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Autore: sakuraelisa    28/12/2013    0 recensioni
Ecco una piccola one shot natalizia, potete leggerla liberamente ma se leggete anche le due storie che sono riferite a questa è anche meglio, comunque buona lettura :)
Genere: Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Our first Christmas with ours angels
 
 
Kurt non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe cambiata così tanto in due anni. Prima il suo incontro con Blaine, l’amore della sua vita e con la piccola Melanie che ogni volta che lo chiamava papà lo faceva sussultare di gioia. Quando si sposò in quella mattina di Settembre era davvero certo che non sarebbe stato più felice di così ma si sbagliava, perchè quando il piccolo Brian entrò nelle loro vite, era felice ogni minuto del giorno, suo marito lo riempiva di gioia e lo faceva sentire l’uomo più fortunato del pianeta,  ma quello che
rendeva la sua vita meravigliosa era tutta la sua famiglia, la sua amata famiglia che lo amava incondizionatamente.
Quella mattina si svegliò di soprassalto sentendo il suo piccolo angelo piangere, aprì gli occhi e se li stropiciò con le mani, non aveva proprio voglia di alzarsi, diede una gomitata a suo marito che dormiva profondamente affianco a lui.

“Blaine? Blaine su svegliati, tocca a te.”

Suo marito ancora addormentato, Kurt si svegliò del tutto e si alzò sui gomiti, si girò verso di lui e si soffermò ad osservarlo. Era così bello quando dormiva, i suoi occhi rilassati, il suo sorriso meraviglioso anche mentre riposava e quelle sue guanciotte soffici, e le sue labbra che erano così invitanti. Si sporse verso di lui e gli baciò una guancia, cercando di svegliarlo.

“Amore? Su svegliati…”

Lo sentì mugugnare qualcosa e qualche secondo più tardi lo vide aprire gli occhi.

“Ciao” Sussurrò Blaine a bassissima voce.

“Amore lo senti piangere? Tocca a te.”

Blaine sorrise e con un dolce broncio chiese a suo marito se per stavolta poteva andare lui a coccolare il piccolo Brian.

“Blaine ....”

“Ti prego?”

E Kurt non riuscì a resistere a quei occhi, erano la sua debolezza, erano il motivo per quale Blaine era in grado di fargli fare quello che voleva.
Si sporse ancora e lo baciò di nuovo.

“Ok” Lo sentì sussurrare.

Blaine gli sorrise e tornò a dormire, Kurt si alzò, prese la vestaglia dalla poltrona vicino alla finestra e la indossò poco prima di uscire dalla stanza.
Passò dalla camera di Rachel, socchiuse leggero la porta e controllò che la sua amica dormisse ancora, che non fosse stata svegliata dal pianto di Brian, quando vide che stava ancora dormendo chiuse piano la porta.
In poco tempo arrivò alla cameretta del bambino ed entrò lentamente all’interno senza fare rumore.
Sentì ancora il piccolo Brian che si lamentava, si avvicinò alla culla e lo prese in braccio appoggiandolo dolcemente sul braccio sinistro e accarezzandolo con amore con l’altra mano la sua guancia.

“Su, su amore smetti di piangere.”

Si specchiò nei suoi occhi e non si sa come ma smise di piangere tra le sue braccia, Kurt lo strinse ancora piu forte.

“Sei proprio un bravo ometto.” Gli sussurrò avvicinando il volto al suo e lasciandogli un dolce bacio sulla fronte.

Si sorrisero, da quando aveva scoperto che il piccolino che teneva in braccio sapeva sorridere, ogni volta che succedeva era un evento tutto speciale.
Lo prese meglio e gli poggiò la testolina sulla spalla, si avvicinò al fasciatoio dove lo depose facendo attenzione e lo cambiò. Gli piaceva prendersi cura di lui, amava farlo sentire al sicuro e amato. Era un po’ come Blaine, si comportava con lui, lo aveva sempre trattato con il massimo rispetto e amore, lo aveva fatto sentire amato ogni giorno da quando si erano conosciuti, lo faceva sentire speciale ogni minuto che passavano insieme. Era cosi fortunato.
Dopo averlo cambiato, lo prese nuovamente in braccio e prese una copertina dalla culla per poterlo coprire e non fargli sentire freddo. Insieme uscirono dalla stanza per andare in cucina dove Kurt gli avrebbe preparato il latte per farlo riaddormentare, poco prima di raggiungerla sentì un rumore provenire dal salotto. Si avvicinò e notò che Melanie era seduta vicino all’albero di natale con le ginocchia al petto.

“Tesoro? Tutto bene?” Le chiese raggiungendola.

La bambina si mosse e si girò subito verso di lui.

“Ciao papà…” Sussurrò non aspettandosi la sua comparsa.

Kurt si accorse subito che stava piangendo, e che con la mano aveva cercato di mandare via quelle calde lacrime precipitate sul viso.
Si sedette sul divano con Brian tra le braccia, cercando di muoversi piano per non farlo svegliare.

“Eccoci qua amore.” Gli sussurrò baciandogli una guancia.

Melanie notò subito quel gesto ma non disse nulla, si limitò ad andare vicino a lui sul divano e a guardarlo aspettandosi lo stesso gesto, che purtroppo per lei non arrivò.

“Come mai sei sveglia?” Gli domandò Kurt prestando ancora la sua attenzione al piccolo Brian, senza rendersi conto che forse questo
poteva offendere Melanie seduta di fianco a lui.

“Non riuscivo a dormire.”

“Lo sai che le bambine belle devono dormire se no Babbo Natale non passa.” Le disse voltandosi con un sorriso che si spense appena si
specchiò nei suoi occhi celesti.

“Hey piccola che succede?” Gli sussurrò cercando di avvicinanarsi stando sempre attento all’angioletto tra le sue braccia.

“Non voglio che babbo natale arrivi.”

“Che vuoi dire?”

“Non sono stata una brava bambina papà.” Rispose lei ricominciando a piangere.

“Vieni qua.” Disse risoluto Kurt allungando una mano e attirandola verso di se.

Melanie si avvicinò fino a poggiare la testa sulla sua spalla e lui riprese Brian correttamente, fortunatamente era un bambino tranquillo e non si svegliava facilmente.

“Su, su fatti dare un bacio.” Disse baciandole la guancia.

Lei si lasciò cullare da quella carezza che tanto bramava e si accucciò di più al corpo del suo papà

“Me lo dici perché pensi di non essere stata una brava bambina?”

Lei non rispose e Kurt non volle essere invadente, si limitò a baciarla di nuovo, sulla fronte, sulle guance e poi sfiorò le sue labbra. Con questo ultimo gesto intravide un piccolo sorrise e si poté ritenere soddisfatto.

“Su amore adesso andiamo a letto, così possiamo riposare qualche ora prima di doverci alzare, oggi andiamo alla pista di pattinaggio ricordi?” Le sussurrò poco prima di alzarsi in piedi.

Lei annuì.

“Su amore dammi il braccio visto che non posso prenderti la mano così ti accompagno alla tua cameretta.”

“Come una bravo cavaliere?”  Gli domandò sorridendo finalmente e prendendogli il braccio.

“Per la mia principessa questo e altro.” Gli rispose Kurt.

E insieme si incamminarono e lasciarono il salotto, Kurt accompagnò Melanie nella sua stanza e la mise a dormire augurandole un buon riposo con un dolce bacio sulla fronte. Lasciò la sua stanzetta e ritornò nella propria dove trovò suo marito ancora nel mondo dei sogni, si avvicinò al letto e depose gentilmente il piccolo Brian nel mezzo, si levò la vestaglia che depose nella stessa poltrona di qualche tempo prima e si coricò al suo fianco, portando un braccio intorno a lui e stringendolo al suo petto, e infine prese la coperta con cui coprì entrambi.
Qualche ora più tardi Blaine sentì la sveglia suonare, le sette in punto, e si svegliò, si stropicciò gli occhi con una mano e li aprì, la prima cosa che vide quella mattina, lo fece sorridere anche se questo capitava ogni volta che si svegliava vedendo suo marito vicino, la cosa bella è che a quell’angelica visione si era aggiunta una figura che stava diventando importante e che faceva già parte del suo cuore, il piccolo Brian.
Posò leggera una mano sul suo visino, e con le dita gli accarezzò la piccola testolina, fortunatamente per lui non si svegliò. Rimase un po’ ad ammirare i suoi tesori, mancava solo la piccola Melanie.
Quando suo marito si svegliò e vide che lo stava fissando gli sorrise come se fosse una bella magia.

“Da quanto tempo mi guardi?”Gli domandò dolcemente.

“Da tutta la vita.” Gli rispose Blaine sorridendo.

Suo marito scoppiò a ridere.

“Come sei smielato di prima mattina.” Disse.

“Mi ami anche per questo? Spero ovviamente.” Ribatté Blaine senza perdere il suo sorriso.

Kurt stando bene attento a non schiacciare il piccolo Brian, si alzò sui gomiti, si sporse e baciò suo marito. Un semplice tocco ma era qualcosa che come sempre fece  battere forte i loro cuori.
Si sdraiò di nuovo e prese tra le braccia il piccolo brian posandolo sul suo petto aspettando una mossa da suo marito che non tardò ad arrivare.
Non ci volle molte che Blaine si sdraiò vicinissimo a loro e portò la sua mano, forse un po’ troppo grande sulla schiena del loro bambino per poterla sfiorare e poggiarci leggera la mano cercando di non svegliarlo e non di fargli male.

“Sento il suo cuore che batte…” Sussurrò.

“È così piccolo.” Rispose suo marito.

“Così sembra, ma ha già due anni e otte mesi il nostro ometto.”

“Lo amo tanto anche se è con noi da poco tempo.” Continuò Kurt.

Blaine si alzò un pochino poggiandosi sui gomiti e lo baciò di nuovo.

“E io amo te ogni giorno di più amore.”

Kurt rispose al bacio e per un minuto che a loro parve lunghissimo si lasciarono andare almeno finchè non sentirono che il loro bambino si era svegliato sotto di loro e che stava iniziando a fare i capricci.

“Su su piccolo, adesso bacio anche te.” Gli disse Blaine giocoso.

Si abbassò e lo baciò sulla guancia, si alzò del tutto mettendosi seduto e lo prese in braccio sollevandolo dal petto di suo marito, gli fece poggiare la testa sulla sua spalla, gli toccò la schiena e con le dita fece dei movimenti circolari per farlo calmare.

“Su smetti di piangere adesso.”

Kurt li guardava ammirato dalla sua postazione, non poteva credere che tutto quello fosse suo, che quelle meravigliose persone lo amavano, che poteva dire a voce alta di avere una famiglia che lo amava.
Qualcuno bussò alla porta e loro subito si voltarono vedendo la piccola Melanie che era restia ad entrare nella stanza, entrambi notarono subito che era triste per qualche motivo ma non sapevano quale.

“Volevo sapere se eravate svegli.” Disse a bassa voce.

Kurt e Blaine si guardarono nello stesso istante cercando di dirsi con gli occhi cosa affligesse la loro bambina, fu il primo a distogliere lo sguardo e a rivolgere a lei la sua attenzione.

“Certo che lo siamo tesoro, su vieni che adesso ti preparo la colazione.” Le disse alzandosi dal letto e rimettendosi la vestaglia.

Si avvicinò alla porta e la prese per mano, poco prima di uscire insieme a lei dalla stanza, si voltò verso suo marito.

“Blaine ci pensi tu a cambiare e vestire Brian?” Gli chiese fissandolo negli occhi.

Suo marito comprese subito quello che Kurt aveva lasciato sottointendere con le sue parole e annuì.

“Certo amore, io e Brian vi raggiungiamo al più presto in cucina.”

Kurt accompagnò la piccola in cucina, la fece sedere sullo sgabello e le preparò la colazione, mentre era intento a preparare i pancakes per il resto della famiglia, chiese a Melanie perchè avesse quel musetto lungo, ma la bambina ripose a monosillabi che stava bene e che non aveva nulla.
Dopo che ogni cosa fu preparata, lui le si avvicinò e l’abbracciò stretta a se cercando di trasmettergli tutto il suo amore.

“Non me lo vuoi proprio dire eh? ” Le sussurrò lui tra i capelli.

La bambina riprese a piangere e strinse forte il suo papà.

“Voglio una mamma.”

Appena sentì quelle parole, il mondo per Kurt sembrò crollare, era conscio che nella vita di ogni bambino ci doveva essere almeno una figura femminile, che fosse una mamma, una nonna, una zia o una semplice vicina, lui aveva avuto la nonna e in seguito Carole, e pensava che alla piccola Melanie potessero bastare le sue zie, soprattutto Rachel che ora abitava in casa loro e invece magari si sbagliava.
Si separò dal loro abbraccio e depose le mani sulle sue guance cercando di trovare le parole giuste.

“Tesoro io e papà non ti bastiamo più?” Le domandò spaventato dalla sua possibile risposta.

“Certo che mi bastate.” Gli confermò decisa.

Queste semplici parole bastarono a tranquillizzare Kurt, per un momento il suo cuore aveva smesso di battere ma dopo che la sua bambina gli aveva confermato che lui e Blaine erano tutto quello che voleva, stava meglio.

“E allora perché sei cosi triste tesoro?”

“Perché in questo periodo sento sempre la mancanza di una mamma, so che tu e papà mi volete bene ma in questo periodo siete tanto
impegnati con Brian e-”

“Amore mio, sei sempre nei miei pensieri anche quando mi occupo di Brian.”

“Mi vuoi bene papà?” Gli domandò quasi come una conferma che aveva tanto bisogno di sentire .

“Da morire amore, e sai che tra poco è Natale, tra soli due giorni e oggi per farti contenta faremo una cosa speciale solo per te.” Disse sorridendogli.

Melanie si fidò delle sue parole e chiese incuriosita cosa fosse questa cosa speciale ma Kurt rimase impassibile, le diede un bacio e le disse che sarebbe andato a recuperare gli altri due maschietti della casa.

“Su adesso mangia che poi devi cambiarti che la sorpresa non ti vuole aspettare.”

“Ok papà.” Gli rispose lei finalmente sorridente.

“Brava piccola mia.” Sussurrò accarezzandogli la testolina .

Quasi come per magia apparve in cucina proprio la persona a cui stava pensando. Una Rachel già pronta per uscire entrò nella stanza, Kurt le sorrise e si avvicinò a lei e la prese per mano trascinandola via, arrivarono nel salone e solo allora lui si fermò proprio di fronte al loro albero di natale.

“Certo che potevi anche darmi il buongiorno prima di trascinarmi via a quel modo eh Kurt.” Disse lei quasi indispettita e rimettendo in ordine le pieghe della sua gonna.

“Scusami Rach e che ho avuto un’idea.” Disse lui battendo le mani e saltando sul posto.

Lei non seppe resistere alla sua voglia di fare, al suo buon umore e sorrise, non sorrideva più tanto dopo la morte di Finn, ma stare con la sua famiglia la faceva stare bene, la facevano sentire amata ed era quello di cui lei aveva bisogno.

“Su dimmi.”

“Ecco io vorrei che oggi venissi con noi alla pista di pattinaggio e che .... insomma voglio che solo per un giorno tu diventassi una mamma
per Melanie.”

“Che vuoi dire?” Gli domandò lei incrociando le braccia al petto e non riuscendo a capire bene cosa il suo migliore amico le stesse chiedendo.

“Mi ha rivelato che in questo periodo sente la mancanza di una mamma, e io voglio dimostrarle che può trovare una mamma in te e nelle ragazze ogni volta che lo desidera.”

“E cosa avevi in mente?”

“Quando ero bambino, io e mia madre andavamo sempre a pattinare insieme, ricordo ancora come mi stringeva forte la mano, sento ancora la sua stretta se solo ripenso a quei giorni lontani.”

Lei gli sorrise e pensò alle sue parole, pensò a quando lei era piccola e pensava le stesse identiche cose della piccola Melanie, e si intenerì nel constatare che Kurt le voleva bene e che teneva a lei talmente tanto da pensare ad un modo così tenero per farla contenta, gli si avvicinò e lo strinse in un abbraccio

“Ti voglio bene Kurt e sei un papà meraviglioso per quella bambina.”

“Grazie Rach, vuol dire molto per me che tu pensi questo.”

Lei sciolse l’abbraccio e gli sorrise ancora, un piccolo vero sorriso e Kurt fu felice di poterglielo vedere, non erano molte le volte che glielo regalava e quando succedeva era bellissimo.

“Tu ora vai a prepararti, e controlla che Blaine non stia facendo disastri, io chiamo le ragazze per avvertirle e aiuto Melanie a vestirsi, ci ritroviamo poi qua in salotto ok?”

Kurt annuì gli diede un bacio sulla guancia e andò via, lei rimase per qualche secondo al centro della stanza, alzò la sua mano e la posò sul suo petto, e con le dita toccò la collana con la scritta Finn, questo sarebbe stato il primo natale senza Finn, sebbene fosse molto triste all’idea era ugualmente felice di sapere che non era sola e che tante persone avrebbero reso belli quei giorni proprio perchè sapevano, ma sopratutto perchè l’amavano.
Kurt arrivò nella camera di letto, entrò e si soffermò a guardare suo marito che stava vestendo il piccolo Brian, che tanto piccolo non era, visto che tra pochi mesi avrebbe compiuto tre anni. Era gia un giovanotto anche se insisteva a non dire tante parole, ma loro non lo volevano forzare, quando avrebbe voluto parlare, lo avrebbe fatto, loro non avrebbero mai forzato la cosa.

“Allora sei un bravo ometto?” gli chiese Blaine facendolo stare in piedi sopra il fasciatoio mentre gli infilava una camicia bianca a maniche lunghe.

“Si.” Disse una piccola vocina, un suono appena accennato, ma che rese Blaine un uomo felice.

“Certo che sei bello, sei il mio principino.” Gli disse ancora il suo papà infilandogli anche un maglioncino bianco. Stette attento ad infilarglielo correttamente anche se Brian non era sempre tanto collaborativo

“E sai cosa si meritano i principini?” Continuò ancora baciandogli la guancia.

Brian sorrise e negò con la testa.

“Un bel papillon.” gli rispose Blaine.

Stava quasi per lasciare le sue manine quando Kurt entrò dentro la stanza e arrivò in suo soccorso

“Tu pensi che lui sappia stare in piedi da solo?” Gli domandò suo marito raggungendolo e prendendo le mani del loro figlio che stava ancora in piedi sopra il fasciatoio.

“Per questo ho sempre bisogno del mio di principe.” Gli sorrise Blaine sporgendosi e baciandolo lievemente sulle labbra.

Kurt fu felice di quel gesto, era sempre felice ogni volta che Blaine gli dimostrava il suo amore in ogni modo possibile.
Vide Blaine allontanarsi e andare a prendere un piccolo papillon dal loro cassetto del comò, lo vide frugare e cercare quello adatto al loro bambino e dopo pochi minuti esultò trionfante e tornò da loro con un papillon bianco a pois blu.

“Pensi che sia un’ottima scelta?” Chiese baciando la guancia di suo marito che annuì, così mentre lui gli teneva le manine per farlo stare in equilibrio, Blaine gli infilava il papillon al collo.

Quando lo videro vestito di tutto punto, i due coniugi sorrisero e si baciarono di nuovo, non avevano paura di mostrarsi al loro bambino che per l’imbarazzo abbassò la testa diventando tutto rosso, Blaine al suo gesto rise di gioia.

“È uguale a te amore.” Disse ad un Kurt dal sorriso facile.

Suo marito non disse nulla, fece sedere il bambino e gli infilò gli scarponcini e poi lo fece scendere giù.

“Adesso tesoro siediti nel lettone dei tuoi papà e aspetta mentre loro si vestono.” Gli disse accompagnandolo e facendolo sedere nel letto.
Brian rispose con un cenno della testa e posò le sue manine sulle ginocchia.

Kurt si alzò in piedi e lo fissò, amava suo figlio, era entrato nelle loro vite e aveva rubato il loro cuore e aveva reso tutto più bello di quanto già non fosse. Suo marito si avvicinò a lui e lo abbracciò da dietro, poggiando il mento sulla sua spalla, e avvolgendo la sua vita con le braccia.

“Non trovi che sia bellissimo?” Gli domandò baciandogli lievemente il collo.

“Bello come il suo papà.” Rispose Kurt.

“Come i suoi papà.” Precisò Blaine.

Kurt arrossì a quell’affermazione, era sempre una gioia ogni volta che sentiva quella parola uscire dalla bocca di suo marito, abbassò il viso e sorrise, di nuovo quel giorno.
Si voltò verso di lui e lo baciò.

“Ti devo dire una cosa.” Gli disse.

“Qualcosa di grave?” Chiese Blaine.

Kurt sciolse il loro abbraccio e gli prese le mani tra le sue e lo guardò negli occhi.

“Si tratta di Melanie.”

“È successo qualcosa?” Gli chiese subito suo marito preoccupandosi a quelle parole.

“Oggi mi ha detto che sente la mancanza di una mamma.”

Blaine si accigliò subito, conosceva quel problema, si presentava ogni anno sempre in quel periodo e durava solo pochi giorni, ma erano giorni dove vedeva la sua bambina triste e lui odiava quando succedeva.

“Avrei dovuto dirtelo che succede ogni anno.”

“Ho parlato con lei, e ho avuto un’idea.”

“Che idea?” Chiese incuriosito.

“Una mamma non è sempre una mamma biologica Blaine, una mamma è una persona che ti cresce e si prende cura di te, e lei ha tante mamme, e oggi voglio farglielo capire, ho pensato che potremo andare alla pista di pattinaggio, mia madre mi ci portava spesso da piccolo e potremo pattinare tutti insieme, e con insieme intendo anche con le ragazze che ognuna a modo loro è una mamma per nostra figlia.”

Spiegò Kurt, e non ricevendo nessuna risposta da suo marito abbassò il viso e si soffermò a guardare le loro mani unite cercando il coraggio per finire il suo discorso.

“Tu pensi che sia una buona idea?” Continuò ancora, stringendogli forte le mani e alzando il suo viso per guardarlo negli occhi.
Blaine sorrise senza rendersi conto, erano queste le ragioni per cui non avrebbe mai smesso di amare suo marito, era innamorato pazzo di quell’uomo che lo rendeva felice ogni giorno.

“Certo che penso che sia una buona idea.”

Kurt si sporse e lo baciò e sulle labbra suo marito gli sussurrò ancora quanto lo amasse e lui rispose allo stesso identico modo che il suo amore era ricambiato pienamente e che non avrebbe mai smesso di amarlo.
Qualche tempo dopo, quando sia lui che Blaine furono pronti, dopo essersi lavati e vestiti in modo adatto per andare in una pista di pattinaggio, raggiunsero Melanie e Rachel che li stavano aspettando in salotto, gia pronte e preparate per la loro uscita.
Quando finalmente tutti furono pronti per uscire, varcarono la soglia della porta d’ingresso, il freddo pungente di quei giorni li colpì in pieno petto, ma di certo quella fredda temperatura non cambiò il loro umore, sopratutto quello di Kurt, desiderava  che quel giorno fosse perfetto.
Arrivarono in poco tempo alla pista di pattinaggio e quando Melanie scese dalla macchina e vide che il luogo della sorpesa era quello, sorrise di gioia, si voltò verso i loro papà e corse tra le loro braccia, si strinse a loro e al piccolo Brian, e li ringraziò per essere così buoni e dolci con lei, ogni giorno.

“E adesso la tua vera sorpresa amore mio.” Le disse Blaine prendendola per mano.

La portò all’interno della pista seguito da Kurt che teneva per mano il piccolo Brian e da Rachel che era appesa al suo braccio.
Entrarono dentro e videro le ragazze in cerchio nella pista ognuna con un piccolo regalo in mano. Santana  aveva un pacchetto viola, Brittany di fianco a lei uno fuxia, Tina vicino a lei uno rosa e alla sua sinistra c’era Quinn  che ne teneva uno bianco tra le mani.
Blaine vide la sua Melanie sorpresa, e felice, che continuava a guardare le sue zie che le sorridevano e che avevano per lei quei pacchi tra le mani. Blaine le diede un colpetto alle spalle.

“Vai amore.” Le disse e lei non se lo fece ripetere due volte , fece un piccolo passetto, poi un altro e poi fu di fronte a loro.

“Il tuo papà oggi ci ha chiamate.” Iniziò Tina.

“Veramente è stata Rachel.” Puntualizzò Quinn

“Comunque noi oggi siamo qua per te.” Disse una vivace Brittany facendo un piccolo saltello sul posto.

“Volevamo dimostrarti che non sei sola.” Disse Santana avvicinandosi e porgendole il suo pacchetto.

Rachel si accorse che era arrivato il suo turno e si avvicinò a lei, arrivò alle sue spalle e continuò il discorso iniziato dalle sue amiche.

“Volevamo farti sapere che potrai sempre trovare una mamma in ognuna di noi.”

Melanie appena sentì quelle parole dritte nell’orecchio iniziò a piangere, si portò le mani sul viso e si asciugò gli occhi. Decise di vedere
cosa c’era nel primo pacchetto. Lo scartò con le mani tremanti e al suo interno trovò un piccolo fiocco celeste.

“Perché si intona ai tuoi occhi, perchè cosi ogni volta che vedrò qualcosa di quel colore penserò a te.” Le disse Santana avvicinandosi e dandole un piccolo buffetto sulla guancia.
Melanie posò il pacchetto a terrà e l’abbracciò forte.

“Ti voglio tanto bene.” Le sussurrò.

“Anche io piccola mia.” Le rispose Santana lasciandola e lasciando il posto a Brittany che non vedeva l’ora che arrivasse il suo turno.

Arrivò da lei quasi saltellando e le porse il suo regalo, la bambina lo aprì emozionata e al suo interno trovò delle scarpette da danza

“Quando ero piccola facevo danza, io non sono la tua mamma, ma mi piacerebbe essere quella che ti porta alle lezioni e ai saggi di danza.” Le disse contenta di aver saputo formulare una frase così difficile, per un istante si voltò verso la sua fidanzata e con gli occhi le
chiese se aveva detto giusto e quando Santana le rispose le fece un cenno di assenso, lei sorrise, si voltò e saltellò felice.

Melanie non sapeva cosa dire, guardò quelle scarpette e pensò che lei aveva sempre voluto fare danza ma non aveva mai trovato la persona giusta che la invogliasse, le guardò ancora e poi fece un passo in avanti verso Brittany.

“Diventerò la miglior ballerina del mondo se avrò te come maestra.” Le disse e Brittany si avvicinò a lei e la strinse forte a se.

Si staccò contenta e lasciò il suo posto a Tina, arrivò a lei con il suo pacchetto in mano e senza dire una parola glielo porse.
Quando la bambina lo aprì ci trovò un braccialetto di perline colorate.

“Ero solo una bambina quando mia madre me ne regalò uno, me lo diede quando partì per il mio primo campo estivo, mi disse che anche se eravamo lontante eravamo vicine e potevo sentire la sua presenza sempre con me, solo guardando quel braccialetto.”

Si inginocchiò di fronte a lei e prese il pacchetto dalle sue mani posandolo per terra, e poi prese le sue mani tra le sue.

“Sappi che io ci sarò sempre per te tesoro, sei la mia nipotina, ma sei come una figlia per me.” Disse Tina quasi commuovendosi alle sue
stesse parole.

Melanie non aveva nulla da dire, semplicemente non trovava le parole, si sporse e l’abbracciò forte e gli sussurrò il suo affetto tra i suoi capelli neri.

“Ti voglio tanto bene zia Tina.”

Lei si fece stringere ancora un po’ e poi si alzò asciugandosi con gli occhi con la manica del cappotto.
Alla fine fu il turno di Quinn che raggiunse la piccola con un bel sorriso in volto e le diede il suo pacchetto, la bimba lo aprì e quando vide cosa c’era dentro, la guardò non riuscendo a capire.

“Alice nel paese delle meraviglie è il primo libro che mia madre mi regalò alla tua età, quando lessi la prima frase rimasi affascinata e mia madre me lo lesse tutto tutto,  mi leggeva un pezzo ogni notte, per cui se tu vorrai piccola, posso essere la tua mamma della buonanotte.”

Le disse una Quinn tutta emozionata.

Melanie ancora una volta rimase senza parole, si limitò a guardarla sorridendole, e accettando la sua proposta.

“Non vedo l’ora che tu lo diventi zia Quinn.”

La donna le si avvicinò e le diede un piccolo bacio sulla guancia abbassandosi un poco.
Rachel si scambiò uno sguardo con la bionda che le fece cenno che era arrivato finalmente  il suo turno.
Strinse le mani sulle spalle della bambina e la fece voltare verso di lei.

“Amore, ti posso chiamare cosi? Sai questo non è un buon periodo anche per me, è il primo Natale senza Finn, ma volevo solo dirti una cosa, io e te abbiamo qualcosa in comune, siamo senza una mamma, ma io so che questo Natale è speciale lo stesso, perchè ho trovato te, sei la mia bimba speciale, quella che di notte mi abbraccia e mi fa sentire meno sola, per cui piccola mia, quando vuoi una mamma personale io sono qua, tutta per te.”

A quel punto la piccola Melanie iniziò per davvero a piangere, il suo papà aveva ragione, non aveva una mamma tradizionale, lei aveva due papà, ma aveva anche tante mamme che le volevano bene, che tenevano a lei, e che non la facevano mai sentire sola, mai. Si sporse e abbracciò una delle sue mamme e le disse tra le lacrime che anche lei provava lo stesso e che le voleva bene allo stesso modo.
Quando la lasciò si accorse che mancavano ancora due persone a cui doveva dire che voleva bene, i suoi papà erano proprio dietro Rachel e la stavano guardando felici, lei corse da loro che si abbassarono e allargarono le loro braccia pronte a prenderla insieme al piccolo Brian che senza capire e imitando i suoi papà fece lo stesso.
E lei si fece abbracciare, si fece stringere dalla sua famiglia, le zie o per meglio dire le sue mamme la stavano guardando e sorridevano felici per lei.

“Sei la nostra bambina perfetta.” Le disse Kurt stringendola forte.

“Sei e sarai sempre la mia principessa.” Le sussurrò Blaine baciandole i capelli.

“Sei b-ell-la.” Le disse il suo fratellino e lei in quel momento si sentì la bambina più fortunata del pianeta.

Poteva non avere una famiglia convenzionale, una vita normale e monotona come tutte le altre, lei aveva un qualcosa di unico e speciale, lei aveva due papà che le volevano un bene immenso, cinque mamme che l’amavano moltissimo e un fratellino che l’adorava di già e lei in quel momento si accorse che non aveva bisogno di nient’altro per essere felice. Quell’anno comprese che quando arrivava il Natale non doveva sentire la mancanza di niente e di nessuno perchè aveva la sua famiglia a riempire il suo cuore. 
   


Note:

Eccoci qua con una nuova one shot dedicata alla nostra famiglia preferita, spero di farvi sorridere un poco. Un grazie a chi legge e alla mia beta Ely. 
  
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