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Autore: slyfox18    24/12/2013    1 recensioni
Il Natale è arrivato anche a Malfoy Cottage!
L'albero è stato decorato, le lucine sono accese, i regali aspettano solo di essere aperti e la neve ha già imbiancato il giardino del piccolo cottage.
A Draco e Hanalis non resta che aspettare l'arrivo di amici e parenti!
[Raccolta di one-shot a tema natalizio, ambientate dopo la long "H.A.A.H. - Le fleur de Lis".
Il personaggio di Hanalis è di mia invenzione, così come altri personaggi presenti nelle one-shot.
Draco/Hanalis]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le fleur de Lis'
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Ciao a tutti! :)
Prima di lasciarvi alla lettura, vi avviso che questa one-shot è ambientata dopo la long "H.A.A.H. - Le fleur de Lis". Non è strettamente necessario aver letto la fanfiction per capirne i fatti, perchè non si tratta di un sequel vero e proprio, vi avviso però che in questa storia Draco Malfoy è sposato con Hanalis Holmes, un personaggio di mia invenzione, protagonista della fanfiction sopracitata! 
Vi lascio alla lettura! :)


NATALE A CASA MALFOY

Capitolo uno
Ricordi e alberi di natale…
 (inizio dicembre)
 
“Trees and Bushes” era arrivato in città!
Nella piccola piazza di paese, erano apparsi almeno un centinaio di abeti. Grandi e piccoli, veri e finti, di un classico verde bosco o dipinti di bianco, già addobbati o spogli, gli abeti stavano tutti in piedi a far bella mostra di sé.
John Jacob Jonson, proprietario di “Trees and Bushes”, era un omone alto e corpulento, con una bella pancia pienotta e una lunga barba bianca e arruffata. Indossava sempre pantaloni scuri di velluto, stivaloni da giardiniere, maglioni pesanti, dalle più assurde fantasie e un cappello con paraorecchie, come quello dei cacciatori.
Chiunque avrebbe potuto definirlo un signore un po’ eccentrico, un tipo molto particolare, un nonnetto bizzarro, ma nessuno avrebbe mai immaginato che si trattasse di un mago.
Da decenni, J.J., vendeva i suoi abeti sia ai maghi che ai babbani di tutto il Wiltshire, ed erano centinaia le famiglie che si rivolgevano a lui per cambiare il loro vecchio albero di natale.
 
Tutta Winterslow era in fermento quella mattina di inizio dicembre e il signor Jonson aveva il suo bel da fare per accontentare tutti i clienti.
C’erano mamme che cercavano di convincere i figli, che un abete di due metri, non sarebbe mai potuto passare per la porta del salotto. C’erano papà carichi di sacchetti pieni di addobbi colorati, scelti dai figli e mariti che sbuffavano nella speranza che la moglie scegliesse in fretta.
 
«Ricordami perché siamo qui…»
«Ancora?!»
«Io non ci volevo venire in mezzo a tutti questi babbani…»
«Da “Trees and Bushes” hanno gli abeti migliori di tutta la contea, penso che tu possa sopportare qualche babbano!»
«Qualche?! Saranno centinaia!»
«Sei il solito esagerato…»
«Non potevamo mandare qualcun altro?»
«E chi? Sentiamo!»
«Abbiamo due elfi per queste cose…»
«Certo! È un’idea geniale, mandiamo due elfi domestici in mezzo ai babbani, in una città di babbani…come ho fatto a non pensarci io?!»
«Ma perché proprio qui? Con tutti i negozi che ci sono a Diagon Alley!»
«Ti ripeto che qui ci sono i migliori alberi di natale di tutta la contea, forse di tutto il Regno Unito! E poi ci venivo sempre con i miei genitori….è una tradizione e le tradizioni si rispettano sempre!»
 
Protagonista di questa simpatica conversazione, a tratti incomprensibile per un non mago, era una giovane coppia.
Alto e biondo lui, avvolto in un elegante cappotto di lana nera con il bavero alzato e una sciarpa grigia ben stretta attorno al collo. Piccola e con lunghi capelli neri lei, avvolta in un cappottino verde, con un cappellino di lana color panna in testa e visibilmente incinta.
I due camminavano vicini. Tra l’annoiato e l’infastidito lui, euforica e quasi saltellando lei.
Perlustrarono l’intera piazza, alla ricerca di quello che la ragazza definiva “l’albero con la A maiuscola”, ma niente sembrava soddisfarla.
 
«Non è una scelta facile, vero?»
Quel ragazzo dai capelli biondi aveva un’aria famigliare per il vecchio J.J., ma ogni anno vedeva così tante persone….
Il ragazzo si voltò, con espressione un po’ scocciata.
«Mi creda, signore, fosse per me un abete varrebbe l’altro…ma mia moglie sembra convinta del contrario…» borbottò il giovane in risposta.
«Moglie?» chiese stupito J.J..
Il giovane annuì e un attimo dopo, una ragazza con un bel pancione si avvicinò sbuffando.
«Uffa, speravo di trovare un abete come quello di quando era bambina, ma niente…»
«Ma guarda un po’ chi abbiamo qui?! La piccola Holmes!» esclamò il signor Jonson con un gran sorriso.
 
Nonostante mancasse poco più di un mese alla data prevista per il parto, e il pancione fosse diventato piuttosto ingombrante, Hanalis Holmes non aveva voluto sentire ragioni.
Era tradizione, nella sua famiglia, comprare l’albero di natale da “Trees and Bushes”, per questo quella mattina aveva trascinato il marito, Draco Malfoy, fino a Winterslow.
Il ragazzo si era opposto in tutte le maniere, ma non era servito a nulla. Gli anni precedenti, tra il matrimonio e il trasloco, Lis non aveva potuto avere l’albero di natale che desiderava, ma era più che mai intenzionata ad averlo quell’anno, e non sarebbe stato un pancione a fermarla.
 
«J.J.! Credevo fossero i suoi figli a gestire l’attività, non mi aspettavo di trovarla qui…» esclamò Hanalis.
«Bah, quegli sfaticati! Sono solo capaci di ricordarmi quanto sono vecchio, ma devono solo provarci a separarmi dai miei abeti!» sbottò l’uomo, facendo sorridere Lis.
«Ma quale vecchio, J.J., lei è sempre in gran forma!» disse la giovane, divertita.
«Grazie, mia cara, ma vedo che anche tu hai delle belle novità…» rispose l’uomo ammiccando verso il pancione e verso Draco.
Hanalis rise.
«Le presento mio marito, Draco Malfoy…»
«Malfoy? Sei il figlio di Lucius e Narcissa?» chiese J.J., interrompendo Hanalis, mentre stringeva la mano a Draco.
«Conosce i miei genitori?» chiese Draco, perplesso. Non ricordava che i suoi genitori gli avessero mai parlato di quell’uomo e dei suoi abeti. Non ricordava nemmeno di essere mai andato a comprarlo un abete.
«Ma certo ragazzo! Chiunque possegga un albero di natale, nel Wiltshire, l’ha preso sicuramente qui! Tua madre quella volta è andata a colpo sicuro, me lo ricordo bene, era un bel abete, uno dei più grandi quell’anno» spiegò l’uomo, con enfasi.
«J.J. ricorda tutti gli alberi che ha venduto» bisbigliò Hanalis all’orecchio del marito.
Draco strabuzzò gli occhi: si trovava davanti ad un Olivander degli alberi di natale!
«Non fare quella faccia, ragazzo! Ricordo ogni abete magico che ho venduto. Quegli alberelli che prendono i babbani, non mi interessano, ma un abete magico è tutta un’altra storia…»
Draco alzò gli occhi al cielo, quel vecchietto panciuto era anche peggio di Olivander.
Hanalis soffocò una risata, nel vedere la faccia del marito.
«Ricordo benissimo anche il vostro albero, signorina Holmes! C’eri anche tu quella volta, quante risate!» continuò l’uomo, divertito.
Hanalis sorrise, era piccola, ma ricordava bene quel giorno…
 
Ogni tanto, ripenso a quel giorno e non posso fare a meno di ridere.
Avevo cinque anni e, strega o no, ero più che convinta che Babbo Natale esistesse. Ero certa che sarebbe sceso dal camino, che di solito mio padre usava per recarsi al Ministero, e che avrebbe riempito il salotto con tantii regali.
La mamma mi leggeva un sacco di storie sul natale. Erano libri pieni di figure e disegni colorati. E c’era una cosa che non mancava mai in quei racconti: un albero decorato sotto il quale radunare i pacchetti.
A casa, però, non avevamo mai avuto un vero albero di natale, di quelli alti fino al soffitto, pieno di lucine colorate e palline brillantinate. Ogni stanza aveva delle decorazioni natalizie. C’erano persino le lucine sulla staccionata del portico e lungo il corrimano delle scale esterne, ma non c’era un albero. Certo, ce n’era uno molto piccolo e carino sopra il mio comodino, ma non era la stessa cosa.
Ricordo che stressai i miei genitori per giorni.
Alla fine, forse rendendosi conto che non avevo poi tutti i torti, una mattina di dicembre, proprio come questa, mia mamma entrò in camera mia e annunciò che saremmo andati a fare una gita a Winterslow.
Non capivo tutto quell’entusiasmo, ma mi abbottonai il cappottino rosso senza discutere e mi avvolsi per bene la sciarpa al collo.
Quando arrivammo a Winterslow, nella stessa piazza di oggi, tutto mi fu chiaro.
«Compriamo un albero di natale! Compriamo un albero di natale!»
Saltellai attorno ai miei genitori, canticchiando quella canzoncina improvvisata, attirando l’attenzione dei passanti.
«Adesso calmati, tesoro» mi disse mia madre sorridendo, mentre mio padre mi prendeva in braccio.
Attraversammo tutta la piazza, in lungo e in largo, ma a mia madre sembrava non piacere nessuno di quegli alberi.
A me, invece, piacevano tutti!
Ad ogni passo ne indicavo uno diverso a mio padre, che sorrideva e mi dava il suo parere.
«Non credo che un abete di due metri possa passare per la porta del salotto, piccola»
«Quello più che un albero sembra un cespuglio ingrassato»
«Quello è così piccolo che quasi non l’avevo visto»
«No, assolutamente no! Un albero bianco non entrerà mai in casa mia»
I commenti di mio padre erano sempre molto divertenti, ma bisognava ammettere che aveva ragione. Ragionandoci adesso, dopo quasi vent’anni, nessuno di quegli abeti avrebbe fatto bella figura a Casa Holmes.
Dopo mezz’ora passata a zigzagare tra la gente, mio padre mi mise a terra e io presi a trotterellare accanto a lui, tenendogli la mano. Mia madre camminava qualche passo avanti e osservava scrupolosamente ogni abete.
Ad un certo punto, ricordo che vidi passare accanto a me, camminando di gran carriera, un omone alto e corpulento, con una pancia che a me sembrò enorme. Indossava un paio di pantaloni di velluto marrone, degli stivaloni neri e un maglione verde scuro con una fantasia a pinetti bianchi. Quello che più mi colpì, però, fu la sua barba: era lunga, folta e bianca come la neve che era caduta fino alla sera prima.
Lasciai la mano di mio padre e mi fermai in mezzo al vialetto, seguendolo con lo sguardo, completamente incantata.
Quando lo persi di vista, tornai di corsa da mio padre.
«Papà! Papà! Ho visto Babbo Natale!» esclamai, tirando la manica della sua giacca.
«Non credo che Babbo Natale esca dalla sua casa prima della notte della vigilia, piccola» mi rispose lui, sorridendo.
«Ma io l’ho visto! Era alto e aveva la pancia e la barba lunga e bianca! Era Babbo Natale, papà, ne sono sicura!» esclamai di nuovo, più che convinta di quello che avevo visto.
«Dov’era?» mi chiese semplicemente mio padre.
«Era proprio qui! Mi è passato vicino e poi è corso di là!» dissi.
Mostrai a mio padre la direzione in cui avevo visto correre l’uomo, sicura che l’avrebbe visto anche lui e che mi avrebbe dato ragione, ma dell’uomo non c’era traccia.
«Non c’è nessuno, piccola, vedrai che ti sarai confusa…» mi disse dolcemente, prendendomi la mano.
Raggiungemmo mia madre e girammo la piazza per la seconda volta.
Eravamo fermi davanti ad un abete alto poco più di me, finto e con un filo di lucine blu ad illuminarlo.
Non mi piaceva per niente e sperai che i miei non decidessero di prendere quello.
«Posso esservi utile, signori?»
Quel vocione allegro mi fece voltare e rimasi a bocca aperta.
Era lui! Era l’uomo che avevo visto poco prima! Era Babbo Natale!
Mentre mia madre parlava con quel signore, io tirai nuovamente la manica della giacca di mio padre e cercai di fargli capire, a gesti, che quello era l’uomo che avevo visto prima. Mio padre, ovviamente, non capì nulla e mi disse semplicemente che gli avrei spiegato dopo.
Sbuffai. Possibile che i miei genitori non si accorgessero della somiglianza?!
Mi feci coraggio. Mi avvicinai e  gli tirai il maglione un paio di volte.
«Dimmi piccolina» mi disse con un sorriso.
«Ma tu sei Babbo Natale?»
L’uomo scoppiò a ridere e mi scompigliò i capelli.
«Mi dispiace, piccolina, ma io mi chiamo J.J., non Babbo Natale» rispose sorridendo, divertito.
«Allora sei suo fratello!» esclamai convinta.
Insomma, si somigliavano così tanto che era impossibile che non fossero parenti!
«No, mia cara, mi dispiace, ma non conosco Babbo Natale…»
«Ma sei proprio sicuro?» chiesi, sospettosa.
«Hanalis, tesoro, smettila di disturbare il signore» mi rimproverò mia madre, anche se si vedeva che cercava a fatica di restare seria.
«Lasci stare signora, un sacco di bambini mi scambiano per Babbo Natale, non mi da nessun fastidio» disse J.J.  a mia madre.
«Mi scusi…» borbottai imbronciandomi, ricordando solo in quel momento le buone maniere e cominciando a dargli del lei.
«Non essere triste, mia cara, una bambina bella come te dovrebbe sorridere sempre – mi disse, appoggiandomi una mano sulla testa – Ce l’ho io una cosa che potrebbe farti tornare il sorriso» concluse, facendomi l’occhiolino.
«Siete maghi, vero?» chiese all’improvviso a mia madre, che annuì.
«Ne ero certo! Ho quello che fa per voi! Seguitemi!» esclamò con entusiasmo, incamminandosi verso il lato opposto della piazza.
Di lì a poco mi trovai davanti all’abete più bello che avessi mai visto.
Il primo aggettivo che mi venne in mente, fu cicciotto.
Era un albero vero, piantato in un bel vaso di terracotta decorato con un fiocco rosso. Era alto come mia madre ed era  folto, molto folto.
«È lui!» esclamarono contemporaneamente i miei genitori e anche io annuii convinta.
«Si tratta di un abete magico…. Questo è uno degli esemplari migliori di questo inverno. – spiegò J.J. – Qui sotto Babbo Natale potrà mettere un bel po’ di regali!» mi disse, facendomi l’occhiolino.
 
Hanalis sorrise, ripensando a quel giorno.
«Ero davvero convinta che tu fossi Babbo Natale, J.J.!» disse la ragazza, facendo ridere l’uomo.
Anche Draco sorrise, ricordava quel fatto. Soprattutto perché Hanalis l’aveva assillato per mesi con quella storia di Babbo Natale.
«Immagino che siate qui a cercare il vostro primo albero di natale» disse il signor Jonson, lisciandosi la barba pensieroso.
Draco annuì, con la speranza che quella fosse la volta buona.
«Credo proprio di avere quello che fa per voi, miei cari ragazzi! – esclamò l’uomo – È stata un’annata particolare per gli abeti magici.  Mi è rimasto un esemplare che credo sarebbe perfetto per voi! Venite, venite, è da questa parte!»
 
Un sorriso raggiante si aprì sul volto di Hanalis, mente batteva felice le mani, proprio come una bambina.
Draco la guardò saltellare sul posto, con quei suoi stivaletti imbottiti e il pancione che la sbilanciava avanti e indietro, e non potè fare a meno di sorridere. Se c’era una cosa di Hanalis che nel corso degli anni non era cambiata, era quella sua capacità di entusiasmarsi anche per le cose più piccole, come ad esempio un albero di natale.
«Questo, Draco, sarà il nostro Albero, con la A maiuscola!» esclamò raggiante.




NOTE:
Come promesso ecco la prima one-shot a tema natalizio con protagonisti Hanalis e Draco!
In questo caso la storia è ambientata solo pochi mesi dopo l'epilogo di "H.A.A.H" e mancano ancora diversi giorni a natale!
Ho solo una piccola nota da fare (a puro carattere informativo), Winterslow è una cittadina del Wiltshire realmente esistente (non molto distante da Old Sarum). Non so bene che caratteristiche abbia, l'ho scelta solo perchè il nome mi sembrava perfetto per collocarci una rivendita di alberi di natale :P
Il 25 o il 26, (dipende da quanto mi assorbirà la giornata con i parenti :P) dovrei pubblicare la seconda!
Fatemi sapere cosa ne pensate e, se vi va, passate a trovarmi nella mia pagina facebook
"Nel piccolo mondo di SLy by Slyfox18"!!!


https://www.facebook.com/pages/Nel-Piccolo-Mondo-di-Sly-by-Slyfox18/544129052325635

Se non dovessi riuscire a pubblicare domani.... 
TANTI AUGURI PER UN FELICE E BUON NATALE A TUTTI!!!! 
Alla prossima,
Sly! 



 
   
 
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