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Autore: Harley Clara    28/12/2013    2 recensioni
premessa: non sono mai stata brava con i titoli, infatti anche quello scritto sopra non mi fa impazzire. comunque la storia è ambientata nel 1700 e parla di pirati e creature fantastiche. so bene che nel 1700 l'epoca dei pirati giungeva un pò alla sua fine, infatti le date del racconto non coincidono molto con le date storiche. la protagonista si chiama Cassandra e ha un fratello maggiore, Davis, che non ha molto rispetto delle regole (sopratutto quelle impartite dal padre)
leggete e se avete voglia commentate, ho bisogno di taanti consigli!!! grazie
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inghilterra 1708
Cassy guardò fuori dalla finestra e il suo sguardo si perse nel mare. Il mare. Quanto doveva essere bello solcare la sua superficie su una nave, vivere mille avventure, conoscere gente e fare amicizie con quelle strane creature di cui si sentiva tanto parlare. Ogni volta che sentiva la parola mare, le veniva in mente la sabbia calda sotto ai piedi, il profumo di salsedine e la sensazione dell'acqua che sfiora la pelle. Cassandra si divertiva ad ascoltare i racconti del fratello sul mare e sui suoi abitanti. A volte lui si recava al porto e parlava con i pescatori. Si faceva raccontare le loro avventure, quelle stesse avventure che poi riferiva a lei, senza dimenticare nemmeno un piccolo particolare. anche se  Cassandra, a volte pensava fosse proprio lui ad aggiungerne apposta per renderle la storia più interessante. 
La porta dietro di lei si aprì, ma Cassandra, troppo presa dai suoi pensieri non la sentì. Qualcuno le mise le mani sugli occhi, incominciando a cantare una melodia che lei conosceva molto bene. Dopo l'iniziale spavento Cassandra si lasciò andare ad una risata, poi si girò e sorrise a suo fratello.                                                                                 - mi hai spaventata Davis!- esclamò incrociando le braccia sul petto.                                                                      
- dovresti stare più vigile ed attenta. Chiunque ti potrebbe rapire se stai sempre nel mondo dei sogni.-                         Cassy sorrise, poi corse sul letto stando attenta a non sciupare il vestito. Davis la raggiunse poco dopo.                  
- sei stato al porto oggi?- chiese impaziente. Il fratello annuì con una strana scintilla negli occhi.                              
- e ti ho portato una cosa.- annunciò allungando il pugno davanti a sé. Cassandra si drizzò per la curiosità.               -cosa? cosa? dai dimmi cos'è!-
Il ragazzo aprì lentamente la mano e poi la richiuse subito, senza lasciarle il tempo di sbirciare.
- se vuoi sapere cos'è devi prendermi.- esclamò. Poi con un balzo scese dal letto e si precipitò fuori dalla sua stanza.  Cassandra si lanciò all'inseguimento, tirando su di pochi centimetri le vesti della gonna. Finirono col rincorrersi in giardino, tra l'erba e le aiuole dove il giardiniere aveva appena piantato i fiori.
- Davis, tanto ti prendo!- urlò Cassandra aumentando la velocità. Assaporò quel momento meraviglioso, sentendo l'aria rinfrescarle le guance e il sole illuminarla con i suoi pallidi raggi. Davis, era più grande di lei di qualche anno ed aveva le gambe più lunghe, di conseguenza correva più velocemente. Ma Cassandra dopo tutti quegli anni era riuscita ad escogitare una serie di tecniche per batterlo. Sapeva bene che poteva bilanciare con il cervello quello che le mancava nel corpo. Quindi quel gioco diventava per lei una questione di astuzia non di velocità. Per prima cosa doveva prevedere  le mosse dell'avversario; dove si sarebbe diretto e che strada avrebbe fatto. Davis non aveva una grande originalità, perciò Cassandra non si stupì di vederlo raggiungere l’entrata principale, probabilmente si stava dirigendo in camera sua, ovvero alla tana.  Cassy conosceva tutte le scorciatoie della casa e sapeva che se fosse passata dalla porta sul retro e avesse attraversato la cucina anziché il salotto avrebbe accorciato notevolmente la strada riuscendo così a raggiungere il fratello o forse a precederlo. Cassandra esultò quando arrivò al corridoio della loro stanza, ancora vuoto. Poco dopo scorse la figura del fratello salire frettolosamente le scale, lei si appoggiò al corrimano e lo aspetto con un sorriso di trionfo. Davis alzò la testa dopo pochi scalini e quando la vide trasformò il sorriso in una smorfia. 
- come hai fatto ad arrivare per prima?- esclamò demoralizzato. 
- dai fammi vedere cos'hai trovato!- lo esortò la sorellina. Davis la raggiunse, aprì il palmo della mano mostrando un medaglione. Il medaglione era in oro con i bordi smussati, al centro c’era inciso un teschio, ma non un teschio qualsiasi; quello era un teschio dei pirati.
- Davis! ma dove lo hai trovato?-
- me lo ha dato un signore.-
- che signore?-
- uno che sta al porto...-
- vuoi dire un...- e abbassando la voce quasi in un bisbiglio:- un pirata?-
Davis sorrise. Dei passi li richiamarono all’ordine, entrambi i bambini sobbalzarono voltandosi di scatto. Davis si avvicinò alla sorella. Una figura un po’ ingobbita apparve in fondo al corridoio, sembrava stravolta e indispettita e aveva il fiato corto a causa delle scale. 
- dove ti eri cacciato monellaccio?- esclamò Doris, la loro governante.
- ero in giardino a giocare...- si giustificò Davis.
- a giocare!-  la donna si lasciò andare ad una risata amara. Davis prese la mano di Cassy e lentamente vi fece scivolare il medaglione. – giovanotto, i ragazzi che come te hanno quattordici anni non si perdona a giocare, ma a studiare, leggere o si dedicano agli affari insieme al padre. E ora vieni che tuo padre vuole parlarti.- annunciò Doris e con uno strattone portò via Davis. Cassandra rimase sola nel mezzo del corridoio. con delicatezza aprì la mano e sul suo palmo vi trovò adagiato il medaglione, lo osservò sorridendo.
  
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