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Autore: Lady Atena    28/12/2013    1 recensioni
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Iron Man sta sorvolando la città il giorno di Natale, finché non vede Venom che sta leggeralmente appiccicato a Spider-Man.
Porterà il ragazzo alla sua torre, prendendolo sotto la sua ala protettiva.
Ovviamente, alla Tony Stark.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Christmas Challenge'
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Quanta polvere fa il mondo mentre va,
copre tutto e non ci fa vedere più,[...]
[...] Facci uscire dal temporale
prima che ci trascini via.[...]
[...] E il senso della vita se ne va.
E intanto tra noi ci aggiustiamo la vita,
con amori e con medicine,
mentre il tempo ci scappa via.[...]
1

Spiderman allungò il braccio, una ragnatela uscì da sotto la manica sparata fuori dalla cartuccia. La ragnatela aderì al palazzo di fronte e il super-eroe oscillò avanzando verso di esso, si diede la spinta verso destra evitando il lato di un palazzo davanti a sé continuando a proseguire verso quello a cui era aderita la ragnatela. Della polvere nerastra gli apparve alla sinistra, si lasciò cadere passandole sotto e balzò lanciando un'altra ragnatela. La attaccò ad un altro palazzo e proseguì oltre; dei filamenti nerastri si lasciarono cadere verso di lui dal terrazzo di un palazzo. Spiderman saltò su un altro grattacielo e si arrampicò schivando i filamenti. I muscoli del corpo longilineo scattavano e fremevano, sfregando contro il tessuto della tuta rossa e blu; una sostanza biancastra usciva dalle dita permettendogli di aderire al vetro. Strisciò rapidamente con le gambe e mosse le mani fino a risalire su un altro terrazzo, con una capriola si rimise in piedi e corse. Vide della melma nerastra ricoprire il pavimento, spiccò un balzo e precipitò giù dal palazzo. Il vento gli fece fischiare le orecchie, udì un ringhio e allungò un braccio lanciando un'altra ragnatela; fece lo slaloom tra una ragnatela di filamenti neri e tossì quando una nuvola nerastra lo colpì al viso. Vide la sostanza nera aderire alla stoffa bianca degli occhi dipinti sulla maschera grandi due terzi di quest'ultima. La superò e lanciò un'altra ragnatela, si lanciò nuovamente nel vuoto e atterrò sul braccio meccanico di una gru. Un filamento nero risalì da esso, gli afferrò la caviglia stringendogliela fino a far scricchiolare l'osso e lo lanciò. Il giovane strillò e andò a sbattere contro il muro di un vicolo, strinse gli occhi avvertendo una fitta al capo. Fu colto da un capogiro, socchiuse gli occhi e avvertì la nausea risalire. Una melma nera trasudò dai mattoni della parete e gli fecero incollare i piedi e la schiena. Dei filamenti gli circondarono le braccia e il petto bloccandolo, della polvere nerastra gli aderì alla tuta e si allargò facendolo aderire al muro, immobilizzandolo. Peter si dimenò, il corpo non gli rispondeva rimanendo rigido e boccheggiò. Della saliva gli colò sulla testa inumidendogli la parte superiore della maschera e i corti capelli castani arruffati. Il giovane cercò di alzare la testa, una viscida lingua rosata gli attorniò il collo e strinse. Peter ansimò, boccheggiò, l'aria gli mancò e avvertì delle fitte al petto. La testa allungata di Venom scese e la figura di Spiderman si rifletté nei suoi occhi bianchi allungati. I filamenti neri s'infiltrarono sotto la tuta ricoprendogli il corpo e Peter gemette, la vista gli si annebbiò e la testa gli ricadde all'indietro appoggiandosi alla parete. Un raggio azzurrino colpì la lingua, che si staccò producendo fumo. Una serie di missili colpirono la creatura nera, esplosero producendo un rimbombo che sovrastò le prime note di una forte musica. Il suono delle note si fece più limpido e aumentò di velocità, Iron Man volò in tondo facendo rientrare i lanciarazzi nelle spalline dell'armatura; dai fori all'altezza dello sterno proveniva una musica forte a cui si sovrappose l'inizio di una canzone.
“Ehi, qualcuno ha ingoiato un po' troppo attack 'sta mattina?”.
I filamenti si ritirarono, le creatura spalancò la bocca e ruggì mostrando gli aguzzi denti bianchi. Tremò e indietreggiò, esplose in una serie di filamenti di melma nerastra, si riunifico e fece un gemito prolungato. Si girò di scattò, morse il fianco di Spiderman che ululò di dolore, un dente bianco e appuntito gli si conficcò nella carne strappandogli la tuta sporca di melma. La sostanza fu investita da altre onde sonore e balzò, riunificandosi più in basso. Strisciò via, allontanandosi. Le braccia di Peter si liberarono, si tenne il fianco e tirò fuori il dente triangolare sporcandosi le mani di sangue. I piedi e la schiena gli si staccarono quando gli ultimi residui di melma si ritirarono nelle fessure tra i mattoni e cadde in avanti. Vide nero, perse i sensi e precipitò. Tony volò verso il basso, ruotò accelerando la velocità e superò il ragazzo. Risalì, lo afferrò per i fianchi e lo strinse.
“Signore, la sostanza non identificata si sta allontanando” disse Jarvis.
“Volevi invitarla per il Natale?” chiese.
Abbassò il capo coperto dall'elmo, sulla parte interna della maschera apparvero una serie di ologrammi. Uno evidenziava il fianco ferito di Peter, alcuni frammenti di melma stavano strisciando dal costume fino alla ferita. Un secondo cerchiava il capo del ragazzo, accanto apparve una foto di Peter con sotto scritti i suoi dati. Tony li osservò, inarcò un sopracciglio riprendendo il volo.
“Sedici anni? Scherziamo? Volete farmi credere che adesso è legale fare i super-eroi appena maggiorenni?” domandò.
“Signore, i residui di melma si stanno espandendo e stanno infettando le ferite. Inoltre il signore presenta una momentanea insufficienza respiratorio e un lieve trauma cranico” disse Jarvis.
Tony annuì, accelerò la velocità di volo stringendo Peter a sé.
“Sì, ho capito. Non sarebbe simpatico lasciar morire un bambino a Natale, giusto?”.
Peter boccheggiò, socchiuse gli occhi e ansimò.
“Diciassette a breve” biascicò.
Tony roteò gli occhi, sogghignò stringendo la presa e osservò sullo schermo una serie di numeri.
< Le funzioni vitali non sono stabili, probabilmente è dovuto alla mutazione. Però dovrebbero essere similari a quelle di un ragno, queste sono totalmente inadeguate > pensò.
Strinse il ragazzo accelerando la velocità, voltò il capo alzando l'elmo.
“Oh, guarda, sei sveglio. Hai bisogno di un bagno, hai della melma che vuole infiltrarsi nel tuo corpo”.
“Può anche mettermi giù, tornerò a casa. Davvero, so anche non perdermi” biascicò Peter.
Tony inarcò un sopracciglio socchiudendo gli occhi castano scuro.
“E dove vorresti andare conciato così? Nel tempo che arrivi a casa quell'affare avrà fatto il nido”.
Spiderman raddrizzò la schiena, fu colto da un capogiro e deglutì a vuoto. Si raddrizzò e si mordicchiò il labbro.
“La ringrazio per il pensiero di Natale, Mr. Iron Man; ma volevo fare un'entrata in scena più decente. Sa, se voglio entrare negli Avengers, non posso fare una figuraccia simile” spiegò.
Tony guardò la tower davanti a sé, le finestre si aprirono e lui decelerò la velocità.
“Non lo faccio perché è Natale, ragazzo” disse, con tono duro.
Entrò nella stanza, poggiò Peter sul letto e si voltò.
“FerroVecchio, va a prendere il necessario per curare il ragazzo. Dita di Burro, vai a prendere Pepper” ordinò.
Aprì l'armatura, uscì fuori e camminò fino al letto.
“Alza le braccia. Bisogna toglierti di dosso quest'affare”.
Peter ubbidì, sentiva le gambe formicolare e la testa pulsare. Si girò, sporse il capo e vomitò, ansimando. Avvertì un sapore acido in bocca, la gola bruciare e le narici pizzicare. Tony arricciò il naso, fece due passi di lato e osservò FerroVecchio passare sopra il vomito portando una cassetta del pronto soccorso. Tony sbuffò, scosse il capo e afferrò l'oggetto.
“Sei una frana. Giuro che ti smonto” borbottò.
Poggiò la cassetta sul letto, sfilò la maglia di Peter e la gettò alle sue spalle.
“Se vuoi farti assumere dovresti presentarti il giovedì, dalle nove alle cinque, a settimane alterne” disse.
Si sentirono dei passi, un fruscio metallico e il suono di tacchi.
“È dalle nove alle sei, Ton ... Oh cielo!” esclamò Pepper.
Avanzò, toccò la fronte di Peter passandogli la mano tra i capelli castani e si spostò di lato afferrando la cassetta del pronto soccorso.
“E lui chi è?” chiese.
Tony incrociò le braccia, fece due passi di lato. Guardò la donna aprire la cassetta, versare dell'alcool disinfettante sul cotone e tamponare la ferita sul fianco di Peter. Arricciò le sopracciglia castano scuro tirando su con il naso.
“Un ... ospite di Natale”.
Pepper sospirò, scosse il capo e passò l'alcool su tutto il petto longilineo del ragazzo. Alzò il capo, guardò la testa ciondolante del ragazzo e si rizzò. Raggiunse Tony, gli poggiò la mano sulla spalla e sporse il capo.
“Credo che sta volta per Natale tu abbia portato qualcosa di troppo piccolo” sussurrò.
Tony sogghignò, le fece l'occhiolino.
“Ma che porterà guai più grandi del coniglio, Pep”.

 


1 Strofe prese da E non serve che sia Natale, Pooh.

  
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