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Autore: Sheriza    26/12/2013    2 recensioni
Sharon è una Nephilim e vive nella contea di Jevith, che si suddivide in tre città principali: Rhapsody, Blueville e Peck. Ha un sogno, quello di frequentare il Paradisium, una scuola di addestramento alle arti di combattimento e magiche che si trova a Rhapsody...c'è solo un problema, l'ingresso all'intera città è severamente vietato alle donne. Ma quando il suo sogno sembrerà avverarsi si ritroverà ad affrontare qualcosa più grande di lei, scoprirà cose sconcertanti, cose che cambierebbero l'intera credenza cristiana e religiosa, un qualcosa di così scottante da essere nascosto dai Nephilim stessi.
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[Tratto dall'undicesimo capitolo]
"Poggiò delicatamente le labbra su quelle di lei, morbide e calde, il bacio fu ricambiato e presto dalla dolcezza passò alla passione, le mani di lui prima sui capelli adesso erano scese lungo i fianchi e stringevano come per non farla scappare mentre lei lo tirava verso di sé incastrandogli le mani dietro la nuca."
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[Tratto dal settimo capitolo]
“Durante lo scontro tra gli angeli del bene e del male, una pietra si staccò dalla corona di Lucifero e cadde sulla Terra, una pietra piena di sapienza, una sapienza sia divina che diabolica”
"Se fosse veramente una pietra?"
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo I

Il Paradisium



I riflessi della luna serpeggiavano tra gli edifici, creando a terra numerosi giochi di luce. Blueville era semplicemente un sogno, gli edifici fatti in zaffiro, la popolazione unicamente femminile, odore di dolci e pane a qualunque ora del giorno e della notte, feste su feste...eppure mancava qualcosa.

Sharon guardava il cielo stellato sdraiata sul tetto di casa sua, ma non era solo il cielo ad attirare la sua attenzione, erano anche le luci di Rhapsody.

Rhapsody era una città, era la città in cui Sharon avrebbe voluto vivere, crescere, combattere, il suo sogno più grande era quello di frequentare il Paradisium, una “scuola” per imparare le arti del combattimento e sviluppare doti nascoste da usare poi per difendere il mondo dei Nephilim.

Ma il suo sogno non si poteva avverare, nonostante lei fosse una Nephilim l'ingresso alla città di Rhapsody era severamente vietato alle donne.

Sharon sei qui sopra?”.

Una voce dolce accarezzò l'orecchio di Sharon, facendola risvegliare dai suoi sogni.

Lara, mi cercavi?” disse dolcemente la ragazza mettendosi a sedere e invitando l'amica a sedersi affianco a lei.

Lara era la migliore amica di Sharon, l'unica che forse la capiva davvero. Era una ragazza alta sul metro e settanta, lunghi capelli rossi e morbidi le ricoprivano la testa per poi ricaderle sul volto e sulle spalle, occhi blu come il mare, la pelle chiarissima era punteggiata da piccole lentiggini che le davano un leggero rossore sulle guance.

Volevo stare un po' con te, posso?” chiese la ragazza in tono dolce mentre si avvicinava a Sharon e le si sedeva accanto.

Vuoi parlarmi di Rhapsody, vero? Quello che ti ho detto insomma ti ha...disturbato?” chiese Sharon quasi riluttante a pronunciare quelle parole.

Lara esitò un momento prima di rispondere, si guardò le mani affusolate stringere la maglietta poi il suo sguardo si spostò su Sharon che la guardava con i suoi grandi occhi verde chiaro misto a un azzurro leggero.

Non puoi andare a Rhapsody...” iniziò Lara, ma a metà frase un nodo alla gola le impedì di andare avanti e le lacrime cominciarono a rigarle il volto poi singhiozzando cercò di continuare “Lo sai anche tu che sei ci andrai, non tornerai mai più indietro”.

Sharon allungò una mano per cercare di accarezzare l'amica ma si ritrasse prima di poterlo fare. Infondo Lara non aveva tutti i torti, andare in quella città senza permesso della Corte Elie era come andare al patibolo.

Lo so, è una pazzia me ne rendo conto. Una volta lì però, potrò avere una possibilità...anche se mi dovesse andare male non ho nulla da perdere” il tono di Sharon tremava e le sue mani anche, l'unica cosa che le riusciva era guardare l'amica piangere.

Non hai nulla da perdere!? E io? Hai mai pensato a come starei senza di te!?” gridò improvvisamente Lara buttandosi sopra Sharon e cominciando a tirarle pugni sul petto.

Il suo corpo era caldo e tremava nelle sue braccia mentre la luna le illuminava debolmente.

Hai ragione scusami...ma tu sai meglio di me che devo farlo” Sharon distolse lo sguardo da Lara e lo rivolse al di là delle luci di Blueville per intravedere ancora il Paradisium, o meglio la vetta illuminata.

Ci fu un lungo attimo di silenzio poi Lara alzandosi sorrise debolmente e iniziò a parlare asciugandosi le lacrime.

Lo sapevo, non hai cambiato idea. Almeno lascia che ti aiuti a raggiungere il tuo scopo”.

Cosa intendi fare?” chiese incuriosita Sharon fissando il suo sguardo in quello della ragazza.

Scendi e vai in camera tua, prepara le tue cose e quando hai finito torna qui. Ho una sorpresa per te”.

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e dopo pochi minuti era di nuovo sul tetto con una valigia e un cappotto nero in mano, Lara era seduta sul cornicione e guardava il vuoto che presto si riempì della sagoma di Sharon.

I tuoi genitori sarebbero fieri di te...anzi in preda all'ansia” un sorriso si dipinse sul volto di Lara, un sorriso sincero.

Sharon aveva perso i genitori all'età di tredici anni in un raid e adesso che ne aveva diciotto il ricordo era ancora vivido e il dolore sempre presente, l'unico parente che le era rimasto era uno zio nella città di Peck che si era preso cura di lei per soli tre anni imparandole le tecniche di combattimento basilari, poi venne ucciso anche lui.

Essere dei Nephilim comporta delle scelte, molte delle quali fatali” sussurrò piano Sharon avvicinandosi all'amica.

Tieni” Lara le stava porgendo un sacchetto di seta e una lettera rilegata poi sorridendo aggiunse “Sono il mio regalo per te, buon compleanno Sharon Clair”.

Sharon sorrise e prese il sacchetto e la lettera ma prima che potesse aprire quest'ultima, Lara la fermò.

No, aspetta! La lettera, aprila solo quando io non sarò con te” disse con un tono tremolante e incerto la ragazza coprendosi le guance rosse.

Come vuoi, e il sacchetto?”.

Aprilo”.

Sharon aprì il sacchetto e quando ne cacciò il contenuto per poco non urlò di gioia, una pietra verdastra e dalla forma squadrata scintillava debolmente nelle sue mani.

Una pietra incantata! Come hai fatto ad ottenerla?! Solo le fate ne possiedono una” senza accorgersene Sharon stava gridando mentre guardava ancora la pietra nelle sua mani, incredula.

Segreto” bisbigliò Lara soffocando una risata.

Tu lo sai che queste pietre ti permettono di esaudire un desiderio...vero?” chiese Sharon guardando Lara con espressione incuriosita.

Certo, sapevo che non avresti mai abbandonato la tua scelta, così ti ho semplificato le cose. Con questa potrai ritrovarti direttamente dentro Rhapsody, senza attraversare tutta Blueville e il bosco che separa le due città” spiegò in tono trionfante Lara mentre si alzava e stringeva Sharon in un abbraccio caloroso.

Non so come ringraziarti”.

Lo sai come puoi ringraziarmi? Vai a Rhapsody e fai in modo che la Corte ti faccia restare, altrimenti non tornare” il tono di Lara era fermo e deciso come i suoi occhi fissi in quelli dell'amica.

Dopo che Sharon ebbe abbracciato e salutato Lara si allontanò un po' da lei e prese la pietra in una mano, alzandola al cielo.

Desidero andare a Rhapsody, al Paradisium. Lo desidero con tutto il mio cuore.

Un alone bianco avvolse la ragazza e una specie di fenice con le ali spalancate apparve dietro di lei sollevandola da terra sotto gli occhi increduli di Lara.

Sharon poteva sentire l'aria che si spostava sotto il battito delle ali della fenice, mentre la figura di Lara si allontanava, piccola e fragile com'era nel buio della notte.


Quando Sharon si risvegliò era riversa a terra, sul marmo ghiacciato. Un dolore acuto le proveniva dal ginocchio destro. Cercò di mettersi in piedi ma quando ci provò una fitta lancinante le percosse la schiena facendola ricadere a terra, notando una leggera chiazza di sangue sotto il ginocchio.

Girò lentamente la testa, cercando di non urlare dal dolore e si guardò intorno. Non poteva dire dove si trovava, forse la pietra l'aveva portata davvero a Rhapsody o forse l'aveva lasciata in qualche città sperduta, non c'era mai da fidarsi con i congegni delle fate.

La sua valigia e il suo cappotto erano buttati a qualche metro di distanza da lei, che in quel momento e nelle sue condizioni sembravano chilometri. La città che la circondava era come Blueville, solo che gli edifici non erano in zaffiro, erano di un materiale che Sharon non riusciva a decifrare tutto bianco con qualche sprazzo di oro.

Alzò di più lo sguardo scoprendo la struttura che aveva davanti, il fiato le si smorzò in gola per lo stupore.

Una torre di cristallo si ergeva al centro di tutta la struttura e da essa partivano scale (sempre di cristallo) che si andavano ad unire con i vari edifici vicini. Quattro edifici ai lati della torre completamente bianchi si andavano espandendo in sinuose curve e rientranze, i cornicioni delle finestre in stile gotico erano d'oro e a circondare gli edifici c'era un prato all'italiana, perfettamente curato e illuminato da dei lampioni che buttavano una luce argentata sulla stradina di ghiaia e sui cespugli. Sharon restò per un momento a contemplare la bellezza di quel luogo, mai si sarebbe aspettata che un edificio potesse essere così bello.

La ragazza strisciò verso le sue cose ancora distanti e si mise il cappotto addosso poi prese la valigia e si avvicinò all'enorme cancello che sembrava fatto in oro. Una scritta in latino serpeggiava al lato del cancello. Paradisium.

E' davvero il paradiso questo.

Sharon nonostante fosse una Nephilim, non aveva mai creduto in un paradiso, né in un inferno, né in un esistenza di un Dio.

Sono veramente a Rhapsody...

Un dolore indescrivibile alla nuca la fece girare di scatto, e quando si girò vide un ragazzo che la guardava con un aria sorpresa quanto disgustata in volto.

Il cuore di Sharon ebbe una fitta e il terrore la pervase, il ragazzo torreggiava davanti a lei con un pugnale in mano, i riflessi della luna facevano sembrare i suoi capelli oro e i suoi occhi verdi freddi e senza vita.

Cosa diavolo ci fa una ragazzina al Paradisium?” il tono del ragazzo era freddo e tagliente e da come parlava sembrava non provare nessuna emozione, il che fece gelare il sangue nelle vene di Sharon.

La ragazza non riuscì a spiccicare parola, un nodo alla gola le impediva anche di respirare.

Ti ho chiesto, cosa ci fai qui” il ragazzo adesso sembrava leggermente alterato.

Sharon fece per parlare ma si fermò, che cosa doveva dire? Per quale motivo si trovava lì? Non lo sapeva nemmeno lei in fondo era un desiderio, un istinto.

Il ragazzo si inginocchiò e si ritrovò alla stessa altezza di Sharon, solo che lui le stava puntando un pugnale alla gola.

Te lo ripeto per l'ultima volta, umana. Cosa ci fai qui?” il suo tono tagliente era ormai diventato insopportabile.

Umana?ripeté Sharon con una punta di incredulità nella voce, poi continuò “Io non sono umana. Sono una Nephilim”.

Il ragazzo fece una smorfia divertita e per poco non scoppiò a ridere, ma si trattenne e spostò il pugnale più vicino al collo di lei, giusto per accarezzarne la pelle bianca.

Non sembri una Nephilim. Quelle poche che ho visto erano magnifiche, tu non sembri nemmeno paragonabile a loro, e non ti sto facendo un complimento sia chiaro.”.

Sharon si sentì ribollire il sangue per la rabbia, non sarà stata certo una modella ma non era nemmeno una ragazza brutta.

Cos'è ragazzino hai problemi a relazionarti con le donne?” la voce della ragazza era tagliente e questo le provoco una piccola punta di sicurezza.

E' proprio questo il problema, sei una donna. Non dovresti stare qui, se non te ne vai immediatamente chiamerò la Corte Elie e poi saranno guai per te”.

Toglimi quel pugnale dal collo” bisbigliò Sharon infastidita.

Non prendo ordini da una donna”.

Con un rapido movimento del braccio, Sharon fece cadere il pugnale a terra nonostante gli costò uno sforzo incredibile.

Io non vado da nessuna parte, e non prendo ordini da te” mormorò la ragazza scostandosi un ciuffo di capelli biondo cenere che le copriva gli occhi.

Come vuoi, vado a chiamare la Corte. Sarebbe inutile dirti di rimanere qui, tanto non puoi muoverti con quella caviglia rotta” disse con un leggero divertimento nella voce il ragazzo mentre spariva nel cancello dorato.

Sharon provò ripetute volte ad alzarsi o a strisciare verso un riparo ma la sua caviglia gli e lo impediva, anche solo un movimento la faceva piangere di dolore.

Restò ferma aspettando la Corte, giocando pigramente con la punta del suo cappotto, mentre il cuore le martellava in petto.

Dopo una ventina di minuti, Sharon alzò gli occhi verso il Paradisium e vide avvicinarsi a lei quattro sagome. La sagoma che guidava il gruppo portava un lungo mantello blu notte lucido con un cappuccio abbassato sul viso facendo intravedere solo il pizzetto biondo e le labbra piegate in una smorfia di disappunto, due figure in quelle che sembravano armature con in mano una alabarda lo fiancheggiavano tenendo lo sguardo dritto. E per ultimo c'era il ragazzo che aveva incontrato prima e col quale aveva avuto un piacevole chiacchierata.

Appena il gruppo la raggiunse, i due uomini con in mano le alabarde gliele puntarono addosso intimandole di non muoversi.

Come posso muovermi se ho la caviglia rotta, geni?” disse infastidita Sharon mentre guardava ostile il ragazzo che sembrava non notarla.

Taci” disse in tono limpido l'uomo incappucciato, la sua voce era rauca ma potente oltre che molto autoritaria.

Fece un gesto con le mani e i due individui con le armi le abbassarono, mettendosi di nuovo ai fianchi dell'uomo.

Come ti chiami?” chiese l'uomo con un tono più docile.

Sharon Clair, e faccio parte della Contea di Jevith...vengo da Blueville” mormorò piano la ragazza mentre fissava l'uomo incappucciato.

Clair, sei la figlia di Jeremy quindi. E cosa fai tu qui?” il suo tono era improvvisamente tornato freddo e gelido.

Desidero frequentare il Paradisium, ecco perché sono qui.”.

Ci fu un lungo momento di silenzio e i due uomini con le armi in mano sgranarono gli occhi e soffocarono una risata, mentre l'uomo incappucciato fece diventare le sue labbra una linea sottile.

E' inconcepibile una cosa del genere! Hai infranto le regole della Corte, per questo verrai esiliata nel mondo degli umani!” gridò l'uomo stringendo così tanto i pugni lungo i fianchi da far diventare le nocche bianche, poi come se tutta la rabbia di quel momento fosse sparita aggiunse “Ti guariremo la caviglia, e poi questa notte stessa verrai portata nel mondo degli umani. E' uno scandalo che una ragazzina voglia frequentare il Paradisium!”.

L'uomo incappucciato si inginocchiò e passò una mano davanti al viso di Sharon che ebbe un giramento di testa così forte che la fece svenire, ancora.


Un forte profumo di cannella fece risvegliare Sharon, era distesa su un lettino dalle coperte azzurre con le cuciture argentate, davanti a lei un ragazzo stava leggendo un libro.

Era moro e aveva gli occhi socchiusi, come chi si sta per addormentare dalla noia, la sua pelle era abbronzata e luminosa e attraverso la leggera camicia bianca che portava si potevano intravedere i pettorali scolpiti.

Buongiorno” sussurrò il ragazzo sbadigliando, senza sollevare gli occhi per vedere se lei era sveglia o meno.

Sono in un ospedale umano?” chiese Sharon facendo finta di non aver sentito il ragazzo.

Per fortuna no, sei ancora al Paradisium. Non ti hanno potuto mandare via perché dormivi come un ghiro, comunque spero che tu sappia lavare, mi hai sbavato l'intero cuscino” disse in tono morbido e avvolgente il ragazzo che aveva finalmente alzato gli occhi rivelandoli dorati.

Sharon guardò il cuscino, era veramente sbavato, sentì il sangue fluirle sulle guance e abbassò lo sguardo.

Sei sicura di essere una ragazza? Le ragazze non sbavano in quel modo”.

Il ragazzo della sera prima era sulla porta con un sorrisino accennato mentre si dirigeva verso l'altro ragazzo seduto.

Daniel, smettila di essere cosi poco...galante” disse piano il ragazzo seduto, scostandosi un ciuffo di capelli dagli occhi.

Il ragazzo che l'aveva aggredita si chiamava Daniel e visto ora alla luce, la sua bellezza era da mozzare il fiato, ma anche il ragazzo seduto non sfigurava affianco a lui.

Uh, ma allora i tuoi capelli sono biondi e non grigi” disse divertito Daniel.

Sharon scorse la sua figura allo specchio, i lunghi capelli biondo cenere di solito pieni di boccoli erano ora arruffati e appiccicati alla nuca dal sudore, i suoi occhi sul verde che tendeva all'azzurro erano assonnati e gli abiti della sera prima erano spariti e lasciavano spazio a una camicia da notte azzurra che le arrivava a metà coscia, la ragazza trasalì e un brivido la percosse.

Chi mi ha cambiata!?” gridò imbarazzata Sharon coprendosi le gambe nude con la coperta.

Io, perché ti crea problemi?” rispose Daniel guardandola di sottecchi.

Se mi crea problemi!? Sei un ragazzo!” esclamò la ragazza lanciando al ragazzo la sveglia affianco al letto.

Non vedo ancora quale sia il problema, tu lo vedi Artes?” disse tranquillamente Daniel evitando la sveglia e rivolgendosi al ragazzo seduto che osservava la scena con vivo divertimento.

Sinceramente, preferirei restare fuori da questa situazione, sai non voglio una sveglia in faccia” rispose Artes con un tono tranquillo e pacato.

Un bussare insistente alla porta fece zittire i tre ragazzi che si girarono a guardare cinque uomini incappucciati entrare nella stanza e fermarsi a metà di essa, uno di loro aveva una specie di falce in mano e questo ricordava a Sharon le raffigurazioni pittoresche della morte.

Alzati, Sharon Clair” ordinò l'uomo incappucciato con la falce.

La ragazza fece come le fu detto e si alzò, notando con piacere che la sua caviglia non era più rotta.

Mi uccideranno? Mi sembra esagerato per aver infranto delle regole e aver sbavato su un cuscino.

L'uomo le lanciò con forza la falce, aspettandosi che Sharon si spostasse per evitarla, ma la ragazza non si spostò di un centimetro e con grazia e agilità afferrò la falce facendola girare intorno alla sua figura snella per poi piantarla nel parquet della stanza.

Cosa significa questo?” tuonò l'uomo che le aveva lanciato l'arma.

Se non lo sa lei, come posso saperlo io?” ribatté Sharon soddisfatta di quella ''esibizione''.

Chi ti ha insegnato questo?” chiese gentilmente l'uomo con il pizzetto biondo e la bocca leggermente curvata in su, in un sorriso.

Mio zio, venuto a mancare qualche anno fa. Viveva nella città di Peck” rispose la ragazza facendo finta di non avvertire la piccola fitta al cuore, che le era venuta ripensando allo zio.

Maicol Clair, c'era da aspettarselo da una stirpe di Nephilim agguerriti come loro. Desideri veramente restare al Paradisium e frequentarlo?” chiese beffardamente un incappucciato restato in silenzio fino ad allora.

Si, lo voglio” rispose secca Sharon fissando gli uomini.

Allora dovrai superare una piccola prova, dovrai combattere contro il qui presente Daniel e sconfiggerlo, solo allora ti accoglieremo nella nostra città e scuola” sentenziò l'uomo col pizzetto biondo.

Un leggero sorriso si dipinse sul volto di Sharon e dopo qualche secondo di silenzio rispose “Ci sto”.

  
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