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Autore: gwuncan99    28/12/2013    10 recensioni
Ci troviamo a New York, dove tutto ebbe inizio.
Due ladri ricercati per loro vari precedenti, Duncan e Geoff, cercano di rapinare una delle tante banche della città, ma Gwen, la ragazza che stava lavorando lì, involontariamente, gli mette i bastoni tra le ruote. I due sono costretti a fuggire, portandosi dietro anche lei.
Sarà una fuga dalla polizia, da avvocati e spacciatori assetati di vendetta, in tutto gli Stati Uniti, tra Rave Party, rapine e traffici illegali.
Riusciranno i nostri tre fuggitivi a scappare dal loro destino?
Serie DxG
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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---> Capitolo I


Era un giorno come gli altri. Stessa città, stesso rumore di clacson nel traffico, e stesso via vai di persone sempre di fretta.
Era così, New York. Una grande città dove nessuno riposava mai, soprattutto dopo le vacanze invernali. 
C'era chi si era alzato tardi, scordando di portare il proprio bambino a scuola, chi aveva dimenticato l'appuntamento con l'amica o la ragazza, e chi, come me, si era dimenticato che oggi si doveva lavorare. 
Erano le 9:05, e io dovevo stare in banca già dalle 8:30!
"Questa volta mi licenziano, ne sono certa..." continuavo a mormorare, mentre cercavo di correre, scansando e sbattendo contro una marea di gente. Questa gonna mi impediva ogni movimento.
Chi l'avrebbe mai detto che, io, Gwendoline Carter, prima o poi avrei indossato una gonna? Era contro il mio stile.
Corpetti, jeans stracciati, anfibi, robe così...
Ma che ci posso fare? Ormai non sono più un'adolescente ribelle e menefreghista. Avevo ventidue anni. Al lavoro dovevo portare una stupida camicia bianca, una stupida gonna blu e stretta lunga fino a sopra le ginocchia, e degli stupidi tacchi intonati alla gonna. Questi proprio non li sopportavo.
Avvolta nei miei pensieri, inciampai proprio per colpa dei tacchi, facendo disperdere tutti i fogli che avevo in mano e cadendo addosso ad una povera vittima della mia goffaggine.
Alcune persone si radunarono a vedere la scena che si era creata.
"Ma che cazz..." aveva commentato il ragazzo, che si massaggiava la testa.
Dopo essermi scostata un ciuffo di capelli dal viso per vedere meglio, mi persi nei suoi occhi azzurri. Mi rialzai imbarazzata quando mi accorsi che lui stava cercando di scansarmi.
"Scusami tanto! Non l'ho fatto apposta!" gli porsi una mano per aiutarlo, ma lui, sbuffando, non accettò. 
Feci finta di non essere infastidita, e cominciai a raccogliere tutti i vari moduli e documenti che si erano sparpagliati sul marciapiede. Alzai lo sguardo per vederlo, convinta che almeno mi avesse aiutata, ma, al contrario, mormorò un "Sta più attenta, ragazzina." prima di allontanarsi.
"Maledetto..." ringhiai a bassa voce, continuando a raccogliere i fogli.
Mi accorsi di un altro ragazzo accanto a me, che mi porse un mucchio di documenti che aveva preso per me.
"Tieni, e perdonaci per il comportamento del mio amico..." si scusò imbarazzato, grattandosi la nuca. Poi si alzò, porgendomi una mano. "Io sono Geoff." accennò un sorriso.
"Io Gwen..." rimasi imbambolata a guardarlo, seduta ancora sul marciapiede.
"Geoff, muoviti!" aveva urlato il ragazzo di prima, risvegliandomi dal trans. Mi alzai anch'io, recuperando i fogli.
"Beh...Ciao!" Geoff si allontanò, insieme alla folla che sparì nell'ammasso di persone che occupavano la strada.

 
**
 
"Non dobbiamo perdere tempo, capisci?!" aveva detto il ragazzo dalla cresta verde,  rompendo il vetro di un'auto parcheggiata ed entrando, facendo attenzione a non essere visto da nessuno.
"Questo l'ho capito, ma lasciare una ragazza lì per terra senza darle aiuto...." ribatté dispiaciuto Geoff, entrando dopo che il punk gli aveva aperto la portiera.
"Tsk...Che coglioni. Hanno lasciato la chiave in macchina..." ghignò ignorando le parole del suo amico. "Così ci facilitano il gioco!"
Accese il motore e partì a tutta velocità.
"Ma mi ascolti?!" Geoff cominciò ad irritarsi.
"Sì ho capito, ma di quella ragazzina non me ne frega nulla. Mettiti questo appena arriviamo, e controlla se la pistola è carica." gli passò alla svelta il passamontagna.
In risposta, l'altro annuì rassegnato con un cenno della testa, fissando al di fuori del finestrino.
"Non capisco perché dobbiamo farlo..." aveva poi mormorato.
Il punk sospirò pesantemente, prima di rispondere. "Soldi."
"M-ma a noi non-"
"Geoff, svegliati! A noi quei soldi servono. Dobbiamo saldare i debiti che abbiamo con i Bulls. Vuoi arrenderti proprio adesso?" aveva poi finito la frase sfidandolo con lo sguardo.
Lui non rispose. Rimase immobile a pensare a cosa fare.
"Sbaglio o anche a te piaceva comprare la roba da quei tizi? Ora che abbiamo la possibilità di avere dei soldi, ti tiri indietro?" non ottenendo ancora nessuna risposta, aggiunse. "Beh, se vuoi farti uccidere, non sono problemi miei."
"O-ok, hai ragione." finalmente l'amico accettò, mettendosi il passamontagna e prendendo la pistola. Così fece anche Duncan.
Uscirono velocemente dall'auto ed entrarono in banca.

 
**
 
"No, signora. Non ha credito qui dentro!" le informai, spazientita dalle sue lamentele.
"Ma mio nipote mi ha detto che c'erano 240 dollari. Controlli bene, signorina!" ribatté ostinata la vecchietta.
"Non c'è nulla! Suo nipote avrà sbagliato..." presi poi un sorso di caffè che avevo sul tavolo.
"Ma-"
"FERMI TUTTI! QUESTA E' UNA RAPINA!"
"ALZATE LE MANI O SPARIAMO!"
Due ladri?
Feci di scatto come avevano ordinato, versandomi tutto il caffè sulla camicia.
"NO, CHE CAZ-" avevo urlato involontariamente, attirando l'attenzione di uno di loro.
Mi tappai la bocca con tutte e due le mani.
"Ciao, bellezza. Sgancia i soldi dalla cassa o la tua testa farà BOOM." ironizzò il ragazzo, poggiando la pistola sulla mia tempia.
Mentre facevo ciò che aveva detto con velocità, ci guardammo, sgranando tutti e due gli occhi. 
Quegli occhi...
Quel colore azzurro che avrei giurato di riconoscere tra mille. E quel piercing.
Era lui?
Se era lui, mi aveva sicuramente riconosciuta, data la sua reazione.
"Tu..." sibilò il ragazzo, stringendomi il braccio e prendendo un sacco. "Metti tutti i soldi qui, e sbrigati!" mi gridò poi.
Le mani mi tremavano, come il resto del corpo. Sentivo come quel ragazzo mi premeva più forte la pistola sulla testa, voglioso di premere il grilletto se non avessi fatto il mio compito.
Goffamente, feci cadere tutte le banconote, sgranando gli occhi al solo pensiero della reazione del punk.
"Questo non dovevi farlo, ragazzina." caricò la pistola.
Delle sirene provenienti da fuori si avvicinavano sempre di più.
"LA POLIZIA!" urlò l'altro ragazzo, distraendolo.
Provai a scappare, ma lui mi prese al volo un braccio. "TU. VIENI CON NOI."
Mi trascinò fuori dalla banca, tappandomi la bocca e poggiando la pistola sulla nuca.
"HA UN OSTAGGIO!" un poliziotto avvertì tutti gli altri uomini, che abbassarono le armi.
"Non sparate, o questa ragazza morirà!" disse il ragazzo, che insieme al suo complice si muoveva lentamente, verso un'auto.
Alzò un braccio, facendo partire un colpo  in aria, che fece abbassare tutti i poliziotti.
"Cretini.." mormorò divertito, correndo ed entrando nella macchina, insieme all'amico.
Mi buttò ai sedili dietro, legandomi le mani e i piedi con delle corde.
"PARTI!" urlò poi al suo complice, che accelerò a tutta, seguiti dalle pattuglie della polizia.
Era iniziato un inseguimento, uno di quelli che si vedono nei film polizieschi, pieni di azioni e sparatorie che a me piacevano tanto.
Ma questa volta, tutto questo non mi piaceva affatto.
"Spingi di più su quel cazzo di acceleratore!"
"Lo sto facendo! Potevi scegliere un'auto più veloce!"
Erano tutti e due preoccupati e nervosi.
"Chi è che ha chiamato la polizia?!" chiese agitato quello al volante, che aveva qualcosa di familiare nella sua voce...
"Se lo trovo gli conficco un proiettile nel-"
"Geoff..." avevo bloccato il punk, pensando ad alta voce.
Il biondo si girò verso di me. "Gwen..."
Lo avevo riconosciuto. Era Geoff, quello che mi ha aiutato qualche ora fa quando mi sono scontrata col suo amico.
"C-cosa..?" mormorò incredulo l'altro, squadrando prima me e poi lui. "Gli hai detto il tuo nome?!"
"S-sì..."
"Idiota..." ritornò con lo sguardo sulla strada. "GIRA A DESTRA!"
Geoff girò di scatto il volante, facendoci quasi cadere dal posto. Passammo in un vicolo, ingannando la polizia che stava correndo da un' altra direzione.
"Non li abbiamo ancora seminati...Vai veloce, Geoff!" gli intimò poi.
"Lo sto facendo, Duncan."
"Duncan..." sussurrai.
"Idiota, ora sa anche il mio nome! Bravo!" lo rimproverò un'altra volta.
"Certo che sai trattare molto bene i tuoi amici, eh." commentai spazientita.
Non so da dove presi il coraggio per fare la ramanzina ad un ragazzo, armato e pericoloso, ma me ne pentii subito.
"Che?" avevano detto all'unisono i due.
"Ho perso il conto per quante volte lo hai sgridato o chiamato 'idiota'. A me sembra che stia facendo tutto quello che vuoi tu senza ribattere." avevo continuato poi, cercando di essere fredda.
Geoff rimase con lo sguardo fisso sulla strada, sicuramente stava attendendo una buona scusa dall'amico.
Quest'ultimo rimase a bocca aperta, non sapendo cosa dire a sua discolpa.

Dopo un'ora buona di viaggio passata a cercare di non dormire, il biondo accostò l'auto accanto ad un benzinaio abbandonato, scendendo insieme a Duncan, che mi slegò la corda ai piedi e mi obbligò a seguirlo. Si tolsero tutti e due il passamontagna.
Da come avevo capito, ci trovavamo lontano da New York.
"Dove vai?" chiese preoccupato Geoff, notando che Duncan mi portava dentro un bosco che si faceva sempre più fitto.
Dopo una breve camminata, mi fece inginocchiare a terra, e si girò verso il biondo.
"Ricapitoliamo. Questa impicciona, Gwen o come si chiama, ci ha visti in faccia e  sa i nostri nomi. Potrebbe denunciarci!" spiegò il punk, prendendo la sua arma dalla tasca.
Sgranai gli occhi davanti la pistola, cominciando a balbettare. "I-io non aprirò bocca. Lo giuro!"
"Duncan, per favore...ragiona!" Geoff si avvicinò, cercando di salvarmi.
"Come dovrei ragionare, sentiamo." ghignò, maneggiando la sua arma.
"E'...è solo una ragazza! Quanti anni può avere, venti?"
"Ventidue..." precisai amaramente. "Ventidue fottutissimi anni."
"Ventidue anni!" Duncan roteò gli occhi. "Pensa se....Se uccidessero Courtney!"
"Beh, pagherei il tizio che mi ha fatto quel favore." sputò con un accenno di ironia, caricando la pistola.
Chiusi gli occhi, pronta psicologicamente alla mia fine. Beh, non proprio. 
"E se uccidessero Bridgette?" Geoff ritentò un'altra volta.
Il punk abbassò l'arma, girandosi verso l'amico.
"S-se, uno stronzo uccidesse la mia ragazza, come staremmo noi? Pensa se tu uccidessi questa povera ragazza innocente...Pensa alla sua vita che ha avanti a sé, ai suoi amici, alla sua famiglia..."
"Io non ho amici a New York, e nemmeno una famiglia..." ammisi quasi a bassa voce. "Ero in casa famiglia, ma sono scappata."
"Abbiamo una fuggitiva, allora." accennò un sorriso divertito Duncan.
"Duncan...non farlo." concluse Geoff.
In quel lasso di tempo in cui il ragazzo stava prendendo una decisione, io rimasi a scrutarlo.
Aveva una bassa cresta verde, un po' scompigliata a causa del passamontagna, due piercing al sopracciglio e al naso e qualcun'altro sulle orecchie, e poi...Quegli occhi azzurri che ho riconosciuto nonostante avesse coperto il suo viso durante la rapina. In quegli occhi, riuscivo a vedere una parte di lui, quella buona, che, sconfiggendo l'orgoglio, si convinceva a fare la cosa giusta...
Sul suo volto si formò un sorriso, poi mi lanciò uno sguardo quasi di compassione.
"Hai vinto tu, Gwen." disse divertito, riponendo la pistola in tasca, e allontanandosi. "Prendo la nostra roba in auto e ci allontaneremo da qui. A quest'ora avranno rintracciato la targa."
"E Gwen? La lasceremo qui?" chiese confuso lui.
"Oh no." mi sfidò con lo sguardo. "Lei verrà con noi."
"Cosa?!" ribattemmo scioccati noi due.
"Vieni con noi. Non hai una famiglia, né amici, cos'hai da perdere? Un lavoro dove rischi la vita?"
"E dove andremo?" Geoff era ancora perplesso.
"Sai, entro poche ore dovevamo saldare il debito con i Bulls. Visto che non possiamo, ci daranno la caccia." spiegò. "Sarà una fuga, lontano da qui!" si allontanò poi, verso l'auto.
La parcheggiò sul bordo della strada più lontano del benzinaio, prese due borsoni, e attaccò al parabrezza un aggeggio.
"Andiamo via di qui." disse, addentrandosi nel boschetto.
"Cos'hai messo sulla macchina?" chiesi io.
"Una bomba, che esploderà tra qualche minuto. Così la polizia non troverà le nostre impronte quando la rintraccerà."
"E chi passerà di lì si potrebbe ferire!" lo avvertii, preoccupata.
"Qui passa raramente qualcuno, e se arriva proprio quando la bomba esplode, è proprio uno sfigato. "rispose tranquillamente, anzi, divertito solo all'idea.
"Bene..." mormorai tristemente, rallentando il passo e camminando dietro di loro.
"Forza, sarà una bella avventura!" mi motivò Geoff, prendendomi per mano. "Pensa ai titoli sui giornali 'I tre fuggitivi', sarà uno spasso!" finì il tutto con un ululato di gioia, che contagiò anche me.
Dovevo realmente fidarmi di quei criminali? E, dove stavamo andando?

BOOOM.

Il festaiolo cominciò a ridere, rallegrando anche Duncan, che accennò un sorriso.
Sì, sarà una bella avventura.


---->Angolino dell'autrice<----

 
Ed eccomi qui nel fandom di Total Drama con una nuova fanfiction DxG!
Nella mia testa ho un sacco di cose da scrivere, spero solo di rendere il tutto pieno di avventura, azione...e sì, anche un po' di sentimenti.
Il capitolo non è molto lungo, ma era per dare un'idea generale sull'inizio di questa 'Escape', cioè fuga!
Fatemi sapere come vi sembra!
gwuncan99

 
  
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