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Autore: LondonEye    26/12/2013    2 recensioni
Belle porta a casa un gattino randagio a cui Mr. Gold è altamente allergico. Fantastico, semplicemente fantastico. Ora non solo deve fare i conti con una palla di pelo psicotica che gli distrugge casa, deve anche fare scorta di fazzoletti. E mantenere tutto segreto a Belle che ama il gatto al di là di ogni ragione.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Buon S. Stefano a tutti! E' da un po' che mi tenevo in disparte dal fandom di OUAT ma vista la pausa interminabile che ci attende e (soprattutto) visto lo stato d'animo da suicidio di un po' tutto il fandom Rumbelle dopo la 3x11, ho deciso di sbucare nuovamente su questi lidi. Stavolta però non sono qui con una mia storia ma con una traduzione. Cosa c'è di meglio di un po' di sano Rumbelle fluff per farci tornare il sorriso?  Ho adorato questa mini-storia di pochi capitoli e ho chiesto all'autrice il permesso di tradurla. Lei ha acconsentito e quindi eccomi qui :) La storia, scritta da Just 2 Dream of You, la potete trovare in originale  QUI

Detto questo ci vediamo sotto con info varie, buona lettura!

 

"Sono seria, Belle". Ruby iniziò il discorso per la milionesima volta. "E' solo che non capisco. Cosa ci vedi in lui?".

Belle scosse la testa e finì di sorseggiare il suo terzo bicchiere di tè freddo. "Ruby...sarebbe troppo difficile da spiegare. E' solo che..." guardò di lato, il suo volto un'espressione di pura onestà, "c'è del buono in lui. L'ho sempre saputo. Non so come, lo so e basta. E quando siamo soli..." ridacchiò, "quel grande e grosso uomo austero scompare completamente".

Ruby alzò gli occhi e sorrise, scuotendo la testa. "Se lo dici tu".

La nonna si avvicinò al loro tavolo e prese il suo piatto vuoto. "Se me lo chiedessi, per me lo fa solo per averti attorno. Non c'è un singolo osso buono nel suo corpo". Belle aggrottò la fronte e Ruby tossicchiò.

"Nonna!"

"Cosa? Sono solo onesta. Bisogna esserlo. Scommetto cento dollari che se fosse messo alle strette sceglierebbe se stesso al posto tuo ogni volta". Indicò Belle e lei abbassò lo sguardo mentre la nonna camminava via. Ruby scosse la testa esasperata.

"C'è l'onestà e c'è l'essere crudeli!"

Belle si morse il labbro inferiore. Lui non le farebbe mai questo. Non di nuovo. "Il mio potere mi importa più di te...". Scacciò via quel ricordo e si alzò. Non doveva più vivere nel passato. Era un nuovo giorno, un nuovo mondo accidenti, e lei non aveva intenzione di lasciare che le opinioni altrui la dominassero.  Non l'aveva mai fatto in passato e non avrebbe iniziato ora.

Pagò il conto e uscì dal locale, Ruby che la seguiva scusandosi, e si fermò quando notò qualcosa sdraiato sulla grondaia accanto a loro. Trattenne il respiro e si avvicinò vedendo un piccolo, magrissimo gatto nero. "Oddio..." si abbassò e prese in braccio la povera creatura, sentendone il pelo umido, e gli occhi le si riempirono di lacrime pensando a come gli animali venissero maltrattati in quel mondo.

Ruby si fermò a metà frase, qualcosa a riguardo di senilità e lasagne troppo care, e trattenne il respiro a sua volta quando vide cosa aveva Belle fra le braccia. "Oh mio Dio. E' un gatto quello?"

Belle annuì, le lacrime che minacciavano di uscire. "Come si può essere così crudeli? Era stato lasciato tutto solo qui - nella grondaia, Ruby! Che cosa orribile..."

Ruby aggrottò la fronte, il proprio istinto animale che usciva fuori prepotentemente, guardandosi intorno per vedere se qualcuno avesse un'espressione colpevole sul volto. Non c'era nessuno nelle vicinanze e si strinse nelle spalle, annusando per un attimo il gatto. "Non sento l'odore di nessuna persona su di lui. Credo che sia un randagio."

Belle sembrò un po' sollevata alla notizia, ma non troppo quando il gatto miagolò pateticamente. "Oh, credo che abbia bisogno di un dottore."

Ruby guardò il gatto. "Credo che abbia solo bisogno di cibo. Non odora di malattia, solo di bagnato. Ha piovuto un po' stamattina, in effetti." Belle la guardò e Ruby fece un passo indietro. "Uh, no. Non posso prenderlo. I gatti e io non andiamo d'accordo. La cosa del lupo, sai?"

Belle annuì. Accarezzò il gatto sulla nuca e sul collo e sorrise sapendo cosa doveva fare. "Devo andare da una parte. Ci vediamo dopo, Ruby."

Ruby sospirò mentre guardava Belle attraversare la strada. "Oh fantastico, Gold amerà tutto ciò..."

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Perchè gli orologi erano così maledettamente complicati? C'era davvero bisogno di tutte quelle molle? Avrebbe potuto semplicemente usare la magia per sistemarlo e avrebbe finito, ma aveva promesso a Belle che avrebbe smesso con la roba dell'Oscuro. Sospirò mentre inserì la molla proprio nel posto giusto, solo per  vederla letteralmente saltare fuori dall'orologio e suicidarsi fuori dal bordo del bancone.

Rumple si guardò attorno per un attimo.

"Tsk," rise e schioccò le dita, un fumo viola coprì l'orologio e poi scomparve. Era tornato come nuovo e lui sorrise, rimettendolo a posto.

Beh, quello che Belle non sapeva non l'avrebbe di certo ferita.

La campanella del negozio tintinnò e Belle entrò, un'espressione sconsolata in volto. Oh merda, l'aveva appena visto usare la magia? Credeva che le tapparelle del negozio fossero abbassate...

Belle corse da lui e ansimò, come se avesse corso per un po'. Lui si avvicinò per chiederle cosa ci fosse che non andava ma poi si accorse  di cosa aveva fra le braccia. Era un mucchio di pelo nero che piagnucolava con voce roca. Alzò un sopracciglio. "Belle, dearie... cos'è quella cosa nelle tue adorabili braccia?"

Lei arrossì leggermente sporgendo in fuori...l'animale? "L'ho trovato disteso nel fango in una grondaia. Non è terribile?"

Oh, lui avrebbe dovuto essere d'accordo "Sì, molto."

Lei annuì. "Credo che sia un randagio". Poi appoggiò la cosa sul suo bancone pulito e lui fece una smorfia. Belle iniziò ad accarezzarlo e lui guardò il pelo letteralmente volare via dalla sua schiena e cadere tutto sul bancone. Il resto galleggiava nell'aria. Mantenne la calma e si disse che avrebbe pulito tutto dopo. "Credo che abbia bisogno di una casa..." sentì Belle concludere e guardò dentro i suoi imploranti occhioni azzurri, sbiancando a quello che sapeva gli stesse chiedendo.

"Oh...Belle...dearie..." quello era l'inizio di un no e la delusione nei suoi occhi mostrava quanto lei invece sperasse per un sì. "Non lo so...non ho mai avuto un gatto. Non so come prendermene cura."

"Beh, nemmeno io ma credo che potremmo...insieme".

Rumple sentì le sue guance diventare bollenti e si schiarì la gola. Ogni volta che menzionava noi e insieme nella stessa frase lui si sentiva...beh, come un adolescente idiota che sbavava sulla propria fidanzata. Avrebbe dovuto comportarsi meglio, loro vivevano insieme, ma era ancora una vera e propria benedizione sentire ogni giorno lei che parlava di loro come una coppia. Una vera coppia. "Belle...non lo so..."

"Abbiamo abbastanza soldi per prendercene cura. Voglio veramente aiutare questo piccoletto, ha bisogno di qualcuno che lo ami". Lui deglutì alle sue parole. La dolce Belle. Sempre con la voglia di amare ogni povero cretino immeritevole che incontrava. Sospirò mentre i suoi occhi imploranti lo fissavano. "Per favore, Rumple?"

E il ghiaccio si incrinò. "Oh, e va bene. Se insisti".

Lei lanciò un sorriso più luminoso del sole dritto dentro il suo cuore oscuro e annuì con fervore, prendendo di nuovo in braccio la piccola bestia. "Oh, lo sapevo che avresti detto di sì! Grazie..." si sporse e lui apprezzò molto il tenero bacio che gli diede, come sempre succhiandogli leggermente il labbro inferiore mentre si allontanava dal suo volto.

"Per prima cosa, tesoro," iniziò lui, girando intorno al bancone "ha bisogno di andare dal veterinario. Voglio che sia vaccinato..." fece un'altra smorfia "lavato, e legalmente microchippato". Fece una pausa. "Oh, e ehm...sterilizzato se è un maschio".

Lei ridacchiò e gli diede un bacetto sulla guancia. "Okay. Vieni con noi?".

"Devo fare ancora alcune cose qui al negozio, ma vi raggiungerò fra poco". Lei annuì e gli diede un altro bacetto.

"Grazie, Rumple..." e uscì, i lunghi boccoli che rimbalzavano sulla sua schiena.

Lui sospirò profondamente e tornò dietro il bancone, vedendo tutto il pelo che il nuovo amico del suo Vero Amore aveva lasciato. Avrebbe potuto usare la magia per toglierlo, ma dopo aver visto di nuovo Belle, e quanto felice era insieme a lui, non poteva farlo di nuovo. Afferrò uno straccio bianco e iniziò a pulire quando lo sentì.

Ora, non era così inusuale, no, ma a lui non accadeva spesso. Non si ammalava mai, i suoi poteri di Oscuro si occupavano di quello, e lui non aveva allergie, così la sensazione che stava provando lo sorprese. Scrollò le spalle. Doveva essere qualcosa nell'aria.

Provò a respirare di nuovo, ma il prurito infernale nella parte interna del suo naso era troppo forte e finalmente si liberò, facendolo semplicemente accadere. Passarono pochi secondi nell'orologio che aveva appena aggiustato quando il suo respirò si bloccò improvvisamente e lui lo rilasciò all'interno del suo gomito. "Etchù!". Tirò su col naso e a quanto pare fu un errore perché un bruciore enorme eruppe nella sua gola. Il suo bastone era dimenticato e agganciato al bordo del bancone quando si portò entrambe le mani al volto  ed esplose dentro di loro. "ETCHU'!". Gemette e barcollò un po' all'indietro. Quello era stato...beh, potente e lo fece sentire un po' confuso. Scosse la testa, il prurito bruciante scomparso così come era venuto. Qualunque cosa fosse a dargli fastidio, sembrava andato via.

Afferrò lo straccio di nuovo e riprese a pulire il bancone, alcuni peli che cadevano sul pavimento, ma non importava finché erano fuori dal suo bancone. Si voltò e gettò lo straccio nel cestino dei rifiuti. Nessun prurito per una frazione di secondo, e poi non poté fare altro che starnutire. "Etchù!".

Okay, che diavolo stava succedendo? Non starnutiva mai più di tre volte al mese, figuriamoci al minuto! C'era qualcosa che non andava qui. Abbassò lo sguardo e cercò di raccogliere i suoi pensieri, chiedendosi cosa avesse fatto di diverso quel giorno. Lo straccio nel cestino sembrava gridargli qualcosa e lui impallidì. Guardò prima il bancone e poi lo straccio.

OH.

Prese lo straccio con un sospiro. C'era un solo modo per scoprirlo, e lui odiava dover usare se stesso come cavia, ma non aveva scelta.

Doveva sapere.

Con uno sguardo di enorme disgusto stampato sul volto si chinò e annusò il panno.

Non successe niente.

Annusò nuovamente in un punto diverso.

Niente.

Ringhiò per la frustrazione e capovolse lo straccio, facendo la stessa azione più volte senza risultati. Ma l'Oscuro non si arrendeva facilmente e la sua ricompensa arrivò proprio alla fine quando annusò il punto jackpot, facendogli girare la testa dalla sorpresa. "E-e-e..." la reazione fu così istantanea che tutto ciò che poté fare fu reggersi con entrambe le mani al bancone.

Lo straccio cadde a terra come una persona che precipitava verso la morte.

"Etchù! E-e-etchù! Etchù! ETCHU'!" ansimò un paio di volte, trattenne il respiro mentre una nuova banda marciava fuori dal suo naso. "Oh, buon Dio...e...e...a...aetchù!" tentò di trattenerli stringendosi il naso, il risultato una serie di rumori stridenti e bagnati che sembrava che il suo cervello fosse in punto di morte. "Etchù! Etchù! Oh, dannazione!". Rimase a bocca aperta mentre l'orchestra raggiunse un nuovo crescendo, le note finali in piena espansione. "E...e...ETCHU'!".

Gli girava la testa e la gamba sinistra stava gridando pietà per tutto lo show che era appena accaduto senza l'equilibrio del suo bastone, e lui ringraziò di non essere crollato a terra. Non aveva mai sperimentato qualcosa del genere in tutta la sua vita e ansimava per riprendere fiato. Con mano tremante prese il bastone e si allontanò dalla zona, cercando di avere quanta più aria fresca possibile. Il suo fiato continuava a bloccarsi in falsi starnuti e faticava a respirare.

Okay, la sua domanda aveva ricevuto risposta.

Era allergico ai gatti.

Non ne aveva avuto idea. Nell'Enchanted Forest non aveva mai incontrato molti gatti e le poche volte che era capitato non ci si era mai avvicinato. A Storybrooke non c'erano altri animali oltre a Pongo ma dopo che la maledizione era stata spezzata immaginò che gli animali avessero iniziato ad attraversare il confine della città potendo finalmente vederla. Questo gatto randagio era entrato andando dritto tra le dolci braccia della sua Belle. L'ironia.

Sospirò e sentì un altro piccolo prurito dentro la narice destra. Imprecò, tentò di trattenerlo e fallì, lanciando un altro "Hetchù!".

"Qualcosa non va, Mr. Gold?"

A quanto pare era stato talmente distratto dagli starnuti che non aveva sentito la campanella del negozio tintinnare o la porta chiudersi. E ora la persona peggiore in assoluto era in piedi dietro di lui, dopo aver assistito a un suo momento di debolezza. Il che non era accettabile.

Raddrizzò la schiena e si ricompose, girandosi lentamente verso di lei. "Regina. A cosa devo questo dispiacere?".

Lei sorrise, le labbra rosse luccicanti. "Volevo chiederti qualcosa" disse semplicemente.

"Ah, devi essere proprio disperata per venire da me..." si volto e le si avvicinò con la sua camminata disinvolta e confidente che usava sempre per mostrare dominanza. Ricordava quel punto preciso dietro il bancone dove era caduto il panno e cercò di tenersene il più alla larga possibile, sperando che lei non se ne accorgesse. "E cosa vorresti?".

"Io..." iniziò cercando di fare un'espressione il più triste e sconsolata possibile "ero solita usare un profumo quando ero più giovane. Ultimamente ho nostalgia di casa e vorrei poterlo usare di nuovo. Mi serve un certo fiore".

Lui esibì il suo mezzo sorriso, "Capisco. Un fiore, eh? Questo certo fiore non è per caso un Olfuriom, vero?" Lei aggrottò la fronte. "Quello che ti fa provare immense sensazioni di amore quando lo odori?" Ridacchiò. "Bel tentativo, Regina".

"Non ho idea di cosa tu stia parlando".

"Per favore..." la stuzzicò ricordando vecchie ferite* "So che vuoi ancora Henry e questo fiore potrebbe tornarti molto utile".

Lei sospirò, messa alle strette. "Voglio solo che lui sia più...ricettivo del mio affetto".

Questa volta Rumplestiltskin scoppiò apertamente a ridere e scosse la testa. "Non cessi mai di stupirmi, dearie. Anche se avessi quel fiore, dovresti darmi qualcosa in cambio" le si avvicinò "e per fortuna non hai niente che voglio". Si voltò e si diresse verso la tenda che separava il negozio dal retro. "Ora, se vuoi scusarmi, ho qualcosa di meglio da fare. Sai dov'è l'uscita".

Regina ribolliva di rabbia coi pugni serrati ma si controllò, tirandosi su la giacca e sospirando. Il sorriso era tornato sul suo volto mentre lo guardava entrare nella stanza sul retro. Sì, voleva un Olfuriom, ma mentre si stava avvicinando al negozio aveva guardato attraverso gli spazi delle tapparelle come faceva sempre prima di farsi vedere da lui.

Ciò che aveva visto l'aveva sconcertata.

Lo aveva visto odorare un panno bianco più volte, per poi lasciarsi andare alla più grande serie di starnuti che avesse mai visto in vita sua. Non sapeva nemmeno che la gente potesse essere in grado di fare una cosa simile. Che diavolo era quel panno?

Scivolò dietro al bancone come un serpente e vide lo straccio sul pavimento. Lo raccolse con cautela, non volendo subire la stessa sorte del folletto. Forse era una pozione che stava preparando ed aveva fallito miseramente. Guardò attentamente il panno ma niente spiccava su di esso. Non riusciva a vedere niente di speciale. Bene, qualunque cosa ci fosse su quello straccio lei lo avrebbe scoperto. "Non ho finito con te, Rumple" e sparì in una nuvola di fumo rosso.

Rumplestiltskin uscì dalla stanza sul retro e si guardò intorno, non avendo sentito il suo congedo. Era pronto ad insultarla un altro po' ma ora che lei non c'era più si strinse nelle spalle. Doveva essere semplicemente scomparsa in una nuvola di fumo come faceva sempre. Si aggiustò i guanti di pelle nera e uscì, chiudendo la porta e dirigendosi verso l'auto.

Doveva arrivare all'ufficio del veterinario e spiegare la situazione a Belle. Sicuramente avrebbe capito. Non c'era modo che avrebbe lasciato che quella cosa stesse intorno a lui quando sapeva che lo faceva stare male in quel modo.

Belle era gentile e amorevole e dolce e meravigliosa e perfetta. Tutto ciò che non meritava. Lei avrebbe capito.

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Odiava stare in luoghi chiusi. Odiava stare in luoghi chiusi con un sacco di gente. Odiava stare in luoghi chiusi con un sacco di gente che  lo fissava. Sospirò e aprì la porta della minuscola clinica veterinaria ed entrò, ignorando i rantolii e i sussurri di una vecchia donna che sembrava sul punto di perdere il contenuto della sua vescica.

Non avrebbe prestato loro nessuna attenzione, ma quando li guardò sentì un pezzo di ghiaccio enorme che gli cadeva nello stomaco. Tre...tre di loro avevano un gatto.

Veramente?

Si avvicinò al bancone della reception e cercò di non pensarci. Provò a non considerare quanto pelo stesse volando in tutta la stanza dritto nel suo naso. Okay no, quello era ridicolo.

Non c'era nessuno alla reception e si guardò alle spalle notando che un gatto veniva rimesso nel suo trasportino, un altro era seduto sulle ginocchia della proprietaria che lo accarezzava ripetutamente e l'ultimo era una palla di pelo bianca, chiaramente un gattino, che veniva tenuto da un bambino.

Deglutì e iniziò a colpire il campanello sul bancone più volte. La receptionist venne fuori e, vedendolo, si avvicinò tremando.

"S-si?"

"Sto cercando Belle French". Sembrava confusa. "Belle French?" Scosse la testa. "Lunghi capelli castani, incredibili occhi blu? In questa città non sanno tutti chi è Belle ormai?"

Come ad un segnale, la bellissima donna in questione uscì dall'ufficio del veterinario, donandogli un sorriso. "Mi sa che conosco quella persona". Lui arrossì ma cercò di non darlo a vedere e sorrise mentre  lei continuava a parlare.

"Ha fatto i suoi vaccini e un check-up. E' solo malnutrita, quindi avrà bisogno di una dieta speciale. Le hanno fatto il bagno - non è carina? - e ora col microchip non potremo mai perderla, fantastico vero? Ah, ed è una femmina". Ridacchiò  mentre concludeva e lui cercò di raccogliere tutte le informazioni che le aveva appena dato. Il felino sembrava molto più sano, doveva ammetterlo, ma ora poteva vedere che la cosa era un Persiano nero con tantissimo pelo. "E ah, quasi dimenticavo!" indicò un oggetto di plastica con un ciondolo appeso, "Qui si possono acquistare collari e ciondoli con il nome. Non volevo aspettare per farne fare uno personalizzato così ne ho preso uno da qui e ho trovato il nome perfetto". Gli mostrò il ciondolo color oro a forma di cuore appeso al collare rosa e deglutì.

"Izzy?"

"Non è il nome più carino di sempre? Dovremo aspettare per le targhette legali che arriveranno per posta, ma per ora questo basterà".

Avete presente quando sognate di essere in un posto importante e vi presentate in mutande? E' un po' come si sentiva Mr. Gold in quel momento. Sicuramente quello era una specie di scherzo cosmico e sapeva che da qualche parte c'erano delle fate che ridevano di lui.

Guardò il viso ansioso della sua amata e sentì le pareti della stanza avvicinarsi a lui.

Quello non stava succedendo veramente.

Aveva vaccinato la cosa. L'aveva lavata. L'aveva microchippata. E peggio di ogni cosa, le aveva dato un nome. Nome che significa attaccamento. Oh, nononononononononono.

"A te...ehm...piace molto questo gatto, vero?"

Lei scosse la testa dandogli speranza, che poi venne frantumata quando rispose. "No, io la amo già". Belle strinse a sé il mostro e tutto il suo mondo diventò rosso.

Aveva usato la parola con la A. Ovviamente la amava. Amava tutto troppo presto e troppo a fondo. Aveva senso che tenesse a questa creatura. E' la stessa identica cosa che aveva fatto con lui dopotutto.

"C'è qualcosa che non va?"

E fu allora che sentì il prurito. Lo ignorò e scosse la testa. "No, per niente". Che cosa doveva fare adesso? Dirle che non poteva tenerla? Quando lei la amava?

"Aspetta, sei allergico ai gatti? Questo è orribile. Dobbiamo lasciarci immediatamente". No, lei non lo avrebbe mai fatto.

"Cosa?! Sei allergico ai gatti? Oh, no! Ora dovrò darla via per colpa tua. Piangerò per tre settimane di fila e TI.FARO'.STARE.LI'.A.GUARDARE."

Okay, no. Non stava andando affatto bene. Tirò su col naso di nuovo, stava diventando dolorosamente consapevole dell'aria pesante che circolava nella stanza. Sbatté la propria carta di credito sul bancone e guardò a denti stretti mentre la receptionist cercava, tremando, di scannerizzare la carta. "Si potrebbe sbrigare?" sputò fuori e la donna sembrò sul punto di vomitare su tutto il bancone.

"E-ecco..." gli diede la ricevuta e fu tentato di far esplodere l'edificio alla vista dei prezzi scandalosi. Ma aveva molti soldi da parte, dopotutto. Firmò velocemente e uscì, una preoccupata Belle dietro di lui.

"Stai bene?"

"Sì" finse "E' solo che odio stare intorno a persone incompetenti".

Lei si aprì in un sorriso complice. "Impareranno a conoscerti tutti quanti Rumple, fidati" gli sorrise di nuovo, "Grazie ancora, lo apprezzo molto".

Si allungò e premette le sue labbra contro le sue, tutta la rabbia che avvolgeva il corpo di lui scomparve all'istante. Lei lo baciò, aprendo la bocca per accogliere la sua lingua, e si rese conto che lo stava baciando in piena vista del pubblico. Non un accenno di vergogna o preoccupazione di ciò che gli altri pensavano di loro, lei lo amava e non aveva paura di mostrarlo a tutti.

E altri pezzi di ghiaccio si incrinarono e caddero, perforandogli lo stomaco.

Lui gemette quando la lingua di lei raggiunse la sua. Ma ovviamente quelle fate allegre volevano un altro po' di divertimento! Il prurito infernale tornò ad attaccargli il naso e Rumplestiltskin si rese conto che lei teneva in braccio il gatto mentre si baciavano e stava praticamente inalando tutto il pelo della dannata cosa. Indietreggiò e cercò di nascondere il disagio, ma lei non se ne accorse.

"Dobbiamo passare al negozio d'animali. Ha bisogno di una ciotola per il cibo e una lettiera e un letto e un tiragraffi e dei giocattoli, oh si voglio giocattoli, e bla bla bla, bla bla bla" o almeno è così che suonava a lui mentre combatteva contro il suo naso che non desiderava altro che sparire verso l'angolo più lontano della terra per starnutire dove nessuno potesse vederlo. Non all'angolo della strada con la gente che passava!

Perse la battaglia, ovviamente, e non ebbe altra scelta che lasciarsi andare, più educatamente che poteva. Si piegò nuovamente verso l'incavo del gomito e, il più silenziosamente possibile, "etchù!"

"Oh" sorrise Belle, "Salute!"

Lui annuì, il respirò che gli mancò di nuovo, stavolta con più forza, mentre girava intorno all'auto. "Hetchù!". Questo lo piegò in due e Belle corse da lui.

"Stai bene?"

"Sì," e ora era chiaramente visibile che aveva il naso chiuso. "Andiamo al negozio, dai". Non c'era nessun modo in cui avrebbe potuto sopravvivere a tutto quello.

Mary Margaret conforta una Belle piangente. "Come è potuto accadere?"

Belle singhiozzò. "Gli è esplosa la testa!"

Si schiarì la voce mentre Belle si sedeva accanto a lui nella macchina e quello fu il momento in cui il suo cervello decise di iniziare a funzionare quel giorno e gli ricordò che lei era seduta a meno di un metro da lui con ancora il gatto in braccio. Voleva aprire i finestrini ma sarebbe potuto apparire sospettoso visto che fuori faceva abbastanza freddo.

"Sei sicuro di stare bene?" gli chiese di nuovo e lui annuì, non fidandosi ad aprire la bocca col rischio di far esplodere il suo naso tutto addosso a lei. Accese il motore e fece un totale di sei metri lungo la strada quando il solletico tornò a bussare alla sua porta.

"Ciao. Ti ricordi di me? Sono qui per farti sembrare un idiota. Spero non ti dispiaccia, ma ho intenzione di rimanere per un po' e rovinare completamente la tua vita. Fa schifo essere te!" una risata maniaca echeggiò nella sua testa proprio quando Belle accese la radio. Una canzone pop fastidiosa colpì le sue orecchie, il suo naso che sembrava cantare insieme ad essa.

"Baby, I love y-CHUUUU!" era più o meno come suonava. Belle spense la radio e si girò verso di lui.

"Rumple, cosa sta succedendo?"

"Oh, niente. Sto solo per ucciderci entrambi mentre guido perché NON POSSO STARNUTIRE CON GLI OCCHI APERTI!"

Belle urlò mentre l'auto non si fermò allo stop e rischiò di scontrarsi con un camion all'incrocio. Rumplestiltskin inchiodò di colpo e poi accelerò di nuovo, allontanandosi dall'incrocio. Se qualcuno avesse osato fargli una multa avrebbe scoperto cosa si provava ad essere trasformati in lumaca.

"Rumple, basta! Che cosa sta succedendo?"

Sospirò e, parcheggiando l'auto all'angolo della strada, aprì la portiera per respirare meglio. "Io...ehm..." Belle teneva ancora in mano l'animale, il suo Izzy, cullandolo come un figlio. "Credo che...mi stia prendendo il raffreddore." Ok, aveva mentito. E allora? Tanto non poteva andare peggio di così.

I suoi occhi si spalancarono, colmi di compassione. "Oh no...tesoro, perché non mi hai detto niente? Sei sempre il solito. Oh, cosa dovrei fare con te?".

Lei lo aveva chiamato tesoro e per questo la sua testa girava mentre la guardava sporgersi verso il lato del guidatore.

"Esci. Guido io fino a casa". Lui la guardò.

Belle. Che guidava. Sì, forse poteva andare peggio.

"Non discutere. Non puoi guidare in questo stato, lo farò io. Provò a protestare e lei gli lanciò lo sguardo da niente cose divertenti stanotte. Lui annuì e starnutì di nuovo mentre scendeva dall'auto e risaliva dalla parte del passeggero. E subito dopo...lei gli mise il gatto in grembo.

"Cosa..."

"Mi dispiace, non posso tenerlo mentre guido. Starà bene, è molto amichevole".

Il gatto guardò in alto come per dire "Ti ucciderò, idiota". Rumplestiltskin ansimò e si sventolò il viso. "Possiamo aprire i finestrini? Ho caldo". Lei annuì, troppo concentrata nella guida, e lui li aprì, rendendosi conto che la loro casa era nella direzione opposta.

Avrebbe dovuto tenere una scheda di valutazione per queste fatine spiritose.

Guardò il gatto, sperando che non decidesse di graffiarlo o di innamorarsi improvvisamente della sua faccia. Quello si limitò a miagolare annoiato mentre lo fissava coi suoi grandi occhi verdi inquietanti.

E poi si sgrullò il pelo su di lui.

 

-To be continued

 

Note della traduttrice:

* "per favore" (nella versione originale "please") è la frase che Rumple ha messo come condizione nell'accordo fra lui e Regina quando acconsentì a creare la maledizione che ha dato inizio al telefilm. Ogni volta che lui la pronunciava Regina doveva fare quello che le chiedeva, senza poter rifiutare.

- Le allergie possono manifestarsi a qualsiasi età, anche se prima non si era mai avuto cenno di averle.

- Izzy viene da Isabelle, il nome con cui un po' tutto il fandom chiama Belle nelle fan fiction AU.

-la cosa della scheda di valutazione per le fatine la capirete nei prossimi capitoli

 

duuunque grazie a chiunque è arrivato a leggere fin qui :) spero che la storia vi piaccia, è composta da un totale di 4 capitoli e credo che aggiornerò una volta a settimana, se riesco anche prima a volte ma comunque cercherò di non superare mai la distanza di 7 giorni fra un aggiornamento e l'altro. L'autrice tra l'altro è stata molto gentile e ha acconsentito a farmi tradurre anche altre shot che ha scritto e in particolare ce n'è una esilarante che vorrei proporvi appena finirò di tradurre questa, dipende dal responso che riceverò (diciamo che non è un lavoro da niente tradurre e quindi  se non interessa a nessuno me lo evito senza problemi, ecco lol). Grazie infinite a chi legge,  spero mi lasciate una recensione (che girerò anche all'autrice della storia)!

  
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