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Autore: EgoBrain    27/12/2013    3 recensioni
In un universo in cui le ore durano pochi istanti e millesimi di secondo appaiono a nostri occhi come frammenti d'eternità, scoprire di poter amare in un battito di ciglia spaventa più del solito. Eppure succede. Accade, ogni tanto, che in seguito ad un fugace incontro di sguardi, ci si accorga di non di non bastare più. Succede in luoghi come altri e non ci si accorge quasi mai della magia. Capita che gli universi che ruotano attorno a due persone, per ciò che potremmo definire un momento, si confrontino e si confondano. Non è una cosa da tutti i giorni, no.
Fu per un pretesto futile che si incontrarono.
Uno era un tatuatore, niente di così esilarante, pensandoci bene.
L’altro si limitava ad andare a scuola ogni mattina; una persona come tutte.
Ma le storie non sempre partono da particolari esilaranti per trasformarsi in qualcosa di indimenticabile.
A metà tra un ragazzo incasinato che ha un aspetto che gli chiude molte strade ma che ti mozza il fiato e un secondo ragazzo incasinato che si ostina a indossare una stupida coroncina di fiori fra i capelli c’è un abisso. Ma i ponti servono per questo.
Larry
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
 
Harry’s Point Of View
 
Stava seduto con un’inconsapevole grazia su una panchetta nera e lucida, la mani poggiate leggermente sui tasti bianchi e neri del pianoforte di fronte a lui.
Aveva capelli ricci e scuri che gli scendevano ai lati del viso squadrato ma morbido, trattenuti da una fascia a quadretti. La fronte era lasciata scoperta e il ciuffo che altrimenti l’avrebbe nascosta era fermato al di sotto della fascia. Indossava un maglione verde scuro e pantaloni neri attillati. Ai piedi portava degli stivali che osservati in un altro contesto sarebbero risultati inadeguati per un ragazzo, ma su di lui stavano insolitamente bene.
Teneva gli occhi verdi fissati su uno spartito, e spostava velocemente lo sguardo da un punto all’altro dei fogli, per studiarli e memorizzarli, mentre si passava la lingua sulle labbra rosse e screpolate a causa del freddo.
 
Inspirò piano e cominciò a muovere le dita sottili sui tasti del piano, facendo risuonare nell’aria i suoni che essi producevano. Era una melodia dolce e sicura.
Poi iniziò a cantare. Aveva una voce grave, potente e intonata, un po’ roca, ma piacevole.
Apriva e chiudeva piano la bocca per formulare le parole che si apprestava a cantare, e la sua voce si fondeva con la musica quasi fossero una cosa sola. Non c’era nessuno in casa, ed era quello il motivo per cui poteva dare sfogo ai suoi sentimenti e alla sua frustrazione senza dover seguire legittime ma estremamente irritanti regole di convivenza.
 
Sentì una vibrazione provenire dalla tasca dei suoi jeans. Era un messaggio.
“Sei pronto? Sto per arrivare a casa.”
Se era pronto? No, non lo era affatto.
Ripose lo spartito su un tavolino e chiuse il pianoforte.
Era teso, nervoso, agitato ed emozionato. Aveva paura.
Aveva deciso di farsi un tatuaggio, così, su due piedi.
Si buttò sul divano accompagnato da uno sbuffo.
Lo voleva davvero, ma leggendo il messaggio di Zayn aveva sentito un brivido percorrergli la schiena; avrebbe fatto male?
Sarebbe stato il suo primo tatuaggio, e non voleva che finisse in tragedia.
Zayn gli aveva assicurato che il dolore sarebbe stato relativamente facile da sopportare, e che era anche probabile che gran parte di quel dolore, sarebbe stato causato dalla semplice suggestione.
Non ne era molto sicuro, ma si era fatto forza e, deciso a voler dare una svolta alla propria vita, alla fine aveva chiesto all’amico di accompagnarlo a fare il tatuaggio nello stesso posto in cui questo si era fatto fare i suoi.
 
Un suono metallico proveniente dalla porta dell’appartamento lo riportò alla realtà e alzandosi si diresse verso la porta per aprirla, rivelando dietro di essa un ragazzo alto e magro, i capelli scuri come gli occhi, e un ciuffo tinto di biondo che svettava sulla fronte. Indossava dei semplici jeans neri, una maglietta leggera e una giacca di pelle, che gli donava un’aria da duro. Ai piedi portava delle Converse nere.
«Hey Haz!» lo salutò.
«Ciao Zayn» sussurrò guardando oltre le spalle dell’amico.
«È tutto ok? Sei pronto?»
«Sì, possiamo andare».
«Grandioso!» disse con entusiasmo. «Se hai preso tutto usciamo».
Harry annuì tirandosi dietro la porta di casa e lasciando che Zayn la chiudesse a chiave.
 
 
«Quindi ha deciso cosa vuoi farti tatuare e dove?»
«In realtà no. Deciderò all’ultimo momento, magari mi farò consigliare...» assunse per pochi secondi un’aria corrucciata, poi si schiarì la voce. «A proposito, com’è il tatuatore? È un uomo grosso e spaventoso, pieno di piercing e tatuaggi dappertutto? Io me li sono sempre immaginai così i tatuatori. Ed è uno dei motivi per cui non mi sono mai deciso a farmi un tatuaggio, effettivamente».
L’altro accennò a un sorriso che Harry in un differente contesto avrebbe definito malizioso.
Lo guardò con la coda degli occhi e sussurrò abbastanza forte perchè potesse sentirlo «Lo vedrai, Harry, lo vedrai...».
 
In una buona quindicina di minuti raggiunsero lo studio e Zayn vi entrò con passo sicuro, seguito da Harry, che si guardava intorno come un bambino curioso.
L’ingresso era abbastanza ampio e accogliente. Nell’angolo della stanza, all’ingresso, si trovava una scrivania abbastanza disordinata, dietro la quale sedeva svogliatamente un ragazzo biondo che poteva avere all’incirca qualche anno in più di loro.
I muri dovevano essere bianchi in origine, ma erano dipinti con grandi disegni colorati, simili a graffiti. Harry si trovò a constatare che il posto gli piaceva davvero tanto come primo impatto, e che il tremolio agitato che lo aveva accompagnato fino a quel momento era diminuito.
Sulle pareti erano appesi pannelli ricolmi di foto di tatuaggi e Harry si avvicinò per osservarli.
Sembravano davvero ben fatti e questo lo rassicurò ulteriormente.
 
Sentì Zayn che lo chiamava e notò che stava parlando con il ragazzo che aveva visto dietro la scrivania. Si diresse verso di loro e l’amico lo presento al biondo. Da vicino si accorse dei suoi occhi grandi e azzurri, del suo sorriso ironico e solare, degli svariati piercing che aveva sul viso e sulle orecchie e degli innumerevoli tatuaggi sulle braccia. Era davvero un bel ragazzo.
 
«Sei Harry?» chiese con disinvoltura.
«Sì» rispose questo abbassando lo sguardo.
«Sei venuto per farti un tatuaggio, no?»
«Sì».
«Hai già in mente qualcosa?».
«No» cercò di sorridere ma la tensione stava tornando a farsi sentire.
«Beh, allora avviso Louis» disse lanciando un’occhiatina divertita a Zayn. «Sarà lui a farti il tatuaggio, potrà darti qualche consiglio...».
Si voltò di schiena incamminandosi verso la porta dietro di lui; prima di oltrepassarla però si girò a guardare nuovamente Zayn e gli fece un segno con la mano che probabilmente significava “è tutto sotto controllo”.
 
Pochi minuti dopo il ragazzo biondo spuntò dalla porta con un gran sorriso stampato in volto.
«Louis è libero. Lo trovi nella stanza subito oltre questa porta, a destra. La stanza da cui stanno uscendo quelle due ragazze...» ridacchiò all’ultima frase. «Comunque mi chiamo Niall».
Harry osservo le ragazze uscire dallo stanzino con un’espressione scocciata in volto e andarsi a sedere su due delle tante sedie che costeggiavano i muri. Assunse un’espressione stranita.
Poi tornò a guardare il biondo. «Lo so. Me l’ha detto Zayn» sorrise.
«Immaginavo» disse continuando a sorridere. «Beh, vai, Louis ti sta aspettando».
Il ragazzo lanciò un’occhiata agitata a Zayn, e questo gli rispose con un sorriso di incoraggiamento.
«Dai, fatti forza, io ti aspetto qui».
Visto che non sembrava avesse intenzione si seguirlo, Harry si incamminò verso la porta ed entrò a testa bassa nello stanzino che gli aveva indicato Niall.
 
Sentì qualcuno trafficare con degli strumenti probabilmente del mestiere.
Alzò lo sguardo incuriosito, sperando con tutto se stesso di non trovarsi di fronte un omaccione inquietante, perchè fosse stato così probabilmente sarebbe corso via, in preda al panico.
 
Rimase piacevolmente senza fiato. Sorrise ed esultò mentalmente.
Il ragazzo che aveva di fronte era più basso di lui, indossava una t-shirt rossa e dei jeans neri attillati e arrotolati in fondo. Ai piedi portava delle Vans dello stesso colore della maglietta.
Aveva il braccio sinistro completamente tatuato fino al polso, mentre il braccio destro era quasi completamente vuoto.
La cosa che però notò per prima Harry, fu la sua bellezza quasi eterea, divina.
Aveva capelli corti e scuri, mossi e acconciati in un ciuffo laterale che non gli copriva la fronte e gli occhi truccati debolmente di nero. Le labbra erano sottili e chiare; aveva due piercing vicini e argentati nella parte destra del labbro inferiore e uno sempre argentato nella parte sinistra. Un piercing svettava nel punto più esterno del sopracciglio sinistro e due tunnel neri attiravano l’attenzione verso i lobi delle sue orecchie.
Era bellissimo, e avvicinandosi lentamente, quasi in trance notò i suoi occhi azzurri e intelligenti.
Si sentiva piccolo di fronte a lui, perchè ai suoi occhi appariva come un miraggio, un angelo.
 
Gli scivolò il cellulare che teneva stretto in mano e cadde per terra, aprendosi.
Harry fu costretto ad abbassare lo sguardo per rimettere a posto i pezzi del cellulare, e chinandosi sussurrò un flebile “oops” che però risuonò nell’aria ad un volume maggiore di quanto avesse previsto. Arrossì, anche in questo caso più visibilmente di quanto voluto.
Louis nel frattempo si era avvicinato a lui e si era chinato a terra per aiutarlo.
 
«Ciao» aveva una voce più lieve e dolce della sua ed Harry rimase sorpreso nel sentirla.
Alzò la testa e prese in mano la batteria del cellulare, che l’altro gli stava porgendo con un sorriso.
Cercò di non arrossire ulteriormente. «Ciao» rispose, alzandosi dopo aver riassemblato il cellulare e strofinando le mani sui suoi jeans per pulirli. Osservò l’ora sull’orologio che trovo essere appeso su una delle pareti della stanza. Erano passati solo due minuti da quanto era entrato e gli era sembrato che fosse passata un’eternità.
Tornò per pochi istanti a pensare al discorso che avevano fatto per strada lui e Zayn.
Louis non era certo un uomo grosso e spaventoso fortunatamente, ma era pieno di piercing e tatuaggi dappertutto, questo sì.
 
 
Louis’ Point Of View
 
Erano entrate due ragazze da pochi minuti e stava parlando con una di loro per mettersi d’accordo sul tatuaggio da farle. Voleva un banalissimo cuore rosso infilzato da una freccia nera e la scritta in corsivo “love” sotto di esso. Louis non aveva neanche bisogno di fare uno schizzo del tatuaggio, perchè centinaia di persone lo avevano già richiesto, e ormai lo sapeva quasi a memoria.
Stava per porgere il solito disegno alla ragazza, che lo guardava cercando di flirtare con lui, ma fu interrotto dal suono della porta che si apriva. Vide entrare Niall, con un sorrisetto sul volto.
«Scusate, ragazze, ma è arrivato un cliente che aveva preso appuntamento... ehm... prima di voi. Mi dispiace, ma dovreste tornare in sala. Riprenderete dopo il discorso» vide le ragazze alzarsi con un’espressione scocciata sul viso e dirigersi verso l’uscita, senza però oltrepassare la porta.
Niall allora si avvicinò a Louis in modo che sentisse solo lui.
«È arrivato il ragazzo che ho tatuato l’altro giorno e ha portato con sè un amico...» sorrise. «È un ragazzo bellissimo, ti piacerà» ammiccò scherzando e si voltò facendo finta di ignorare ciò che l’amico rispose.
«Smettila Nialler. Smettila di propinarmi tutti i ragazzi carini che vengono in studio, lo sai che sto male. E poi sono tutti così superficiali e stupidi! Tatua tu questo ragazzo e fammi finire il lavoro».
Naturalmente Niall, che stava solamente facendo finta di non ascoltarlo, tornò a girarsi verso di lui e sussurrò «vedremo» e questa volta si avviò verso la porta, precedendo nell’uscire le due ragazze.
Queste guardarono Louis ancora una volta, tentando inutilmente di volgergli uno sguardo sexy, e all’evidente disinteresse di lui uscirono parlottando.
Il bruno sbuffò portandosi una mano nei capelli e si alzò dalla sedia aspettando che questo fantomatico “ragazzo bellissimo” entrasse. Sperava di liquidarlo in fretta perchè non aveva proprio voglia di parlare con un ragazzo superficiale, come quelli della precedente settimana.
Erano stati uno paggio dell’altro.
 
Ammirava gli sforzi di Niall per tirarlo su di morale dopo il fallimento della sua relazione con Donnie. Ma non aveva intenzione di frequentare nessuno per un bel po’ di tempo.
Aveva paura di soffrire. Aveva paura di provare dei sentimenti. Aveva paura che si trasformassero in amore. Non voleva essere deluso un’altra volta. Non voleva essere usato. Non voleva soffrire per qualcuno, quando a quel qualcuno non importava nulla di lui, in fondo.
Aveva chiuso con l’amore per un bel po’ di tempo. Non credeva di averne bisogno.
Ma Niall continuava a dire che si sbagliava a comportarsi a quel modo.
Diceva che lui era un ragazzo fragile, che aveva bisogno di essere sostenuto e di sostenere.
È così. Tu hai bisogno di amare.
Era combattuto. La paura gli aveva riempito il cuore e offuscato la mente.
 
Sentì dei passi leggeri provenire dal corridoio e fissò il suo sguardo sulla porta, dalla quale pochi istanti dopo comparì la figura di un ragazzo apparentemente più alto di lui, che indossava un maglione verdone, dei jeans attillati e degli stivali da donna. Il suo viso era bellissimo.
Aveva capelli ricci, scuri, spettinati e trattenuti disordinatamente in una fascia.
Il ragazzo si avvicinò e Louis notò i suoi occhi grandi e verdi che lo scrutavano con evidente imbarazzo.
Le sue labbra erano rosse e carnose, e le sue guance erano tinte di una tonalità classica delle persone imbarazzate.
Si ritrovò a pensare che fosse il ragazzo più bello che avesse mai visto.
Sì maledì mentalmente per quel pensiero e distolse lo sguardo. Ma continuavano a vorticargli in testa pensieri come “Ommiodio, sembra un angelo” o “Voglio abbracciarlo, sembra così indifeso e dolce”. Era abbastanza stressante non essere d’accordo nemmeno con se stessi.
 
Il suono di un oggetto che cadeva a terra lo distolse dai suoi pensieri contorti e contrastanti.
Al ragazzo di fronte a lui era scivolato il cellulare di mano ed era caduto scomponendosi.
«Oops» aveva sussurrato ad un volume troppo alto per essere realmente considerato un sussurro, ma l’intenzione era quella.
Sorrise vedendo le guance dell’altro assumere, se possibile, un colorito ancora più imbarazzato.
Si avvicinò a lui per aiutarlo a raccogliere i pezzi.
«Ciao» disse per smorzare la tensione.
Gli porse la batteria del cellulare sorridendo mentre lui ricomponeva i pezzi e si alzava strofinandosi i jeans per pulirli.
Notò che le sue scarpe erano davvero da donna e sorrise lievemente.
Forse questa volta Niall aveva ragione. È bellissimo.
Non è vero. È come tutti gli altri, è solo più bello.
Ti sbagli. Guardalo, non è perfetto?
Sì, ma...

Tossì per scacciare via i pensieri che gli stavano vorticando fastidiosamente in testa.
«Piacere, Louis» disse sentendosi uno stupido.
«Harry» la sua voce era calda e grave, dolce e possente, ruvida e piacevole.
Harry.
Aveva un’incontenibile voglia di abbracciarlo.
«Accomodati pure».
Aveva un’incredibile capacità di nascondere le sue emozioni.
 
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Angolo dell'autrice:
Uff, ce l'ho fatta. Era da un po' di tempo che avevo in mente questa LONG.
Finalmente mi sono decisa a buttare giù qualche idea e a raccoglierle in un capitolo. 
Volevo solo aggiungere che con POV (Point Of View) come avrete notato non intendo un racconto scritto in prima persona, ma sempre restando in terza persona, è il narratore che analizza il punto di vista del personaggio.
Questa cosa penso rimarrà invariata nel corso dei capitoli. 
Detto questo spero che questo 'prologo' vi sia piaciuto, che vi abbia intrigato e che non abbiate trovato noiosa o lunga la lettura.
Naturalmente mi farebbe piacere che recensiste per rendermi partecipe di ciò che pensate a riguardo, che siano critiche, consigli o complimenti. 
Ringrazio già in partenza quindi chi recensirà, chi aggiungerà la storia in una delle raccolte, o chi leggerà soltanto (sempre se qualcuno farà anche solo una qualsiasi di queste cose).
Grazie a tutti e spero di riuscire a pubblicare almeno il primo capitolo entro la fine delle vacanze!
Alla prossima. 
 
 
 
  
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