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Autore: Aesir    27/12/2013    2 recensioni
[Le Guerre del Mondo Emerso - Le Due Guerriere]
Sfuggita per l'ennesima volta alla Gilda, persa nelle Terre Ignote, Dubhe è sola. Nella sua disperate ricerca di Sennar, si trova a interrogarsi sulle reali ragioni del suo agire, e se esse siano abbastanza salde da sostenerla nel suo cammino.
[DubheXBestia]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dubhe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In Fera Veritas'
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In Fera Veritas – It's The Fear

He who has a thousand friends has not a friend to spare,
And he who has one enemy will meet him everywhere.

- R.W.Emerson

Buio.
L'ennesima grotta che mi trovo davanti è nera come l'abisso, senza neanche un riflesso del sole ad indicarmi cosa possa trovarvi dentro. Ma non ho alcuna esitazione nell'entrare; perchè dovrei, in fondo? Sono due giorni che vago, smarrita in queste gole nelle quali sono entrata così fiduciosa. Sorridevo persino... lo faccio anche ora, ma è la disperazione a farmi stirare le labbra, non un pallido trionfo. C'è voluto molto poco a smorzare il mio entusiasmo: c'è poca luce e fatico ad orientarmi. Chi lo sa, magari fra qualche anno troveranno il mio scheletro spolpato ad un passo dall'uscita. E fa dannatamente freddo. Mi stringo nel mantello, tremando come una foglia, anche se il gesto non mi infonde alcun calore. D'altronde, se era scritto che dovevo ammalarmi, a quest'ora sarebbe già accaduto; e che paura può farmi un raffreddore, ormai? I miei problemi sono molto più gravi. Una spintarella contro lo sterno. Non un tentativo di liberarsi, non ci sta nemmeno provando: no, è un dannatissimo promemoria. Mi sta ricordando la sua esistenza.
Bastarda.

It awaits for the day
Will let it out
Give it a reason
To give its might

È la Bestia la mia unica compagna di viaggio, addormentata del suo leggero sonno dietro la gabbia delle mie costole. Dovrebbe essere rassicurante, in teoria: sono in compagnia della creatura che è stata con me da quando sono nata, che mi conosce meglio di chiunque altro. Descritta così, si direbbe il mio angelo custode. Fa ridere? A me no. Non è una compagnia piacevole, non mi intratterrà con aneddoti e battute e non si stenderà al mio fianco per riscaldarmi. Non è come quella di Lonerin, di cui mi sono tanto lamentata e che solo adesso mi rendo conto di quanto mi fosse d'aiuto. Alla fine, piuttosto dell'alternativa, preferisco pensare di essere sola: questo dovrebbe spaventarmi, dispersa come sono a mille miglia da casa. Eppure in questa solitudine sento una cupa soddisfazione. Peggio la solitudine che fare l'assassina, davvero ho detto questo? Il ricordo è pieno di irritazione per la bambina sciocca che ero, ma c'è anche tenerezza, e non riesco a scacciarla. Sì, ero sciocca. Ed ero innocente. Ora non lo sono più, e non ci sono possibilità che le cose ritornino com'erano; dovrò convivere con quella che sono ora, stando lontana dal resto degli esseri umani perchè il male che porto in me non li corroda. Ecco da dove viene quella strana soddisfazione: come nel mio rifugio fuori da Makrat, quell'antro umido che sapeva di muffa che chiamavo casa, qui posso essere me stessa: è una magra consolazione saperlo, ma, sperduta nelle Terre Ignote, non avrò bisogno di fingere. Potrò deporre le maschere che indosso in mezzo alla gente, per celare il mostro che sono. Ecco, l'ho detto. No, non sono sola. Io non sarò mai sola. Ma cosa sto diventando?

Fear of who I am becoming
I fear that I'm losing
The struggle within
I can no longer restrain it
My strength, it is fading
I have to give in

Silenzio. C'è solo silenzio attorno a me, rotto solo dai sassi che ogni tanto rotolano via e dal mio respiro, l'unica cosa che mi dice che sono ancora viva, che si spezza in ansiti quando il percorso si fa difficoltoso. Non dai miei passi: non riesco a sentirli, ovattati da anni di esercizio, soffocati da un mestiere che vorrei dimenticare. Faccio fatica a vedermeli, eppure avanzo, un piede dopo l'altro, senza nemmeno sapere perchè ne stacco uno dal suolo e l'appoggio davanti al secondo. Stai cercando la casa di Sennar per toglierti la Bestia dal cuore, mi dico, ma senza riuscire a convincermi a fondo.
La verità, mi sussurra una vocina fastidiosa e non invitata, è che lo stai facendo per poter dire di non aver lasciato nulla di intentato. Perchè l'inedia ti ucciderebbe. Sai di non avere speranze, Dubhe.
Sospiro e interrompo la mia marcia senza meta, sedendomi su un sasso. Mi prendo la testa fra le mani; la sbatterei contro la parete, se servisse a far tacere quella voce.
Zitta, rispondo. Non è vero.
Ma da qualche parte, dentro di me, sento che in realtà potrebbe benissimo avere ragione... anzi, è probabile che sia come dice. Ma per il momento... per il momento va bene così. Adesso è adesso, il domani si vedrà; la mia eterna filosofia di vita. Mi ci aggrappo come una disperata, perchè mi permette di ignorare le parole che mi vengono sussurrate all'orecchio, parole che mi invitano a chiudere gli occhi e lasciarmi andare, ma in questo momento mi sembra vuota come poche altre. Tieni la testa bassa e tira avanti, nulla di più. Non mi è stata instillata da nessuno, se non dal mio carattere e dalle esperienze che ho fatto: io... faccio fatica a pensare ad un 'dopo', quando – se – la mia maledizione sarà infranta, forse perchè per me c'è sempre stato solo un eterno presente, il futuro qualcosa di vago ed indeterminato come il cielo a cui gli uomini alzano lo sguardo in cerca di consolazione. Ma davvero rompere il sigillo mi darà la libertà?

It's the fear of the dark
It's growing inside of me
They won they will come alive
(Have to save)
To save my beloved,
There is no escape
'Cause my fate is horror and doom

Quando ancora ero una ladra, quando la mia vita era più semplice, mi viene da aggiungere, mi sono sorpresa a chiedermi: “Fino a quando?”, senza capire bene il senso della domanda, né perchè me la fossi posta. Era bella la mia vita quando simili questioni mi scivolavano giù dalle spalle con una scrollata.
Una stalagmite minaccia di decapitarmi, abbasso la testa, scansandola.
Adesso ad ogni bivio ho una strada da scegliere, e le imbocco a caso, senza pensarci troppo. Stai seguendo l'istinto, Dubhe, mi dice quel poco di ottimismo che ancora non è evaporato. Peccato che ogni suo tentativo di tirarmi su sia così sciocco e banale da aver il solo risultato di deprimermi maggiormente. Rido. Bell'istinto che mi ritroverei, se fosse così. No, mi sono persa e sto vagando senza meta particolare, cercando un'uscita ma senza sforzarmi più di tanto. Lì davanti c'è un sasso, mi ci siedo con un sospiro. Forse... forse sono state le esperienze a cambiarmi, vedere qualcosa di nuovo rispetto alla routine a cui ero abituata, fatta di riposo, viaggi nei bassifondi, libri da leggere, pozioni... e l'occasionale lampo di eccitazione che mi portava un colpo. Ma anche questo presto svaniva. Mi rendo conto di quanto stanca fossi – di quanto stanca sono ancora.
Stanca di che? Di tutto. Della solitudine, dell'eterno peregrinare, della mia vita. Di agire come mi impongono le circostanze, di muovermi come se fossi manovrata, di andare avanti spinta solo dal mio desiderio di sopravvivere. Come finivano le Cronache del Mondo Emerso? Sennar diceva che tutto è un circolo, no? Strano come sia vero anche per me, la piccola ladra: quanto queste grotte mi ricordano i corridoi della Gilda, quanto la Bestia nel mio petto rammenta il mio fato. È un'illusione, e non ho bisogno di sentirmelo dire, grazie: l'aria fredda è tersa che spira in queste grotte è ben diversa dall'onnipresente tanfo di sangue che dominava ogni angolo della Casa... sangue di innocenti versato in onore di un dio maledetto: ecco a cosa serve la fede.

Hold down your head now
Just let me pass by
Don't feed my fear
If you don't want it out

Le sfumature del buio: come ladra dovrei conoscerle bene. Invece continuo a stupirmi di come il nero non sia semplicemente nero, ma si scomponga in centinaia di toni a cui l'uomo non s'è preso la briga di dare un nome. O magari l'ha fatto e non mi sono mai informata a riguardo. Così cammino, avanzando a tentoni, mentre attorno a me ci sono solo tenebre.
Hai paura del buio, Dubhe?
No, mai. L'oscurità è amica di quelle come me. L'oscurità è un manto, l'oscurità mi ha dato una casa quando non ne avevo nessuna, mi ha protetto quando non avevo nessuno che lo facesse. E nel contempo ha richiesto il suo pedaggio: avvolgendomi, l'oscurità ha consumando la mia anima mortale, sacrificando tutto il bene che c'era in me; come, come hanno potuto quei seppur maledetti dei essere così crudeli?
Le rocce sono umide e bagnate, viscide di muschio. Una parte di me mi informa che probabilmente in inverno qui deve scorrere un fiume sotterraneo. Non morirò di sete, almeno. Di fame, forse. Non so quanto durerà il poco cibo che ho con me. Mi palpo il fianco, sentendo le costole sporgenti; per un attimo mi rammarico di essere così magra, ma dopotutto se non lo fossi sarei stata bloccata metri – chilometri? – prima. Non so quante volte mi sono dovuta mettere di profilo per entrare in una fenditura, camminare a quattro zampe o trattenere il respiro e tirare indietro la pancia, con il mio seno praticamente inesistente che strusciava contro la roccia. Proprio, mi viene da pensare cinicamente, se non fossi così magra non sarei arrivata qui. E magari non mi sarei persa.

I fear for who I'm becoming
I feel that I'm losing
All beauty within
I can no longer restrain it
My strength it is fading
I have to give in

Come posso pretendere di continuare a prendere in giro me stessa? Anche se il sigillo venisse spezzato, è una vita intera che se n'è andata, e questa nessuno potrà restituirmela. Mi sfioro il palmo delle mani, dove ci sono le cicatrici che mi connotano come membro della Gilda. Dovrò tenermi questi segni fino alla morte, ogni giorno a ricordarmi chi sono – chi ero, chi sarò. Almeno i capelli mi sono ricresciuti, ma in questo dedalo di gallerie non è una gran consolazione: sono perennemente umidi, e non è una cosa molto salutare, qui al freddo. Starnutisco di nuovo. Che mi stia davvero ammalando? No, il naso è secco e la fronte mi sembra calda, ma dato che poggio in continuazione le mani su queste rocce gelide, è quasi ovvio che siano fredde in confronto.
Alcune di queste grotte sono piene di cristalli, alcuni dei quali riflettono luci che non sono in grado di scorgere, o brillano di una luminescenza propria: ho trovato una caverna piena di quelli che sembravano smeraldi, topazi, rubini. Per un attimo ho considerato l'idea di scalzarne qualcuno con il mio pugnale, ma a cosa sarebbe servito? La ragazza di un tempo l'avrebbe fatto, magari quelle pietre le avrebbero regalato altri tre, quattro mesi di peregrinazioni, ma adesso mi sono perfettamente inutili: la mia cura non si può comprare a nessun prezzo. La vita mi sembra molto più preziosa: incredibilmente ce n'è anche in queste gallerie prive della luce del sole: ragni trasparenti dalle lunghe zampe, onischi e creaturine così. Forse non troverò mai l'uscita di questo sistema di grotte e morirò di stenti qui dentro, ma il pensiero che almeno il mio corpo servirà a sostenere questa schiera di animaletti è di lieve conforto. Macabro quanto si vuole, ma per una la cui vita è stata all'insegna dell'inutilità, il pensiero di essere utile una volta morta non è così male. Guarda come sto cadendo in basso...

It's the fear of the dark
It's growing inside of me
They won they will come alive
(Have to save)
To save my beloved,
There is no escape
'Cause my fate is horror and doom

All'improvviso, scorgo una luce dinnanzi a me. Chi sia finalmente arrivata alla fine di queste gallerie? Incapace di contenere l'eccitazione, mi metto a correre. So che non dovrei, francamente mi sento anche un po' ridicola, ma ora come ora l'unica cosa che voglio è uscire di qui, respirare di nuovo l'aria fresca della superficie. Corro, e sento il rumore dei miei passi, ognuno dei quali mi porta più vicina a quella...
Luce.
Cristalli. Come quelli di prima, ma stavolta dagli illusori colori del bianco, del giallo e dell'azzurro che combinandosi mi hanno illusa. E una cascatella che precipita dritta in una polla. La torcia sfugge dalle mie dita, incapaci di trattenerla, sfrigola nell'acqua e si spegne. La prima lacrima infrange la perfezione della pozza, e nemmeno la sento scivolare giù per il viso. Seguono molte altre, e nemmeno a queste faccio caso, troppo impegnata a sfogare la mia rabbia verso il destino, gli dei, il mondo, tutto quanto. Non so, a differenza di come si potrebbe pensare, quale strano istinto mi spinga a compiere il successivo gesto.

Long ago it came to me
And ever since that day
Infected with its rage
But it ends today.

Un passo dopo l'altro – passi piccoli, misurati, ben diversi dalla corsa frenetica di poco prima – mi avvicino alla polla. Il delicato scrosciare della cascata sembra una voce che mi chiama, che mi invita ad immergermi. Più mi avvicino, più la bellezza di questo posto mi travolge, finchè la rabbia non evapora, e restano solo tristezza e depressione a spingermi avanti. Malinconicamente, immergo la mano nell'acqua, ammirandone la trasparenza e la limpidezza, mi chino a berne un sorso; ha quel gusto speciale che si sente solo nelle sorgenti di alta montagna. Le luci dei cristalli si riflettono sulla mia pelle, ma poco sotto la superficie la tenebra è assoluta. La guardo incantata; se dev'essere l'ultima cosa che vedrò, almeno che possa godermela come si deve. Scivolo in avanti. Non so, non riesco a capire se mi sono sbilanciata troppo o se fosse il mio corpo a spingermi. Potrei frenare la caduta, ma non lo faccio. Il mio corpo scivola piano nella polla, e il movimento si disegna con grazia nella mia mente. Tutto sembra rallentare, acquietarsi. L'acqua attutisce i suoni, dilata le immagini; mi avvolge, mi ingloba e mi protegge, avvicinandomi a quell'oscurità che bramo. Voglio sentimi al sicuro un'ultima volta nel suo abbraccio, assieme a colei che non mi ha mai abbandonato, restando al mio fianco da quel giorno di otto anni fa. L'acqua si raffredda sempre di più, ormai le mie vesti devono essere impregnate, perchè non è più necessario muovere braccia e gambe per contrastare la spinta che vuole riportarmi in superficie. E io sono in pace. La Bestia tace, immobile: in questo luogo non c'è posto per lei. Finchè sarò qui, le scelte dipenderanno solo da me stessa. Il freddo si trasforma in un assurdo calore, i sensi mi sembrano acuiti. Quale scelta migliore del lasciarmi andare? Porrei fine a tutto: una vita che non ha portato altro che morte, un corpo che ospita un demone, un legame che non tollero. In un attimo, riprenderei il controllo del mio destino.
Inspiro.

It's the fear of the dark
It's growing inside of me
They won they will come alive
(Have to save)
To save my beloved,
There is no escape
'Cause my fate is horror and doom



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Finalmente riesco a completare la serie con una one-shot ispirata a "Le Due Guerriere"; le precedenti sono In Fera Veritas - Stand My Ground e In Fera Veritas - The Truth Beneath The Rose .
Le lyrics sono tratte da "It's The Fear" dei Within Temptation.
Ringrazio chiunque la leggerà e... se la storia è stata di vostro gradimento, altrettanto lo sarà una recensione per l'autore ^ ^ !
   
 
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