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Autore: AlyRise    26/12/2013    2 recensioni
“Cosa fai adesso?” mi chiedono.
“Niente di speciale” dico.
“Mi trascino in un’esistenza priva di senso come il fantasma di me stesso” penso.
Ciò che dico e ciò che penso non sono mai la stessa cosa. Ciò che faccio non conta. Ciò che ero non esiste più. Ciò che sono non ha più importanza.
E forse non esiste un -ciò che sarò-
*song-fic ispirata alla canzone Can't let you go di A.Lambert*
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Guess it was not meant to be
but it’s not as bad as it seems.
…It only burns when I breathe

Non ricordavo l’erba così alta, non lo era l’ultima volta in cui sono stato qui. Forse era stata tagliata di recente. Forse il mio stordimento era tale da non farmi neanche rendere conto di ciò che avevo intorno.
Credo siano passati mesi da quando ho messo piede qua per l’ultima volta, eppure da allora non ti sei mosso, vedo.
Le battute non sono il tuo forte e il tuo sarcasmo è inappropriato” avresti sottolineato.
Invece no, non puoi più farlo da quando ti sei trasformato nella nera, anonima e gelida lapide che vedo davanti a me.
Non c’è niente che ti somigli qui, in mezzo a questi fili d’erba umidi e disordinati, tra tombe dimenticate di persone dimenticate.
Quale Dio l’ha permesso? Mi ritrovo con un pugno di inutili domande che non avranno mai risposta.
Vorrei urlarle.
Le tengo dentro.
Si incastrano in gola e la fanno bruciare. Le sento bruciare ad ogni respiro, ogni singolo,maledettissimo respiro.



 
I’m better off by myself,
that’s the tale I like to tell

 
“Sto bene.”
L’avrò detto almeno un milione di volte e mai una che fosse vero.
La verità è che nemmeno io riesco più a credere alle mie bugie.

“Come stai?” mi chiedono.
“Sto bene” dico.
E’ uno schifo” penso.
“Cosa fai adesso?” mi chiedono.
“Niente di speciale” dico.
Mi trascino in un’esistenza priva di senso come il fantasma di me stesso” penso.

Ciò che dico e ciò che penso non sono mai la stessa cosa. Ciò che faccio non conta. Ciò che ero non esiste più. Ciò che sono non ha più importanza.
E forse non esiste un -ciò che sarò-



 
It feels like the dawn of the dead,
like bombs going off in my head…
Never a moment of rest.

Ho in mente il ricordo di una giornata grigia e piovosa, una delle tante. Io, te e una partita a scacchi.
“La vita è come un gioco a scacchi” avevi sentenziato, le mani congiunte sotto al mento studiando la mossa successiva e gli occhi socchiusi, quasi a voler impedire ai tuoi pensieri di scappare. Io non ci avevo dato peso.
Ora quelle parole mi rimbalzano in testa. Solo ora hanno trovato un senso. Sembrano la metafora del mio destino: stavo giocando la partita della mia vita e c’era una pedina sulla quale contavo più di tutte le altre, quella che, lo sentivo, con la giusta strategia mi avrebbe permesso di vincere. Ma è bastato un attimo, un gesto poco accorto, e quella è caduta dalla scacchiera. In un secondo è finita sul pavimento, in un silenzio assordante.
Si è rotta, e con lei le mie possibilità di arrivare vittorioso alla fine.
Si è rotta, proprio quella su cui facevo affidamento.
E ho perso la partita.
La vita è come un gioco a scacchi
E ho perso la vita.



 
Wish I could just find a way
to have all your memories erased
‘cause constantly they are haunting me

Le immagini di quell’ultimo giorno non mi danno tregua.
Mi inseguono, mi torturano, mi divorano, mi spingono a terra e mi lasciano lì a maledire ogni cosa: la mia vita, il mio passato, il mio futuro, le spiegazioni che non trovo. Te.
Sono foto che col tempo non sbiadiscono, ferite che stentano a rimarginarsi. Le vedo scorrere davanti ai miei occhi come flash accecanti, sempre.
Tu. Tetto. Asfalto. Sangue. Sherlock. Sangue.
E ancora, e ancora, ancora.
Ti vedo disteso a terra, il sangue a lavare via ogni traccia di vita. Lo sguardo vuoto. La voce scomparsa.
Le tue ultime parole mi rimbombano in testa come un’eco: “Addio, John”
 
But it’s not that easy for me to say goodbye
and everything in me wants you back in my life…

Addio, Sherlock.

…and everything in me wants you back in my life.

 





 
__________________________

GRAZIE!
Più di ogni saluto, di ogni frase fatta, un grazie mi sembra il modo migliore di inziare, perchè se siete arrivati fin qui significa che avete avuto voglia di leggere la mia storia e di dedicarmi un po' del vostro tempo e per me è già una cosa bellissima ^^
Se poi avete altri due minuti con cui non sapete che fare, sappiate che anche il più breve commento sarebbe apprezzatissimo, sicuramente utile, e già oltre ogni mia più rosea aspettativa ;)

Mi sono permessa di scrivere quelli che, secondo me,sarebbero potuti essere i pensieri di un John distrutto (T.T) dopo la perdita del suo migliore amico, forse dell'unica persona con cui abbia mai avuto un legame forte e vero.
E' una storia che ho nel cassetto da un po'...l'ho scritta, buttata via, riscritta, modificata (ebbene sì, i tempi di incubazione somigliano a quelli dei nostri amati/odiati Moffat & Gatiss per la creazione di una nuova stagione!) ma dopo molte,moltissime indecisioni, eccola qua :)

La canzone che mi ha ispirata e da cui ho "rubato" titolo e frasi è Can't let you go dell'incredibile e adorabile Adam Lambert :)
Se non l'avete mai ascoltata fidatevi di un consiglio spassionato e correte a farlo!
Le parole sembrano scritte apposta, è stato inevitabile per me finire a pensare a quelle scene che ben conosciamo (e non aggiungo altro, non vorrei essere causa di fiumi di lacrime)
Il resto è venuto da sè e questo è il risultato!

Cos'altro potrei aggiungere? Solo un'ultima cosa importantissima: MENO 6 GIORNI *-*
So che sapete cosa significa. So che siete saltate dalla sedia/divano/letto al solo pensiero. So che nei prossimi giorni avrete un pensiero fisso. Siamo sulla stessa barca ;)

GRAZIE ancora e...alla prossima!
  
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