Sono in cucina. Con mamma e papā. Festeggiamo. Oggi č il venticinque dicembre. E' Natale. E tutto č perfetto. Sono sola nella sala da pranzo. L'albero che č di fronte a me č enorme. Io e mamma lo abbiamo sistemato per papā. E' sempre arrabbiato, lui.

Alzo le spalle e mi poi mi rimetto in piedi. Scarto il mio regalo. Apro il pacchetto per poi ripiegare con cura la carta rossa e verde. Mi giro e osservo il regalo. Un sorriso mi spunta sul viso. E' una bambola. La bambola che mi avevano promesso. Salto e rido da sola, faccio per andare in cucina dai miei quando sento delle urla e delle grida.

Di nuovo i miei genitori stanno litigando. Questa volta perō, non mi preoccupo. Papā ha detto che se faccio la brava giocherā con me. Solo io e lui, che la mamma ha da fare.

Ignoro come di consueto le urla. Mi richiudo nel mio mondo. Osservo il mio nuovo completino. Studio ogni filamento, ogni colore. Ho una gonna che arriva al ginocchio. Scozzese. E' larga e svasata. Me l'ha regalata la mamma per i miei sette anni. Al di sopra ho aggiunto una camicetta bianca con giacca coordinata. La mamma ha detto che devo essere bella cosė papā non si arrabbia.

Mi tocca i capelli lisci e biondi, che ho lasciato sciolti per loro. Li porto indietro, mentre un tonfo viene dalla cucina. Non mi muovo. Ho paura anche se so che non dovrei. Sento la voce della mamma, č triste. E' sempre triste. Lo č sempre.

Spero ardentemente che finiscano di litigare. Di solito papā le prende un bel regalo ogni giorno, dopo che torna da lavoro. La mamma sorride, ma sembra sempre triste. Non capisco.

La settimana scorsa č venuta una signorina a casa. Papā era tutto gentile. Si sono anche abbracciati, ma appena la mamma č entrata papā si č arrabbiato e lei si č fatta triste triste. Io mi sono nascosta. Non volevano mi vedessero. Ho visto papā spingere la mamma in cucina e tornare dalla ragazza.

Non capisco perchč entrambi si sono rabbuiati. Dopotutto, era solo una ragazzina. No?

Alzo le spalle e porta la mano al viso. Sono stanca. Quando viene papā? Sento che di la č sceso il silenzio. Sorrido. Forse hanno fatto pace.

Corro alla porta e la spalanco. Sgrano gli occhi per tutto ciō che mi circonda. Ho paura, ma poi vedo papā. Lui sgrana gli occhi e si alza da una specie di massa informe. Tutto intorno č rosso, quasi come se fosse stato spruzzato del pomodoro sulle pareti.

“Piccola, vieni da papā” Non so perchč, ma faccio un passo indietro. Il tono di mio padre non mi piace. Cerco con lo sguardo la mamma. Sento una voce flebile. La trovo. Era quella cosa informe. Le lacrime salgono agli occhi.

“La mamma... sta male?” Chiedo facendo un passo in avanti. Scivolo perō su qualcosa. Finisco a quattro zampe a terra. Mi imbratto tutto con qualcosa di viscido, la sostanza rossa. Bleah.

“Puzza... non sa di pomodoro” Alzo lo sguardo su papā. Ha uno sguardo strano. Un luccichio li passa negli occhi.

“Si che č pomodoro. Io e la mamma stiamo giocando. E ora giochiamo anche io e te” Mi dice papā. Rabbrividisco. Alzō lo sguardo.

“Gi...giocare papā?” Lui annuisce e si avvicina. Io cerco di andare via, ma non riesco. Con la coda dell'occhio vedo la mamma. Una lacrime scende. Sta male. Lo vedo e lo sento.

“Papā.... la mamma... male... lei....” Non faccio in tempo a dire altro a papā che qualcosa mi fa male. Sento un dolore alla pancia, forte forte. Tremo e mi stringo a lui piangendo apertamente. So che non devo piangere perchč ormai sono grande, ma fa tanto male.

“Papā... male... aiuto...” Lui mi accarezza il viso.

“Tranquilla bambina. Ora tutto passa.” Io annuisco. Mi fido di papā. Lo fisso. Piango, ma prima che possa dire altro tutto si fa nero.  


***


La metto negli horror. Spero piaccia. Grazie a tutti ^_^