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Autore: Geilie    24/12/2013    2 recensioni
Ma poi ci si è messa di mezzo la vita, ci si è messa di mezzo l’età, ed eccoti qui, con le bollette da pagare, gli esami da dare, il lavoretto del weekend che ti mette qualche soldo in tasca e un fratellino che inizia quasi a cambiar voce. Il tempo è volato. Il tempo vola sempre, ti dici, e ripensi a quelle tredici ore che parevano infinite e poi correvano troppo in fretta…
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sarah
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per la mini-Drabble Night natalizia delle Muse. Merry Christmas everyone!

PACCHETTO "ALÌ BABÀ" by Trick
Fandom: Labyrinth
Personaggi: Sarah
Prompt: Pink Floyd - Wish you were here
Parole: 376 (Word)
Note: introspettiva, malinconica, post-film (ambientata almeno una decina d'anni dopo) e senza alcuna pretesa: come Sarah, anch'io ultimamente ho avuto un attacco di nostalgia e questo è il risultato. Il titolo è direttamente ripreso dalla canzone.


 
Heroes for ghosts


Ci si è messa di mezzo la vita, ci si è messa di mezzo l’età.
C’è stato un momento in cui non vedevi l’ora di crescere, di spiegare le ali e fuggire dalla tua prigione, ma il momento è passato in un battito di ciglia e invece è rimasto il Labirinto. Nella tua mente di quindicenne, non più bambina e non ancora donna, il Labirinto era un luogo incantato e spaventoso, denso di pericoli e di meraviglie; un luogo fisico, raggiungibile, reale. Hai poi letto Peter Pan e hai capito che certi luoghi, per quanto solidi possano sembrare, rappresentano qualcosa di molto più intangibile. Sai che Jareth e il suo strano folle mondo altro non erano ‒ altro non sono, ancora adesso ‒ che il tuo bisogno di non dire addio all’infanzia.
Ma poi ci si è messa di mezzo la vita, ci si è messa di mezzo l’età, ed eccoti qui, con le bollette da pagare, gli esami da dare, il lavoretto del weekend che ti mette qualche soldo in tasca e un fratellino che inizia quasi a cambiar voce. Il tempo è volato. Il tempo vola sempre, ti dici, e ripensi a quelle tredici ore che parevano infinite e poi correvano troppo in fretta…
Vorresti tornare, a volte. Vorresti che lui tornasse.
Vorresti rivedere Hoggle e Ludo e tutti quegli amici che hai smesso di riuscire a vedere anni fa.
Vorresti avere ancora occhi capaci di distinguere un cappello da un serpente che ha mangiato un elefante(1), occhi mai stanchi di stupirsi.
Vorresti chiamarlo, a volte, pronunciare il suo nome tre volte come nelle fiabe e poi aspettare un frullio d’ali o uno svolazzare di mantello e rivedere quel suo sorrisetto sottile.
Vorresti, ma poi sei tornata troppo stanca dal lavoro, stasera, e ti dici che lo farai domani; e devi proprio finire di leggere quel saggio sul teatro shakespeariano, oggi; e poi devi rimandare di nuovo, c’è quella festa di laurea a cui non puoi proprio mancare. Lo farò domani, ti dici, e di domani in domani passano le settimane e i mesi e gli anni.
Vorresti, ma ci si è messa di mezzo la vita, ci si è messa di mezzo l’età e l’infanzia ti è scivolata tra le dita come sabbia.


Nota:
(1) Cito spudoratamente Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry.
  
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