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Autore: OpheliaBlack    26/12/2013    3 recensioni
One-shot ispirata alla mia long The Dawn of a New Beginning! Non è necessario averla letta per poter leggere questa.
“Potresti essere più infantile?!”, disse sarcastica.
“Io infantile? Oh no Mezzosangue, qui l'infantile sei tu e la tua stupida convinzione che ci sia qualcosa di più in me, qualcosa per cui valga la pena urlare e litigare come stiamo facendo ora!”
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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ME AGAIN! HOLAAA!!!ALTRA PICCOLA ONE-SHOT LIBERAMENTE ISPIRATA ALLA MIA LONG THE DAWN OF A NEW BEGINNING (http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1218818&i=1)
SPERO CHE VI PIACCIA =) LASCIATE UNA RECENSIONE SE VI VA E BUON ANNO A TUTTI!!!!





La popolazione di Hogwarts era in fermento.
Studenti che correvano ovunque, segreti sussurrati, passaparola generale, sguardi perplessi e spaesati. Si era addirittura creato del panico.
Se Harry Potter non avesse sconfitto per sempre Lord Voldemort, si sarebbe potuto pensare che quel clima d'agitazione fosse dovuto ad un' imminente battaglia.
La realtà, era molto meno tragica e spaventosa: semplicemente, Hermione Granger e Draco Malfoy, non si odiavano più.
In molti giurarono di averli visti parlare nei corridoi, studiare non insieme ma allo stesso tavolo in biblioteca, salutarsi ogni qual volta che si incontravano per i corridoi con un elegante, pacato e cordiale “Buongiorno Granger” e “Buongiorno Malfoy.”
I compagni di Casa Serpeverde e Grifondoro, giustificavano in modi differenti questo nuovo stile di vita: c'era chi sosteneva una ritrovata umanità da parte di Draco Malfoy; altri che attribuivano al buon cuore di Hermione Granger il suo interessamento a quello scarto di società; altri ancora, non ne facevano una causa di stato e se disinteressavano bellamente.
Tra quelli che reputavano questa nuova “amicizia” dannosa, vi era però una giovane ed intraprendente Grifondoro, Ginevra Weasley.
Stanca delle risposte poco chiare dell'amica (“Io e Malfoy non siamo amici ma non credo sia un dramma se invece di affatturarci a vicenda, ci salutiamo!”), Ginny andò direttamente alla fonte.
Una sera, mentre gli ultimi studenti si attardavano ancora a tavola, la ragazza intercettò il biondo accompagnato da Blaise Zabini, poco prima che uscissero dalla Sala Grande.
Gli si parò davanti, in puro stile Molly Weasley, braccia incrociate e sguardo raggelante.
“La vuoi uccidere?”
Draco e Blaise ci misero qualche secondo per realizzare che Ginevra Weasley non gli avrebbe lasciati passare facilmente.
“Sai Piattola, devi essere più specifica. Io vorrei uccidere davvero molte persone...”, rispose sorridendo sarcastico Draco.
“Beh almeno ammetti di essere un omicida mancato!”
“Che ti posso dire...sono uno irascibile.”, disse acidamente Draco. Non apprezzava che gli venisse dato dell'assassino ma ormai, c'era abituato.
“Tu vuoi qualcosa, Malfoy...vuoi sempre qualcosa! Lascia. In pace. Hermione.”
Un tempo, Draco Malfoy avrebbe reagito a quelle accuse, a quegli ordini sparati a sproposito. Ginny Weasley non era nemmeno degna di rivolgergli la parola, figuriamoci offenderlo o imporgli con chi poteva o non poteva parlare.
Tuttavia, sapeva che se avesse reagito, avrebbe rischiato di perdere quello che da poco aveva iniziato a costruire con la Granger. Era qualcosa che fino ad allora aveva solo osato immaginare, sognare e mai sperare perché si sa, la speranza non era esattamente un gene Molfoy.
“Hai finito, Ginevra?”
Blaise Zabini aveva preso parola, stupendo sia la ragazza che lo stesso Draco.
“Io la finirò quando anche lui la finirà.”
“Esattamente...cosa dovrebbe finire?”, chiese con tono pacato Zabini.
Evidentemente, quella semplice domanda mise in soggezione e in difficoltà la giovane Weasley.
“Come immaginavo. Quando e soprattutto se, troverai una qualche ragione o un indizio che possa provare che la vita di Hermione Granger sia in pericolo, potrai fare le tue rimostranze. Per adesso, lei è libera di parlare con chi vuole così come lo è Draco. Detto in parole che anche una come te possa capire...FATTI GLI AFFARI TUOI, WEASLEY.”
Quando voleva, Blaise Zabini sapeva farsi rispettare.
Ginny Weasley se ne andò furente, a passo svelto e borbottando una serie di insulti ai due Serpeverde.
Draco osservò divertito il suo amico.
“Che c'è?”, chiese seccato Blaise.
“Cosa? Oh no, nulla nulla...”, rispose soffocando una risatina.
“Draco...”, lo redarguì lui.
“Sei così Grifondoro quando mi difendi!”, disse appositamente enfatico con una mano sul cuore.
“Ah ah ah...”, rispose lui, suscitando l'ilarità di Malfoy.
Si incamminarono insieme verso il dormitorio ma i piani di Draco prevedevano ben altro.
“Vi rivedete stanotte?”, chiese Blaise.
“Sì...in guferia.”, rispose non riuscendo a trattenere un sorriso.
“E parlate...”
“E parliamo.”
“E basta...”
“E basta.”
“E ti va bene...”
“No”
Erano quasi tre settimane che quei due si incontravano di nascosto per parlare. Cosa avessero da dirsi, a Blaise e al resto del mondo non era dato sapere. Zabini non aveva potuto fare altro che riscontrare in Draco un cambiamento che mai si sarebbe aspettato: era felice. Felice di non poterla toccare, di non poterla baciare, di non poterla chiamare sua ma felice di poterle parlare, di sentire la sua voce.
“Ed hai intenzione di fare qualcosa per cambiare la situazione?”, chiese Blaise.
“Per adesso mi basta.”
“Non ti basterà ancora per molto.”
“Lo so...”
Era arrivato il momento di separarsi.
“Grazie...per prima.”, disse Malfoy mettendosi le mani in tasca.
Blaise rispose con un sorriso accennato.
“Draco!”, lo richiamò non appena ebbe percorso pochi passi, “lei...ci tieni davvero?”
“Più della mia stessa vita.”, rispose senza pensarci nemmeno un secondo.
“Allora state attenti.”, disse cercando di non sembrare troppo preoccupato.
Draco gli sorrise nuovamente per poi sparire di sopra, tra le scale per la guferia.

***   

La trovò in piedi, davanti alle piccole finestre, intenta a scrutare l'orizzonte.
“Ehi! Credevo di essere io quello in anticipo.”, disse Draco.
Hermione si girò verso di lui, con un espressione preoccupata e contratta.
“Mi dispiace.”, disse poi.
“Per cosa?”, chiese dubbioso Draco.
“Ho visto quello che è successo prima...in Sala Grande...con Ginny.”
“Oh...ok...”, disse il ragazzo insicuro ed incerto su cosa dire o cosa fare in quel momento.
“Non voglio che tu creda che lei sia cattiva, non lo è, davvero. Tiene molto a me e fa ancora molta fatica a superare la perdita di Fred.”
In quel momento, Draco Malfoy avrebbe voluto reagire nel modo giusto. Sapeva bene come si sarebbe dovuto comportare, cosa avrebbe dovuto dire per farle piacere, per farla sentire meno in colpa ma non ci riuscì. Il vecchio Draco Malfoy prese il sopravvento.
“Non ho ucciso io Fred Weasley. Non ho voluto io la guerra.”, disse rabbioso.
“Questo lo so benissimo.”, rispose altrettanto piccata.
“E allora dovresti spiegarlo anche alla sorella della donnola!”
“Lei ha una sua testa e lo capirà da sola, col tempo! Sai, alle persone serve TEMPO per capire i propri sbagli!”
“Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale vero Granger?!”
“Potresti essere più infantile?!”, disse sarcastica.
“Io infantile? Oh no Mezzosangue, qui l'infantile sei tu e la tua stupida convinzione che ci sia qualcosa di più in me, qualcosa per cui valga la pena urlare e litigare come stiamo facendo ora!”
“Ma si può sapere perché per te è così difficile credere che io ti abbia perdonato? Che non tutti ti odino!?!”
“Io non ho bisogno del tuo perdono!”, disse abbassando improvvisamente il tono di voce ed avvicinandosi alla ragazza che invece di indietreggiare, avanzò spavalda verso di lui.
“Sì invece. Hai bisogno del perdono da parte delle persone che hai distrutto e tu, mi hai distrutta.”
Lo sguardo di Draco divenne vuoto, perso, spento.
Le aveva davvero fatto quello? L'aveva distrutta? La cosa peggiore non era tanto la consapevolezza che sì, lui l'aveva distrutta ma non aveva idea del come. Come era potuto arrivare a ciò?
Il ragazzo spostò lo sguardo a terra, seguendo il braccio di Hermione. Con un movimento indipendente dalla sua volontà, sfiorò la mano della ragazza con la sua. Si aspettava che la Mezzosangue reagisse scostandosi, arrabbiandosi o ribellandosi in qualche modo a quel gesto così spudorato e così sbagliato. Invece, rispose a quella mano, intrecciando le sue dita con quelle di lui. Spinto da quell'inaspettata reazione, strattonò leggermente Hermione, portandola contro il suo petto e cingendola in un abbraccio che non sapeva essere in grado di dare.
Stavolta non poteva pretendere che lei rispondesse a quel gesto, era fin troppo anche per lui. Ma lei, non lo respingeva.
Si staccò da lei bruscamente, come se avesse preso uno scossa.
“I-io...non...mi dispiace, Mezzosangue...”, balbettò Draco.
“Per cosa?”, chiese di getto Hermione.
Malfoy la guardò perplesso, cercando di rimettere in moto il cervello.
“Ti dispiace per quello che hai detto o per l'abbraccio?”
“Credo che dovrei dire entrambi ma sarebbe una bugia.”
“Io voglio la verità.”
“Non avrei dovuto abbracciarti.”
“Perché?”
“Perché non mi hai respinto.”
“E allora?”
“E allora avresti dovuto farlo.”
Finito di pronunciare quelle parole, Draco Malfoy si riportò velocemente di fronte ad Hermione. Con entrambe le mani, le bloccò il volto e diede inizio a quella che sarebbe stata forse la rovina di entrambi: la baciò. Era un bacio tenue, accorto, paziente, come se il volto di Hermione stesse per sgretolarsi tra le sue mani. Fu breve, perché Draco non voleva e non doveva pretendere di più.
Si staccò da lei e si incamminò velocemente verso le scale lasciando una giovane strega alle prese con se stessa.
Arrivato in camera, si diede dello stupido più volte, evidentemente il suo cervello aveva smesso di funzionare in quella guferia. Tuttavia, lasciare fare al suo cuore, gli era piaciuto. Gli era piaciuto troppo e non aveva intenzione di smettere.

 
  
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