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Autore: telesette    26/12/2013    0 recensioni
Non potendo vedere Tippete che le faceva le feste, anche Chiara rischiò di inciampare.
Fortuna che Giorgio se ne avvide e, afferrandola in tempo, riuscì a sostenerla e ad evitare che si facesse male.
Entrambi non dissero nulla, malgrado il modo equivoco in cui erano abbracciati, tuttavia le loro labbra erano vicinissime.
"Galeotto fu Tippete il cerbiatto"...
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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***

 

Un passo dal cielo è una serie televisiva italiana trasmessa su Rai 1 e su Rai HD dal 2011, incentrata sulla vita di un comandante di squadra del Corpo Forestale della Provincia Autonoma di Bolzano di San Candido, comune che fa parte del Parco Naturale delle Tre Cime in Alta Val Pusteria, Trentino-Alto Adige.
Il protagonista, Pietro, è una guardia forestale che lavora nel paese alpino di San Candido assieme al collega "Roccia", collaborando inoltre con il commissario Nappi, appena arrivato in paese, per risolvere delitti o misteri. Pietro ha una grande conoscenza della natura e delle montagne ed è un esperto scalatore, ma si porta dentro il lutto per la morte della moglie, avvenuta durante una scalata.

Un passo dal cielo (sigla in Full HD nativo)

Galeotto fu Tippete

 

 

 

- Tippete... Tippete, che cos'hai, stai male?

Da circa un paio di gorni, il cucciolo di cerbiatto non sembrava aver più voglia di alzarsi dal suo giaciglio nella stalla. Giorgio non sapeva che fare e, dal momento che Pietro non faceva altro che ripetergli di imparare dalla natura stessa piuttosto che dai consigli, si scervellava nel tentativo di trovare una soluzione.
Scondo Silvia, che lo aveva visitato, il cuccioletto stava benissimo.
Giorgio le aveva provate tutte: ogni giorno andava a raccogliergli l'erbetta fresca e i fiori di trifoglio; il giaciglio del cerbiatto era sempre pulito, con foglie e ramoscelli recanti l'odore di bosco cui era abituato; e sempre dietro suggerimento di Pietro, per non lasciarlo solo durante la notte, il ragazzo si era adattato a dormire al suo fianco con delle coperte...
Praticamente Tippete era diventato un specie di fratellino più piccolo.
Forse Giorgio lo stava viziando un po', senza rendersene conto, oppure il problema di Tippete era dovuto alla nostalgìa materna.

- Tippete - sussurrò Giorgio.

Per tutta risposta, l'animale si rannicchiò ancor di più, nascondendo il più possibile il muso contro le zampe posteriori.

- Eddài, Tippete - disse ancora Giorgio, cercando inutilmente di convincerlo ad alzarsi. - Almeno fammi capire, se ce l'hai con me... Che cosa ti ho fatto?

Tippete sventolò appena la coda.

- Ah, fai pure l'offeso - fece Giorgio spazientito. - Bell'amico, e io che mi preoccupo per te!
- Perché non chiedi aiuto al Gufo Saggio?

Giorgio riconobbe immediatamente la voce di Chiara alle sue spalle, squillante e carica di scherno come sempre, tuttavia si guardò bene dal risponderle a tono. In fin dei conti, avendo deciso di chiamare il cerbiatto con lo stesso nome dell'amichetto di BAMBI, lui stesso ne conveniva quanto suonasse ridicolo.

- Chiara, guarda che oggi non è proprio aria, eh - sentenziò lui.
- Ma va - fece lei con una smorfia. - Perché, di solito invece, sei sempre così "allegro"...

Giorgio prese a contare mentalmente fino a dieci, guardando verso il soffitto.

- Guarda che, se ti dà fastidio la mia presenza, puoi anche dirmelo - sottolineò Chiara. - Sono cieca, mica stupida!
- Ma no, che c'entra? - si affrettò a dire il ragazzo. - E' che sono preoccupato: son due giorni che non si alza e non vuole neanche mangiare; dorme soltanto, se almeno capissi che gli prende...
- Hai provato a chiedere a Silvia?
- Sì, lo ha visitato ieri, ma dice che non ha nulla!
- E allora, se non ha nulla...
- Ho capito, ma non posso mica lasciarlo così, sembra moribondo!
- Magari sta meglio di te, e ti prende in giro per farsi fare le coccole!

Manco a farlo apposta, come Chiara si chinò lentamente di fianco a Tippete, il cerbiatto drizzò subito il capo cercando la mano della ragazza col musetto umido.
Giorgio sbarrò gli occhi.

- Hai visto - sorrise lei. - Che ti dicevo?
- Ma tu guarda, che figlio di...

Rosso dal'imbarazzo e dalla vergogna, Giorgio si coprì il volto con le mani. Tippete prese a leccare affettuosamente le dita di Chiara, la quale non poteva fare a meno di ridere per il solletico, e un attimo dopo era già in piedi e pronto a saltellare come gli stambecchi sulle cime di Lavaredo.

- Mi ha fatto penare due giorni, 'sto disgraziato!
- Che ti aspettavi, che te lo dicesse pure? - gli fece notare Chiara. - E' un cucciolo, per lui è normale, mica è una macchina che va a benzina!
- Chiara, guarda che neppure io sono scemo!
- Sarà... Certo però, nemmeno le coccole... Complimenti, sei proprio un bel genitore!

Improvvisamente Tippete scattò in avanti e uscì fuori dalla stalla correndo.

- Tippete - urlò Giorgio. - Vieni qui, dove vai ?!?

Ma come aveva giustamente fatto notare Chiara, l'animale aveva solo una gran voglia di giocare.
Giorgio prese a rincorrerlo di qua e di là, entrando e uscendo di continuo dal capanno, tra le risate della ragazza che di fatto sottolineavano la comicità della situazione. Ad un tratto però, scartando di lato, Tippete fece perdere l'equilibrio a Giorgio. Il ragazzo barcollò e, annaspando invano con le braccia, si ritrovò a capofitto nel mucchio di fogliame e rametti che facevano da giaciglio al cerbiatto.
Tossendo e sputando le foglie secche e i pezzettini di muschio che gli erano finiti in bocca, Giorgio si tirò su a sedere col viso sporco e i biondi capelli tutti arruffati. Chiara gli domandò se si fosse fatto male, allorché lui emise un leggero grugnito.

- Sto bene - rispose.
- Meno male, hai fatto un tonfo di quelli - mormorò la ragazza sollevata, dandogli un leggero bacio sulla guancia.

Malgrado la figuraccia, Giorgio si raddolcì subito in volto.
Chiara poteva anche far perdere la pazienza a volte, con quel suo umorismo schietto e senza peli sulla lingua, ma come si poteva resistere al suo bel faccino?
In un certo senso, si poteva anche pensare che Giorgio fosse cascato più che bene.

- Beh, ti saluto - esclamò la ragazza. - Ti lascio al tuo lavoro di bambi-sitter!
- Si chiama Tippete...
- Lo so, lo so - ridacchiò lei, mettendosi il giaccone.
- Chiara, eddài aspetta, ti accompagno!
- No, non ti preoccupa... ah!
- Attenta!

Non potendo vedere Tippete che le faceva le feste, anche Chiara rischiò di inciampare.
Fortuna che Giorgio se ne avvide e, afferrandola in tempo, riuscì a sostenerla e ad evitare che si facesse male.
Entrambi non dissero nulla, malgrado il modo equivoco in cui erano abbracciati, tuttavia le loro labbra erano vicinissime.
"Galeotto fu Tippete il cerbiatto"... avrebbe detto Dante.

- Grazie Giorgio - sussurrò Chiara debolmente.
- Ma no, figurati - rispose l'altro imbarazzatissimo. - Ti accompagno volentieri, davvero!

La ragazza sorrise, buttandogli le braccia al collo e sampandogli un altro grosso bacio sulla guancia, prima di annuirgli all'orecchio.

- Va bene - disse.

 

FINE

 

   
 
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