26/12/2013
2 recensioni
Scalcia via una lattina, piccola testimonianza del suo nervosismo.
Con un gesto brusco si ficca le mani nelle tasche della divisa, sbuffando sonoramente prima di lasciarsi cadere malamente sull'altalena.
Alla fine l'ha fatto veramente.
Perché lui fa tutto questo solo per Ayako, per la manager che fa finta di non vedere i suoi sentimenti, per quella ragazza che gli regala una ventagliata dopo che lui ha urlato al Giappone intero l'amore che prova nei suoi confronti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayako, Ryota Miyagi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayako, Ryota Miyagi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Si sente avvampare, e la mente, quella dannata, non fa che mostrargli al rallentatore il gesto che ha sconvolto lui per primo.
Non è difficile, basta chiudere gli occhi e il ricordo lo riporta a quel pomeriggio, in quella palestra...
Giocare lo fa sentire vivo. L'adrenalina che lo spinge a dare il massimo in campo, la consapevolezza che i compagni contano anche su di lui per una
vittoria ben riuscita; la gioia che gli esplode nel cuore nel terminare una partita da vincitori, e soprattutto lei.
Perché lui fa tutto questo solo per Ayako, per la manager che fa finta di non vedere i suoi sentimenti, per quella ragazza che gli regala una ventagliata
dopo che lui ha urlato al Giappone intero l'amore che prova nei suoi confronti.
Proprio come quel pomeriggio.
L'ultimo secondo di gioco che li decreta vincitori, tra le urla di gioia dello Shohoku e la delusione degli avversari.
Si ricorda delle loro riserve che sono piombati in campo per festeggiare con loro; sente le urla senza senso dell'armata Sakuragi e della sorella del
Gorilla.
Anche il Signor Anzai contribuisce con la sua tipica risata, mentre si congratula coi suoi atleti.
Eppure in mezzo a tutto a quel caos, lui sente e vede solo lei, che come sempre si complimenta con tutti.
E preso da non sa nemmeno lui cosa - felicità forse? Oppure è semplice istinto - spegne il cervello, scosta tutte quelle persone prive di valore e si
precipita nella sua direzione.
Non le lascia nemmeno il tempo di realizzare chi ha davanti che la bacia, stringendole il volto tra le mani, come se il dubbio che potesse scomparire in
una nuvola di fumo lo avesse spaventato. Come un sogno.
E quello non è uno dei suoi soliti sogni, lo sente; il corpo che si stringe addosso è reale, le forme che la mano accarezza non sono più frutto della sua
mente.
I capelli ricci stretti dall'altra mano, quando il bacio si fa più coinvolgente, e rende partecipi entrambi i ragazzi.
Incuranti delle urla della platea che li invita ad osare di più, capitanati guarda caso dagli stupidi amici della scimmia, che a sua volta se la ride di
gusto con quel suo modo grottesco eppure contagioso, trascinandosi dietro anche quel ghiacciolo di Rukawa, che sbuffa un "ora lo picchia".
Non vede niente, ma sente tutto.
Sente il cuore che sta per scoppiare, sente Ayako che ricambia giocando con la sua lingua, mentre le sue mani azzardano e si stringono alla sua maglia.
Sente i compagni, con quello stupido del teppista che prende scommesse su quanto ci avrebbero messo a rotolarsi selvaggiamente tra le lenzuola, tra i
grugniti del capitano, sconvolto, o anche le battutine ironiche da parte dell'altra squadra su quanto coraggio avesse quel tappo.
Si staccano quando i polmoni chiedono pietà e aria, rossi in volto, e con l'imbarazzo a farla da padrone.
Nel giro di un secondo si ritrova con un pugno del capitano sul cranio, accompagnato da parole disgutate su quanto quelle cose devono succedere in luogo
privato e non in pubblico, e con i compagni che gli si buttano addosso, risate e congratulazioni da parte loro.
E quando finalmente se ne libera, Ayako non c'è più.
Si da una spinta e l'altalena comincia a muoversi, in un lieve dondolio.
Non riesce a pensare a quanto successo senza sentire una morsa allo stomaco.
È vero, Ayako ha ricambiato, eppure non si sente calmo.
Chi gli dice che non lo abbia fatto solo perché spinta dall'euforia del momento?
Teme di perderla completamente, e piuttosto che non averla per niente, preferisce sapere che lei lo considera un amico.
"Che situazione del piffero!" sbotta, sbuffando con gli occhi rivolti al cielo.
Quello che lo tormenta maggiormente è la sparizione di lei, non hanno parlato, non hanno fatto niente: dopo quel gesto lei si era veramente volatilizzata
come temeva.
Se solo lo avesse picchiato, come detto da Rukawa, adesso non si starebbe rodendo il fegato pensando.
Un lieve cigolio alla sua destra lo fa voltare, trovando nell'altalena di fianco al suo proprio la fonte sei suoi problemi.
"Sai, potevi almeno aspettarmi prima, eh!" Esclama sentendo le guance andargli a fuoco.
Si volta dall'altra parte, incapace di vedere di nuovo quel volto e sapere che forse sarebbe stato più irraggiungibile di prima.
"Dovevo riflettere."
Si da anche lei una leggera spinta, i capelli sciolti che le circondano il viso rilassato.
"Mnh."
"Non diventarmi come Rukawa, lui basta e avanza!"
"Hai riflettuto, quindi?" chiede con timore.
La manager non risponde subito, lascia vagare lo sguardo, forse alla ricerca delle parole giuste.
"Adesso come adesso non ho intenzione di intraprendere alcun impegno con nessuno. Non è il momento, ne tantomeno mi sento pronta a dividere le mie giornate
con qualcuno che non sia un amico. Non mi sei indifferente, eh, ma non adesso, e nemmeno l'anno prossimo. Tu giochi e io vi alleno, sarai il nuovo capitano
quando Akagi se ne andrà, ci sarà da studiare e non intendo aggiungere altro stress..."
"È questo che sono?"
"No, ma ti sto chiedendo di avere pazienza e aspettare. Dopo il diploma, se sarai ancora interessato a me."
"Ma perché?"
Ayako ride, di una risata lieve e divertita. Non gli piace.
Si alza, stiracchiandosi come un gatto, pronta ad andarsene.
"...perché vorrei stare con qualcuno senza avere altri mille pensieri per la testa."
E questo a Miyagi basta.
#Adoro questa coppia, ed è un peccato vedere che esistono pochissime storie dedicate a loro due.
Ci ho provato io, ma non so quanto possa andare bene, ne quale sia il risultato finale.
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