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Autore: StelladelLeone    25/12/2013    8 recensioni
Buon Natale a tutti ragazzi! Siamo StelladelLeone e andry_94_hell!
Abbiamo sotterrato l'ascia di guerra in occasione delle feste per poter creare una speciale one-shot natalizia dedicata a tutti voi :)
Che leggiate o meno, che recensiate o meno, noi vi auguriamo un felicissimo Natale!!! AUGURI!!!
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un magico Natale per gli OC!

La neve scendeva lenta dal cielo grigio, i fiocchi vorticavano nell’aria gelida dell’inverno come in una danza e si posavano soffici sulle strade, sui tetti delle case, sui capelli delle persone. Anche su una testa bionda provvista di due curiose orecchie da tigre, che avanzava lungo la salita della collina di Fairy Tail.

 

Il suo respiro affannato si condensava in piccoli sbuffi e i suoi vestiti neri a contrasto con la neve bianca erano fradici.

 

Ma era arrivata a casa. E il resto non contava.

 

Con un sorriso felice spalancò il grosso portone, sorvegliato da una grande fata rossa, e venne accolta dal solito gioioso caos che caratterizzava Fairy Tail.

 

“SONO TORNATAAAAAA!” urlò a pieni polmoni, mentre si beava del calore che l’accarezzava. Lei odiava il freddo ed essere bagnata più di qualsiasi altra cosa al mondo.

 

“Ce ne hai messo di tempo nanetta.” L’apostrofo un ragazzo dai capelli argento e gli occhi rossi, camminando lentamente verso di lei con un ghigno in volto, anche lui con camicia nera e pantaloni neri come la ragazza, ma in più portava una lunga giacca rossa e una katana, invece che il mantello e due corte spade alla cintura.

 

“È un piacere vederti Ashuros!” rispose lei ironica alzando gli occhi al cielo e scuotendo i boccoli biondi per liberarsi dal ghiaccio e poi asciugandosi la lunga coda nel mantello.

 

“Lo so. Stai scodinzolando.” ghignò lui mentre lei diventava di mille tonalità di rosso.

 

“NON STO SCODINZOLANDO!” Ashuros la guardò scettico, “E comunque non per causa tua!” cambiò tattica lei facendo vagare lo sguardo per la sala. Dannata coda!

 

“Se stai cercando la tappetta e la psicotica hanno appena scatenato una rissa.” La informò pacato un ragazzo dai ricci capelli bruni legato in una crocchia e il sorriso accennato.

 

“Ed!” lo salutò lei correndo ad abbracciarlo con la stessa grazia di un giocatore di rugby.

 

“Ciao Miel!” la salutò lui ridacchiando alla vista del sopracciglio alzato di Ashuros.

 

“Miel!” una voce suadente fece drizzare tutti capelli e la coda della ragazza, che a rallentatore si voltò a guardare il biondo angelo che le veniva incontro: Hisoka, il migliore amico di Ashuros nonché peggior pervertito, play boy, maniaco sulla faccia della terra.

 

Immediatamente diventò di mille sfumature di rosso. Non perché avesse interessi nel ragazzo, sia chiaro, ma perché sapeva benissimo che battute stava per farle: maliziose e sconce di sicuro.

 

Purtroppo l’host non fece in tempo ad aprire bocca che un tornado biondo dal labbro tumefatto e una scheggia dai capelli bianchi e lo zigomo violaceo la abbatterono al suolo.

 

“MIEEEL!” Urlarono Gigi e Shail stringendola fino a soffocarla, “Sei in tremendo ritardo come al solito! Possibile che ti sia persa di nuovo?!” chiesero le due in coro scompigliandole i capelli, mentre lei si imbronciava, facendo ridere ancora di più le amiche.

 

“Sono solo due giorni…” mormorò volgendo lo sguardo altrove, ma così facendo notò finalmente lo stato di Fairy Tail, “Avete addobbato senza di me!” urlò ferita guardando tradita le sue amiche mentre la aiutavano a rialzarsi.

 

“Beh ecco…” mormorarono le due imbarazzate grattandosi la testa.

 

“Sei tu che sei arrivata in ritardo.” le fece notare Ashuros ghignando.

 

“Anche io volevo addobbare l’albero…” mormorò depressa Miel in un angolo avvolta da un'ombra nera.

 

“Ve l’avevo detto che ci sarebbe rimasta male.” sospirò divertito un ragazzo dai capelli neri mossi, Jin, l’unico altro Dragon Slayer del Fulmine della Gilda.

 

“Pft! Se l’è cercata!” rispose il ragazzo dietro di lui, dai penetranti occhi grigio ghiaccio, Amlach Lumbar.

 

“Aveva solo da non andare in missione proprio in questo periodo.” aggiunse un ragazzo dai lunghi capelli blu scuro tendenti al viola, raccolti in una treccia, e gli occhi neri.

 

“Shi! Non è colpa sua!” lo apostrofò una ragazza dai lunghi capelli azzurri con gli occhi grigio perla, seduta vicino a lui. Michiko Phaidon.

 

“Dai non fare così!” cercò di risolverla Tsuki, una dolce ragazza dai capelli neri con il taglio da maschiaccio e gli occhi viola, accarezzandole le orecchie “Ti lasciamo mettere il puntale!”

 

La coda di Miel iniziò subito ad agitarsi.

 

“Davvero?!” chiese con gli occhi luccicanti.

 

“Davvero!” rispose un’altra ragazza spuntando dietro Tsuki con in mano una stella dorata.

 

“Grazie Nikki!” urlò l’altra saltandole addosso, estasiata.

 

“Siamo salve…” bisbigliarono Shail e Gigi con un sospiro di sollievo, mentre i ragazzi alzavano gli occhi al cielo o sbuffavano divertiti.

 

Tutta eccitata Miel afferrò il puntale e si diresse sotto il gigantesco abete che si erigeva al centro della Gilda, tutto addobbato e illuminato.

 

Poi si spense.

 

E LEI COME CI ARRIVAVA IN CIMA ALL'ALBERO?!?

 

Con sguardo mortificato si voltò a guardare i suoi amici, la cui metà si stava letteralmente rotolando dalle risate, e con un dito indicò delusa la punta.

 

“Non ci arrivo.” ammise imbarazzata e supplicando con lo sguardo un aiuto, mentre la coda e le orecchie si afflosciavano.

 

Con sua sorpresa a farsi avanti fu Ashuros, che sorridendo le venne incontro.

 

Stava già per ringraziarlo con un abbraccio stritola ossa, quando si rese conto che: uno, Ashuros raramente era dolce con lei, per dimostrarle il suo affetto preferiva irritarla a morte o stuzzicarla; due, quello non era un sorriso, ma un ghigno.

 

Non fece neanche in tempo ad indietreggiare che il ragazzo l’afferrò di peso per la collottola e iniziò a prendere la rincorsa.

 

“C...che stai facendo?!?” urlò scandalizzata Miel “Vuoi uccidermi?!?”

 

“Oh non urlare sottospecie di gatta! I felini cadono sempre in piedi no?” ribatté Ashuros allargando il ghigno per poi scattare e scagliare Miel a tutta velocità verso la cima dell'albero.

 

Tutta la gilda seguì il volo della ragazza urlante che andò a spiaccicarsi contro la cima dell’albero.

 

Tutta la gilda guardò impaurita l’albero ondeggiare.

 

Tutta la gilda impallidì nel vedere l’albero schiantarsi al suolo.

 

Tutta la gilda sperò che il Master intervenisse nel veder Miel, uscire dai resti dell’abete, piena di aghi e rametti, avvolta da un aura omicida.

 

“ASHUROOOOOOOOOOS!!” l’urlo omicida della ragazza scosse le fondamenta della Gilda, prima che si lanciasse brandendo quello che avrebbe dovuto essere un puntale contro il ragazzo.

 

In meno di trenta secondi iniziò la più grande rissa di Natale di tutti i tempi: gente armata di decorazione cercava di uccidere, strangolare, abbattere i compagni, non curandosi dell’albero che calpestavano, delle cose che lanciavano, dei cadaveri che calciavano.

 

Era guerra.

 

Poi, il silenzio calò improvviso nella sala.

 

Tutti si paralizzarono: Ed con in spalla Gigi che tentava di addentarlo al collo, Shi e Michiko aggrovigliati in una rissa feroce, Hisoka con in braccio Tsuki alla “Sono un principe bello e sadico”, Amlach steso a terra con seduta sulla sua schiena Shail vittoriosa,  Jin che aveva bloccato a terra Nikki e infine Ashuros con un occhio nero, un puntale infilato in un braccio, e sotto l’altro, come un sacco di patate, Miel, nera di rabbia.

 

Erza Scarlett e Satana Soul si stagliavano sulla porta della Gilda, i regali che erano andate a prendere ai loro piedi.

 

“L’albero….” mormorò Erza con sguardo assatanato evocando l’armatura del Purgatorio.

 

“Le decorazioni…” sibilò Mirajane culminando il gruppo che aveva scatenato la rissa, essendo gli ultimi rimasti in gilda. Gli altri si erano volatilizzati.

 

“Ora. Pagherete.” sentenziarono con sguardo sadico inclinando la testa e sorridendo psicopatiche.

 

Un brivido gelido percorse la schiena di tutti i maghi rimasti, mentre Erza e Mira si avvicinavano pian piano.

 

“In riga.” disse lapidaria Erza

 

“Ora.” aggiunse Mira con lo stesso tono.

 

I ragazzi, dimenticandosi completamente della loro rissa, si alzarono di corsa e si sistemarono uno di fianco all'altro, senza fiatare, consci del loro destino.

 

“Questa doveva essere una serata senza intoppi...” iniziò la rossa

 

“...dovevamo divertirci spensierati senza devastare tutto...” continuò l'albina

 

“...ma voi siete riusciti a rovinare anche questa serata!” concluse di nuovo Erza

 

Tutti i ragazzi deglutirono. Probabilmente avrebbero preferito andare a correre fuori al freddo piuttosto che restare in gilda con Erza e Mira incavolate nere.

 

“Dovremmo punirvi come si deve.” disse Erza

 

“Ma a Natale siamo tutti più buoni perciò vi daremo modo di rimediare.” disse Mira “Vi dividerete in tre gruppi e ogni gruppo andrà a procurarsi una delle seguenti cose: un albero, delle decorazione e i regali rimasti nei vari negozi che io e Erza non siamo riuscite a prendere.”

 

Alcuni dei ragazzi ripresero a respirare. Non si erano neanche accorti di star trattenendo il fiato.

 

“Ashuros, Miel, Edward e Giada: voi andrete a prendere l'albero.” disse Erza e i quattro nominati si affrettarono a uscire dalla fila e a precipitarsi fuori dalla gilda, diretti verso l'enorme bosco poco fuori Magnolia.

 

“Michiko, Shi, Shail e Amlach: voi vi preoccuperete delle decorazioni” disse Mira e la scena si ripetè: i quattro ragazzi scattarono come saette verso l'esterno della gilda. Il negozio di decorazioni natalizie non era molto lontano ed era anche ben rifornito.

 

“Infine, Hisoka, Tsuki, Nikki e Jin andrete a prendere i regali.” concluse Erza e i quattro maghi furono ben felici di potersi allontanare da quella stanza...o per meglio dire da quelle due.

 

Erza e Mira si accostarono all'uscio della porta osservando i ragazzi allontanarsi sempre di più.

“Lo sai ceh avevamo un albero e delle decorazioni di emergenza vero?” chiese Erza

 

“Sì, ma non ho resistito all'idea di fargli questo scherzetto e poi avranno modo di conoscersi meglio così!” disse Mira sorridendo per poi mettersi a pulire il disastro creato dagli altri.

 

Erza sospirò sorridendo, per Mira ogni occasione era buona per giocare a Cupido…

 

***

 

Un brivido freddo lo scosse da capo a piedi.

 

Le sue mani tremavano per il freddo e il terrore.

 

Ne aveva incontrati di nemici tremendi e aveva affrontato missioni estreme, ma niente, niente poteva essere equiparato a quello.

 

I suoi occhi color ghiaccio vagarono frenetici alla ricerca di una via di scampo, fino a posarsi sulla testa viola del compagno accanto a lui nella speranza che avesse trovato una soluzione; con sua grande sfortuna aveva anche lui la stessa espressione di rassegnato terrore sul volto.

 

Non ghignava nemmeno. Pessimo, pessimo segno.

 

“Si può sapere che cosa vi prende a voi due?” chiese scocciata e perplessa Michiko parandosi davanti ad Amlach e Shi a braccia incrociate; era da quando erano arrivati davanti al più grande negozio di decorazioni e oggettistica per il Natale che i due non si muovevano, osservando come spaventati quell’enorme costruzione a tre piani.

 

“Pft, uomini…” sbuffò Shail prima di chinarsi a prendere una manciata di neve con un ghigno sadico, per poi lanciarla diretta sulla faccia dei due compagni.

 

“SI PUÒ SAPERE COSA TI PRENDE?!” urlarono i due, fradici, contro l’albina, ma con loro scorno la ragazza nemmeno li ascoltava e stava già chiacchierando poco più avanti con Michiko.

 

“Non ti sembra strano?” le stava dicendo guardandosi intorno “Non c’è nessuno… eppure è la Vigilia!” fece notare perplessa.

 

Amlach e Shi posarono a terra le due gigantesche palle di neve che stavano costruendo e si misero a guardarsi intorno circospetti. Le ragazza avevano ragione: nessuno camminava nella neve bianca, nessuno entrava o usciva dal negozio, che nonostante avesse le luci e le luminarie accese sembrava vuoto.

 

Sulla piazzetta calò il silenzio.

 

“Tsk…” proruppe infine Amlach, “È inutile stare qui a rimuginarci sopra, tanto vale entrare…” osservò, cercando di non pensare al suicido che stava commettendo: entrare con due donne, per quanto poco femminili, in un negozio, erano una specie di tortura barbara autoimposta.

 

Shi lo guardò sofferente prima di sospirare e avviarsi dietro di lui con le ragazze.

 

Ma Amlach non fece neanche in tempo a sfiorare il pomello dorato della porta a vetri che essa si spalancò di colpo e una palla nera si abbatte su di lui.

 

“Ehi che cos…?!” iniziò a urlare Amlach, mandano il suo scarso autocontrollo a passeggio, ma la palla, rivelatasi essere un uomo tarchiato e strizzato in uno smoking, iniziò a piangere contro la sua larga felpa nera.

 

“Grazie, grazie! Non sapete che gioia sapere che siete venuti! Pensavo che nessuna gilda avrebbe lavorato durante le vacanze e invece…” iniziò a ringraziarli, alzandosi in piedi commosso e precipitandosi a prendere le mani delle due ragazze portandosele alla bocca, “E invece sono venute perfino due ragazze carine come voi a salvarmi! Non sapete quanto io vi sia grato mademoiselles!”

 

Una grossa vena pulsò pericolosamente sulla fronte di Shi e Amlach, che si stava rialzando da terra disgustato.

 

“Non so di cosa stia parlando ma sia chiaro che noi siamo venuti qua solo per comperare delle decorazioni.” Lo gelò Shi con un ghigno terrificante afferrando Michiko per una spalla e portandola accanto a sé, così da metterla fuori dalla portata dello sconosciuto.

 

“Quindi se ora volesse lasciarci in pace…” continuò minaccioso Amlach schiaffeggiando la mano dell’uomo e interponendosi tra lui e Shail, che lo guardava grata: la bava di quell’uomo era qualcosa di assolutamente disgustoso.

 

“C-come..?! Non siete qui per liberare il mio negozio dal mostro?!” chiese tremante allontanandosi dai due demoni, “M-Ma…s-se mi aiutate potrete prendere tutte le decorazioni che volete gratis! Gratis!” li pregò aggrappandosi nuovamente al povero Amlach, frignando.

 

“Gratis?!” chiesero i quattro scambiandosi occhiate che fecero sudare freddo il proprietario del negozio.

 

“Ci stiamo!” accettarono ghignando prima di sorpassarlo ed entrare nel negozio.

 

Il negozio, pieno fino al soffitto di scaffali dai ripiani fitti di decorazioni, luminarie, addobbi e cose assolutamente inutili ma bellissime da vedere, sembrava assolutamente tranquillo.

 

“Io non vedo nulla di strano…” mormorò Shail delusa, impugnando la sua mitraglia bianca preferita: e lei che sperava in un bel combattimento!

 

“Aspetta a dirlo…” ghignò Shi mentre un’alabarda di fuoco appariva tra le sue mani.

 

Fu un secondo e da un alberello di Natale scattò una ghirlanda dorata contro Shail. La ragazza le sparò d’istinto ma questa continuò a muoversi e in meno di un secondo la legò come un salame a testa in giù.

 

“Shail!” urlò Michiko mentre le sue mani venivano avvolte da una luce dorata, che scagliò contro la ghirlanda, polverizzandola.

 

“Dannata…” mormorò l’albina stizzita rialzandosi da terra dolorante, “Se ti trovo…” mormorò poi con un sorriso psicopatico trasformando la mitraglia in una grossa falce.

 

“Telecinesi, eh?!” osservò Amlach sondando le ombre intorno a lui, “Ci sarà da divertirsi…”

 

All’improvviso due statue a forma di pupazzi di neve presero vita e ghignando iniziarono a bombardare di palline-bomba di natale i ragazzi.

 

“Non pigliatemi per i fondelli!” ringhiò Michiko mentre con una lama di luce decapitava un pupazzo di Natale mentre Shail si occupava dell’altro; intanto Shi e Amlach ingaggiarono una furiosa battaglia con tre elfi e Babbo natale in persona a cavallo di una renna dagli occhi rossi con tanto di lucine intorno alle corna.

 

Stavano per prendere il sopravvento sui temibili avversari, quando due urletti terrorizzati li fecero voltare di scatto; fecero in tempo a vedere solo le gambe delle loro amiche prima che fossero rapite da due giganteschi armadi rossi con fiocchi bianchi dipinti.

 

“Shail!” “Michiko” urlarono i due dando il colpo finale a Babbo Killer e correndo verso i due armadi che iniziarono a saltellare via.

 

“Fermati o ti do fuoco!” iniziò a sbraitare Shi dandosi fuoco, con sommo orrore di Amlach.

 

“Sta fermo, idiota! Ci sono dentro le ragazze!” urlò prima di manovrare un gruppo di tentacoli di ombra per fermare i due armadi fuggitivi “E ora…SPUTATELE!” ringhiò avvolto da un aura nera davanti ai due nemici di legno, senza pensare neanche per un momento che stava parlando con due armadi.

 

Una gocciolone cadde sulla fronte di Shi, che si ritrovò a ghignare.

 

“Proprio non ragioni quando lei è in pericolo, eh?!” pensò divertito, prima di prendere a calci il retro dei due armadi.

 

Una risata arrogante riempì l’aria e i ragazzi, alzando lo sguardo, videro al piano superiore una ragazza vestita con un vestito volgare da elfo di natale, che lasciava davvero poco all’immaginazione.

 

“Che carini! Preoccupati per le vostre amichette?!” trillò camminando in equilibrio sul corrimano della balaustra, “Piacere sono Kaberu! Devo dire che siete davvero carini! È un peccato che debba uccidervi, sapete? Ma voi volete portarmi via da qui! Non ho altra scelta.” Gli spiegò fintamente dispiaciuta sbattendo le ciglia dei grandi occhioni rossi.

 

“Demone del natale…” sibilò disgustato Amlach condensando le ombre in una gigantesca spada a due mani mentre Shi si lanciava contro di lei brandendo una spada di fuoco.

 

“Ah no! I bambini cattivi vanno puniti!” ridacchiò lei evitandolo e saltando con grazia sopra i due armadi.

 

I ragazzi si fermarono, guardandola assassini.

 

“Che c’è? Non mi attaccate più?” chiese scoppiando a ridere, prima di battere il tacco delle sue scarpe sul legno bianco, “Dai ragazze, unitevi a noi!” urlò zuccherina, mentre la ante si spalancavano per lasciare uscire Shail e Michiko.

 

Amlach e Shi sbiancarono. Arrossirono. Persero una fontana di sangue dal naso.

 

Davanti a loro le due ragazze sfoggiavano un mini abito da babbo natalina, senza maniche, dalla minigonna corta all’inverosimile e con il corpetto stringato; inoltre portavano due cappelli rossi e degli stivali alti con un tacco dodici.

 

“Non guardateci così! Alzate il fondo schiena e dateci una mano!” urlò Michiko arrossendo all’inverosimile.

 

“Smettila di fare il depravato, Amlach, e fai qualcosa! Ci sta manipolando!” urlò Shail al ragazzo sperando che la terra la risucchiasse.

 

“Ma no ragazze! Giochiamo!” urlò Kaberu prima di muovere una mano. All’istante i corpi delle due ragazze scattarono verso i loro amici, una con in mano la falce, l’altra coi palmi avvolti di luce.

 

“Spostatevi!” urlò Michiko mentre le sue mani scagliavano un fendente di luce dritto contro Shi, che con un salto all’ultimo riuscì a evitarlo.

 

“Dannazione!” urlò lui fulminando la donna che ridacchiava dalla sua postazione, evitando un altro colpo della ragazza.

 

“Cosa stai facendo Shi! Colpiscimi! Finirò per ucciderti davvero!” urlò Michiko preoccupata, colpendo in piena pancia il ragazzo e mandandolo a schiantarsi contro gli scaffali.

 

“Ma per favore! Non ricordo l’ultima volta che mi hai battuto!” ghignò lui rialzandosi in piedi.

 

“Shi…” mormorò la ragazza preda del rimorso, mentre il suo corpo si lanciava un altro volta contro il ragazzo, per ferirlo. Per ucciderlo.

 

Intanto anche Shail e Amlach stavano combattendo, le loro lame che si incrociavano in fragorosi schianti.

 

“Non riesci proprio a fare niente?!” le rimproverò seccato il ragazzo, cercando per l’ennesima volta di disarmarla.

 

“Credi che se potessi non l’avrei già fatto?!” ribatte lei altrettanto irritata.

 

“Lo sai che si vede tutto?!” le fece notare di punto in bianco lui dando un’occhiata al vestito di Shail con un sorriso maliziosa.

 

“Cosa?!? Pervertito!” sbraitò indignata, ma non sbagliò il colpo; Amlach fece una smorfia dolorante mentre la falce della ragazza gli apriva un taglio nella gamba: nemmeno distrarla a parole influiva sul controllo del corpo. Con una mano lanciò dei tentacoli a bloccarla, ma non appena si avvolsero intorno al corpo di lei tra le sue mani apparve un lanciafiamme che li bruciò all’istante.

 

Con uno scatto allora Amlach si portò alle sue spalle e le bloccò le braccia dietro la schiena per poi stringersela al petto, mentre lei si divincolava inutilmente.

 

“Presa!” gioì vittorioso, ma non fece in tempo a pensare alla prossima mossa che qualcosa lo colpì con una forza inaudita sulla nuca, facendogli perdere l’equilibrio e mollare la presa su Shail, che con tre salti si portò al fianco di Kaberu che giocava con una ciocca dei suoi folti capelli biondi, legati in due codini.

 

“Amlach! Lasciami andare, razza di elfa pervertita” urlò invano mentre il suo corpo rimaneva fermo.

 

Intanto il ragazzo cercava di sconfiggere l’esercito di omini di pan di zenzero che stavano cercando di soffocarlo.

 

“Dimenticate? Io posso controllare tutto in questo negozio” rise mentre anche Michiko tornava al suo fianco, lasciando Shi a combattere contro degli alberi di natale particolarmente temibili, “È così che controllo le vostre compagne: grazie alle divise che portano indosso.” Svelò gongolante.

 

Amlach e Shi si fermarono di colpo, guardandola scioccati.

 

“Davvero?”

 

La risata di Kaberu si spense.

 

“Che cosa…?” iniziò a chiedere, ma la voce le morì in gola quando vide i ghigni sadici dei due ragazzi che si avvicinavano.

 

“Non te l’hai insegnato nessuno Kaberu!? Mai svelare ai nemici i propri trucchi!” spiegò Amlach sbaragliando con un colpo solo il dolce esercito.

 

“Altrimenti capiranno come contrastarli.” Aggiunse Shi ghignando, dando fuoco a tutti gli alberelli intorno a lui.

 

“Amlach, Shi…” li chiamarono Michiko e Shail sudando freddo.

 

“Non oserete!” urlarono tutte e tre le ragazze.

 

“Oh sì! Eccome!” risposero i due in coro prima di saltare loro addosso.

 

Dieci minuti più tardi Shail, con indosso solo la felpa di Amlach, e Michiko, tenuta al caldo da quella di Shi, imbarazzate al massimo, aspettavano che i ragazzi finissero di riempire i sacchi con le decorazioni che avevano scelto.

 

Davanti alla porta del negozio Kaberu, legata e imbavagliata, piangeva assieme al direttore a cui non era rimasta praticamente nessuna merce in negozio, guardando il gruppo di Fairy Tail andarsene.

 

“Come hanno potuto…” ripeté per l’ennesima volta Shail, ancora sotto shock, guardando Amlach a maniche corte che veniva verso di lei con un gigantesco sacco in spalla e un sorrisetto malizioso in volto.

 

“…pervertiti…” rincarò la dose Michiko, con la stessa espressione traumatizzata fissando Shi che in camicia la raggiungeva praticamente saltellando

 

“E non possiamo neppure vendicarci...”

 

“Era l’unico modo per salvarci…”

 

“Vorrei seppellirmi… o almeno cancellargli la memoria…”

 

“Non dirmelo…”

 

“Ci siete ragazze?! Muoviamoci o Mira ci ucciderà!” ghignò allegramente Shi, affiancato da Amlach, superandole.

 

“Non vorrete poi morire assiderate, vero?! Certo che potevate vestirmi più pesante...” infierì il mago delle ombre.

 

Le due arrossirono all’istante prima di urlare in coro: “MANIACI!” e sorpassarli di corsa, facendoli scoppiare a ridere.

 

***

 

Nikki e Tsuki camminavano tranquille per le vie di Magnolia, avvolte nei loro cappotti invernali, mentre la neve scendeva candida per le strade, posandosi sulle case e sulle persone.

 

“Ah che bella la neve!” disse Tsuki alzando le braccia come a voler afferrare un sacco di fiocchi di neve

 

“Preferirei un bel bagno caldo in una pozza di magma.” disse Nikki guardando avanti a sé.

 

“Ah ah ah ti capisco, sei un po' come Natsu, il freddo lo reggi poco.” disse Tsuki sorridendole. L'amica le sorrise a sua volta, quando, alle loro spalle, udirono un improvviso rumore. Si girarono e sospirarono pesantemente non appena ebbero riconosciuto Jin intento a fare a botte con altri uomini.

“Un'altra rissa...” disse Nikki “...ormai è la terza da quando abbiamo lasciato la gilda! Jin cerca di controllarti per la miseria!”

 

“Mi hanno provocato loro!” le urlò il ragazzo di rimando, per poi tirare una testata a uno dei suoi sfidanti.

 

“Sigh...” sospirò Nikki la quale avrebbe voluto unirsi alla rissa ma la missione assegnatagli da Mira e Erza aveva la priorità assoluta. Non aveva proprio voglia di farle arrabbiare di più...

 

Tsuki stava per consolarla quando un certo ragazzo biondo attirò la sua attenzione. Il ragazzo in questione, Hisoka, stava beatamente chiacchierando con tre belle ragazze vicino ad un chiosco di crepes.

 

Una vena iniziò a pulsare sulla fronte della giovane maga: non solo Jin si metteva a litigare, e di conseguenza a lottare, con ogni uomo lungo la strada, ma anche Hisoka ci metteva del suo, fermandosi a provarci con ogni bella ragazza! Sembrava che lo facessero apposta a creare ritardi.

 

Nikki seguì lo sguardo della compagna e non poté fare a meno di ridere “Ah ah ah! Provo quasi pena per lui sapendo cosa gli farai!”

 

“Vorrei davvero rompergli qualche osso ma dobbiamo muoverci! Io recupero quel Don Giovanni da due soldi, tu pensa a quel rissaiolo incallito!” disse Tsuki avviandosi verso il mago biondo.

 

Nikki sorrise e poi si avviò verso Jin. Non appena gli fu davanti, colpì con dei calci ben assestati gli ultimi uomini rimasti e, per concludere, tirò un pugno a martello sulla testa del ragazzo il quale le chiese “Ma sei impazzita Nikki?”

 

“Quella è la mia battuta! Ti ricordo che dobbiamo andare a recuperare tutti i regali commissionati da Erza e Mira!” gli urlò di rimando Nikki. Il ragazzo sbuffò assumendo l’espressione imbronciava tipica dei bambini (o Natsu, per intenderci) e iniziò a seguire Nikki la quale aveva ripreso la strada a passo spedito.

 

Per fortuna di Jin, Nikki era molto più comprensiva di Tsuki la quale, dopo essersi avvicinata a Hisoka, gli aveva mollato un paio di pugni nello stomaco, facendo spaventare le ragazze, per poi afferrarlo per un orecchio e costringerlo a seguirla con la forza.

 

Dopo diversi metri percorsi in quella maniera, Hisoka riuscì a liberarsi “Ehi nanetta, vuoi per caso staccarmi l'orecchio?”

 

“Non chiamarmi nanetta!” sbottò Tsuki che avrebbe voluto fare ben di peggio che staccargli un orecchio in quel momento.

 

“Ma è quello che sei!” disse Hisoka sorridendo “Io mica ti impedisco di chiamarmi 'bel ragazzo' o 'viso d'angelo'.”

 

Tsuki stava iniziando ad innervosirsi ma preferì concentrarsi sul loro incarico “Lasciamo. Perdere. Raggiungiamo Nikki e Jin.” e si avviò lungo la strada presa dai suoi due compagni, con Hisoka che la seguiva sorridendo e facendo l'occhiolino ad ogni ragazza che vedeva.

 

Intanto, più avanti, Nikki e Jin avevano già raggiunto il centro commerciale di Magnolia dove, nei vari negozi, avrebbero trovato i regali. In quel momento, i due erano appoggiati alla parete dell'edificio e fissavano la gente che passava.

 

“Mi hai sorpreso.” disse Nikki all'improvviso e, notando lo sguardo confuso di Jin, continuò “Non hai più fatto scattare risse o altro lungo tutta la strada! Ero già pronta a doverti fermare un sacco di volte!”

 

“Beh, alla lunga è noioso combattere con gente così debole...mi diverto molto di più quando combatto con te!” disse Jin sorridendo. Nikki lo fissò a bocca aperta, con le guance tinte di rosso e, lo stesso rossore, prese posto anche sulle guance del ragazzo, non appena si fu reso conto delle sue stesse parole.

 

Istintivamente ruotarono la testa dalla parte opposta.

 

“D...dove saranno Hisoka e Tsuki?” chiese Jin nel goffo tentativo di cambiare discorso.

 

“N...non lo so. Non li ho più...ah eccoli! Tsuki!” urlò Nikki agitando un braccio per farsi vedere dalla sua amica la quale la raggiunse subito, seguita a ruota da Hisoka.

 

“Bene, possiamo andare.” disse Tsuki, per poi entrare dentro l'enorme edifico, imitata subito dagli altri.

 

Dire che c'era il mondo in quel posto sarebbe stato un eufemismo. Una quantità assurda di persone si muoveva a destra e a sinistra, entrava nei negozi con appena una o due borse e ne usciva con quattro o cinque. I quattro ragazzi rimasero per un attimo affascinati da tutta quell'attività.

 

“Dunque...il negozio più vicino è di qua!” disse Nikki dopo aver consultato una piantina appesa ad un muro. Ovviamente la cosa non fu affatto facile, dato l'enorme afflusso di persone ma in un modo o nell'altro ci arrivarono tutti e quattro. Ad entrare furono Hisoka e Jin mentre Tsuki e Nikki restarono fuori fin quando, ad un tratto, un piccolo negozietto attirò l'attenzione della prima.

 

“Aspetta qui, torno subito.” disse Tsuki per poi scomparire nella folla caotica.

 

Dopo qualche minuto, Hisoka e Jin uscirono dal negozio con diverse borse e il primo chiese “Dov'è la nanerottola?”

 

“Sono qui!” urlò Tsuki a pochi metri di distanza. I tre si girarono verso di lei e Nikki si sorprese non poco nel vederla sorridere. Eppure Hisoka l'aveva appena chiamata nanerottola.

 

La ragazza si avvicinò ai suoi compagni e, con le guance leggermente tinte di rosso, disse “Hisoka...baciami.”

 

Malgrado il casino generato dalle persone vicine, un improvviso silenzio calò sui quattro ragazzi con Nikki che fissava scioccata l'amica, Jin, la cui mascella aveva toccato terra, che la fissava come se fosse una pazza e Hisoka che la fissava leggermente rosso in viso, cosa davvero strana per lui.

 

“Eh?” riuscì a dire Hisoka ancora sorpreso

 

“Non mi hai sentito? Ti...ti ho chiesto di baciarmi...” ripetè Tsuki ancora rossa in viso, guardandolo negli occhi.

 

Il mago, ritrovata la sua solita fiducia, disse “Vedo che finalmente hai capito di non potermi resistere!” e si piegò in avanti, con gli occhi chiusi, aspettando il bacio di Tsuki e quello fu il suo più grande errore. Se fosse stato un Dragon Slayer come Tsuki, Jin o Nikki, i suoi sensi lo avrebbero avvisato del grande pericolo imminente ma purtroppo non era così e, in meno di un secondo, si ritrovò uno strano collare metallico al collo.

 

“Che diavolo è sto coso?” chiese Hisoka, visibilmente irritato, mentre cercava di toglierselo, senza successo.

 

Solo allora notò lo strano ghigno sul viso di Tsuki e la cosa gli diede i brividi freddi. La ragazza, mantenendo il suo ghigno, guardò alla sua sinistra e disse “Guarda un po' quella ragazza là. Non male eh?”

 

Dimenticandosi del collare, Hisoka seguì lo sguardo di Tsuki, individuando la ragazza e disse “Sì, devo dire che non è niente maaaaaaaaaaaaahhhhh!!!- un'improvvisa scarica elettrica scaturì dal collare, fulminando il giovane mago e facendolo cadere a terra.

 

“C...che diavolo...è stato...?” chiese Hisoka ancora in preda agli spasmi, mentre Jin e Nikki fissavano la scena scioccati e terrorizzati.

 

“Quello è uno speciale collare elettrico che si attiverà ogni volta che farai dei pensieri poco casti su una ragazza o ci proverai con lei.” spiegò Tsuki sorridendo per poi guardare gli altri due e aggiungere innocente “Vogliamo andare?”

 

Un gocciolone cadde sulle teste di Jin e Nikki i quali pensarono “E' un demone...”

 

Quelle che seguirono furono, per Tsuki, le due ore più divertenti della vita, mentre per Hisoka le peggiori, in quanto aveva ricevuto circa venti scariche elettriche da parte del collare, e l'intensità della scossa aumentava di volta in volta.

 

Finalmente, i quattro uscirono dal centro commerciale, con Nikki e Tsuki in testa e Jin e Hisoka più indietro, ovviamente tanto carichi di borse che non si riusciva a vederli in volto.

 

Nikki fissava divertita Tsuki la quale se ne accorse e le chiese “Perchè sorridi?”

 

“Non credere di farla franca! So come funziona quel collare: per attivarlo, bisogna impostarlo mettendo una condizione.” disse Niki con un sorrisetto furbo.

 

“N...non capisco di cosa parli!” balbetta Tsuki distogliendo lo sguardo.

 

“Per far sì che il collare si attivasse non appena Hisoka ci avesse provato con una ragazza, bisognava mettere i dati di una ragazza la quale lo esentasse dalla punizione, quindi una ragazza con la quale poteva provarci liberamente.” continuò Nikki mentre le guance di Tsuki iniziavano ad imporporarsi “Se non sbaglio...prima ti ha fatto un complimento e il collare non ha emesso neanche una piccola scossa.”

 

“S...sarà rotto! L'ho pagato pochissimo perciò va bene!” disse Tsuki ormai tinta pomodoro.

 

“Ah ah ah ok ok! Non insisto! Comunque sia...bel trucchetto per guadagnarti le sue attenzioni!” commentò Nikki facendole l'occhiolino.

 

Tsuki si voltò di poco a fissare i ragazzi e vedendo Jin che stava cercando di consolare Hisoka psicologicamente e fisicamente distrutto, non poté fare a meno di sorridere.

 

* * *

 

“Che freddo!!!” urlò esasperata Miel stringendosi nei suoi abiti mentre Ashuros, dietro di lei, sbuffava “Non puoi proprio stare zitta un secondo eh nanetta?”

 

La bionda si girò furiosa verso il ragazzo e, puntandogli un dito contro, disse “Sì che posso stare zitta ma avrei preferito farlo sorseggiando una bella tazza di cioccolata calda vicino al caminetto della gilda! Invece mi ritrovo in mezzo ad un bosco, al freddo la Vigilia di Natale!!! Tutto per colpa tua!!!”

 

“Non è colpa mia se tu non hai uno schifo di equilibrio.” disse Ashuros alzando un sopracciglio

 

Miel stava per controbattere quando Edward la anticipò “Potreste, gentilmente, farla finita per il momento? Per una volta appoggio Miel, preferirei starmene al calduccio piuttosto che qui fuori al gelo.”

 

“Grazie Ed! Una volta tanto dici qualcosa di sensato!” disse Miel felice dandogli una pacca sulla spalla.

 

Una vena iniziò a pulsare sulla fronte del ragazzo che si affrettò ad aggiungere “Non sarei qui fuori al gelo se una certa tappa bionda non avesse tirato giù l'albero.”

 

“Tappa bionda a chi?!?” sbottarono in coro Giada e Miel.

 

Ashuros ghignò e disse “Ehi Edward sii specifico che qui ci sono fin troppe nane.”

 

Edward ghignò a sua volta e disse “Hai proprio ragione, volevo dire: non sarei qui fuori al gelo se una certa tappa bionda con le fattezze da gatto non avesse tirato giù l'albero. Va meglio?”

 

“Molto.” disse Ashuros alzando il pollice

 

Giada gonfiò le guance offesa per poi tirare un pugno a Edward “Smettila di prendermi in giro sottospecie di serpente!”

 

“Ah ah hai ragione dobbiamo andare ad abbattere un albero e...” le parole gli morirono in bocca mentre Ashuros si tirava una manata in faccia e Miel si preparava al peggio.

 

“Ops...” fu l'unica cosa che Edward riuscì a dire prima che Giada scoppiasse in lacrime travolgendolo con un fiume d'acqua. Il ragazzo finì dritto dritto contro un albero e l'impatto fece cadere tutta la neve dai rami, seppellendolo vivo.

 

Giada si fiondò ai piedi di Miel con uno sguardo da cane bastonato che avrebbe sciolto il cuore ad un demone “Ti prego Miel-chan! Compriamone uno finto!!! Ti prego!!!”

 

“Ehm...lo sai come la pensano gli altri, un albero vero fa più atmosfera e...” iniziò Miel ma Giada la interruppe subito

 

“Gli diremo che non ce ne sono più!!!”

 

“Ehm...Giada? Questa foresta si vede tranquillamente dalla gilda...non ci cascherebbero mai...” disse Miel accarezzandole la testa.

 

“Ma...ma...” iniziò a balbettare Giada e Ashuros, con una semplice frase, riuscì a peggiorare enormemente la situazione “Andiamo, è solo un albero.”

 

Un secondo dopo quelle parole, una palla di neve lo prese in piena faccia e, prima che potesse dire qualcosa, Giada iniziò una raffica di palle di neve, costringendo l'albino a rifugiarsi dietro ad una roccia.

 

“C-calmati Giada!” disse Miel cercando di fermare l'amica ma senza successo

 

“Perchè? Perchè dobbiamo portarlo via?!?” urlò Giada continuando a tirare palle di neve, stavolta anche a Miel che si tuffò in un portale d'ombra, ricomparendo vicino ad Ashuros.

 

“Certo che non ne sai combinare una giusta eh?” disse Miel

 

“Sta zitta nanetta! Non è il momento!” disse Ashuros

 

Giada stava ormai per prendere un enorme masso da lanciare quando Edward, fradicio fino al midollo, le mise una mano in testa e le chiese “Nanetta, stai facendo tutto sto casino solo perché vogliamo prendere un albero?”

 

Giada annuì lentamente.

 

Il mago del veleno sospirò, quando la vedeva in quello stato non riusciva proprio a punzecchiarla così disse “Uhm...forse ho la soluzione!” e Giada iniziò a guardarlo speranzosa “Ora noi andiamo a t...!” riuscì a fermarsi appena in tempo dato che Giada aveva un'altra dose di lacrime pronte e, con la coda dell'occhio, poteva vedere Ashuros e Miel intenti a fargli degli strani gesti: il primo indicava la sua katana mentre la seconda incrociava le braccia a X e negava violentemente con la testa.

 

“Ehm...andiamo a prendere in prestito un albero.” disse Edward e allora Giada si fece attenta “Tu hai il potere della natura no? Quindi non sarà un problema per te resusc...ehm...guarire un albero no?”

 

“No...credo di no.” ammise Giada per poi sorridere e saltargli al collo “Va bene, allora faremo così!”

 

Edward arrossì leggermente e cercò subito di nasconderlo a Miel e Ashuros che si erano avvicinati.

 

Dopo pochi minuti, raggiunsero un albero adatto al loro salone e, con un secco colpo di katana, Ashuros lo tagliò alla base del tronco. Un secondo dopo, Giada era in ginocchio davanti al ceppo, vestita di nero come se fosse ad un funerale.

 

“Ti ho detto che lo riportiamo qui!!!” urlò esasperato Edward mentre sollevava il tronco dell'albero con Ashuros e Miel andava a sedersi su di esso.

 

Ad un tratto, dalla foresta uscì un grosso orso nero, che iniziò ad avvicinarsi con fare minaccioso. L'albino non si scompose e, ghignando, preparò dei grossi artigli fatti di sangue.

 

“Ashuros siamo a Natale! Non ucciderlo!” gli urlò Miel e il mago del sangue fu costretto ad annullare la sua magia. L'orso era ormai ad un passo quando, finalmente, si accorse dello sguardo assassino di Ashuros e della strana aura rossa che lo circondava.

 

“Ehi sacco di pulci. Sono già abbastanza incazzato quindi levati immediatamente dalle palle!” sibilò Ashuros e, in men che non si dica, l'orso stava già battendo in ritirata.

 

In lontananza iniziarono ad udirsi dei rintocchi e Miel, allarmata, disse “Sono già le dieci! Non ce la faremo mai!” poi, con uno strano ghigno sulle labbra, si inclinò su un lato e chiese “Ashuros, cos'è che hai detto prima a Giada riguardo a questo?” e diede delle pacche sul tronco.

 

“Uh? Ho detto che è solo un albero.” ripeté Ashuros accorgendosi troppo tardi della trappola.  Un cono di fiamme si sprigionò alle loro spalle e i due ragazzi, tremando, si voltarono per ritrovarsi di fronte a una Giada incazzata nera che aveva intenzioni poco natalizie...

 

“Oh-oh...” dissero i due ragazzi prima di scattare a tutta velocità inseguiti da Giada mentre Miel, ridendo come una bambina, giocava al rodeo.

 

Con un tempo record di trenta minuti, i quattro raggiunsero la gilda, più o meno in contemporanea con gli altri gruppi e, in men che non si dica, stavano già addobbando, di nuovo, la sala grande. Ad un certo punto, Mira chiamò Giada in disparte.

 

“Cosa c'è Mira?” chiese Giada sorridendo

 

“Avrei bisogno di un favore Giada. Una mia cara amica è un'appassionata di piante e volevo sapere se potevi darmi dei semi speciali.” spiegò l'albina

 

“Certo! Nessun problema!” disse Giada sorridendo e, dal nulla, tirò fuori una ventina di semi verdi che brillavano di una tenue luce verde “Sono semi speciali. Ti basterà pensare ad una pianta e quella germoglierà da essi!”

 

“Grazie mille Giada!” disse Mira abbracciandola per poi allontanarsi con un ghigno preoccupante che, però, sfuggì a Giada e al resto della gilda.

 

* * *

 

E finalmente era arrivato il momento più atteso della grande festa di Fairy Tail, a mezzanotte in punto: l’apertura dei regali. Appena si sentirono nell’aria i dodici rintocchi tutti i membri si scagliarono con velocità impressionante a prendere i propri regali da scambiare con gli amici posizionati in un enorme pigna sotto l’albero di Natale. Come al solito scattò qualche amichevole rissa e ci furono dei caduti, ma essendo la notte di Natale e essendo Mira ed Erza in quella stessa sala, tutti si cercarono di contenere, per poi iniziare a scambiarsi i doni eccitati come bambini.

 

Nikki, guardava tutto quel caos sorridendo, mentre si ingozzava accanto al buffet; quest’anno era stata più furba ed era già riuscita a distribuire tutti regali. Gliene mancava solo uno che teneva nella mano destra, torturando la carta dorata con le mani.

 

Era sinceramente indecisa se andare a consegnarlo o meno. Una parte di lei pregava perché alzasse il fondo schiena, l’altra perché desse fuoco al pacchetto incriminato. Stava già per cedere all’idea del barbecue, quando una voce calda richiamò la sua attenzione.

 

“Ehi Nikki!”  Jin si avvicinò a lei con un sorriso gigante stampato sul volto, “Vieni!” la incitò afferrandola per un polso e trascinandola con sé in un angolo più appartato, mentre la ragazza andava a fuoco.

 

“Jin che cosa…?” iniziò a chiedere lei irritata e confusa: non aveva ancora deciso cosa fare con il regalo!

 

“Buon Natale!” la interruppe lui porgendole una busta dorata. Nikki spalancò gli occhi e li spostò alternativamente da lui alla busta per circa venti secondi, prima che il ragazzo scoppiasse a ridere scompigliandosi i capelli e con un leggero rossore a imporporargli le guance.

 

“Beh, non lo apri?” chiese con tremito nella voce, vedendo la sua esitazione.

 

Nikki, riscossasi, afferrò la busta e l’aprì lentamente; dentro vi era un biglietto per una crociera di lusso di tre giorni per due persone con accesso al buffet illimitato.

 

“Sai, era la ricompensa di una missione e…” iniziò a spiegare Jin, quando le gli buttò le braccia al collo entusiasta.

 

“Grazie Jin! È un regalo stupendo! Ho sempre sognato una crociera! E il buffet! Non vedo l’ora!” iniziò a urlare eccitata mentre Jin sorrideva orgoglioso di sé, ricambiando l’abbraccio.

 

Poi un pensiero gelò Nikki: ora toccava lei dargli il fantomatico regalo.

 

“Ehm Jin…” iniziò guardando con interesse per terra, “Anche io ti ho preso un regalo…”

 

“Davvero?! Graz…” stava già dicendo il moro, ma la ragazza gli sbatté il pacchetto sul naso.

 

“Lasciami finire!” lo rimproverò assassina, “Non sapendo cosa regalarti ho chiesto una mano a dei tuoi amici, non so se ti piacerà, ma dato che è stata l’impresa più difficile ed imbarazzante di tutta la mia vita, ti prego almeno di fingere se non ti piace, okay?” concluse senza guardarlo negli occhi appoggiandogli il pacchetto al petto.

 

Jin la lanciò uno sguardo perplesso e, presolo, iniziò a scartarlo; all’istante i suoi occhi si sgranarono brillanti di gioia: “Le tecniche della pomiciata” di Jiraya-ero sennin! Il suo maestro! Il suo libro migliore!

“Sei un mito Nikki!” ululò abbracciando la ragazza e facendola roteare per la felicità.

 

“Di niente…” mormorò lei contenta, con le farfalle allo stomaco. Ma attribuì la cosa al fatto che era una dragon slayer e il ragazzo la stessa facendo girare come una trottola r non al fatto che… No. A quello. Punto.

 

Ma quando finalmente Jin smise di roteare e la rimise a terra, il ragazzo non la liberò l’abbraccio e dopo aver guardato in alto sorrise malizioso.

 

“Credo sia il caso di iniziare a fare pratica…” le mormorò divertito.

 

Nikki fece appena in tempo a vedere una piantina di vischio magico sulle loro testa, prima che le labbra di Jin si posassero sulle sue e lei perdesse ogni cognizione.

 

Quando alcuni secondi dopo si separarono, Nikki si appoggiò imbarazzata al petto di Jin, con le gambe di magma fuso.

 

“Per fortuna che quel biglietto per la crociera è per due…” mormorò dandole un bacio sulla fronte mentre lei arrossiva all’inverosimile, per poi scagliarlo con un calcio in pancia dritto una colonna.

 

Ma sorrideva.

 

 

Poco più in là Tsuki sedeva da sola su una panca, giochicchiando con un bicchiere vuoto. Aveva finito di dare quasi tutti i regali e ora stavo cercando il coraggio necessario per consegnare l’ultimo. Era decisamente un’impresa.

 

Con un altro sospiro fece nuovamente per alzarsi ma nuovamente si risiedette.

 

“Ehi nanetta!”  Hisoka si sedette accanto a lei, facendola sobbalzare, con ancora il collare al collo.

“Ah… ehm… ciao Hisoka!” rispose lei confusa e presa alla sprovvista.

 

Il biondo alzò un sopracciglio perplesso: da quando non gli tirava un pugno sul naso per averla chiamata nanetta?!

 

“Stai bene?!” le chiese allora avvicinandosi al suo viso. Tsuki arrossì: era troppo vicino!

 

“Sì Sì! Sto benissimo!” rispose di getto allontanandosi il più possibile ma Hisoka assunse il suo tipico sguardo da “Non ci credo e ti estorcerò la verità a tutti i costi” e quindi Tsuki, per distrarla, si vide costretta a sbattergli in faccia un piccolo sacchettino rosso.

 

“Buon Natale!” gli augurò sperando che la sua mossa diversiva funzionasse. E così fu, per la sua gioia.

 

Hisoka prese il pacchettino e sciolse il fiocco, per poi estrarne una chiave dorata con un nastro rosso.

 

“La chiave di camera tua?!” chiese perplesso.

 

“No cretino! Quella del collare!” ribatte lei tirandogli un pugno in testa, mentre lui spalancava gli occhi contento.

 

“Finalmente non ne potevo più!” esclamò infilandola nella serratura e liberandosi del maledetto affare.

 

Per un secondo Hisoka scorse un ombra di amarezza sul volto di Tsuki, ma subito la camuffò con una indispettita.

 

“Tsk lo sapevo! Tu non mi hai regalato niente!” gli disse con un sottilissimo tremito nella voce, incrociando le braccia e gonfiando le guance imbronciata.

 

Hisoka sbiancò colpevole, la guardò confuso dalle emozioni che vedeva sul suo volto, diede uno sguardo in alto e sorrise.

 

“Sì che ce l’ho!” gli disse orgoglioso, “Chiudi gli occhi!” le ordinò poi mentre lei eseguiva stupita.

Dopo qualche secondo Hisoka le disse che poteva guardare.

 

Tsuki tolse le mani dagli occhi e spalancò la bocca, stupita: davanti a lei c’era solo Hisoka, con un nastro rosso di Natale al collo.

 

“C-cosa significa?” chiese mentre il suo cuore iniziava ad accelerare.

 

“Semplice: sono io il tuo regalo!” le spiegò lui con il suo sorriso da Casanova.

 

“Idiota!” strillo lei pensando che fosse uno scherzo di pessimo gusto e cercando di colpirlo, ma il ragazzo le bloccò i polsi con un mano e con l’altra le afferrò il mento.

 

“Sono serissimo.” Le disse guardandola dritto negli occhi, “Tsuki, vuoi essere la mia ragazza?” le chiese con un sorriso dolce, forse il primo della sua vita.

 

La ragazza arrossì, boccheggiò senza fiato e richiuse la bocca non riuscendo a formulare una risposta decente, quindi annuì con il cuore che le esplodeva per la felicità.

 

Hisoka allora non perse tempo e la baciò con passione facendole perdere letteralmente la testa; quando si separarono se la strinse al petto.

 

“E la prossima volta che sei gelosa, dimmelo invece che mettermi un collare infernale!” la rimproverò sorridendo e guardando il vischio sopra le loro teste, mentre piccole lacrime di felicità rigavano le guance di Tsuki.

 

 

In un angolo appartato della Gilda, si stavano invece fronteggiando Shail e Amlach.

 

“Allora” le chiese lui curioso, “Cosa dovevi dirmi?”

 

Shail sorrise e gli piazzò tra le mani un lungo pacchetto blu.

 

“Buon Natale Amlach!” disse lei con un leggero rosse sulle guance.

 

Al ragazzo per poco non cadde dalle mani per la sorpresa: pensava che lo avrebbe sfidato o che volesse minacciarlo di morte se avesse rivelato che l’aveva vista in intimo… tutto meno che gli avrebbe dato un regalo.

 

Ancora sotto shock, scartò il pacchetto e ne trasse una lucente katana nera con degli intagli argento raffiguranti vari lupi e draghi. Amlach rimase a bocca aperta dallo stupore: era un’arma magnifica, insuperabile!

 

“Allora?” chiese trepidante la ragazza e Amlach sorrise, davvero. Un sorriso raro, felice, spontaneo e sincero. Il migliore regalo che Shail potesse mai desiderare. Sentì le guance andare a fuoco e il cuore prendere la rincorsa, pronto a volerle via dal petto.

 

Stava già per dire qualcosa, qualsiasi cosa per distrarlo quando si accorse che il licantropo stava guardando in alto.

 

Con un brutto presentimento alzò la testa e vide una piantina di vischio dondolare allegra da una trave.

 

Orripilata guardò nuovamente Amlach, che sorrideva malizioso, e non appena fece un passo per avvicinarsi lo colpì con un pugno così forte che lo mandò a schiantarsi contro la colonna a dieci metri da lei.

 

“Non ci provare!” ululò con il volto in fiamme al corpo del ragazzo, aspettandosi che s'alzasse in piedi e iniziasse a insultata. Ma non accadde niente. Amlach rimase a terra.

 

Dopo qualche istante, titubante si avvicinò al ragazzo immobile. Forse aveva esagerato…e se l’aveva ucciso?!?

 

“Amlach? Non è divertente!” iniziò a chiamarlo agitata dandogli dei piccoli calcetti coi suoi stivali bianchi. Vedendo che ancora non reagiva si inginocchiò accanto a lui, iniziando a scuoterlo leggermente per le spalle.

 

“Am…” con uno scatto repentino il ragazzo si alzò di colpo e incollò le sue labbra a quelle della ragazza, che sgranò gli occhi sorpresa.

 

Nonostante il suo orgoglio le urlasse di colpirlo nuovamente e pesantemente, il suo corpo si lasciò andare e istintivamente gli strinse le braccia al collo.

 

Poi Amlach si staccò da lei e stava per dirle qualcosa, che la ragazza lo baciò nuovamente.

 

“Non una parola!” gli intimo poi bordeaux, facendolo scoppiare a ridere per diversi secondi, ma alla fine, lui le porse un piccolo pacchetto bianco.

 

La ragazza rimase un attimo sorpresa. Amlach le aveva fatto un regalo? Era entrato in un negozio per comprarle un regalo? Allora era vero che a Natale tutti erano più buoni...

 

Afferrò timidamente il regalo e, quando lo aprì, il suo stupore aumento a dismisura: entro il pacchetto c'era una collana nera con un ciondolo bianco perla a forma di luna.

 

Shail aprì la bocca per ringraziare il corvino ma un bacio di quest'ultimo le impedirono ciò. Quello era un momento che andava vissuto nel più completo silenzio.

 

 

Nello stesso momento Shi stava praticamente inseguendo Michiko che continuava a sfuggirgli imbarazzata.

 

“E dai Mimì!” la chiamò per la novantesima volta raggiungendola, ricorrendo perfino al soprannome della ragazza “Non puoi parlarmi più solo perché ti ho vista in intimo!” la rimproverò esasperato.

 

“Sì che posso! È stato troppo imbarazzante! E umiliante!” rispose lei furente, fermandosi per fronteggiarlo faccia a faccia.

 

“Ma è come se ti avessi visto in costume!” le fece notare lui con un ghignetto.

 

“N-non è la stessa cosa!” ribatte lei poco convinta.

 

“Non mi vuoi proprio perdonare?” sbuffò cercando di fare breccia nella ragazza.

 

“N-no…”

 

“Nemmeno se ti do questo?” chiese lasciandole un pacchettino azzurro che la ragazza prese istintivamente al volo.

 

“Cos’è?” chiese confusa mentre lui alzava gli occhi al cielo.

 

“Un regalo, Mimì! Buon Natale!” disse mentre la ragazza apriva il pacchettino.

 

“Il fermaglio!” trillo Michiko estraendo il suo regalo: un fermaglio che aveva visto un negozio alcuni giorni prima ma che non aveva potuto comprare, dato che aveva bisogno dei soldi per l’affitto.

 

“Allora?” chiese Shi con un ghigno.

 

“P-perdonato…” si arrese lei con un sospiro ma senza riuscire a trattenere un sorrisino, mentre lui le toglieva il fermaglio dalle mani e lo puntava nei suoi lunghi e brillanti capelli azzurri con soddisfazione.

 

“Ora però tocca te!” gli disse Michiko prendendolo per un polso e obbligandolo a sedersi e mettendogli tra le braccia un enorme pacco rosso.

 

Il ragazzo lo aprì curioso, ma la sua curiosità si trasformò subito in stupore e gioia: un violino! Un violino nuovo!

 

“G-grazie…” mormorò stupefatto prima di sorridere. Sorridere. Non aveva mai sorriso così prima e Michiko ne restò affascinata.

 

“P-perché non lo provi?” gli chiese imbarazzata per distrarsi e il ragazzo fu felice di accontentarla.

 

Una musica dolcissima aleggiò subito per il salone mentre le note danzavano intorno a loro. Era tanto bella che senza che se ne accorgesse alcune lacrime sgorgarono dagli occhi di Michiko.

 

Quando Shi posò l’archetto, senza neanche capire quel che stava facendo, lo baciò. In modo casto e dolce, ma lo baciò.

 

Sotto il vischio magico.

 

 

Ed e Gigi erano seduti insieme su una panca appartata, la ragazza tutta eccitata e il ragazzo che sorrideva alla vista dell’entusiasmo di lei. Aveva insistito tantissimo perché aprissero i propri regali insieme, dicendogli che quest’anno l’avrebbe lasciato senza parole.

 

Ed ora era lì che non stava più nella pelle, con una luce negli occhi capace di illuminare a giorno la notte.

 

“Tieni!” disse non trattenendosi più e porgendo al ragazzo una scatola in cartone rivestita di carta rosso scuro e con un grande fiocco dorato.

 

Edward lo prese ridacchiando: sembrava proprio una bambina, con quell’entusiasmo incredibile.

 

“Forza aprilo!” lo incitò ancora vedendo che Ed ridacchiava da solo, forse era un po’ alticcio pensò.

“Va bene, va bene nanetta…” l’accontentò lui mentre lei gonfiava le guance per l’accenno alla sua bassezza, iniziando a scartarlo.

 

Per un attimo non capì cosa fosse, ma non appena riuscì a vedere la bottiglia, il suo volto si illuminò di sorpresa e gioia: una bottiglia del miglior Whiskey di tutta Fiore, invecchiato di trent’anni!

 

Il ragazzo guardò Gigi che sorrideva orgogliosa e soddisfatta della reazione dell’amico. Dopotutto lo sapeva che era di poche parole, e un suo sguardo diceva più che ogni altra frase.

 

“Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta!” gongolò, prima che lui le scompigliasse i capelli.

 

“Non montarti troppo nanetta! Anche se devo ammetterlo: il tuo è il regalo migliore di tutti tempi!” le disse facendola arrossire, “Quindi questo te lo meriti!” aggiunse porgendo alla ragazza.

 

Gigi, essendo incapace di resistere ad un regalo per più di due secondi, si lanciò letteralmente sulla busta, che squarciò per scoprire il contenuto: ne caddero fuori due orecchini semplici, ma con le stesse pietra del suo prezioso bracciale e un foglietto con scritto “Buono per una fornitura annuale di pesche!”

 

Con un gridolino di gioia entusiasta Gigi si lanciò su Edward che perse l’equilibrio e finì sdraiato a terra con sopra la ragazza, troppo su di giri per accorgersi della posizione ambigua.

 

“Grazie grazie grazie!” iniziò a ripetere abbracciando Ed, che non riuscì a fermare il rossore che gli divampò sulle guance.

 

Ma fu grazie alla sua posizione sdraiata che riuscì a veder spuntare una piantina di vischio sopra le loro teste.

 

Con un sorrisetto malizioso, picchettò la testa bionda della ragazza e gli indicò di guardare in alto.

 

“Sai cosa significa quando il vischio magico cresce?” gli chiese a un soffio dalle sue labbra.

 

Gigi arrossì all’inverosimile, ripromettendosi di uccidere Mira più tardi, per averle giocato quel brutto scherzo, e pensando se avesse possibilità di fuga. Anzi, riflettendo se in fondo volesse davvero scappare o no.

 

Tremante scosse la testa e il sorriso malizioso dell’altro si allargò.

 

“Allora lascia che te lo spieghi…” mormorò prima di baciare dolcemente Gigi, che ebbe il piacere di constatare che sì, esisteva qualcosa al mondo più buono di una pesca: Edward Yoshina.

 

 

Miel era appoggiata alla balaustra del secondo piano e guardava giù agitata, torturando la busta rossa che teneva tra le mani.

 

Una metà di lei le urlava che era ancora in tempo per scappare, l’altra che era una codardia. E lei non sapeva cosa fare. Ma il tempo passava e visto che l’aveva mandato a chiamare da un piccolo pettirosso d’ombra, lui sarebbe arrivato presto.

 

Con un sospiro esasperato tirò una testata alla balaustra, la coda che agitata si muoveva a scatti.

“Ehi nanetta, perché mi hai fatto venire qui?” la voce di Ashuros fece sobbalzare Miel che si girò di scatto imbarazzata.

 

“Ah… Ehm…” dannazione, lei non era capace di rapportarsi coi ragazzi in questo genere di situazioni! Nemmeno se erano suoi amici! Avrebbe dovuto chiedere aiuto a Mira! “Io…v-volevo…” iniziò a balbettare mentre la coda si agitava irrequieta.

 

Ashuros alzò un sopracciglio divertito, avanzando di qualche metro verso di lei.

 

“Tu…?” la incalzò senza nascondere un ghignetto.

 

“Volevodartiiltuoregalodinatale!” spiegò infine in un solo fiato la ragazza tenendogli la busta con entrambe le mani e guardando qualsiasi altra cosa che non fossero gli occhi rossi del ragazzo.

 

Ashuros la guardò un attimo stupito ma poi la raggiunse e le prese il regalo dalle mani.

 

Mentre lo scartava Miel continuava ad ammirare il pavimento in legno e a torturare, ora che non aveva più la busta, la coda con le mani. Ci aveva impiegato le ultime due settimane per fargli il regalo e adesso si sentiva in ansia come stesse facendo un esame importante.

 

Ashuros estrasse dalla busta una foglio e subito riconobbe la calligrafia di Miel: “Missione di classe S: è richiesto lo sterminio delle cinque gilda oscure che si riuniranno a nord di Fiore nella località di Chayne l’otto Gennaio. Ricompensa: a scelta del mago.” A fianco c’era un bellissimo disegno a carboncino che rappresentava Ashuros stesso mentre combatteva con dei maghi oscuri.

 

“Come hai fatto?” le chiese mentre un sorriso gli nasceva sul volto.

 

Miel arrossì rilassandosi un poco mentre il cuore le si scaldava alla vista del sorriso del ragazzo.

 

“Beh… diciamo che ho dato la caccia ad alcune gilda oscure, le ho irritate e sfidate, gli ho dato un appuntamento e ti ho preparato il biglietto!” spiegò orgogliosa del suo regalo mentre Ashuros la guardava sbalordito: era pazza! Pazza, anche se fantastica, si disse con un sorriso.

 

“Grazie mille, nanetta!” la ringraziò accarezzandola tra le orecchie. Miel non riuscì proprio a trattenersi e la sua coda iniziò a scodinzolare.

 

“E ora tocca a te!” le disse poi Ashuros divertito mettendole tra le mani un pacchetto rosso e dorato.

Lei curiosa lo scartò subito e quando le capovolse le cadde tra le mano un fiocco rosso con un campanellino. Per un attimo Ashuros ebbe il timore che la ragazza si arrabbiasse per averle regalato un fiocco molto simile a quello per gatti, ma la sua paura svanì non appena la vide far tintinnare affascinata il campanellino e sorridere felice. Era davvero un gatto!

 

“Grazie mille Ashuros, è bellissimo!” lo ringraziò Miel allora sempre sorridendo e portandosi il prezioso dono al cuore.

 

E Ashuros non riuscì proprio a impedirsi di arrossire.

 

“È solo un pensiero!” si schernì prima di allungare una mano, “Dammelo che te lo metto.”

 

La ragazza glielo diede e si voltò, spostando i capelli biondi su una spalla; le dita fredda di Ashuros che con una delicatezza inaspettata la sfioravano le scatenarono piccoli brividi in tutto il corpo.

“Devi sapere che è un campanellino magico,” le spiegava intanto il ragazzo, “Impedisce a chiunque ce l’ha indosso di cadere. È perfetto per te!”

 

“Grazie!” ribadì lei voltandosi per farsi ammirare.

 

E fu a quel punto che Ashuros vide sopra la sua testa del vischio magico.

 

Un sorriso gli increspò le labbra.

 

“Devi dirmi qualcosa Miel?” chiese avvicinandosi lentamente a lei, malizioso.

 

“Eh?” chiese lei perplessa.

 

“C’è del vischio magico sopra di noi.” Le fece notare lui.

 

Miel sbiancò, arrossì e poi iniziò a indietreggiare tremante.

 

“N-no…i-io…” disse lei accelerando, ma la sua schiena andò a sbattere contro la fredda pietra. Dannazione! Una colonna! Ora capiva l’avversione di Erza per le colonne!

 

“Tu cosa?” gli chiese ancora il ragazzo appoggiando le mani alla colonna così da intrappolarla.

 

“Io…” Miel arrossì all’inverosimile con il cuore che batteva forsennato.

 

Ashuros la incatenò con gli occhi, in attesa.

 

“Io ti amo.” Le parole di Miel scioccarono Ashuros, che tutto si aspettava tranne che una risposta così diretta. Le sue guance diventarono rosse come non mai.

 

“Dannazione…” mormorò appoggiando la fronte a quella della ragazza, “Sei troppo innocente… mi arrendo...” mormorò con un sorrisino, mentre Miel lo guardava imbarazzata e confusa.

 

Poi Ashuros la baciò e il mondo intorno a lei scomparve.

 

“Ti amo anche io nanetta.” gli soffiò quando si staccarono prima di stringersela al petto con forza, in quella magica notte di Natale.

 

 

Come al solito, dietro al bancone del bar, Mira osservava compiaciuta i suoi successi che si scambiavano regali e anche qualcosa di più.

 

Erza le si avvicinò e le disse “Sei soddisfatta vedo.”

 

“Molto!” disse Mira sorridendo “Questa serata è stata un successo totale!” e, con lo sguardo, andava ad individuare suo fratello Elfman intento a dare il suo regalo ad Evergreen.

 

“Vedo vedo.” disse Erza sorridendo per poi aggiungere “Ti ricordo però, che chi semina vento, raccoglie tempesta.” e si allontanò dal bancone, lasciando Mira leggermente confusa.

 

La sua attenzione venne destata da un colpo di tosse di Freed che si era seduto davanti a lei.

 

“Oh ciao Freed, hai bisogno di qualcosa?” chiese Mira

 

Il ragazzo le sorrise e indicò sopra le loro teste. Mira alzò lo sguardo, individuando del vischio magico sopra le loro teste.

 

-Anche qui?- pensò Mira -Non è possibile, ho usato tutti i semi per gli altri e...-

 

Lo sguardo le cadde su una piccola maga bionda, seduta in braccio a Edward, che la guardava con sguardo trionfante e, ora che ci faceva caso, molti dei maghi presenti la stavano fissando.

 

L'albina sorrise e disse “Beh, penso di essermelo meritato.” e senza dire più nulla, baciò Freed sulle labbra scatenando una serie di applausi tutt'attorno.

 

Seduta sulle travi vicino al soffitto, Mavis osservò la scena divertita e pensò -Il Natale è veramente un momento magico.-

 

 

 

ANGOLO DEGLI AUTORI:

 

Stella: Auguri ragazzi!!!

 

Andry: Speriamo che questo piccolo sclero natalizio vi sia piaciuto come è piaciuto a noi scriverlo!

 

Stella: Tutti gli OC comparsi appartengono ai loro rispettivi proprietari:

  Jin – PRINCE_OF_THUNDER

  Nikki – Jeo 95

  Amlach – TheWerewolf

  Shail – Thedarkgirl96

  Michiko - _Michiko_

  Shi – pit12

  Edward – Edward_Yoshina

  Giada – AngelWings_DwardGigi4

 

Andry: Ovviamente auguriamo felice Natale anche a tutti quelli che ci seguono e di cui non abbiamo citato l'OC.

 

Stella: Ci dispiace veramente tanto, ma il tempo, tra parenti e cucina, era veramente poco >.<

 

Andry: Speriamo comunque che abbiate apprezzato :)

 

Stella: * alza un attimo lo sguardo e vede del vischio magico * Ehm...andry...

 

Andry: * alza lo sguardo e vede il vischio poi guarda Stella *

 

Stella: * guarda andry *

 

SILENZIO...

 

Andry: * estrae la Rebellion e stacca il vischio dal soffitto *

 

Stella: * estrae la sua Zampaktou e tritura il vischio a mezz'aria *

 

* si danno il cinque *

 

CON QUESTO VI SALUTIAMO E VI AUGURIAMO UN FELICE NATALE!!! AUGURI A TUTTI!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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