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Autore: Sagitta90    26/12/2013    4 recensioni
“-Hai fatto chiarezza dentro di te cara, la Ruota della Fortuna sarà sempre ai tuoi comandi adesso, ma Gli Amanti…sono una cosa diversa. L’amore che provi per Papà, per me, per tutta l’Arcana Famiglia non è il tipo di amore che il tuo Arcano cerca. Non hai controllato la carta, l’hai solo pacificata. Un giorno qualcuno la farà risvegliare e per il tuo stesso bene dovrai cedere.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Debito, Felicità
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FELICITY
 
 
Disclaimer: I personaggi dell’anime “La Storia dell’Arcana Famiglia” -visual novel prima e anime poi- non mi appartengono, ma appartengono alla HuneX e allo studio J.C.Staff.
 
 
Felicità si afferrò la gola riarsa, tremando di paura e chiedendosi come fosse possibile essere arrivata a quel punto senza rendersene conto.
La giornata era stata estenuante: dopo le dure ore di allenamento mattutino, le lezioni pomeridiane ed una cena che era sfortunatamente stata interrotta a causa di un tafferuglio in paese, le sole cose che aveva desiderato erano state un bagno caldo ed una lunga notte di sonno ristoratore. In parte era stata accontentata -a confermarlo era la sua pelle lievemente arrossata, che profumava ancora di lillà- ma sembrava che riguardo al sonno Gli Amanti avessero altri progetti. Aveva da tempo accettato la presenza della carta dentro di sé, la sua voce cadenzata e quieta che guidava i suoi pensieri verso quella parte del suo cuore che le era ancora sconosciuta, ma quello che l’Arcano Maggiore le stava facendo in quei giorni era totalmente nuovo, inaspettato e terrificante e non aveva davvero bisogno di parole.
Erano le 2.00 quando si era svegliata cercando di soffocare le grida, per non attirare nuovamente Donatella, Isabella e Mariella nella stanza. Il fiato corto si era condensato in una nuvola di frustrato sgomento e lei non aveva potuto sopprimere un gemito alla staffilata di dolore che le aveva attraversato il petto.
Sentiva il bambino. Le sue grida terrorizzate che risuonavano nel laboratorio rustico ed antiquato sembravano uscire dalla sua stessa gola; le sue lacrime scivolare sulle sue stesse guance, il suo potere fluire dentro di lei, il contratto ancorarsi alla sua carne, spezzando l’osso fibulare per l’eccessiva intensità.
Non riusciva quasi a respirare; e nel dolore di quella constatazione si rese anche conto che era arrivata al limite.
Mamma era stata chiara quando l’aveva fatta chiamare nel suo giardino, qualche giorno dopo l’Arcana Duello, l’aveva avvertita:
“-Hai fatto chiarezza dentro di te cara, la Ruota della Fortuna sarà sempre ai tuoi comandi adesso, ma Gli Amanti…sono una cosa diversa. L’amore che provi per Papà, per me, per tutta l’Arcana Famiglia non è il tipo di amore che il tuo Arcano cerca. Non hai controllato la carta, l’hai solo pacificata. Un giorno qualcuno la farà risvegliare e per il tuo stesso bene dovrai cederle.” - Poi Sumire aveva fatto quel sorriso. Quello che solitamente nascondeva dietro il ventaglio. Il sorriso che diceva a chiare lettere “IO SO”.
Felicità non era scappata ma poco ci era mancato; perché la pura verità era che anche lei sapeva. Sapeva tutto, per ingenua o inesperta che fosse. Alla fine, sapeva perché non aveva potuto scegliere tra Nova e Libertà.
Non aveva avuto che pochi giorni di serenità, caratterizzati dalla vecchia routine e da qualche sporadica rissa da placare, quando era iniziato tutto. Alcune volte le immagini arrivavano sotto forma di sogni, altre volte sotto forma di visioni, proprio in pieno giorno; erano tutte ugualmente sconvolgenti e soprattutto riguardavano tutte sulla stessa persona. Soltanto una settimana più tardi si era resa conto che non erano né sogni né visioni: erano vita. Erano immagini di una vita che veniva vissuta, in quegli stessi istanti in cui lei la percepiva. A quel punto non era riuscita a negare la pura e semplice estensione del sentimento che la legava a quella persona, né che Gli Amanti la stessero esortando con quella nuova tecnica di tortura.
Aveva avvertito il cambiamento intensificarsi giorno dopo giorno ed era stata impietosa nel soffocarlo, pensando che sarebbe stata in grado di gestirlo. A quanto pare aveva sopravvalutato le sue capacità.
Un’ altra sferzata di dolore le strappò un rantolo, la convinse a scendere dal letto e ad aggrapparsi con forza alla maniglia della porta. Felicità uscì nel corridoio -barcollante, con una mano che artigliava la sottoveste all’altezza del cuore- e trovandolo vuoto cominciò a percorrere i metri che la separavano dal suo destino.
Continuava a sentire le urla rimbalzare sulle pareti di mattoni e percepiva il sapore fantasma del suo sangue sulla lingua.
La paura le attanagliò le viscere mentre la sua mente rievocava l’ultimo ricordo del sogno: uno scintillio viola, più acceso e vibrante di un fuoco d’artificio. Il suo cuore sobbalzò, preda di uno spasmo di violenza fuori dal comune e Felicità pensò che se fosse successo di nuovo sarebbe stramazzata nel corridoio e l’avrebbero trovata solo la mattina successiva, quindi si mise a correre.
Fece la rampa di scale che la portava al secondo piano quasi volando, i piedi nudi che non facevano rumore sulla spessa moquette rossa, e quando arrivò alla porta che cercava bussò due volte, velocemente, sapendo che se avesse esitato alla fine avrebbe cambiato idea.
Non si curò di ripetere il gesto: sapeva che era sveglio. Quando la porta si aprì e lui le apparve davanti agli occhi, Felicità disse la prima cosa che le venne in mente, la sola cosa che riassumesse tutta la situazione in un unico, terrorizzante verdetto.
<<-Vedo nel tuo cuore.>> - Lui si appoggiò allo stipite della porta con un sorriso indolente sul viso bellissimo. Aveva i capelli arruffati e la camicia di seta bianca era chiusa sul suo petto grazie ad un singolo bottone.
<<-Non è educato spiare quando gli altri non possono fare lo stesso Bambina.>> - Il nomignolo gli uscì lento e strascicato, come sempre con una inflessione decisa sulla a -“Baaambina”- e lei piegò la testa per nascondergli il rossore automaticamente affiorato.
<<-Non ho spiato! Non…non ho più controllo su Gli Amanti.>> - Debito inarcò un sopracciglio.
<<-Beh dovresti parlarne con Papà o con Mamma, non credo che io e L’Eremita possiamo esserti di aiuto.>> - Felicità lo fissò, con tutta la risolutezza che possedeva, e sillabò.
<<-Il tuo incubo mi ha svegliata.>> - A quelle parole Debito perse istantaneamente il sorriso e nei suoi occhi -o quantomeno nell’occhio che non era coperto dai capelli- comparve una luce diversa. Lei si costrinse a spiegare.
<<-Ci sono dei momenti in cui…sento che mi pensi. In cui sento quello che tu senti.>> - In risposta a quelle parole, lui la afferrò per un polso e se la tirò addosso, chiudendo la porta dietro di lei con il piede.
<<-Da quanto?>> - Lei lo guardò con le guance in fiamme e cercò di fare ordine nei suoi pensieri.
<<-Che cosa?>> - Debito ripeté.
<<-Da quanto tempo?>> - La ragazza deglutì a disagio, incerta su come lui avrebbe preso la notizia.
<<-E’ cominciato cinque giorni dopo l’Arcana Duello.>> - Contrariamente ai suoi timori, l’espressione di Debito divenne languida.
<<-Oh…succede lo stesso con gli altri ?>> - Lei distolse lo sguardo, ma lui le prese il mento e la costrinse a guardarlo, mentre con il pollice solleticava un punto sensibile sotto la gola.
<<-Succede con Nova?>> - Lei negò con la testa. Debito le posò un bacio leggero sullo zigomo.
<<-Con Libertà?>> - Le baciò la guancia, mentre con l’altro braccio la stringeva a sé per la vita.
<<-No.>> - Felicità si rese conto che la sua risposta somigliava molto ad uno squittio.
<<-Pace? Luca? Quel bastardo di Jolly?>>
<<-No Debito, no!>> - Lui rise sul suo collo, un suono basso e roco, poi tornò a fissarla negli occhi.
<<-E così hai scelto il seduttore. La dice lunga su quello che ti ribolle dentro.>> - Felicità pensò quasi di schiaffeggiarlo per quelle parole, ma prima che potesse farlo Debito premette le labbra sulle sue e lei sentì Gli Amanti palpitare dentro di sé.
Esplorò la sua bocca con la lingua, assorbendo nella gola il mugolio che le era sfuggito, affondando le mani tra i suoi capelli, stringendola in una morsa così possessiva che le fece mancare il fiato per un istante.
Quando le sua labbra la abbandonarono fu solo per depositare una scia di baci roventi lungo la linea elegante del collo.
<<-Che cosa hai visto Bambina?>> - Le sue mani lasciarono i lunghi capelli rossi e scivolarono sul suo corpo. Felicità singhiozzò per l’intensità delle sensazioni e tentò di allontanarsi un minimo dal corpo dell’altro, finendo pressata contro la porta.
<<-Perché non ti sei rimessa a dormire come le altre notti? Che cosa hai visto nei giorni precedenti che ti ha spinta qui da me?>> - Mentre pensava a cosa rispondergli si sentì sollevare come se fosse stata una piuma. Debito percorse lo spazio che li separava dal letto a rapide falcate e quando si lasciò cadere sopra di lei, Felicità sentì il suo Arcano che vibrava. Pochi istanti dopo un pungolo fastidioso cominciò a premerle sul petto.
<<-Debito…aspetta…non so…>> - Lui le baciò le palpebre strette dalla paura e la strinse tra le braccia.
<<-Lascia che succeda Bambina, non aver paura. E’ l’accettazione finale.>> - Si aggrappò a lui come un naufrago si aggrappa ad uno scoglio, mentre sentiva le onde violente della più antica delle emozioni squassarle in cuore senza misericordia.
<<-La…la carta…>> - Debito la strinse di più, le carezzò la guancia con le lunghe dita abbronzate e la baciò ancora e ancora. Quando finalmente il dolore passò -secondi, minuti o forse ore più tardi- Felicità seppe di avere il controllo assoluto su entrambi i suoi Arcani Maggiori.
Ma la cosa più straordinaria fu l’assoluta chiarezza mentale che percepì: adesso realizzava come si fosse persa, giorno dopo giorno, nei tocchi appena accennati ma colmi di reverenza di Debito. Di come il desiderio del ragazzo fosse trasparito da ogni sguardo che le aveva rivolto e di come lui si fosse tenuto lontano, per il fatto -mai deciso ufficialmente ma per qualche ragione assodato- che “la scelta finale” sarebbe stata tra Nova e Libertà.
Adesso era lampante: non c’era mai stata davvero la possibilità di scegliere, perché inconsapevolmente Felicità aveva deciso già da molto tempo di appartenere a Debito.
Respirò la colonia del ragazzo, rendendosi conto solo in quell’istante di aver nascosto il viso nel suo collo.
<<-Debito?>> - Lui mormorò tra i suoi capelli.
<<-Si Bambina?>> - Lei lo fissò e rimase basita: oggettivamente aveva sempre saputo che il loro responsabile delle entrate aveva una bellezza luciferina terrificante, ma in quel momento lo vide sotto una prospettiva completamente diversa. Non solo vedeva il dandy arrogante e fascinoso che portava le donne e folleggiare nel suo casinò, ma riusciva anche a visualizzare perfettamente il bambino spaventato che era stato un tempo, il ragazzo che covava sentimenti di vendetta contro il loro Consigliere e sopra ogni altra cosa vedeva l’uomo, forte e testardo, al quale si era appena votata.
<<-Ho visto la ragazza che hai mandato via. - Le dita che scivolavano tra i suoi capelli si interruppero per qualche secondo; poi ricominciarono a districare i nodi che si erano creati a causa della corsa fatta per arrivare lì. - Ho sentito il dolore, la frustrazione…e le ho provate anche io…mi dispiace tanto, non me ne sono mai accorta…>> - Lui ridacchiò amaramente.
<<-Ho sempre detto che sei una donna crudele Bambina. Quindi mi hai visto nudo, ti sono piaciuto?>>
<<-Si, sei bellissimo.>> - A quel punto lui la guardò a occhi sgranati, totalmente impreparato ad una simile risposta. Lei non poté fare a meno di sorridergli.
<<-Bambina non guardarmi così o faremo l’amore prima che ti abbia chiesto di sposarmi.>> - Felicità  arrossì fino alle punte dei capelli, tingendosi di un uniforme color cremisi.
<<-Non hai sempre detto anche di non essere tipo da matrimonio?>> - Lui si strinse nelle spalle.
<<-Ho cambiato idea.>>
<<-Così, su due piedi?>>
<<-Così su due piedi. Anche se…- Sussurrò ammiccante, guardando la sottoveste che le era risalita sopra i polpacci. -…forse dovremmo approfittare di quello che abbiamo adesso. Chi lo sa quale reazione potrebbe avere Mondo alla mia richiesta? Potrebbe decidere di farmi buttare a mare e alla fine non potremmo mai stare insieme…>> - Questa volta fu lei a baciarlo, gettandogli le braccia attorno al collo. Debito rispose spostandola sopra di sé, mentre le sue labbra la divoravano senza posa.
Felicità poggiò le mani sul petto del ragazzo, per tenersi in equilibrio e gli strappò un sibilo quando le sue dita impattarono con un lembo di pelle nuda, una V perfetta lasciata scoperta dal collo della camicia. Lei carezzò la pelle brunita, in un tentativo incerto di esplorare il corpo dell’altro. Debito ringhiò quando lei risalì dal petto alle spalle, sfiorandolo con le unghie.
Quando le sue mani arrivarono al viso, Felicità fece quello che aveva sempre voluto fare: scostò i capelli dal lato sinistro della faccia.
Immediatamente Debito le afferrò il polso.
<<-Non credo che dovresti vederlo.>>
<<-Succederà comunque.>> - Cercò di divincolarsi dalla sua stretta e Debito le ancorò le mani ai fianchi.
<<-Il modo in cui ti muovi dovrebbe essere vietato per legge.>> - Lei non aveva idea di quale fosse il modo in cui si stesse muovendo, ma si sdraiò sul ragazzo e cercò di petteggiare.
<<-Fammi vedere e io smetterò di muovermi.>> - Debito rise e la sua voce era più roca e ammaliante del solito quando le rispose.
<<-Hai del tutto frainteso la mia obiezione. - E quando lei capì e cercò di scendere dal letto, imbarazzata a morte, aggiunse. – Ma va bene…guardalo se vuoi. D’altro canto non esiste alcuna parte di me che ti negherei se tu la volessi.>> - Lei si nascose il volto tra le mani, i suoi occhi brillavano divertiti, ma le guance non accennavano a cambiare colore.
<<-Sei osceno.>>
<<-Oh sì Bambina, dimmelo ancora.>> - Lei sbuffò, cercando di non ridere e lui aprì l’altro occhio, la cui palpebra si era serrata nello stesso istante in cui non era più stata coperta dai capelli.
Era una sfera perfetta, un’ametista luccicante, che per un secondo catturò il suo riflesso in una singolare immagine viola scuro. Felicità gli carezzò la tempia, ricordando il bambino del sogno che piangeva e gridava.
<<-Ti fa male?>> - Debito scese con i palmi delle mani sulle cosce, rigirandosi tra le dita il bordo di pizzo della sottoveste.
<<-Me ne ha fatto. D’ora in avanti non succederà più.>>
<<-Come lo sai?>>
<<-Perché ha smesso nel momento in cui sei entrata in questa stanza. Vieni qui Bambina.>> - Si ritrovarono a baciarsi di nuovo, avvinti l’uno a l’altro come l’edera, ma quando la camicia di Debito cadde a terra, alla porta risuonarono colpi decisi.
<<-DEBITO! INCENDIO AI PONTILI, PRONTI TRA CINQUE MINUTI!>> - I due guardarono la porta per alcuni secondi, dopodiché tornarono a fissarsi negli occhi. Felicità aveva le braccia strette attorno al suo collo, le lunghe gambe che gli cingevano i fianchi, mentre Debito incombeva sopra di lei, una mano stretta alla sua vita e l’altra sulla sua nuca, affondata tra i capelli sciolti.
E dopo aver focalizzato la propria attenzione sulla loro posizione, il ragazzo cominciò a fumare di rabbia.
<<-E’ uno scherzo?!>> - Felicità si sciolse dal suo abbraccio, reticente quanto lui.
<<-Ho proprio paura di no.>> - Nei brevi istanti che seguirono Debito proruppe in tutte le imprecazioni che il suo vasto repertorio di giapponese proponeva. A quelle seguirono gli insulti in italiano.
Alla fine intrecciò le dita con quelle di Felicità e le disse di fare silenzio, mentre il suo potere Arcana li inglobava in una bolla di invisibilità.
Fecero le scale al contrario, scendendo fino agli appartamenti di lei, e lì lui la lasciò, con un bacio che le tolse il fiato e la promessa di mille notti come quella appena passata.
<<-Inconveniente escluso. A dopo Bambina.>>
Fu quando finì di abbottonare la divisa che Luca arrivò a bussare alla sua porta, portando il medesimo annuncio che li aveva interrotti. Felicità non si rese conto -né mentre si cambiava, né mentre si univa agli altri- della profonda trasformazione che quella notte aveva operato su di lei. In compenso quando entrò nel salone tutti la guardarono come si guarda il sole: meravigliati da tanta manifesta bellezza ma costretti a distogliere lo sguardo per la luce troppo intensa.
Pace, Libertà, Nova e Dante erano già radunati; l’ultimo li stava istruendo sul da farsi.
Quando Debito li raggiunse Felicità fece di tutto per comportarsi normalmente, ciononostante non riuscì ad evitare di sbirciarlo di sottecchi e quando lo fece vide che lui la stava aspettando: il ghigno che gli stirava le labbra era più dolce di quanto ricordasse. Le strizzò l’occhio e lei sorrise a quel gesto complice.
<<-Milady lei si occupi di evacuare le abitazioni più vicine.>> - Lei annuì e si rivolse ai membri del suo gruppo.
<<-Spade! Andiamo!>> - Pochi secondi prima di uscire Felicità si sentì sussurrare “Buona fortuna Amore, Bambina” e seppe che per salutarla in quel modo, intimo e rischioso, doveva essersi reso invisibile. Sentì anche un paio di labbra che le davano un bacio leggero sul collo ed arrossendo ricambiò il saluto “Anche a te”.
Il gruppo della Spada uscì di corsa dalla residenza dell’Arcana Famiglia, precipitandosi lungo le strade di Regalo.
Mentre lei correva, vibrava di energia e di gioia. Erano emozioni tanto intense da essere quasi dolorose. Finalmente aveva il controllo, finalmente aveva la forza, finalmente era diventata ciò che era da sempre nata per essere: felice. Autenticamente felice.
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
Hello! Ecco la mia prima fanfiction su “La Storia dell’Arcana Famiglia”. Far si che Debito fosse dolce senza affossare la sua immagine da “bello e menefreghista” è stata davvero un’ardua sfida! Spero di averla vinta almeno in parte. Anche Felicità è stata un personaggio abbastanza ostico: è una ragazza fiera e decisa, ma per quanto riguarda i rapporti con i vari membri dell’Arcana la storia è decisamente confusa. Picchia Libertà che le tocca il seno, arrossisce ma non accenna ad andarsene quando Debito la fa sdraiare sul letto! Alla fine ho optato per una oneshot senza lemon, così da poter rendere il personaggio quanto più simile possibile a quello dell’anime! Se vi capita di leggere lasciatemi un commentino per farmi sapere se vi è piaciuta o meno, i consigli sono sempre ben accetti!
Due piccole precisazioni:
1-Il titolo doveva giocare sulla doppia valenza “nome della protagonista/emozione”, per questo ho usato il termine “Felicity” anche se sarebbe stato più appropriato “Happiness”.
2-L’ultima battuta di Debito: “Buona fortuna Amore, Bambina” è ispirata alla canzone che il meraviglioso Yoshino Hiroyuki -doppiatore di Debito- ha cantato, interpretando il personaggio. Il titolo è, appunto, “Amore Bambina”, ed essendo Debito quello che è, è super sensuale!
  
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