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Autore: michaelgosling    27/12/2013    2 recensioni
1935. Una bambina olandese di nome Henny viene mandata a vivere in America perchè in pericolo: sebbene non sia qualcosa a cui Hitler è contrario rischia molto per via di qualcosa di segreto che riguarda il padre.
1947. Henny si ritrova ad essere testimone di una serie di omicidi: è l'inizio di una catena di eventi riconducibili a quel segreto a lei nascosto per anni e che la porteranno ad essere nuovamente in pericolo.
Si svelerà mai questo segreto? E perché qualcuno la vuole morta?
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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4 CAPITOLO 28. BIONDE O BRUNE?

Colton conobbe Marianne non appena ritornò in America, dopo aver passato i suoi anni migliori, gli anni in cui si passa dall'adolescenza all'età adulta, in guerra.
Marianne era sempre stata bellissima: aveva dei lunghi capelli biondi come il sole e gli occhi grandi e chiari.
Fisicamente era perfetta, con un corpo perfetto.
Sempre curata, sempre ordinata, sempre truccata, sempre composta.
Colton non era brutto, ma non era neanche bello.
Lei era molto più bella di lui obiettivamente, ma su una cosa Carson aveva ragione.
La sua bellezza esteriore era direttamente proporzionale alla superficialità del suo carattere.
Era sempre stata interessata a Colton solo per il suo conto in banca, ed era anche per questo che le stava bene di non essere toccata dal suo fidanzato.
Le stava bene di non avere figli.
Le stava bene di "essere fidanzata" con lui solo teoricamente, anche se di fatto non stavano mai insieme e dormivano addirittura in stanze separate quando passavano la notte sotto lo stesso tetto.
Benchè Marianne sembrasse stupida non lo era, e in Colton aveva visto un'opportunità.
L'opportunità di vivere bene per tutta la vita, senza doversi preoccupare dei soldi.
Solo questo.
In Colton non aveva visto un uomo, ma un conto in banca.
D'altra parte, neanche quest'ultimo era stupido, e sapeva benissimo cosa pensava Marianne, ma non gli importava.
In guerra, nei pochi momenti di relax, aveva discusso con i suoi compagni delle donne.
Alcuni di loro avevano già una donna che li aspettava, mentre altri si facevano trasportare dalla fantasia, che li aiutava ad andare avanti e a farsi coraggio.
Colton si trovò molto a disagio: lui non aveva nessuna esperienza sull'argomento.
Non aveva mai avuto una storia.
Non aveva mai baciato una donna.
Era sempre stata una sua scelta, ma in quei momenti non sapeva cosa dire.
"Tu hai una donna che ti aspetta a casa?" chiedeva qualcuno.
"Qual'è il tuo tipo di donna? Quali ti piacciono?" chiedere qualcun'altro.
Alla prima domanda, Colton faceva cenno di no con la testa, mentre per la seconda riuscì a trovare una risposta, anche se ci dovette pensare per un po'.
Ritornò indietro nel passato, e si ricordò di Jenny.
Jenny era una ragazza per cui aveva una piccola cotta quando aveva quattordici anni, mentre frequentava il liceo.
Era bionda, occhi chiari, ordinata, composta.
Come Marianne.
Colton non le disse mai nulla, anzi, fu lei a fare la prima mossa sperando che lui avrebbe fatto altrettanto, e invece il giovane non aveva detto nulla e cambiò scuola per dimenticarla: non ci mise molto, quindi non doveva essere una cosa seria.
Già allora si era promesso di non aprire il suo cuore a nessuno.
Di non fidarsi più di nessuno, per non essere ferito.
Rispose così ai soldati.
"Mi piacciono le bionde. Ordinate. Che si curano."
Come Marianne.
Ma ora le cose erano cambiate.
Ora riusciva a toccare le persone, le donne.
Poteva.. poteva avere una vita normale con lei.
Quel genere di vita che hanno tutte le coppie.
Andrà tutto bene.
Lei sarà contenta.
Per te e per voi.
Così gli aveva detto Henny, ma lei non conosceva Marianne.
Non la conosceva affatto.
Colton era speranzoso: in fondo stavano insieme da un po'.
Forse lei non lo amava, ma un minimo di affetto lo provava... forse.
Con fare riluttante, il detective avvicinò delicatamente la sua mano a quello della ragazza, ma non appena si sfiorarono, lei la ritrasse prontamente.
Come se non fosse abbastanza, si alzò dal tavolo e se ne andò in camera.
Per Colton quello fu un vero colpo al cuore.
Uscì di corsa, sbattendo la porta.

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Non appena vide Carson e Douglas andargli incontro, Harvey li raggiunse sventolando in aria un pezzo di carta.
"Ci siamo!" mormorò a fatica, come se avesse fatto una lunga corsa.
"Cos'hai scoperto?" chiese Carson, guardandosi intorno.
"Sai dove sono?" chiese Douglas.
"Ehm... no."
"E allora cosa?"
"Hanno parlato della loro tana parlando in codice. Se risolviamo questo codice, scopriamo dove sono."
"Beh, che aspetti? Risolvilo!" mormorò con tono impaziente Carson.
"Non sono mica un mago! Vediamo voi se ci riuscite!"
"Qual'è il codice?"
"P S 452."
"E che diavolo è?"
"Speravo lo sapeste voi. Ma... scusate... è una mia impressione o Mister Simpatia non si vede da un paio di giorni?" fece in tono sarcastico Harvey, alludendo a Colton.
"E' vero. Che fine ha fatto?" chiese Douglas a Carson.
"E cosa ti fa pensare che io lo sappia?"
"Sei il suo partner!"
"Sì, ma ci vediamo solo sul lavoro. Nel caso non te ne fossi accorto, io e Colton siamo un tantino diversi."
"Forse è da Henny."
"Da giorni? Non credo proprio. E se fosse stato così, si sarebbero già ammazzati."

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"Tu... tu avevi detto che avrei fatto bene! Che le cose sarebbero migliorate!"
"E ne ero convinta! Mi dispiace, Colton. Qualunque donna avrebbe apprezzato una cosa simile, e se lei non lo apprezza, significa che non ti merita."
Colton andò avanti per mezzore, forse ore, a urlare e ad arrabbiarsi.
A sfogarsi.
Poi crollò.
Si mise in un angolo e iniziò a piangere.
Henny gli si avvicinò, e anche se lui gliele aveva appena dette di tutti i colori, gli prese delicatamente la mano e gli disse che le era venuta un'idea.
Gli disse che conosceva tanti giochi a cui aveva giocato da bambina.
Giochi con cui Colton non aveva mai avuto a che fare, visto che è diventato adulto prima di godersi l'infanzia.
La ragazza, con estrema pazienza, gli spiegò come si giocava a nascondino e ad acchiapparella, e giocarono ad entrambi, come due bambini di dieci anni.
Per Colton era la prima volta, e anche se la sua testa gli diceva "Fermati. E' un gioco per bambini e tu non sei più un bambino. Comportati da adulto", il suo cuore gli diceva "Perchè diavolo non l'hai fatto prima? Non ti rendi conto che stai ridendo e ti stai divertendo come non mai?".
Comunque sia, per la prima volta nella sua vita, la prima in assoluto da quando i suoi genitori erano morti, ignorò la testa.
Passò tutto il pomeriggio con Henny a scherzare e a ridere come due bambini, tanto che quando fu sera, Colton era troppo stanco per guidare e per tornare a casa, così restò lì.
Dormì nello stesso letto in cui dormì Henny, ma non fecero nient'altro.
Dormirono e basta.
Erano entrambi girati sul lato destro del letto, e Colton tenne per tutta la notte la testa appoggiata alla schiena della ragazza, e con le braccia la teneva stretta a sé.
Poco prima di addormentarsi, il detective continuava a ripetersi ripetutamente, in maniera quasi ossessiva, "mi piacciono le bionde, ordinate e curate, non le brune disordinate e negate in cucina. Mi piacciono le bionde, non le brune. Quindi non mi piace Henny. Non mi piace Henny."
La verità era che iniziava ad essere seriamente spaventato dalle emozioni positive che gli procurava quella ragazza, e dalla morsa allo stomaco che sentiva quando pensava di lasciare quella casa e.. lei.
"Nella peggiore delle ipotesi... mi allontanerò da lei così me la dimenticherò. Come ho fatto con Jenny." pensava, anche se ignorò un piccolo particolare.
Per Jenny aveva una cotta, e di certo non era la stessa cosa che provava per Henny.
Chiuse gli occhi e si addormentò avvicinandosi ancora di più a lei in modo rilassato, ignorando che si stava innamorando.

ALLORAAAAAAA.... VISTO CHE NON SONO RIUSCITA AD AGGIORNARE PRIMA, VI HO FATTO UN CAPITOLO LUNGHINO, CHE SPERO VI SIA PIACIUTO. NON L'HO RILETTO, MI DISPIACE, MA NON NE HO IL TEMPO, QUINDI PERDONATEMI SE TROVATE DEGLI ERRORI :P FATEMI SAPERE SE VI E' PIACIUTO! CIAOOO








  
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