoltare quelle parole e chissà perché, aveva aveva avuto la cortesia di riferirlo a quel'antipatico poliziotto, che dava l'idea di sapere il fatto proprio a differenza degli altri, ma che si ritrovò comunque a giustificarla, distorcendo la realtà dei fatti. Lui e così probabilmente anche tutti gli altri, credevano ingenuamente all'idea della candida governante dal cuore semplice e puro, che si era subito tuffata eroicamente per salvarlo dalle onde, senza un attimo di esitazione. Che quello che Lombard avevo udito in realtà era solo un delirio senza significato, che lei fosse solo traumatizzata dal ritrovarsi bloccata su di un'isola, senza alcun contatto con l'esterno, con un assassino che voleva farli fuori tutti e che per questo era passata fuori, convincendosi di essere veramente colpevole di ciò che veniva accusata. Ma infondo anche questo comprendeva; era più facile credere ad una fanciulla apparentemente innocua e ingenua che ad un uomo come lui, dalla reputazione abigua, che aveva ammesso seza troppi fronzoli di aver permesso il compiersi di una strage.

Lui stesso non si troverebbe a morire in sulla scogliera, se alla fine non si fosse fatto imbambolare a propria volta. Forse, voleva credere all'idea che aveva intravisto in lei. Una piccola scintilla di speranza. Il semplice pensiero, che se fosse potuta tornare indietro, quel bambino, stavolta non avrebbe esitato a salvarlo.

Lombard era sempre stato bravo a capire le persone, una dote che gli aveva sempre salvato la pellaccia fino a quel momento. Nell'africa nera così come nella cara vecchia Inghilterra. Perciò aveva già capito che Vera Elisabeth Claythorne, nonostante si fosse appena macchiata del proprio assassinio, non poteva di certo essere U.N. Owen. Non che le mancasse l'astuzia per architettare il piano, semplicemente le mancavano i nervi. Qualità che avrebbe avuto, se non li avesse già persi nella sua personale vicenda, per cui era diventata uno dei bersagli da ingannare e intrappolare sull'isola. Uguale per la vecchia, ovvero Emily Caroline Brent. Era piccola e fragile, il tipo che non ammazzava direttamente, ma che con le giuste circostanze lasciava tranquillamente qualche poveraccio a crepare di stenti, giustificandosi con un "è così che il signore ha voluto che andasse". Non che sembrasse neanche più importarle, alla sua veneranda età, l'idea di morire. Era già convinta di avere un posticino in paradiso riservato apposta per lei.

Poi c'era il Dr. Edward Armstrong e lui non poteva esserlo. Era troppo presuntuoso, il tipo che drede di essere un passo sempre avanti agli altri quando in realtà ne è dieci indietro. Infine c'era William Henry Blore, il poliziotto. In teoria, lui era il secondo candidato più probabile ad essere U.N.Owen. Vista la professione, aveva di sicuro più esperienza di tutti in fatto di omicidi, di come eseguirli e di come farla pure franca. Inoltre, quando gli uomini possedevano già autorità e potere su tutti gli altri, ci voleva solo un passo a diventare egli stesso quello stesso carnefice da cui dovrebbe difendere la società. Anche questo l'aveva già visto accadere troppe volte. Peccato che Blore avesse anche un temperamente troppo caldo e una pazienza troppo limitata per eseguire un piano così complesso e si stava impegnando con sudore e fatica per capire sul serio chi diavolo stesse facendo tutto questo. Non vedeva l'ora di andarse il prima possibile, preferibilmente, con una bella medaglia al valore per aver sventato questa serie di omicidi e catturato il temibile U.N.Owen.

Era stato pure interessante vederlo all'opera

C'ereano anche i due domestici, il rampollo, il barcaiolo, il veterano e il giudice. Ma questi erano morti troppo presto per potersi fare un'idea precisa; se avesse potuto scommettere, avrebbe putato proprio sul giudice Wargrave per i medesimi sospetti che aveva nutrito sul poliziotto. Ma anche lui alla fine aveva perso la vita ed era divenuto un cadavere freddo come gli altri, smontandogli tutto. Sinceramente, non avrevve mai immaginato che alla fine sarebbero rimasti solo lui e Vera.

A quel punto U.N.Owen poteva essere solo lei, se tutti gli altri erano morti, e lui avrebbe potuto mettere fine a tutto uccidendola subito. Sarebbe stato logico, chiunque al suo posto l'avrebbe già fatto senza pensarci due volte, consapevole della follia omicida di quella donna e del suo essere disarmata. Ma no, nonostante fosse Lombard quello con la pistola, lui aveva già deciso che semplicemente non l'avrebbe fatto. Contro ogni logica, aveva preferito lasciarla vivere. Forse alla fine li aveva uccisi tutti perché era semplicemente pazza, così provò a convincersi anche se poteva sentire il sapore della propria stessa bugia. Fu solo quando lei gli sparò a tradimento e che si mise a ridere sonoramente come una squilibrata, che finalmente anche lui comprese tutto.

Vera era solo l'ultima pedina da sacrificare.

Chiunque fosse il vero assassino aveva già calcolato tutto. Magari era già morto o aveva fatto finta di esserlo, non importava, aveva già architettato di sfruttare la pazzia di Vera, di spingere la sua mente fino al limite e c'era riuscito, perché ora lei era proprio questo un'allucinata che non sapeva più distinguere la realtà dalla fantasia. Era saltata oltre l'orlo del baratro e della follia. Nemmeno lei, anche se era l'ultima, sarebbe mai uscita viva da quest'isola!

Ma immaginava che nemmeno questo ormai non importava più, ora che era la fine

.... .... .... ....

ventun persone

Lombard si lasciò andare alle lacrime come aveva fatto altre volte quando era sicuro di essere solo. Ricordava il ritorno da quella dannata spedizione e il suo farsi in quattro, per sapere almeno la sorte di quegli indigeni; erano tutti morti, gli avevano detto e lui, nel saperlo, si era subito sentito così maledettamente colpevole. Chiunque l'avesse portato su quella stupida isola, voleva far credere far pagare le colpe di cui lui e gli altri si erano macchiati. Ma Lombard non era un idiota, Lombard ormai aveva capito il tutto nel suo complesso. Aveva capito che non era la vedetta di un uomo spinto dalla giustizia, no. Ma solo lo spaventoso progetto di una mente ancora più folle di quella di Vera, pervasa da un complesso di Dio talmente enorme, che prima o poi si sarebbe dovuta sfogare a discapito di qualcuno. in ogni caso.

Se ne fosse stato in grado, sarebbe stato lui a ridere ora. Nessuno innocente, tutti colpevoli e presto anche morti.

Ma ormai nemmeno questo importava più, come non importava nemmeno che mentra la sua ora si stava avvicinado, calde lacrime salate iniziarono a scendergli giù, rigandogli il viso. Nemmeno che avesse iniziato a chiedere perdono al vento, come aveva già fatto mille altre volte, per la vita di quei ventun uomini.

«Perdonatemi...»

Ripeteva e continuò a ripetere addolorato nella propria testa.

Il sangue ormai stava defluendo da tutto il suo corpo. Gli rimanevano poco più di dieci secondi da vivere. Ed eccoli lì, tutti loro e tutt'intorno a lui, gli indigeni che aveva lasciato morire e che ora lo guardavano con durezza per dirgli anche loro avevamo una famiglia, anche loro volevamo solo continuare a vivere.

«Perdonatemi...»

Fu il suo ultimo pensiero prima di esalare il suo ultimo respiro.

Dal petto continuò ad uscire del sangue. Sangue che ormai si era allargato come una macchia d'olio sulla scogliera rocciosa. Sangue che era sceso anche da un angolo delle labbra, insieme ad un'ultima lacrima solitaria che gli rigò per un'ultima volta il viso per cadere infine in quella gigantesca pozza scarlatta, dove si confuse e scomparve per sempre.

.... .... .... ....

Philip Lombard non era mai stato fiero di quel che aveva fatto. Ma aveva chiesto e cercato di meritare perdono ogni giorno della sua vita. Peccato che il giudice Wargrave questo non lo sapesse, ma anche se fosse stato così, probabilmente, non avrebbe avuto la minima importanza.

     

1Parola usata nel contesto dell'epoca. Personalmente non condono ne approvo qualunque tipo di linguaggio dispregiativo o discriminatorio verso una minoraza o categoria di persone.

2Riferimento al titolo e al significato dll'ononimo racconto di Joseph Conrad, "cuore di tenebra"

   
 
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