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Autore: Mad dy ness Zalk909192    25/12/2013    0 recensioni
Questa raccolta non è che... una raccolta frammentaria di frammenti di storie, di vita o altro.
Sono frammenti. Ognuno ha un significato a modo suo. Ogni cosa è casuale e sensata come solo una parte di qualcosa più grande, che non esiste, può essere.
Grazie della lettura.
I Frammenti Dimenticati ringraziano per l'attenzione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno quest'idea verra presa, rielaborata, ampliata e trasformata in un'original.
Per ora rimane in questa raccolta.










Dedicato alle mie splendide compagne.















Noia, il vuoto esistenziale.
Aveva finito da giorni l'ultimo progetto da presentare a Casagrande, lo spocchioso docente di Regia dell'Accademia, e anche se ormai abitava a Torino da sette mesi, ancora non si era ambientata come avrebbe voluto, così, la sera, era la noia che spadroneggiava nell'appartamento.
Il sabato sera ancor più degli altri giorni, data l'assenza dei suoi caotici coinquilini, impegnati a ballare e pomiciare con sconosciuti in qualche discoteca o locale del centro.
Aveva provato ad uscire con loro, qualche volta, ma non era quel genere di persona, così, noia per noia, preferiva restare in appartamento senza dover spendere inutilmente soldi in alcolici e consumazioni varie che poco le interessavano.
Per i primi tempi si era divertita, il profumo della libertà conquistata allontanandosi dai suoi genitori e dal suo paese la galvanizzava così tanto da non farla sentire sola o abbandonata.
Dopo qualche mese, però, la noia si era ormai impossessata di ogni suo momento di solitudine.
Doveva trovare qualcosa d nuovo da fare.
Spostò il computer portatile sul tavolo della cucina, spense il televisore e si affidò al random di iTunes, che prontamente scelse Vivaldi come primo ascolto.
Cliccò rapida sullo sputacchio di colori che era l'icona di Chrome e fece un controllo generale su mail e social network.
Una mail di spam e tre notifiche, due delle quali richieste per giochini succhia-tempo.
L'avevano taggata anche in una foto.
Aprì il collegamento e vide sé stessa, sfocata, con i suoi compagni di seconda liceo.
Rabbrividì. Era passato poco tempo, eppure lei si ero dimenticata di loro perché loro non avevano fatto lo stesso?
Si guardò nella foto con aria critica e cinica.
Grassa, brufolosa, ignobili capelli di un anonimo castano, sottili e impossibili da acconciare.
Si concesse un'occhiata rapida allo specchio appeso al muro oltre allo schermo del portatile.
Durante quegli anni i brufoli erano quasi scomparsi, aveva perso qualche chilo e soprattutto, andandosene di casa si era finalmente concessa un taglio corto e una decolorazione totale.
Era orgogliosissima dei suoi capelli bianchi.
Si lasciò infatti sfuggire un ghigno che esprimeva compiacimento e una buona dose di sentimento vendicativo; sua madre le aveva sempre impedito di fare cose del genere e lei l'aveva fatto appena uscita di casa, dal primo parrucchiere abbastanza lercio da consentirle un tale scempio della cute.
Sì, ogni tanto si sentiva una figa.
Poi lo sguardo scese di poco più sotto.
Ecco, aria compiaciuta defunta. Troppe poche tette.
Sospirò per l'ennesima volta e si mise a fissare il desktop tornando alla sua aria sconsolata, assente ed annoiata.
iTunes stava passando Ready Set Go dei Flow.
Mh, poteva scaricare le puntate di quell'anime dal nome impronunciabile che non aveva ancora visto.
No, noioso.
Aveva voglia di produrre, più che di guardare passivamente uno schermo.
Produrre... Poteva dare una pulita alla cucina, era indecente.
No anche a questo, troppo faticoso.
Poteva sempre scrivere qualcosa.
Ecco, sì, scrivere era né un'attività faticosa né improduttiva, poteva andare.
Però... scrivere cosa?
Si sentì al punto di partenza e si perse a fissare il muro.
   
 
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