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Autore: HitomiKisugi    29/12/2013    5 recensioni
Non era Natale, ma nell’aria si respiravano ancora forti tracce della sua presenza che potevano ispirare fin troppa bontà. E far invogliare a seguire le tradizioni del periodo.
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Jock, lunga One Shot.
Attenzione! Possibilità di OOC!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brick, Jo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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Toronto, Canada.

Si dice che a Natale tutti sono più buoni o almeno si prova a metterci d’impegno per seguire la più famosa delle tradizioni.
Può darsi che Jo fosse stata altrettanto buona in quel giorno, ma al cadetto questo non sarebbe mai stato concesso sapere. Quel che aveva scoperto poco fa era stato abbastanza eloquente da avergli fatto capire che sebbene fosse il 27 dicembre e nell’aria, almeno dal suo punto di vista, si respirassero ancora forti tracce di Natale, era una cosa irrilevante. E anche quanto lei ne aveva subìto il contagio.
-Ma non ho fatto nulla di male!- protestò debolmente Brick, continuando a massaggiarsi il dorso della mano.
La ragazza mise le mani sui fianchi, increspò le labbra e aggrottò un sopracciglio.
-Bricco di latte, che hai da lamentarti?- lo riprese. -Hai cercato di stringermi la mano ed io ti ho semplicemente comunicato come la pensavo!-
-Sì, però guarda che c’erano altri modi per farmelo capire! Intendo dire quelli gentili, che tra l’altro sono consoni soprattutto a questo periodo!-
-I miei metodi non ti piaceranno, ma sanno essere molto efficaci, non credi? E sei vuoi che io sia gentile, allora ti sconsiglio gentilmente – calcò bene la parola in quella che era una frase sarcastica -di riprovarci… e poi davanti a tutti, per giunta!- concluse stizzita.
Brick la fissò imbronciato. Non poteva certo darle torto riguardo all’efficacia dei suoi metodi, aveva considerato ripensando a quell’energico pizzicotto che gli aveva dato, ma per il resto non aveva mica commesso un crimine! E poi che importava se qualcuno avrebbe potuto vederli? Neanche fossero due alieni in gita sulla Terra! C’era tanta gente in strada a quell’ora, era vero, ma nessuno avrebbe fatto caso a loro più di tanto. Le sue considerazioni erano, perciò, assurde ed esagerate!
Almeno in quell’occasione, Jo poteva lasciarsi un po’ andare, no? Perché tutto intorno ispirava pace e armonia.

La città mostrava il suo lato festoso, accogliente.
Addobbi ovunque, dalle stelle sulle vetrine dei vari negozi agli alberi con le palline luccicanti, alle ghirlande, coccarde, pungitopo e altro ancora. Per non parlare dello sfavillio di luci colorate che inondava anche strade e piazze conferendo nell’insieme un’atmosfera allegra. E diventava quasi magica come in un racconto di fiabe quando scendeva il buio che delineava al meglio ogni cosa, rendendo tutto più suggestivo. Questo era un dettaglio non indifferente al cadetto: era strano quanto la sua principale fobia, in quel periodo dell’anno, si ridimensionava, come a volergli dimostrare che non tutto ciò che è privo di luce è spaventoso, tutt’altro. E ci riusciva appieno, se si voleva aggiungere che il moro usciva volentieri anche nelle ore più tarde.
Da qualche parte chissà dove, arrivavano trasportate dall’aria le note di Jingle Bells insieme all’irresistibile profumo di dolci della panetteria.
Faceva molto freddo, i rami degli alberi reggevano ancora i lievi residui della nevicata dei giorni precedenti come testimonianza, la gente era costretta a infagottarsi in abiti più pesanti, ma non per questo a rinunciare a voler uscire. Perché era difficile perdersi certi momenti che cadono poco più di un mese l’anno, ancora meglio se se li potevano condividere con la persona giusta.
Brick, con il suo gesto, voleva farle semplicemente comunicare che era felice di averla vicino e ringraziarla di essere uscita con lui dopo tanto tempo che non si vedevano, per un impegno o l’altro. Forse era stato troppo ingenuo e la sua mossa troppo sfrontata… ma anche lei aveva sbagliato!
Se Jo voleva concludere così l’anno, chissà come si sarebbe comportata in quello nuovo! Anzi, più che chiederselo preferì interrogare la diretta interessata.
-Toglimi la curiosità: intendi continuare così anche nell’anno nuovo? Con i metodi che ritieni opportuni e a chiamarmi con quei ridicoli soprannomi?-
-Cosa ci vuoi fare?- alzò le spalle, assumendo un’aria da finta innocente. Voleva canzonarlo di proposito, era fin troppo palese. -È difficile abbandonare le vecchie abitudini!-
Le labbra del cadetto assunsero una piega dura.
-Sarebbe più giusto dire che non vuoi!- la corresse al suo posto.
-Pensala come vuoi, Brick. Io non posso farci proprio nulla.- rilanciò l’altra.
-Perché ti viene tutto così automatico, suppongo.-
-Sì, diciamo che, in effetti, è così. Soprattutto con te.-
-E visto che con l’avvicinarsi dell’anno nuovo si pensa anche ai cosiddetti “buoni propositi”, quali sono le tue intenzioni a riguardo? Io dico che potresti cercare di diventare, non dico tanto, ma un po’ più buona con gli altri…- per un attimo pensò alla sua mano –e specialmente con me!-

A quel punto Jo aggrottò la fronte, incrociò le braccia e sbuffò, visibilmente infastidita da quel consiglio non nuovo. Adesso ci si metteva pure lui a farle proprio quella predica come tutti? Diamine, non aveva la benché minima idea di quanto lei ne avesse abbastanza!
Sì, perché quel “Diventare più buona” era un ritornello seccante e petulante che da tempo usciva ininterrottamente dalla bocca dei suoi familiari, dal resto del parentado e dai conoscenti. Che trovava alimento proprio con la presenza di Brick. “Quel caro ragazzo che ha suscitato un certo interesse di lei e sembra che la cosa sia davvero reciproca”, aveva inizialmente insinuato qualcuno con la lingua troppo lunga. E quando loro due avevano cominciato a frequentarsi anche fuori dal reality, i commenti si erano sprecati.
Immaginare le loro reazioni non era per nulla difficile. Fino molto tempo addietro chiunque, conoscendo a fondo la bionda tanto da volerla evitare il più possibile, aveva dato per scontato che avrebbe passato il resto della sua vita da zitella acida e scorbutica con la sola compagnia degli attrezzi da palestra. Poi un bel giorno, come in risposta alle loro preghiere, era difatti entrato in scena il cadetto e, avendo visto che anche per Jo ci potevano essere speranze, avevano cominciato a fare il tifo per lui.
Calamity era tutto fuorché un’ingenua: aveva capito che quella gente puntava sull’indole dolce della Recluta, fantasticando sul fatto di riuscire a contagiarla rendendola, appunto, più buona a sua volta. Magari in caso di successo sarebbero stati capaci di dedicargli un monumento in suo onore!
-Assolutamente no! Io non mi ci vedo diventare una tipa mielosa come qualcuna che conosco, scordatelo!- ribatté piccata e con un’espressione di puro disgusto. Aveva pensato a Zoey, esempio evidente di quel genere di ragazza. Bastava vedere come si comportava con Mike per capire cosa significava essere anche troppo dolci; rabbrividiva solo a pensarci. –Ho altri progetti più redditizi per l’anno che verrà!-
-Del tipo?- le chiese Brick guardandola di sottecchi. La sua, in realtà, era una di quelle domande fatte solo per confermare quello che già s’immaginava di sentir dire. Ormai conosceva la bionda da più di un anno, tempo più che sufficiente per intuire le sue risposte. Sicuramente avrebbe detto qualcosa che riguardava il suo tornaconto personale e, perché no, avrebbe anche pensato a lui, non certamente in termini lusinghieri.
Sul viso di Jo apparve un sorriso compiaciuto: parlare di certe cose, per lei, era un vero piacere. Cominciò a elencare i suoi piani uno per uno con una certa enfasi, toccando con la punta dell’indice della mano sinistra i polpastrelli delle dita dell’altra.
-Vincere la prossima gara di corsa campestre, poi quella di triathlon, poi ancora quella di sollevamento pesi… ah, ma a dir la verità ce ne sono così tante! E per ultima ma non meno importante,- i suoi occhi rimasero puntati con un certa accuratezza su quelli del moro -batterti in qualsiasi sfida… come sempre, del resto!-
Lui sospirò rassegnato. Aveva indovinato anche stavolta.
-Non avevo dubbi che tu avessi pensato anche a me, in qualche modo. Come sempre.- commentò con una nota sarcastica nella voce. - In pratica avresti intenzione di rendere complicata la mia vita anche il prossimo anno. E questo significa che avrai intenzione di stuzzicarmi e giocarmi dei brutti tiri a sorpresa? Come quella volta in cui usasti il tuo fischietto troppo vicino al mio orecchio?-
Jo ridacchiò sotto lo sguardo di disappunto del cadetto, ricordando quella scenetta comica almeno dal suo punto di vista. Una tra le tante che aveva reso più allegro l’anno che stavano per lasciarsi alle spalle. Chissà quante altre ne avrebbe combinate in quello successivo! Quel pensiero la mandava già in visibilio.
-Beh, dai. Ti eri addormentato sotto quell’albero ed io ti avevo semplicemente svegliato.- cercò di minimizzare. -Però è stato divertente, vero?-
-Non proprio. I miei timpani da quel giorno lo odiarono. Per non parlare dell’infarto che mi avevi fatto venire!-
-E immagino quanto avessero gioito quando lo persi. Di’ a loro che non è da escludere che il prossimo anno avrò intenzione di comprarne uno nuovo!- soggiunse con un sorrisetto da canaglia, come a voler tenere fede a quella frase. Messaggio ricevuto forte e chiaro.

“Certe abitudini sono davvero dure a morire”, commentò tra sé Brick con una punta di amarezza, mentre seguiva silenziosamente la ragazza che nel frattempo aveva ripreso a camminare. Per alcune persone l’anno nuovo era palesemente un numero in più sul calendario che di certo non avrebbe cambiato loro la vita. Certo, se invece avessero provato a migliorarsi, ad attuare la pratica dei “buoni propositi”, allora sì che la faccenda sarebbe potuta essere diversa. In quanto a Jo non si era fatto alcun tipo d’illusione, però…
Il cadetto infilò la mano destra nella tasca del giaccone, toccando ciò che era nel suo interno.
Era da giorni che si chiedeva quale fosse la cosa più giusta da fare. I fatti erano stati fin troppo eloquenti da avergli dato la risposta che già per sé era ovvia fin dall’inizio. Non sarebbe cambiato nulla in futuro, Jo sarebbe rimasta la stessa esattamente come l’aveva conosciuta e avrebbe continuato a vedere in lui il suo bersaglio preferito di scherni... che forse sarebbero divenuti ancora più pesanti. In forma razionale erano ottimi motivi per stabilire che non meritava di ricevere niente, eppure inquadrandoli sotto un’altra ottica Brick non trovava tutto così assurdo. Contro ogni logica possibile quella ragazza così ingestibile aveva dei modi di comportarsi tanto discutibili, certo, ma che riuscivano ad attirarlo e allo stesso tempo fargliela piacere. Ogni loro incontro aveva le sue sfide, i suoi battibecchi, eppure era anche divertente e condividerlo insieme era irrinunciabile. In fin dei conti con lei stava bene e sentiva più che mai che anche la bionda era del medesimo parere, con la differenza che lo manifestava usando la parte peggiore del suo carattere com’era di sua normalità. Sporadici erano i suoi gesti d’affetto e anche minimi da non accorgersene, ma qualvolta emergevano improvvisamente, per lui rappresentavano piccole ma grandi vittorie.
Brick abbozzò un sorriso: proprio niente sarebbe cambiato tra loro, ma forse era giusto che continuasse in quel modo. Ciò non significava che si fosse rassegnato del tutto: era sicuro che un giorno sarebbe emersa davvero e senza difficoltà la parte più buona di Jo, nel frattempo avrebbe aspettato con calma e pazienza. Per la ragazza che gli piaceva era ben disposto a farlo… anche se quel “piaceva” che si ostinava ancora a usare ormai non era più il termine corretto, già da qualche tempo.

-Jo.-
La ragazza si voltò a guardarlo. Il ragazzo la stava invitando a prendere ciò che le stava mostrando, un sacchetto di piccole dimensioni, la cui carta lucida rossa rifletteva i colori delle luci intermittenti delle luminarie. Lei alzò le sopracciglia: giorni fa, alla richiesta di cosa avrebbe voluto ricevere come regalo di Natale, gli aveva detto che non voleva nulla. E di conseguenza non si era premurata di pensare a qualcosa per lui.
-Avevo detto di non voler nessun regalo per Natale. E poi io non avevo preso niente per te.-
-Beh, a dir la verità non è un vero e proprio regalo, ma diciamo che ha pur sempre il suo valore.-
Jo lo guardò interrogativa. Quella frase appariva talmente piena di controsensi da non essere riuscita a dare una forma all’oggetto che si nascondeva lì dentro. E proprio perché esso era avvolto da un alone di mistero, ne era inesorabilmente attratta. Dopotutto non le sarebbe costato nulla cedere e accettare quel dono, visto anche che Brick pareva tenerci particolarmente, no?
-Ci tieni così tanto a rispettare le tradizioni, vero?-
-Sì, diciamo che sono abbastanza tradizionalista!-
La bionda non seppe cosa la spinse esattamente a prendere quel sacchettino, se la curiosità che parecchio la stuzzicava o il sorriso caldo e accogliente del ragazzo… o entrambi i casi. Sta di fatto che quando lo aprì e vide cosa custodiva nel suo interno, stentò a crederci.
-Ma questo è…-
-Sì, non ti sbagli.-
Lei lo prese in mano e lo espose alla luce, come se volesse verificare anche col tatto una presenza reale che gli occhi avrebbero potuto ingannare. Eppure era tutto vero e chiaro, altro che illusione. E scrutando attentamente l’espressione del cadetto, niente lasciava intendere che fosse uno scherzo.
-Il mio fischietto!- sì, era proprio lui, il suo caro vecchio fischietto. Non c’erano dubbi.
-Ho dovuto cambiare il cordino, era tutto logoro quando l’avevo ritrovato. Probabilmente per la pioggia o la neve.-
-Perché?- mormorò dopo qualche secondo di pausa, non riuscendo ancora a scacciare l’incredulità. Perché si era messo a cercarlo nel posto dove erano stati insieme e dove certa di averlo perso, sebbene lui avesse sempre dimostrato a chiare lettere e in ogni modo possibile di detestarlo?
Improvvisamente si fece più guardinga e alzò le sue difese. Cosa sperava di ottenere? La sua eterna riconoscenza? Che si mettesse a fare la carina con lui?
Brick non smise di sorridere mentre si apprestava a spiegare con una vena d’imbarazzo nella sua voce.
-Sarò sincero con te.- premise. -Ti confesso che quando l’avevi perduto mi ero sentito sollevato, addirittura avevo esultato. Ma alla fine ho pensato che se avessi provato ad accettarlo, pur non sopportandolo proprio, avrei anche accettato una parte di te. D’altronde è così, no? Per stare insieme… cioè, insomma… per continuare a vedersi… è necessario saper scendere a compromessi.-

Jo sapeva che avrebbe dovuto dirgli qualcosa e le idee certamente non le mancavano. Poteva dirgli che era stato uno sciocco, un ingenuo, un pazzo. Poteva propinargli una delle sue irriverenti battutine. Poteva addirittura sforzarsi di ringraziarlo. Ma dalla sua bocca non uscì niente di tutto ciò, anzi, nemmeno un suono. Lo stupore era stato talmente tanto da averle impedito di parlare e agire di conseguenza. Proprio così, era la pura verità. Il cadetto, con quel gesto totalmente inaspettato, con quelle sue frasi sorprendenti, l’aveva praticamente spiazzata. E messa in difficoltà, come poche volte le succedeva in vita sua.
La ragazza, sentendosi lentamente sperduta e disarmata, staccò gli occhi da lui e li posò sull’oggetto che ancora aveva tra le mani, unico appiglio che pareva esserle davvero rassicurante. Per un po’ di tempo nessuno dei due parlò, come per tacito accordo, e Jo gli fu grata di quel silenzio concesso perché aveva sentito un irrefrenabile bisogno di fermarsi a riflettere su quanto era successo e anche su se stessa.
Brick non le aveva solo restituito il fischietto, ma, assieme a quelle parole, anche fatto il più bel regalo di Natale che avesse mai ricevuto. Un atto così semplice, avvenuto con tanta naturalezza e con un sorriso sulle labbra, tuttavia così carico di significato. Non aveva preteso nulla in cambio né aveva approfittato per farle notare alcuni atteggiamenti che non andavano e che avrebbe dovuto correggere. Quante altre persone avrebbero scelto di agire come lui senza secondi fini, senza nemmeno provare a recriminare sui suoi comportamenti? Com’era diverso da tutti gli altri. A lui bastava poco e chiedeva altrettanto, voleva starle vicino come aveva sempre fatto, con la discrezione vigile di chi non vuole buttarti addosso delle aspettative cui poi devi corrispondere, ma è pronto a sorreggerti in caso di bisogno. Era disponibile ad accettarla per così com’era. Forse era davvero pazzo o semplicemente un incosciente, ma faceva tutto questo proprio per lei. Le voleva sinceramente un gran bene, a dispetto del suo caratteraccio e di qualsiasi altra cosa. E sempre glielo dimostrava, nelle minime cose, nei suoi piccoli gesti; esattamente come stavolta, ma forse con più evidenza. Gli veniva così spontaneo, mentre lei…

A poco a poco sentì una forte quanto dolce sensazione di calore giungerle dal cuore e infondersi nel petto, avvolgendola come una morbida coperta. Jo dedusse all’istante che doveva trattarsi sicuramente dell’atmosfera natalizia che era riuscita a contagiarla in modo lento e graduale. Poteva essere. Oppure forse quella sua conclusione era soltanto una scusante per coprire la vera ragione, fatta apposta per prendere in giro se stessa. Perché qualcosa di simile lo aveva già sentito in precedenza e sapeva che lo avrebbe provato nuovamente in altre occasioni.
Nel frattempo la musica che accompagnava i passi della gente era cambiata e Jo se ne accorse improvvisamente. A seguire il filo dei suoi pensieri c’era Happy Xmas di John Lennon. Tra le note riconobbe i versi che recitavano “War is over” e dopo, seguendo fedelmente il ritmo lento della canzone, “if you want it”. La guerra è finita, se lo vuoi. E lei si trovò inevitabilmente a pensare a tutte quelle volte che aveva lottato contro la sua parte emotiva che le suggeriva di lasciarsi andare, di ricambiare quei sorrisi sinceri e quei piccoli gesti d’affetto che Brick le dedicava. Invece si era trincerata insistentemente dietro l’orgoglio e l’indifferenza per vigliaccheria, per paura. Per lei, essere coinvolta in quel tipo di sensazioni così dolci e toccanti significava rimettere in discussione tutto ciò in cui aveva creduto, assumere una nuova identità, rinunciare a una parte della sua indipendenza, essere vulnerabili ai rischi e alle sofferenze che può comportare. Cambiamenti mai voluti o cercati, anzi, nemmeno presi in considerazione. Finché il destino non le aveva presentato il conto. Per un motivo o l’altro mai saldato.
Era quindi stato comodo respingere, sbeffeggiare, comportarsi male. Quante volte lo aveva fatto con la Recluta! E lui non le aveva mai voltato le spalle, se cadeva si rialzava, insisteva, lottava come un vero soldato farebbe… e in qualche modo la perdonava. Avere a che fare con lei significava avere pazienza e coraggio che Brick dimostrava continuamente. Era senza dubbio la persona più coraggiosa del mondo intero. Insieme a lui era felice, non poteva né tantomeno voleva rinnegare.
Ecco, adesso quello scemo l’aveva fatta addirittura commuovere. Serrò le labbra. Accidenti. Sarebbe stato comodo risolvere la faccenda prendendolo a pugni, ma era proprio il cuore che glielo impediva.

Senza ancora dire niente, mise in una tasca del giaccone il sacchettino con il fischietto dentro, afferrò il cadetto per un polso e lo trascinò lentamente sotto uno di quegli alberi poco distanti che affiancavano la strada, nella parte opposta rispetto alla fila dei negozi, lontani da quell’inarrestabile via vai di gente.
Il ragazzo si lasciò condurre da lei senza protestare ma con una certa perplessità.
-Jo?- la richiamò piano e cauto quando fu davanti a lei, in attesa di spiegazioni. La fissò attentamente. Ancora non si decideva a guardarlo dritto negli occhi anziché rimanere a capo chino, né mollava la presa sempre salda come se avesse bisogno di un sostegno. Intuì che stava per dirgli qualcosa d’importante che forse le costava anche tanto. Cominciava a preoccuparsi un po’, tuttavia non la sforzò a parlare preferendo invece aspettare.
-E va bene, cercherò di diventare un po’ più buona…- disse tutto in un soffio con voce flebile e tremante, il respiro corto e controllato. Si concesse una breve pausa per riprendersi e magari migliorare il tono delle sue parole. Tuttavia un pensiero corrente e apprensivo riuscì a stroncare i suoi propositi proprio sul nascere. Un altro motivo per prendere a pugni Brick, un desiderio di nuovo irrealizzabile. –Ma tu… tu non cambiare mai.-
-Non dovrai mai preoccuparti per questo. Hai la mia parola.-
Dopo aver trovato conforto in quelle parole così tenere quanto sincere, Jo finalmente si decise lentamente ad alzare lo sguardo su di lui. La stava guardando sorridendo, con una luce calda e intensa negli occhi, dai quali traspariva senza alcuna reticenza ma con spontaneità un profondo affetto per lei. Ancora una volta si trovò a non saper cosa dire e ciò le fece suscitare un certo fastidio, ma piuttosto di arrancare nel dubbio o starsene impalata inutilmente decise di seguire solamente il suo istinto. Che le avrebbe dato esiti infallibili, come sempre.
Appoggiò le mani sul risvolto del giaccone del cadetto e con uno strattone avvicinò la testa a pochi centimetri dalla sua. Un attimo dopo, senza indugi ma dando retta una volta tanto al suo cuore, appoggiò le labbra sulle sue e chiuse gli occhi. Un tocco contraddittoriamente lieve, un invito, una sfida esplicita quanto irresistibile ad approfondire quel contatto. Cosa che lui colse subito e volentieri al volo, accorgendosi all’istante che lo aveva aspettato da tanto e con una certa impazienza, ma se n’era reso conto solo in quel momento. Chiuse gli occhi anche lui, assaporando appieno quella parte di tempo tutta per loro. Fu un bacio lungo e dolcissimo, sia per intensità sia nel gusto. Letteralmente parlando. Le sue labbra, infatti, erano rivestite da un leggero strato di burro cacao al miele. Mentre la abbracciava esternando finalmente tutto l'affetto che provava, Brick dentro di sé sorrise. Era tutto inaspettatamente e straordinariamente incredibile, perfetto. Poi che dietro a quella scorza dura della ragazza potesse nascondersi tanta dolcezza, era una cosa che non aveva mai messo in dubbio. Nemmeno una volta.

Lentamente si staccarono e per un po’ rimasero a guardarsi in silenzio con aria complice, ancora inebriati da quel bacio, appagati e soprattutto felici e soddisfatti.
Jo, improvvisamente, sorrise sibillina.
-Dicono che porti fortuna darsi un bacio sotto il vischio.-
Vischio?
Immediatamente Brick alzò la testa e spostò gli occhi all’attenta ricerca di un ramoscello appeso fra i rami dell’albero, mentre la ragazza approfittò di quell’occasione per allontanarsi di qualche passo e dargli le spalle. Lui alla fine proprio non ne trovò nemmeno uno che ci assomigliasse anche vagamente. I casi erano due: o lei lo aveva intravisto male da lontano oppure gli aveva mentito di proposito per avere un bacio, non che gli fosse dispiaciuto, dopotutto!
-Ma non c’è nulla…!-
-Anche quella è una tradizione, vero?-
-Sì, però è a Capodanno che…- d’improvviso s’irrigidì. Un lampo era passato sul suo viso: era solo una supposizione, ma forse per niente infondata. -Mi stai dicendo che avresti intenzione di rispettarla?- azzardò.
La risposta si fece un po’ attendere. Forse lei stava pensando a cosa fosse meglio dire.
-Beh… Chi può mai dirlo?- la sentì borbottare. -In fondo mancano ancora tanti giorni al primo dell’anno.-
L’espressione di lui si fece dolce. Sì, avrebbe aspettato ancora un po’ per saperlo ed era fiducioso che alla fine un altro bacio sarebbe arrivato molto presto. E in caso fortunato sarebbe stato quello che avrebbe sancito l'inizio di una lunga e dolcissima serie della loro vita.
-Sappi che potrai sempre contare su di me, Jo! Ogni volta che lo vorrai!- promise solennemente. In seguito vide la bionda intenta a sistemarsi al meglio la sciarpa. Qualcosa gli diceva che lo stava facendo perché era arrossita, ma non voleva che lui se ne accorgesse. Tipico di lei, considerò tra il tenero e il divertito.
Jo si premurò di coprirsi bene con quell’oggetto di lana viola che le fasciava il collo. Nessuno avrebbe dovuto notare il rossore che le aveva acceso il viso. Certo, era pur sempre inverno e gli estranei avrebbero potuto considerare che fosse derivato dall’aria gelida, ma il cadetto avrebbe intuito all’istante e magari fatto qualche osservazione inopportuna. Lei stessa faticava a credere a cosa aveva fatto in precedenza. Baciarlo, poi, pur sapendo che qualcuno avrebbe potuto vederla, proprio lei che trovava qualcosa da ridire davanti a chi si scambiava anche una piccola effusione in pubblico! Cominciò seriamente a pensare che fosse stata davvero opera dell’atmosfera natalizia che si era insediata in lei a tradimento, facendole provare sensazioni e pensieri al solo scopo di addolcirla. Ed evidentemente aveva calcato troppo la mano. Forse era stata esageratamente buona con Brick, perciò sentiva il dovere di rimediare. La festa era finita, era il momento di cambiare abito e di rindossare i panni che vestiva da una vita.
-Basta, non c’è più tempo da perdere!- sbottò improvvisamente con piglio severo. -Muoviti, pelandrone! Il cinema non aspetta mica noi! Se arriveremo in ritardo, sarà tutto per colpa tua!-
Ma la bionda fece un solo passo. Qualcosa l’aveva fermata. Quello che aveva riposto nella tasca destra del giaccone le aveva fatto ricordare, con un rumore lieve ma di grande impatto emotivo, la sua presenza. E, con quella, le parole del moro.
“Per voler stare insieme è necessario saper scendere a compromessi.”
Lui la mossa l’aveva già fatta. Ora era venuto il suo turno.
“Solo questo e poi basta, eh! Solo per pareggiare i conti!” si fece promettere con una puntina di stizza.

Timidamente mosse il braccio all’indietro e gli protese la mano. Sì, voleva davvero che gliela stringesse. Un gesto così inusuale da parte sua, un po’ forzato dalle circostanze, ma che sentiva non le sarebbe pesato del tutto.
Brick osservò in silenzio tra stupore e piacere la scena. C’erano state pochissime volte che le loro mani si erano volutamente toccate. Quando facevano la guerra dei pollici. Quella volta che lo aveva tirato fuori dalla buca ai tempi dei reality. E sempre in quel contesto quando gliel’aveva stritolata come segno di benvenuto nella nuova squadra. Adesso un’altra andava ad aggiungersi alla lista e stavolta percepiva essere totalmente diversa.
Quando i loro palmi si unirono e le loro dita si chiusero senza alcuna forza eccessiva, egli scoprì di aver intuito bene. Era una di quelle strette che venivano direttamente dal cuore, che lui stesso avrebbe voluto trasmetterla fin dall’inizio. Entrambi sorrisero senza guardarsi, ma ognuno immaginando che l’altro avesse fatto la stessa cosa.
Quell’incontro di mani era un gesto che il cadetto volle interpretare come un buon auspicio per l’anno nuovo. Con ogni probabilità esso avrebbe avuto le stesse sfumature di quello vecchio, ma nel complesso sarebbe stato decisamente migliore. E aveva la netta sensazione che non si sarebbe sbagliato.


FINE.

 

 

Auguri di Buone Feste a tutti!
   
 
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