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Autore: Angel_15    24/12/2013    2 recensioni
“I lampioni illuminavano la strada e le decorazioni a forma di albero e pupazzo di neve avrebbero riempito di gioia e felicità chiunque li avesse osservati.
Chiunque tranne Luhan.
Perché a lui il natale… Non interessava per niente.
Il 25 dicembre? Un giorno come tutti gli altri.”
Questo finché, in una magica notte, uno strano ragazzo bussò proprio alla sua porta…
~
[HunHan]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Miracle in December
 
 
 
In una fredda vigilia di natale, Luhan camminava nella centro della città innevata.
In una mano teneva la ferrea stretta sulla busta della spesa, l’altra ben nascosta nella tasca del giaccone.
La sciarpa bianca arrivava a coprirgli meta volto. Ma ciò non bastava a proteggerlo del tutto dal gelido vento che gli pungeva le guance.
I lampioni illuminavano la strada e le decorazioni a forma di albero e pupazzo di neve avrebbero riempito di gioia e felicità chiunque li avesse osservati.
Chiunque tranne lui.
Perché a Luhan il natale… Non interessava per niente.
Il 25 dicembre? Un giorno come tutti gli altri.
Percorreva la strada che portava al suo appartamento, lanciando sguardi alle coppiette che camminavano stringendosi per mano, agli amici che ridevano e scherzavano e ai bambini che saltavano protetti dalla presa dei loro genitori.
Tale era preso nell’osservare le persone godersi la loro felicità, che non si accorse della ragazza vestita da folletto di fronte a lui. Finché questa non gli sventolò una mano di fronte al viso.
Luhan si ridestò, osservando bene la figura di quest’ultima.
Gli sorrideva raggiante, e teneva in mano un blocco e una penna.
< Ci sei? > Gli chiese sempre sorridendo.
Luhan aggrottò le sopracciglia:
E ora questa che vuole?
< A quanto ci risulta > Disse la ragazza < Quest’anno tu non hai scritto la tua letterina a Babbo Natale >
Ci mancava pure la solita ragazzina che cerca di tirare su quattro soldi vestendosi da folletto.
Non dovrebbe stare al centro commerciale con i bambini?
< Emh, senti… > Disse Luhan scocciato < Non so quanto ti paghino, ma se ti mollo una banconota da venti mi lasci andare? >
Voleva solo tornarsene a casa al caldo.
La ragazza storse il naso assumendo un’espressione interrogativa.
< Non devi pagarmi, devi solo dirmi cosa vuoi per natale >
Luhan sbuffò alzando gli occhi al cielo. Afferrò il portafoglio estraendo delle banconote.
< Ecco sono trenta, ora lasciami in pace >
La sorpassò continuando per la sua strada.
La ragazza rimase perplessa, osservando quei pezzi di carta come se non capisse cosa doveva farsene.
< Lui non vuole soldi >
Quella frase fece fermare Luhan che si voltò a guardarla confuso.
< Lui? >
< Sai di chi parlo… >
La follettina sorrise dolcemente, mentre Luhan ancora non capiva.
< E dai… Giacca rossa, lunga barba… I bambini gli chiedono i giocattoli >
Luhan scoppiò a ridere.
< Ah sì capisco, “Lui”. E sentiamo, dato che io non sono un bambino e non chiedo giocattoli, lui, cosa vorrebbe da me? >
Iniziava a stufarlo quella sottospecie di recita.
La follettina si diresse a piccoli e graziosi passi verso di lui.
< Lui non porta solo regali, lui porta gioia e cerca di donare felicità a chi purtroppo non ne ha… Come te >
Il ragazzo sgranò gli occhi sorpreso. Il sorriso sparì del tutto dalle sua labbra.
< Tu che ne sai di me? >
La ragazza portò le mani ai fianchi storcendo il capo.
< Non hai un minimo di conoscenza nella cultura natalizia tu? Lo sanno tutti che babbo natale conosce tutti, sennò come farebbe a sapere se i bambini hanno fatto i bravi o no? >
Il ragazzo era ancora confuso dalla precedente affermazione della ragazza.
< Okay, io non sono un bambino e non voglio niente. Non mi importa neanche di festeggiare il natale >
< Sicuro? >
Luhan dovette rifletterci un secondo.
< S-si >
< La tua voce dice sì, ma io so che i realtà vorresti tanto festeggiarlo con qualcuno >
< Tu non mi conosci! > Alzò leggermente la voce il ragazzo che iniziava a capirci sempre di meno.
< Nessuno vorrebbe stare solo a natale >
< Beh, ma non dipende da me… Non è colpa mia se sono solo > Ammise Luhan, che dopo quella confessione si rese conto che stava rivelando le sue emozioni ad una sconosciuta.
< Lo so > Lo sguardo della follettina mutò in un’espressione confortevole.
Luhan la vide impugnare la penna e scrivere qualcosa sul blocco.
< Hey, che stai scrivendo? >
< Il tuo regalo di natale: Qualcuno con festeggiarlo. Sono sicura che “Il capo” potrà accontentarti >
< Fammi capire per “Il capo” intendi il pancione con la barba bianca o il tuo datore di lavoro? >
< Datore di lavoro? Non so cosa sia >
Luhan alzò gli occhi al cielo, dalla sua bocca uscì del vapore ben visibile.
< Senti io me ne vado. Un consiglio, non disturbare i passanti, la gente ha di meglio da fare che parlare con una ragazzina vestita da folletto >
La ragazza di nuovo non capì, ma lasciò perdere. Doveva andare anche lei. Luhan si voltò di nuovo, riprendendo a camminare.
< Anch’io devo andarmene, passa un buon natale Luhan >
Il ragazzo si fermò per la seconda volta, sgranando gli occhi più di prima:
< Come fai a conoscere il mio… > Interruppe la frase a metà quando, voltando il capo, si rese conto che la follettina dietro di lui era sparita.
Si guardò intorno spaesato. La gente camminava normalmente e della ragazza non c’era traccia.
< Aish, queste ragazzine fastidiose >
Tendò di non pensare a quella strana situazione riprendendo la strada verso casa.
Arrivò di fronte la porta. Estrasse la chiave e dopo aver aperto, entrò accendendo la debole luce della lampadina. Appoggiando la spesa sul tavolo della cucina e liberandosi del cappotto e della sciarpa, un pensiero gli attraversò la mente.
Avrebbe inevitabilmente passato l’ennesimo natale da solo.
Altro che stupidi folletti…
 
***
 
Quella sera mangiò poco, giusto una ciotola di ramen istantaneo.
Era andato a letto presto e, nonostante l’assenza di sonno, si era stranamente addormentato subito.
Forse perché nel sonno non pensava alla solitudine?
Aprì di scatto gli occhi, quando l’inconfondibile suono di qualcosa che sbatteva contro la porta lo svegliò.
Si mise a sedere stropicciandosi gli occhi e analizzando bene il rumore.
Veniva dalla porta d’ingresso. Senz’altro qualcuno stava bussando.
Liberandosi dalle coperte, si alzò alla ricerca della vestaglia blu.
Non badò a che ore fossero, ma l’oscurità del cielo attraverso la finestra faceva ben intuire che non era certo l’ora giusta per le visite.
< Chi è? > Chiese sbirciando attraverso lo spioncino della porta.
Dall’altra parte, un ragazzo dai capelli biondi, tutto incappucciato in un giaccone nero, batteva i denti per il freddo.
< Mi si è fermata la macchina, e non ho un posto dove stare, potrebbe farmi entrare? >
Luhan rimase un attimo perplesso.
Far entrare uno sconosciuto in casa non era certo una cosa prudente. Ma era consapevole della nevicata e del gelido vento che tirava fuori.
Lo osservò bene, al meglio che il piccolo spazio dello spioncino gli concedeva.
Infondo era solo un ragazzo.
Fece scattare la serratura, e si ritrovò davanti la figura tremante della persona appena arrivata.
< Emh entra >
Il ragazzo fece un piccolo inchino in segno di ringraziamento prima di avanzare nell’ingresso del piccolo appartamento.
Luhan lo aiutò a liberarsi dal giaccone che appese all’attaccapanni.
< Tu sei gelato… S-se vieni in cucina ti preparo del latte caldo >
< Oh no, non c’è bisogno… Volevo solo chiederti se puoi ospitarmi fino all’alba. Poi cercherò di aggiustare la macchina. Mi va bene anche il divano >
Spiegò il ragazzo, non riuscendo però a smettere di tremare.
< Emh > Luhan era un attimo spaesato.
Non capiva neppure lui perché stava interagendo con uno che avrebbe potuto benissimo essere un delinquente qualunque.
Forse perché Luhan aveva l’abilissimo dono di capire, con un solo sguardo, le reali intenzioni di una persona.
< Okay, il divano è di là. Vado a prenderti delle coperte. Ma prima devo assolutamente offrirti qualcosa, stai tremando >
Senza che il ragazzo potesse obiettare lo condusse in cucina facendolo accomodare al tavolo.
Luhan gli fece segno di aspettare, mentre lui andava a prendere delle coperte che sistemò in salotto.
Tornò in cucina e vide che il ragazzo si guardava intorno confuso.
Senza badarci granché estrasse dal frigorifero una busta di latte. Ne versò metà del contenuto in una pentolina che mise a riscaldare sul fornello.
Sul tavolo sistemò due bicchieri e, prendendo una zuccheriera si rivolse al ragazzo:
< Ehm… Vuoi dello zucchero… Emh? >
< Sehun… Si grazie, due cucchiaiate >
Luhan annuì versandone due anche dentro al suo bicchiere.
< Comunque io sono Luhan >
< Piacere >
Tornò al fornello per controllare il latte.
Si creò un silenzio totale, che il ragazzo non aveva idea di come spezzare.
Fortunatamente ci pensò il nuovo arrivato:
< Posso farti una domanda? >
Luhan annuì, non spostando gli occhi un secondo dal fornello.
< Perché non ci sono… Decorazioni qui? >
Il ragazzo chiuse gli occhi, riflettendo un secondo su una domanda che nessuno gli aveva mai posto.
< Perché… Io non festeggio il natale >
< Oh >
Sehun sembrò deluso da quella risposta. Senz’altro non se la sarebbe aspettata.
< È… Triste > Proferì all’improvviso.
< Cosa? >
< Non festeggiare il natale >
Luhan non rispose.
Ne era consapevole, ma non dipendeva da lui.
< Non avere nessuno con cui condividere una così magica gioia… Come si fa a farne a meno? >
“Dopo un po’ ti ci abitui”
Avrebbe voluto dire Luhan, ma soffocò quelle parole in gola.
< E tu… Come mai eri in macchina da solo? > Chiese tentando di cambiare argomento.
< Devo raggiungere la mia famiglia… Spero di riparare la macchina domani e arrivare in tempo da loro >
< Non hai nessuno che ti venga a prendere? > Chiese Luhan che iniziava leggermente ad incuriosirsi.
< Non sanno che vado da loro, volevo fare una sorpresa >
< Ah >
Luhan spense il fornello. Afferrò una presina, e dopo aver preso la pentolina, versò del latte prima nel suo bicchiere poi in quello di Sehun.
< E tu… La tua, famiglia? > Chiese l’ospite, portando il bicchiere alle labbra.
Luhan deglutì a fatica.
Altra domanda che nessuno gli aveva mai posto e che lo colse totalmente impreparato.
< Ho perso i contatti con i miei genitori da… Un po’ >
Il viso di Sehun si intristì.
Si pentì di avergli posto quella domanda, quando vide il capo di Luhan abbassarsi e sorseggiare un po’ del suo latte.
< È per questo che non festeggi il natale? >
Il padrone di casa mandò giù il suo sorso.
Per un momento si chiese perché quel tipo fosse così interessato a lui.
Ma, d’altronde, non era stato lui stesso, pochi minuti prima, ad interessarsi a lui ed accoglierlo in casa, pur non conoscendolo?
Rifletté su quella domanda. Chiedendosi se fosse stato giusto rispondere, rivelando ciò che si era sempre tenuto dentro.
Tentò di trovare un compromesso.
< Perché festeggiare, quando non hai nessuno? >
Sehun rimase totalmente spiazzato. Come obiettare di fronte alla verità?
Lu aveva una famiglia su cui poter contare… Evidentemente, Luhan no.
Abbassò gli occhi, provando ad immaginare il dolore e la sofferenza che si provano quando la solitudine è la sola cosa che ti accompagna nella vita.
Per lui il natale era sempre stato il giorno più magico dell’anno e faticava a pensare che esistesse qualcuno per cui, invece, era un giorno come tanti altri e senza significato.
Si chiese se avesse potuto infondere a quel ragazzo solo, parte del suo spirito natalizio.
Ma che poteva fare lui, semplice sconosciuto?
Finì di bere il suo latte, non sapendo che la sua sola presenza avrebbe di gran lunga aiutato Luhan.
Entrambi svuotarono il contenuto del bicchiere in silenzio.
Sehun trovò il coraggio di proferire parola, rompendo quel silenzio che, nonostante tutto, non era del tutto dovuto all’imbarazzo, ma più alla reale mancanza di cose da dire.
< Io… Vorrei svegliarmi presto domani. Posso sistemarmi sul divano? >
< Oh certo >
Luhan si alzò indicandogli la strada per il salotto.
< Me ne vado a letto anch’io se non ti dispiace >
< Oh certo, buona notte >
Luhan si incamminò per il corridoio che portava alla sua camera, quando venne fermato dalla voce di Sehun.
< So che non lo festeggi ma, tecnicamente ora non sei solo, ci sono io. Quindi… Buon natale Luhan >
< Ma che dici? è ancora il ventiquattro >
Luhan ora guardava storto il ragazzo, che lanciò un occhiata all’orologio elettronico posto su un mobile.
00.16
< Oh >
Luhan si morse il labbro, non appena una consapevolezza gli invase la mente.
< Buon natale anche a te >
Sehun sorrise e Luhan ricambiò istintivamente.
Tornò in camera sua, non riuscendo a far uscire un pensiero dalla sua testa. Anche mentre si rimetteva sotto le coperte.
Ricordandosi dell’incontro avvenuto poche ore prima con quella strana ragazza vestita da folletto.
Del regalo natalizio che gli aveva promesso.
Stupendosi lui stesso, pensando che aveva trascorso i primi sedici minuti del giorno di natale con qualcuno.
Si addormentò, chiedendosi se quel Sehun, fosse il regalo di natale che aveva tanto atteso.
Senz’altro era stato il primo dopo tanto tempo a permettergli di non trascorrere il 25 dicembre in solitudine.
 
***
 
Il risvegliò di Luhan, fu causato da una strana sensazione. Come il bisogno di controllare qualcosa… O qualcuno.
Alzandosi e indossando le sue pantofole, corse verso il salotto.
Spalancò di poco la bocca, quando sul divano non trovò altro che le coperte perfettamente piagate.
Un’espressione malinconica gli si dipinse sul volto, mentre si sedeva dove aveva dormito la notte precedente Sehun.
Certo, neanche lo conosceva e ci aveva parlato sì e no quindici minuti. Ma si rese tristemente conto, che quello sconosciuto era l’esempio lampante di ciò che rappresentava la sua vita.
Le persone ne uscivano con la stessa velocità con cui entravano.
Sentì scricchiolare qualcosa sotto di se. Alzandosi subito per controllare si accorse di un foglio bianco scritto a mano.
 
“Grazie mille di tutto.
Per avermi ospitato, per il latte e per esserti aperto ad uno sconosciuto.
Fortunatamente, la macchina aveva solo bisogno di un po’ d’olio.
Adesso posso andare a passare il natale con la mia famiglia.
Lo vuoi un consiglio?
Non conosco la tua situazione, ma nessuno merita di passare il natale da solo, così come tutti gli altri giorni dell’anno.
Non so perché non parli più con i tuoi genitori, ma niente è irrisolvibile.
Ricordati, la parola impossibile non esiste.
Grazie ancora,
Buon natale.
Sehun.”
 
Finì di leggere con uno sguardo misto tra il pensieroso e il malinconico.
Non esiste la parola impossibile.
Cavolate.
Quel ragazzo non poteva conoscere la sua situazione e non poteva permettersi di esprimere pareri.
Non poteva sapere che qualche anno prima se n’era andato di casa, abbandonando i suoi genitori, solo per poter stare con la ragazza che amava.
Non poteva sapere che proprio la ragazza che lo aveva portato a prendere una scelta del genere, lo aveva poi abbandonato, da un giorno all’altro.
Non poteva sapere che, purtroppo, nel vocabolario di Luhan, “Impossibile” era la parola più in evidenza.
Gettando il biglietto a terra, si alzò per dirigersi in cucina a fare colazione.
Notò che i bicchieri della sera precedente erano ancora sul tavolo.
Proprio mentre si sporse a raccoglierli, notò un pezzo di carta, sulla stessa sedia dove la sera prima si era seduto Sehun.
Lo afferrò osservandolo bene da ogni angolazione.
Era di un colore marroncino scuro, decorato da contorni composti da linee curve
Una calligrafia impeccabile, spiccava al centro del foglio.
 
“Allora Luhan, che dici?
Piaciuto il regalo di natale?
Spero che ieri sera tu ti sia reso conto, e soprattutto tu ti sia ricordato cosa vuol dire avere qualcuno su cui sai di poter contare, per non passare una gioiosa festa in solitudine.
Buon natale!
B.N.”
 
A Luhan girava la testa.
B.N.?
< Certo… Babbo natale si è infiltrato in casa mia e mi ha lasciato un biglietto >
Rise tra se e se, pensando a chi poteva avergli fatto quello scherzo.
Infondo solo Sehun era stato in casa sua… Ma perché avrebbe dovuto farlo?
E poi, pensandoci, in casa non aveva quel tipo di carta.
Si accasciò sulla sedia, pensando che quella storia era al limite dell’incredibile
Prima il folletto magico, poi lo sconosciuto in casa, poi la lettera firmata B.N..
Tutto ciò era così assurdo, surreale… Impossibile.
Sbatté un paio di volte le palpebre.
D’un tratto gli sembrò di aver trovato il tassello mancante di un puzzle.
Non gli servì ragionare un minuto di più.
Si alzò di scatto e corse subito in salotto.
Afferrò la cornetta del telefono, componendo un numero che non aveva dimenticato.
Compiendo un gesto che non si sarebbe mai aspettato da lui.
Dando la colpa – o forse il merito – al piccolo miracolo che gli era capitato proprio la sera prima.
Perché per lui, non aver passato il natale da solo, era stato un miracolo.
Un miracolo capitato proprio il 25 dicembre.
Un miracolo a cui sentiva, non avrebbe più voluto farne a meno.
Il telefono prese a squillare.
 
Tu..
Tu…
Tu…
< Pronto? >
< Mamma… Buon natale>

 
 
 
~ Prima HunHan, spero vi sia piaciuta… Buon natale a tutti!

Ps: Ho creato un mia pagina su FaceBook in caso voleste seguire i miei aggiornamenrti (... Ne dubito)

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Baci ♡
 ~
   
 
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